Letters to Sean
Iniziai circa un mese dopo l'arrivo a Ilvermorny.
Io e Ludo ci scrivevamo regolarmente, raccontandoci di tutto e delle malandrinate fatte da noi o dai nostri amici.
Dalle sue parole sembrava aver trovato in Toronto la sua città perfetta.
Sean non aveva preso bene il fatto che mio fratello si fingesse altri per gli esami universitari, ma ci passò sopra pensando che l'amico si sarebbe fatto una cultura guadagnando qualche soldo.
Nella lettera che mi fece scaturire il desiderio di scrivere a quel babbano, Ludo mi raccontava che il castano lo avesse costretto a prestargli le favole di beda il bardo pensando che fossero vecchie storie francesi e ne era rimasto meravigliato.
Dopo quell'avvenimento gli fece anche vedere un sacco di film fantasy, nauseandolo con Twilight e il signore degli anelli, che non riflettevamo per nulla la realtà del mondo magico e che avrebbe voluto bruciare ogni volta, specialmente il film sulla caccia alle streghe, che definì "in oltre modo fasullo e offensivo.".
Così, decisi di iniziare a scrivergli, per raccontargli ciò che nessun babbano poteva vedere.
Caro Sean,
Io ho sempre vissuto una vita magica, anche nel dolore della mia infanzia.
Ricordo le favole che la balia mi raccontava e gli aneddoti che l'artigiano, per quanto scorbutico e cruento fosse, recitava con teatrali mosse, tutti sulla sua eroica vita.
La sede faceva paura, di notte il rumore di urla e pianti si diffondeva per i corridoi, popolati da minacciose guardie.
Io ero sempre sola, vedevo solo raramente gli altri bambini, dalla finestra, perché mi dicevano che erano dei mostri e che mi avrebbero fatto del male.
Non mi era permesso giocare con oggetti che non mi costruissi da sola, il mio mentore era piuttosto severo, e avevo solo una bambola che non avessi fatto io: era di porcellana con un morbido vestito azzurro e i riccioli biondi.
Fu quella che mi fece innamorare di Beauxbatons.
Ma della mia cara scuola ti parlerò più avanti.
Sai, alla sede c'erano centinaia di persone, ma paradossalmente nessuno poteva parlare con gli altri e se si avesse rivolto la parola a chi non si doveva, anche solo una volta per ingenuità, scattava la punizione.
Le punizioni erano uguali per tutti e, purtroppo non erano aumenti di dosi del veleno per diventare più forti, ma un uomo vecchio e calvo, dall'aria austera ti sgridava nella stanza della Petra genitrix, cupa è raccapricciante, dove solo l'obelisco con la sacra pietra incastonata.
Finita la ramanzina, sceglieva la punizione: se eri abbastanza impaurito potevi andare nelle prigioni sotterranee...altrimenti sarebbe toccato alla stanza dei peccati, sotto gli alloggi dei servi, dove venivi pestato a sangue. Non picchiavano mai il volto e le mani, mai quelle, perché alla fine ci ripetevano sempre: fatti colpire solo dove il nemico con vede i graffi, non mostrargli mai il tuo dolore.
Da bambina quella era l'unica realtà che conoscevamo, quindi ti sarà difficile immaginare cosa significasse essere salvati da Claudia e Marco, i miei genitori.
Mi aiutò moltissimo la figlia del Princeps Magus, il capo dell'organizzazione che regola la magia in Italia.
Era lì solo da un anno prima di me, è stata una sorella maggiore, quella forte e nobile.
Non che alle altre mie sorelle siano mancate simili doti, ma Marianna era...unica.
Portava i nomi di due dee: Marianna Iside Capaldi, col dono degli occhi di Venere.
Il mostro più bello si potesse mai creare, una sirena 2.0, che non ti divorava le carni, ma l'anima, la consumava e annullava, se ne appropriava, lasciandoti il nulla.
Paradossalmente lei ha uno spirito molto autorevole, guida gli altri, ma lo fa con dolcezza e rigore.
Lei sa sempre la cosa giusta, non penso di averla mai vista piangere.
Ha imparato a combattere, creare rune, pozioni e incantesimi anche antichi e complessi, ha imparato anche ad essere normale.
È tanto forte, mia sorella.
Sai, prima che ci dividessimo ho notato una cosa che in lei non avevo mai visto: era spenta, non come quando si fallisce o quando si scappa, ma quando hai la stanchezza dell'abbandono.
Credo che a Hogwarts si fosse innamorata.
La scorsa estate Viviana e Adriano, mia sorella e mio fratello maggiori, avevano scommesso su lei e un certo Albus.
Lo ammetto, mi salii il dubbio che fosse il figlio del prescelto, ma non credo.
Non che lei non possa conquistarlo, ma non lascerebbe mai che accada una cosa del genere, metterebbe in pericolo il figlio di un eroe, pura follia.
Ora mi chiama Riona.
Baci, Holland.
Caro Sean,
Ho seri dubbi su queste lettere...dopotutto (anche se non le leggerai mai) ti rivelo informazioni top secret.
Fortunatamente esiste il sigillo di sangue, il miglior modo di nascondere le cose!
A proposito di nascondere, ho recentemente iniziato un curioso studio sulle scatole cinesi dei maghi e i loro meccanismi.
Sono certa che potrebbero tornarmi utili in futuro, intanto analizzo quella che mi ha dato Cindy, un amica di mia sorella Greta ai tempi di Ilvermorny.
Secondo Riona dovrei godermi di più la vita, anziché stare sempre sui compiti.
Infondo un po' ha ragione, anche Luan lo ripeteva sempre a Beauxbatons, ma lì il lavoro era super importante, quindi ero abbastanza spinta.
A Ilvermorny la scuola è importante, certo, ma vengono molto più incentivate le gite nella foresta o i laboratori in cui si sta all'aperto.
Pensa che la casa dei Wampus ha una squadra di quiddich i cui membri non titolari sono quasi il doppio del necessario.
Riona è il tesoriere della scuola, in quanto questa abbia una stanza piena di reliquie di estremo valore.
Potrei proporre al preside di applicare i miei studi sulle scatole cinesi per fare una serratura alla porta, come quella della Camera dei segreti a Hogwarts, che si apre solo parlando il serpentese.
Per intanto sono soddisfatta e da casa non arrivano più lettere di un Ludovico disperato.
Ti prego di non strapazzarmi troppo quando tornerò, mi manca solo di diventare assillante come quello là.
Si sta facendo tardi e domani ho un test di cura delle creature magiche.
Beh, sempre meglio delle lezioni di Madame Benedict.
Bon nuit, baci, Holland
Caro Sean,
Ilvermorny sembra in fermento;
Ho scoperto, con mio grande piacere, che qui si festeggia la fondazione della scuola con un grande ballo!
Sono così entusiasta! Pensavo che non ne avrei più visti!
Già penso a che abito potrei farmi, infatti a Beauxbatons era tradizione fabbricarsi da sole gli abiti da ballo, ma ho paura che Rio mi obbligherà ad andare a comprarne uno.
Magari potrei fare un compromesso e modificarlo...
Mi chiedo cosa faranno per il memoriale della guerra magica.
In Francia la preside leggeva ogni anno le lettere che le giungevano dalla combattiva Fleur Delacour in Weasly, cognata di un membro del trio d'oro, la quale combattè in prima persona la guerra.
Scriveva strazianti righe sulle serate nella speranza di non sentire alla radio il nome di membri della sua famiglia, mentre il marito tentava di trattenersi, in attesa della seguente missione con l'ordine della fenice.
Inviò alla preside ventisei lettere, più una esattamente un anno dopo la fine della guerra, nella quale rivelò di aspettare una bambina...il cui nome sarebbe stato Victoria, in onore della loro vincita della sanguinosa guerra.
Victoria Weasly, simbolo della famiglia che guidò l'ordine della fenice all'ultimo scontro, simbolo della rinascita dopo il male, simbolo della dolcezza dopo la paura.
Allora mi interrogavo, e mi interrogo ancor oggi, su quale sarà il nome della nostra rivincita su chi ci ha strumentalizzato e reso duri, chi picchia e avvelena i bambini solo per avere buone armi in futuro.
Vorrei poterlo scegliere io, ma temo che ne Claudia né Viviana mi lascerebbero proferire parola.
Ma ti immagini che bello se Claudia e Marco avessero un bambino! Un fratello nuovo a cui insegnare la magia e tutti i segreti di famiglia!
Oppure se Viv rimanesse incinta e io diventassi zia? Zia Rache alla riscossa! Lo riempirei di regali e sono sicura che con otto zii non gli mancherebbe nulla.
Ora devo smettere di fantasticare: tra poco finirà la pausa pranzo.
Vado a nascondere le lettere.
A presto, Holland.
Caro Sean,
Sento un infinita mancanza per la mia vecchia scuola, per il palazzo chiaro e regale, le uniformi color mare, la musicalità delle lingue che si mischiavano, gli studenti dei club che facevano pratica nei corridoi, aizzando anche qualche ira, e le sale pittoresche.
Certo, ti rivelo che non mi manca minimamente quella noia di storia delle belle arti.
A Beauxbatons, infatti, è un corso obbligatorio, che si relaziona con babbanologia e una materia babbana a scelta, cosa insolita da studiare in una scuola per maghi e streghe.
Vorrei tornarci, solo per un giorno, perché stare lontani è sempre un dolore.
Infondo quando lasci un luogo, anche orribile, in cui hai passato tanti anni c'è sempre un sentimento nascosto di malinconia.
Infondo un po' mi manca anche la sede, il vecchio artigiano, la balia.
Che stupidi pensieri mi tormentano, dovrei ringraziare continuamente gli dei di avermi liberata: Giove ha avuto pietà di me e io in cambio penso a ciò che mi manca, Viviana mi darebbe uno schiaffo.
Spero di tornare presto a casa...anche se credo di non averne più una.
Una cosa però ho capito: l'essere umano è cittadino del mondo, non del luogo dove è nato.
A presto, un bacio
Holland
Caro Sean,
È finalmente arrivata l'ultima settimana di scuola e non vedo l'ora di riabbracciarvi.
Spero non siate peggiorati troppo senza di me.
Tanto lo so che appena saluterò Rio e le altre, inizierò a piagnucolare perché vorrò tornare a scuola.
So che sarete sia tu che Ludo a venirmi a prendere, quindi ammetto di essere emozionata.
Scommetto due galeoni che non mi riconoscerete, sono cambiata un sacco in questi pochi mesi.
A presto, cento baci,
Holland
P.s. Sappi comunque che se mi chiamerai Holly non sopravviverai a tutte le fatture che ti lancerò, partendo dal mangialumache.
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