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"Mamma! Quale salvafreschezza prendo?" Urlai, con la testa infilata nel frigo, guardando i contenitori di plastica.
"Vai ad istinto!" Ribatté lei in tutta risposta.
"Sempre i consigli più utili..." sussurrai scocciata.
Ne presi due a random e chiusi la mia porta preferita di tutta la casa, per poi mettere i due recipienti di plastica nel microonde.
Una volta che il cibo fu mangiabile, tornai nell'ufficio di mamma, dove pranzai tra i raccoglitori e i fascicoli.
"Potresti essere una bravissima ministra della magia." Esclamò lei divertita.
"Preferisco il tribunale, mi piacerebbe essere procuratore." Ammisi, mantenendo gli occhi sulle registrazioni dei vaccini di Antonio Delle Piane.
"Sto leggendo i rapporti sugli avvelenamenti volontari...li sottoponevano a erbe tossiche: secondo questo tre di loro sono morti così." Disse triste, tenendo un foglio avanti a se.
"Era così: la prima cosa che gli insegnavano era avere il sangue freddo...poi uccidi o sarai ucciso." Mormorai sconsolata.
"Perché? Perché trasformare i loro giovani in mostri?" Chiese a un plico di documenti.
"Potere...erano alleati di Voldemort, che li aiutò ad avere il potere. I mostri permettono a chi non vuole perdere nuovamente di essere forte e imbattibile." Risposi.
"Prima ho letto un quaderno in cui Emily raccontava degli otto ragazzi che cercavano di ambientarsi in quella casa-famiglia. -raccontò triste- alcuni non avevano mai visto il giardino." Aggiunse con un sorrisetto amaro.
"Claudia..." la corressi a tono basso.
"Che figlia che ho, sei tu a rispondere alle mie domande...dovrebbe essere il contrario. Ero io la più brillante!" Sbottò sarcastica.
"Sono solo...appassionata, credo." Le sorrisi.
"So che non sei malata, tu già sapevi di tutto questo, chi è?" Sentenziò dopo qualche istante, con tono dolce, ma occhi indagatori.
"Io sono malata!" Controbattei repentinamente.
"Chi è?" Insistette.
"Chi è chi?" Le girai la domanda.
"Chi stai cercando?" Continuò.
"Nessuno." Risposi, posando nuovamente l'occhio sui fogli.
"Che nome ha nessuno?" Domandò.
Io mi congelai qualche istante, per poi ravanare tra i fogli e prenderne uno.
Velocemente ne feci un aeroplanino e glielo lanciai.
Lei lo aprì e lo osservò esterrefatta.
"Li cerco, tutti." Esclamai.
Sul foglio erano scritti i nomi di ogni vittima, dai vivi ai morti...anche l'immortale.
"Non ti sembra un po' suicida come obbiettivo?" Chiese tra il preoccupato e il divertito.
"Forse...ma mia madre ha fatto di peggio e senza un esercito di Auror addestrati alle spalle, per non parlare dei ribelli.
Direi che ho meno probabilità di morire, no?" Ribattei.
"Come li troverai?" Continuò.
"Prima depisterei i sospetti della sede, mettendola segretamente sotto inchiesta, poi troverei la persona autorevole per ricostruire l'Italia finito il casino. Avvertirei gli altri paesi e poi andrei in vacanza nel bel paese come avvertimento. Li farei scegliere tra lo scontro frontale o meno, mentre i nostri preparano una sommossa per portare via i prigionieri e gli innocenti, prima di attaccare e farei baciare dai dissennatori tutti i soggetti pericolosi, stavolta senza risparmiarne neanche uno: non avremo un altro prescelto che ci salvi. " risposi sincera.
"Hai le idee chiare, difficili da attuare, ma chiare. Ora mi parli del contenuto?" Chiese lei.
"Scusa mamma, alcune cose non le posso rivelare." Le sorrisi angelica, tornando ai dossier.
Lei sbuffò, poi continuò a leggere.
Io e mamma stavamo riorganizzando tutti i dossier per l'ennesima volta, appuntando sul muro ogni indizio e ogni particolare in più, dato che una lavagna non sarebbe bastata.
"Ciao amore! Sono appena tornato, non è che hai vis-Rosie! Pensavo che fossi scomparsa!" Esclamò papà, entrando in ufficio, tentando di portarsi a presso un baule.
"Ron? È già giovedì?" Disse mamma, visibilmente stupita e confusa.
"Già...da quanto tempo siete chiuse qui, per non sapere che giorno è?" Domandò il rosso, stupefatto.
"Da quanto sono tornata?" Chiesi ironicamente.
"Herm, perché nostra figlia sta lavorando a un caso di massima segretezza e sicurezza internazionale?" Continuò papà, guardando mamma con occhi sclerotici.
"Perché ne sa più di me e te messi insieme." Rispose mamma tranquillamente.
Allora papà posò lo guardò ardente su di me, che congedai sdrammatizzando con un:"ehi, vi lamentate sempre che non vi aiuto, cosa vuoi più di così?"
Così, dopo ore di sgomento, papà si unì 'allegramente' a noi nelle indagini.
Nessuno avrebbe dovuto sapere di tutto quel che succedeva, uno scontro tra due nazioni avrebbe violato tutti gli accordi di segretezza possibili da violare.
"Dobbiamo far trovare Marianna Selene Capaldi..." dissi il nono giorno di indagini in quella stanza.
"Occhi di Venere?" Chiese confuso mio padre.
"La figlia del loro ex capo, sarà lei il primo passo. Dobbiamo assicurarci che quando sarà scoppiata la guerra ci sarà un alleato anche nei nostri,uno della loro gente, con sangue reale. Invoglierà chi vive lì a prendere posizione. Inoltre penso ci serviranno i migliori storici che abbiamo...loro ci lanceranno anche l'olio bollente. Non si limitano a ciò che conoscono, ancora seguono il mos maiorum, hanno antichi riti di Roma, Egitto e Persia, per non parlare di quelli raccolti nei secoli. Dobbiamo avere delle controffensiva e qualcuno che studi un modo per non farli uscire quando arriveremo." Spiegai.
"Giusto, potremmo usare anche dei babbani che ci aiutino a interpretare le leggende, i miti e la storia del mediterraneo...ma voglio anche far sviluppare una nuova arma, un oggetto magico che ci permetta di avere un ultima possibilità e un oggetto che distragga la Petra Genetrix, dobbiamo trovare qualcosa che distrugga il divino...voglio le migliori menti, chiederemo anche a George e i suoi sviluppatori di scherzi." Esclamò lei, sicura.
"Penso che dovremmo cercare anche lei..." aggiunse papà, toccando uno dei nomi sulla lista, Rachele Gavardi.
"Voglio occuparmene personalmente! Voglio rintracciare io Marianna Capaldi...insieme ad Al e Scorp. Una volta trovata lei cercheremo Rachele." Dichiarai sicura.
"Te lo scordi: hai solo sedici anni, non ti farò partire con due ragazzi! Per dove, poi? Dove pensi che potrebbe essere? E se veniste seguiti? No! Tu starai qui. Manderemo degli Auror." Si rivoltò papà.
"Scherzi, vero? Voi cosa stavate facendo durante il settimo anno? Staremo via una sola estate, ma andremo noi. Farò la patente della macchina volante, se ci tieni puoi affidarci a un Auror, per sicurezza, ma andremo noi tre!" Mi inpuntai.
"Rose, noi siamo partiti, ma eravamo in guerra contro Voldemort, non potevano andare altri al nostro posto. I mangia morte stavano uccidendo persone su persone, eravamo in piena emergenza e quel viaggio ci stava consumando. Non ti lasceremo partire, pur fidandoci di Scorpius e Albus." Disse mia madre, in tono pacato.
"Pur fidandoci di Albus." La corresse mio padre.
"Questa è guerra, magari una guerra fredda, ma sono già morte un sacco di persone, altre sono in perenne fuga. Questa è piena emergenza! Se non mandate noi, moriranno anche degli Auror inglesi. Giuro, però, che se non la troveremo entro settembre, vi passeremo tutti i documenti su di lei e vivremo il settimo anno distaccati da queste faccende." Esclamai, credendo in ogni mia parola.
"Siete solo ragazzi..." mormorò mio padre.
"Lo eravate anche voi..." ribattei affettuosa, per poi avvicinarmi a loro e abbracciarli.
"Vi affiancheremo due Auror...." sussurrò mamma.
"Non prometto che torneranno, Marianna non ama gli sconosciuti, sopratutto quelli addestrati." Ammisi, ghignando.
"Salutaci Jessica." Sorrise mamma.
"Cosa? Che intendi?" Chiede papà, confuso.
Mamma e io ridemmo complici, e accettai volentieri la richiesta di mamma, aggiungendo determinata:" non solo, la riporteremo qui!"
Ci vuole coraggio in questo mondo.
Coraggio per le cose semplici e quelle difficili, per le cose sbagliate e quelle giuste, per ogni scelta.
Ci vuole coraggio a fidarsi e lasciar andare chi vorremmo proteggere, sopratutto conoscendo le sensazioni che dovrà sopportare chi stiamo lasciando andare.
Serve coraggio per vivere, con o senza i poteri.
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