Stupid Muggle
"Svegliati mani magiche!" Sentii togliermi le coperte da qualcuno.
"Va alla sede, Ludo." Replicai.
"Simpatica anche di prima mattina!" Esclama saltandomi addosso e abbracciandomi.
"Specialmente di mattina." Specificai.
"Ottimo: ti ho fatto il caffè con i croissant." Mi sussurrò all'orecchio.
"Penso che ti perdonerò...andiamo a mangiare!" Dissi girandomi e facendoci cadere dal letto piuttosto stretto.
"Quanta grazia, signorina." Mi elogiò sarcastico.
Ridemmo e andammo in cucina, per divorare la colazione.
"Oggi devo dare un esame: ho chiesto a Sean di accompagnarti in macchina fino alla stazione ferroviaria di Ottawa." Mi avvisò.
"Cosa?! Ma è un viaggio lunghissimo!" Esclamai contrariata.
"Già, 4 ore. Mi spiace, non conosco altri a cui affidarti e non mi fido delle tue capacità di smaterealizzazione." Disse serio.
"Tu mi vuoi morta! E poi come farò a prendere un treno magico con un babbano?!" Domandai.
"Rachele, sei intelligente e ti basterà confonderlo per salire su quello giusto." Ribatté ovvio.
"Tu ci farai scoprire! Testa di mangiamorte!" Sputai furiosa, per poi scomparire in camera.
Sean apparse alla nostra porta dopo pranzo, con un sorriso fin troppo smagliante.
"Non ci credo che sto per fare questa cosa." Sbuffai sconsolata, aprendo la porta per farlo entrare.
"Ti prendo la valigia?" Chiese, ignorando i miei lamenti.
"È un baule...lo prendo io." Risposi andando in camera per recuperare il bagaglio e la borsa.
"Kilian?" Chiese non vedendolo.
"È in università. Ci siamo salutati prima. Ha detto che verrà il mese prossimo a trovarmi." Risposi fredda.
Effettivamente fu un saluto difficile, anche se non lo ammettavamo.
A Beauxbatons eravamo io e lui in mezzo a un milione di maghi e streghe, dopo aver visto l'inferno.
Lì Riley e Pier erano cugini, all'inizio era troppo faticoso staccarci, essere da soli nella folla; o almeno lo era per me.
Pier aveva degli amici, Riley stava solo con i suoi attrezzi.
Poi, un giorno, Pier convinse Marinette, la ragazza del suo migliore amico, a insegnare alla cuginetta aliena come stare nella folla.
Marinette, col suo candore, aiutò Riley a farsi delle amiche, a studiare in gruppo rimase sempre un punto di riferimento per la piccola, come per tante altre.
Marinette era prima ballerina del gruppo di danza della scuola, la danza dei maghi, ben diversa da quella dei babbani, poiché si usano incantesimi e la bacchetta, oppure le polveri sul palco per alzarle quando si salta o si piroetta.
Attraverso l'arte aveva integrato un sacco di ragazze, abbattendo la timidezza.
Certo, ne Rachele, ne Riley e tanto meno Holland erano brave ballerine, ma almeno avevano imparato cosa significasse essere sole nella folla e come sentirsi parte di essa, collaborando, ma senza perdere individualità.
A Beauxbatons aveva le sue rocce, a ilvermorny sarei stata sola, ma sarei anche potuta diventare la roccia di altre.
Incontrare le amiche di Greta e i professori che Cesare faceva puntualmente disperare.
"Holly! A che pensi?" Chiese Sean.
"A chi ero." Risposi.
"Mi spiace per i tuoi genitori e per chi hai lasciato." Sussurrò lui.
"Plutarco predicava l'apatia come virtù per essere felici." Ribattei dura.
"Non ti sembra di seguirla un po' troppo?" Domandò.
"No, non dopo ciò che è successo...poi Marinette si arrabbierebbe se mi lasciassi sconcentrare, per non parlare di Madame Maxime, mi obbligherebbe a pulire la guferia per un mese. Una volta è capitato a Veronika Lozano: la mia compagna di stanza.
Poverina, si feceva tre docce dopo aver lavorato, tutto perché durante le prove sbaglio un movimento e per poco non cavò l'occhio di quella spocchiosa di Enrica." Raccontai, ridendo per l'ultima parte.
"Che scuola strana,non l'avevo mai sentita." Commentò lui.
"Te lo abbiamo detto, in pochi la conoscono." Gli ricordai.
Poco dopo nella mia borsa iniziò ad esserci del movimento.
"Che cos'è questo rumore?" Chiese Sean.
"Nulla! Che rumore?" Mi affrettai a rispondere.
"Come di oggetti che si scontrano, ma non mi sembra la macchina..."disse sospettoso.
"E tu che ne sai? Dovresti fermarti a controllare..." replicai.
"No...mi sembra venga da...la tua borsa. Che ce dentro? Un animale?" Domandò.
"Cosa? No! Solo cianfrusaglie." Affermai agitata.
"Ok, va bene tutto, ma Holland, mi stai nascondendo qualcosa! E voglio sapere cosa!" Disse distogliendo lo sguardo dalla strada ed esaminandomi.
"Non guardarmi! Guarda la cazzo di strada!" Esclamai spaventata.
"Dimmi che cavolo succede!" Urlò lui.
"La macchina! Arresto momentum!" Gridai, brandendo la bacchetta dallo stivale ed evitandoci uno schianto sicuro con la macchina davanti, che aveva appena inchiodato.
"Puttana...Holland, stai bene?" Chiese esaminandomi con gli occhi e posando la mano sul mio braccio.
"Si...credo di aver fermato anche la macchina dietro." Sospirai.
"Che cazzo è successo?" Sussurrò, per poi far cadere gli occhi sulla bacchetta, che stringevo tanto forte da far diventare le nocche bianche.
"Non è successo nulla! Hai frenato e ci siamo salvati." Esclamai, riponendo la bacchetta nello stivale e indossando il cristallo per non essere riconosciuta.
"Che cos'è?" Chiese lui.
"Minerale di sale, immerso trenta ore nella pozione polisucco, con aggiunta di sangue di molliccio. Rende irriconoscibile chi la indossa." Spiegai.
"E io come faccio a sapere chi sei?" Domandò lui.
"Ne indossi una." Gli risposi, passandogli quella di riserva.
"Non accetto cose dalle sconosciute." Disse contrariato.
"Mettila, stupido babbano!" Lo intimai.
"Chi sei? Che ci fai nella mia auto?" Continuò.
"Ma che mi tocca sentire!" Sbuffai.
"Che vuoi fare? Perché sei qui?" Insistette, mentre io presi la bacchetta.
"Petrificus totalus" sussurai, cercando di non farmi vedere.
Intanto le macchine si erano tutte fermate e alcuni iniziavano ad uscire.
Gli misi la collana velocemente, per poi mormorare:"finite incantatem." E farlo tornare a muoversi.
"Holland?" Chiese lui.
"Già!" Sospirai.
"Perché i colori sono cambiati e perché sei illuminata, o brilli?" Continuò.
"Usare un oggetto magico, implica vedere la magia. La luce che emano viene dal mio cuore, il luogo in cui è racchiusa la magia di ogni creatura. Se osservi bene ce ne è anche nella mia bacchetta e nella borsa, uso componenti di animali o piante magiche per le mie invenzioni." Risposi.
"Ed ecco spiegato perché io non brillo." Disse osservandosi.
"Si chiama essere babbano." Commentai sarcastica.
Qualcuno bussò al finestrino di Sean e lui lo tirò giù, mentre io riponevo le mie cose a posto.
"Ehi ragazzi, stare bene?" Chiese un signore.
"Si, che è successo?" Domandò il mio accompagnatore.
"Due hanno tamponato improvvisamente, creando una catena di incidenti. Siete stati voi a interromperla. Ah, i riflessi dei giovani." Si complimentò l'uomo sulla quarantina.
"Grazie signore. Saprebbe dirci quando potremo riprendere il nostro viaggio? Abbiamo una certa fretta." Esclamai cercando di essere il più gentile possibile.
"Certo piccola. Abbiamo già chiamato la polizia. Penso che vi lasceranno andare in un oretta." Rispose cortese.
"Che cosa?! Perderò il treno per scuola!" Mi disperai.
"Mi spiace piccola, ma penso che il preside capirà." Cercò di consolarmi il signore.
"Grazie mille per le informazioni. Mi auguro che lei e i suoi famigliari stiate bene." Intervenne Sean.
"Oh, per fortuna stavolta viaggiavo solo." Sospirò il signore.
Ci salutammo e l'uomo si congedò.
"Se solo potessimo smaterializzarci più avanti!" Sbuffai.
"Direi che così va bene, mi devi chiarire un po' di cose." Ribatté lui.
"Bene, ma prima di un interrogatorio ho bisogno di un po' di whisky incendiario." Acconsentii, prendendo una fiaschetta dalla borsa.
"Posso?" Chiese.
"Non è roba per babbani." Sputai acida.
"Ho bisogno di roba forte." Obbiettò.
Gliene feci bere un sorso e lui quasi urlò.
"Ti avevo avvertito." Sospirai.
"Con cosa lo fate? Peperoncino?" Domandò.
"Ma no! Non so con cosa sia fatto, ma i maghi scelgono sempre i nomi per un motivo!" Risposi ovvia.
"Quindi sei una strega?" Iniziò.
"Preferisco il termine maga. Il termine 'strega' usato dai babbani ci fa confondere con le megere." Puntualizzai.
"E hai dei poteri magici." Continuò.
Io annuii, incitandolo a proseguire.
"E...voli su una scopa?" Suppose.
"Anche, so volare sulle scope, ma non sono molto brava a giocare a quiddich e poi sono troppo lente e scomode per i viaggi: vanno bene per fare un giro o andare a casa di una amica." Risposi.
"Che cos'è il quiddich?" Domandò.
"Lo sport dei maghi: si gioca in sette, volando in un campo ovale con tre porte di diverse altezze.
Ci sono diversi tipi di palla: la Pluffa, i Bolidi e il boccino d'oro.
La pluffa è usata dai cacciatori per fare punti, lanciando in porta. I bolidi hanno scopo di colpire il cercatore o gli altri giocatori e a fermarle sono i battitori.
Il boccino d'oro è una pallina molto vispa e veloce, che fa terminare la partita e da un sacco di punti alla squadra con il cercatore che la cattura." Spiegai velocemente, sotto il suo sguardo confuso.
"Ok...e...esisti davvero? Sto avendo delle allucinazioni?" Chiese più a se stesso che a me.
"Esisto davvero e posso fare incantesimi, pozioni e invento oggetti per maghi. In realtà so fare anche le bacchette, ma è un lungo procedimento." Conclusi.
"E Kilian...lui è..." iniziò, ma lo interruppi:" si, è un mago."
Stava andando in iper ventilazione, così iniziai a cercare di calmarlo.
"Tranquillo, siamo buoni, non ti mangieremo, ne uccideremo, ne altro. La guerra magica è finita da più di vent'anni." Esclamai.
"C'è stata una guerra?" Chiese sconvolto.
"Si, babbano, non siamo sempre tutti d'accordo." Risposi ovvia.
"Quindi la magia esiste..." ricominciò.
"Si, davvero stai ancora metabolizzando?" Domandai stupita, guadagnando frecciatine.
"E il collegio di cui parlavi prima era..." non terminò la frase.
"Si, era una scuola di magia, come quella in cui dovrei star andando." Confermai.
"Siete tanti?" Chiese lui, spaventato.
"Meno di voi, tranquillo." Lo rassicurai.
"Non ci credo..." bofonchiò.
"Ecco qual è il vostro problema! Non vedete più in là del vostro naso! Proprio non vi capisco voi babbani!" Brontolai.
Salve potterhead miei!!!!
Sappiate che è molto probabile che pubblicherò molto di più...ho avuto la pagella ed è andata benissimo: ho sotto solo mate, ma quella ho smesso di averla su in quinta elementare 😒.
A presto, Sorceres part-time!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro