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Liar

"Come entriamo?" Chiese Scorp.
"...stavolta non ne ho idea. Un sigillo non è un semplice incantesimo, è un giuramento. Non esiste controincanto." Sbuffai.
"Allora ci serve o una spada o una chiave!" Esclamò lui.
"Ma che dici?" Domandai confusa.
"Un sigillo è come un lucchetto, no? O lo rompiamo con una spada o lo apriamo come una serratura." Spiegò.
"Ha un filo logico...ma non abbiamo né chiavi ne spade." Gli ricordai.
"È stato fatto da Jess...ci sarà qualcosa che ci ha lasciato per trovarla." Ribatté lui.
Ci riflettemmo a lungo, ma nulla sembrava ricondurci a un modo per squarciare quel mistero.
"Scorp...avvicinati..." sussurrai, sentendo un inquieto pensiero farsi spazio nella mente.
"Ancora cattivi presentimenti?" Sbuffò annoiato.
"Ehm...no! Penso di avere un idea...dobbiamo solo prendere le erbe magiche in giardino!" Esclamai sicura.
Lui annuì, assecondandomi.
Prendemmo una manciata di ceneri e ne misi un po' in una bustina.
"Questo mi infastidirà..." piagnucolai, pressando la pelle attorno al taglio per far uscire ulteriore sangue, da mischiare con la cenere.
"Scorp,stammi vicino..."mormorai, prendendogli la mano, per poi lanciare i resti delle piante magiche, unite al sangue, sulla casa.
Per qualche secondo, attorno alla decadente costruzione avvamparono grandi fiamme e si vide un serpente davanti alla porta.
"Merda...lo sapevo...Limes totalus! Limes domi" urlai velocemente, lanciando le ceneri di piante restanti, che sapevo fossero mischiate al frassino.
Durante la mia riflessione, mi ricordai che i Blake ci avessero lasciato degli indizi, ma Jessica non ci aveva mai suggerito come spezzare un sigillo di sangue, così iniziai a pensare alla probabile possibilità che non avessero lanciato loro quel l'incantesimo , sopratutto perché avrebbero potuto ferire dei babbani.
Il problema era che avrei dovuto dimostrare che il sigillo era estraneo e che copriva della magia nera.
Infatti, dalla porta uscì un ragazzo...un ragazzo di cui riconobbi il viso frustato, ma tranquillo.
"Sapete, vivo da più di duemila anni...eppure non smetterò mai di sottovalutare voi donne! Sono stato con milioni di voi, ma riuscite sempre a rovinarmi!" Disse turbato.
"Tanto meglio per noi..." risposi.
"Non avvicinarti o ti schianto così forte da ucciderti...chi sei?" Lo minacciò Scorp, provocando le risate dell'altro.
"Eri più al sicuro con la principessina..."borbottò tra le risa.
"La passione aiuta in battaglia...l'arroganza uccide, ma la prudenza non vince le guerre..." risposi io.
"Molto filosofico, come pensiero..." ribatté lui.
"Onorata di sentirlo, Lucifero; o tu che i grandi hai sentito pronunziarsi." Esclamai solenne.
"Ammirevole la tua attitudine al rigore per non farti accarezzare dalla tagliente paura." Disse.
"La paura rende deboli...a meno che non si abbia paura della paura stessa." Sentenziai, mantenendo una rigida postura e mascherando la irrequieta voce.
"Potrei sapere come vi conoscete?" Chiese il biondo vicino a me.
"Hanno cercato di uccidermi." Rispose il ragazzo, non curante.
"C'è da dire che tu volevi uccidere noi..." ribattei.
"Ottimo punto di vista!" Rise lui.
"Quindi sei tu l'immortale sicario...li porti bene i duemila anni!" Commentò Scorpius.
"E non hai visto mia figlia, la mia unica che ho lasciato vivere, ha settecento anni! Fanciulla incantevole.-Iniziò amaro.- intelligente...quasi quanto te, dolce Rose...l'incantesimo di confine inviolabile è stata una grande idea, ma non hai tenuto conto che ora i miei distruggeranno la sua auto e voi siete bloccati in giardino, senza cibo o bagno."aggiunse.
"E tu che sei bloccato all'interno del confine della casa." Gli ricordai.
"Come conoscevi quel vecchio incantesimo?" Chiese quasi a ringhio.
"Leggo molto." Risposi fredda.
"E visto che, da quanto ho capito, è inviolabile, ti pregherei di andartene, vecchio schifoso." Sbraitò il biondo.
"Stolto, nemmeno conosci l'incantesimo che ti ha salvato la vita ed osi trattare un uomo più forte di te con superbia?" Esclamò oscuro.
"Non mi interessa di te, mi interessa di lei e di Jessica...finché non le avrò con me, puoi reputarti insignificante, un insetto da schiacciare nella corsa per tenerle al sicuro!"ribatté Scorpius, freddo e furioso, con tono d'assassino, ponendosi davanti a me con movimenti sicuri e determinati.
"Prendi esempio da chi ha occhi aperti e osserva il gioco: gli audaci sono i primi a morire." Sussurrò malignamente compiaciuto.
"Succede solo negli horror!" Ribatté il biondo, disinteressato.
"Allora ben venuti nel più cruento degli horror..."continuò Lucifero, rientrando in casa.
"Ho già detto che odio le scene Horror?" Chiesi dopo che il silenzio piombò macabro.
"Vieni qui, Ro." Rise lui, abbracciandomi forte, come se fosse l'ultima volta.
Stemmo mezz'ora in quella posizione, alleviando i tremori.
"Ci troveranno?" Chiesi lui.
"Abbiamo i genitori più in gamba del mondo magico e degli amici che morirebbero per noi...staremo bene." Mi strinse ancor di più, facendomi ispirare il suo profumo di menta, lucido per scope al limone e tè.
"Assurdo, no? Proprio ora..." mormorai sarcastica, ridendo, mentre lui affondava il viso nel mio collo.
"Io lo sapevo da anni..." ribatté, baciandomi la pelle, dolcemente.
"Bugiardo..." sussurrai.
"Non ero uno stupido?" Chiese divertito.
"Sei entrambi, anche se ogni tanto ti riscatti." Risposi.
"Allora sono lo stupido e bugiardo più felice del mondo magico!" Sentenziò, iniziando a ondeggiare.
Finimmo per ballare senza musica, in quel cerchio che ci permetteva di sopravvivere.

La situazione rimase invariata fino al pomeriggio seguente, quando una squadra di Auror arrivò con la spada di Godric Griffondoro e ruppe il cancello.
Subito dalla casa uscì un fumo nero, che la avvolse, poi una scia scura sparì lontano, come un ombra.
Appena ci liberarono, si diressero alla casa.
"Fermi! C'è un sigillo!" Urlò Scorp, ma fu ignorato e un uomo varcò la soglia, per poi essere violentamene respinto da un folata di vento.
"Lo avevo avvertito..." sussurrò il biondo al mio fianco.
"Tranquillo, lo porteranno al Sant Mungo."provai a calmarlo.
"Che pensi dovremmo fare ora?" Mi chiese irritatissimo.
"Entrare..." riflettei ad alta voce.
Corsi alle ceneri delle piante e ne presi una manciata, per poi gettarla ancora sulla casa, che riassunse l'aura avvampante.
"Fate venire un mangiamorte." Sentenziai.
"Cosa dici? Non vaneggiare, ragazzina!" Urlò uno di loro.
"Il marchio nero è la chiave! Qualcuno deve lanciare l'incantesimo di richiamo dei mangiamorte, ma deve essere uno di loro o sara inutile! La serpe nelle fiamme è Nagini!" Ribattei impetuosa, senza lasciare spazio a risposte contrastanti.
"Fate venire un mangiamorte dal ministero..." ordinò il caposquadra, con rammarico.
"Uno senza timori e che non esiti, potrebbe ferirsi." Precisai.
"Ai suoi ordini, signorina Weasly..." mormorò un Auror, con rabbia in volto.
"Se mio padre si dovesse offrire, non lasciatelo venire!" Aggiunse Scorp, preoccupato.
Io mi avvicinai a lui e lo abbracciai di lato.
"Andiamo a casa, velocemente..." sussurrò stanco.
"Prima dobbiamo sistemare queste due cose..." gli ricordai con malavoglia.
"Due?" Chiese.
"Sono sicura ci sia un giardino segreto in cui dobbiamo trovare una chiave...penso funzioni un po' così...la prima chiave era nel libro, la seconda erano le ceneri delle piante, la terza sarà nel giardino." Gli spiegai.
"A cosa ci porteranno?" Domandò confuso.
"Jessica, spero..." risposi incerta.

Mentre noi parlavamo e mangiavamo finalmente qualcosa, dopo mezz'oretta, giunse l'ex alleato dì voldemort.
Era un uomo comune, dai capelli leggermente lunghi e grigi, uno sguardo cagnesco, dalla strana postura e il corpo asciutto.
"La prima figlia, è un piacere conoscere il risultato di due dei più importanti membri dell'esercito di Silente." Sorrise lusinghiero, ma mi parve anche aggressivo e maligno.
"Non è lei il tuo compito, lo sono i suoi ordini...limitati a fare ciò che dice!" Ringhiò il mio biondo.
"Usa l'incantesimo per chiamare i mangiamorte, puntando la bacchetta contro la porta.- dissi- e comunque era l'esercito dell'ordine della fenice." Aggiunsi torva.
Lui annuì come ustionato dalle mie parole e fece l'incantesimo, facendo riaffiorare per qualche secondo il marchio nero sul suo avambraccio scoperto.
La porta si aprì facendo uscire un enorme pitone, che appena giunto davanti a noi, fu ucciso con diversi incantesimi dagli Auror.
"Perfetto, grazie mille...ora possiamo iniziare l'ispezione. Riportatelo a casa." Ringraziai il mangiamorte, che mi fece un piccolo inchino e mi sorrise maligno.
"Ora gli spacco la bacchetta..." mormorò Scorp, stringendo i pugni e serrando la mascella.
"Aspetta di arrivare a casa e comunque fa davvero venire i brividi." Commentai, divertita dal suo fare protettivo.
"Facciamo questa ispezione..." sbuffò lui, in risposta.
"Controllate che ci sia via libera, per favore." Chiesi agli Auror, che subito iniziarono a fare svariati incantesimi.
"Tutto libero." Sentenziò infine il capo.
"Bene, entriamo!" Ribatté Scorp.
"Voi non potreste entrare..." disse un Auror, incerto.
"È la casa della mia migliore amica e le indagini sono mie, entrerò in quella casa e cercherò di capire cosa cavolo le è successo e dove sia finita!" Mi arrabbio, sbraitando con tono ascendente.
"Va bene, signora." Ribatte quello di prima,irritato.
"Entriamo!" Sentenziai infine, dirigendomi dentro.
La casa è a pezzi, con la luce invernale che entra parzialmente.
Sembra solo una deprimente ombra del bel posto che mi immaginavo fosse.
Il divano bruciato, il manico delle scale rotto, le pareti dalla carta a brandelli, il tappeto bruciato, il parquet consumato, il tavolino di vetro a frantumi...
"Controllate se hanno lasciato qualcosa di personale, va bene anche il cibo: potremmo capire le intolleranze alimentari o le allergie...meglio in più che in meno.
Perlustrate il bagno, magari qualcuno prendeva delle medicine e potremmo trovarne. Io e Scorp ci avviamo alle camere, raggiungeteci quando avrete concluso."Impartii preparandomi a salire le scale.
Mi fecero qualche cenno, poi Scorp mi si accostò per salire le scale pericolanti.

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