Let's investigate
"Hominus revelio" sussurrai, entrando nella sala grande.
Nessun sconosciuto apparse, così accorsi a prendere Adriano e Viviana ai tavoli delle rispettive case.
"Abbiamo un problema, un enorme problema." Iniziai.
"Che è successo? Perché Rose ha quella faccia?" Chiese Adri.
"Perché hanno mandato Lucifero da me. Non sembrava sapere molto sul mio conto: aveva la guardia bassa. È venuto in camera nostra, così gli ho lanciato degli stiletti col veleno di Kanima, dopo averlo incantato e esserci fatte spifferare un po' di cose. Lo abbiamo buttato nel lago nero, con ferite aperte, sperando in un temporaneo intervento delle creature affamate. Ha detto che mi segue da all'incirca il mio compleanno e che siamo messi male, molto male. Stanno cercando casa nostra, non siamo più al sicuro.
Dobbiamo dividerci: Claudia e Marco potrebbero prendere i più piccoli, Cesare si potrebbe occupare di Greta e Ottavio, Ludo di Rachele. Antonio potrebbe stare con voi due. Io invece devo sparire da sola, hanno già inviato Lucifero, sono condannata." Li informai a raffica.
"Perché uno del suo calibro dovrebbe abbassare tanto la guardia?" Domandò Viv
"Quando lasciai la sede controllavo a stento gli occhi di Venere, ero una mina vagante, pur essendo molto brava in incantesimi, pozioni e riti. Lo avranno inviato avvisandolo che non potevo controllarlo volontariamente...avranno supposto che senza di loro non fossi progredita." Proposi.
"Ora che ci penso è vero, li attivavi solo come vaccino oppure nel sonno..."commentò Adriano.
"Ma non possiamo tornare a casa e dire che dobbiamo dividerci, così! All'improvviso! Cosa penseranno le bambine?" Si agitò Viv.
"Tranquilla, ho già un piano: avvisiamo tutti, riempiamo la casa di rune, incantesimi di protezione e ci dividiamo equamente le pozioni. Prepariamo le scorte, facciamo la foto di famiglia e le poniamo il sigillo di sangue. La terranno Claudia e Marco. Poi distruggiamo tutto e ci sparpagliamo per il mondo." Proposi.
"È un piano folle...facciamolo." Disse Adriano.
"Bene, ma ora dobbiamo trovare un modo per far indagare tutti i presenti alla ricerca della spia." Sospirai.
"Hanno buttato un cadavere nel lago!" Si sentì un urlo tra i pianti.
Era una ragazza del quarto anno di Corvonero, che mostrava un'espressione sconvolta e si disperava.
"Direi che siamo a posto..." sussurrai.
Guardai Rose, che mi osservava pallida come un lenzuolo.
"Godric, mo quella sviene." Esclamai, correndo verso la rossa.
Sentii Adriano e Viviana cercare di fermarmi, ma non glielo permisi.
Intanto tutti i professori e alcuni studenti si riversavano verso la ragazza che aveva urlato della salma.
"Se svieni o dici qualcosa, ti uccido con le mie mani." La avvisai.
"Mi sento male..."affermò sul punto di un attacco d'ansia.
"Che Merlino mi aiuti, vieni!" Sospirai, trascinandola sotto il tavolo, cosa che nessuno notò dato che erano concentrati sulla Corvonero.
"Scusami...guardami negli occhi, attentamente." Attirai la sua attenzione, usando il mio potere.
"Ti sentirai come sotto anestesia...in un limbo...ora riprendi il controllo del tuo corpo, dimenticati di stamattina, cancella la tua memoria fino all'entrata della ragazza urlante." La istruii.
"Come vuoi..." rispose in trans.
"Perfetto, ora riprendi consapevolezza."conclusi baciandole la fronte.
La ritrascinai tra gli studenti e sembrava che il trucco avesse funzionato.
"Chi butterebbe un corpo nel lago? Pensi che arriveranno i dissennatori? Non è che siamo in pericolo?"iniziò a blaterale.
"Tranquilla, tu sei completamente al sicuro, ora andiamo a cercare i ragazzi, magari ci hanno capito qualcosa." Le risposi con un finto sorriso.
La preside ordinò l'ispezione del castello, mentre quel simpaticissimo prof, tale Medlock, di pozione cercava di far descrivere gli individui che avevano gettato la salma nel lago nero.
A quanto pare l'adolescente aveva visto due ragazze sulla sponda del lago, molto lontane da lei. Indossavano abiti civili e non era riuscita a riconoscerle, visto che appena si accorse del loro operato era scappata.
Avevo i nervi a fior di pelle.
Appena scoperto come aveva incontrato le due,cambiai i miei vestiti e quelli di Rose, mi ero offerta di aiutare nelle indagini e mi ero fatta controllare dai professori.
Poi Medlock ebbe l'idea dell'anno: far bere a tutti la pozione "Forma veritis".
Con una scusa, mi feci accompagnare da Al in camera, per prendere delle foglie di aniaxli, una pianta base per gli incantesimi di trasfiguramento.
La tagliai, facendo uscire la linfa color bianco e me la misi negli occhi, che sembrarono andare a fuoco.
"Perché lo hai fatto?" Mi urlò Albus.
"Perché così la pozione annullerà la linfa e non farà vedere a tutti i miei occhi" risposi con un tono piuttosto alto, per colpa del dolore.
"Prendi altre gocce: dobbiamo portarlo ad altre persone." Gli dissi, indicando una ampolla.
"Ci sono altre creature?" Chiese allarmato.
"Secondo te giriamo senza qualcuno che ci guardai le spalle?" Gli domandai sarcastica.
"Muoviamoci." Affermò esasperato, aiutandomi a tornare dagli altri.
Raggiungemmo la sala grande e io mi diressi da Viv e Adri, facendo spalmare la linfa sulle labbra della ragazza e facendola bere al ragazzo.
"Mi sta scorticando..." si lamentò lei
"Mi sento male..." sospirò lui, aggrappandosi a me.
"Forza, ora passa." Cercai di incoraggiarli.
"Jess! È il nostro turno!" Mi chiamò Scorp.
Ora stavano passando in rassegna tutti quelli del quinto anno.
"Pensate alla sede" gli sussurrai, prima di muoverci verso il pentolone in cui il professore girava la pozione verdastra.
"Ecco a lei." Mi porsero il bicchiere colmo della sostanza, dopo mezz'ora di coda.
"Consiglio di bere tutto d'un fiato." Mi avvertii. Gli feci un sorriso incerto e assunsi la pozione.
Fece effetto quasi subito e gli occhi bruciarono un po', ma non ci furono altri effetti, come previsto.
Dopo qualche minuto fui raggiunta anche dagli altri, che avevano superato brillantemente la prova.
"E se avessero usato il nostro stesso stratagemma?" Chiese la ragazza.
"È impossibile: non sono della scuola, se ne accorgerebbero." La smentì Adriano.
"Lo so, ma potrebbero averla aggiunta alla pozione polisucco." Ribadì lei.
"Dubito: la pozione è stata annullata dalla linfa delle foglie perché erano solo due elementi, invece in quel caso una pozione annullerebbe l'altra." Spiegai.
"E se si fosse trasfigurato in un professore?" Domandò ancora.
"No, loro l'hanno già presa." Rispose il ragazzo.
"Non sono tranquilla, quanto vorrei ci fossero Antonio o Greta!" Sospirò lei.
"Tranquilla...piuttosto, vi ho portato il mio Mirrowl, contattate gli altri, penso che un sigillo di sangue sia abbastanza sicuro." Gli portai il mio specchietto.
"Ok, allora andiamo, sicura di non volere che io stia qui?" Chiese Adriano.
"Certo, tienila d'occhio, tanto qui ci sono quasi tutti i prof e gli studenti, sarebbe troppo difficile attaccarmi senza destare sospetti. Ci vediamo tra quattro ore sulla torre di astronomia per smaterializzarci, portate i bauli." Lo avvertii.
Loro acconsentirono e sparirono, varcando la soglia del massiccio portone in legno intagliato.
"Avrei dovuto scegliere Ilvermony..." commentai sconfortata.
Iniziai a cercare il clan Weasly e mi unii a loro per procedere nella ricerca della spia. Per fortuna erano tutti molto coraggiosi.
Cercammo per ore, ma chiunque altro ci fosse con Lucifero, era sparito e la ragazza non riuscii più ad identificare le "assassine".
La preside era sul piede di guerra, mentre lanciava sortilegi su tutta la scuola, sperando di spezzare qualsiasi maledizione lasciasse nascoste le colpevoli.
"Pensi che l'influenza che hai avuto su Rose si possa spezzare?" Mi chiese Al, dopo che gli avevo spiegato perché si era formato quel casino.
"No, solo io posso liberarla, non esiste incantesimo che possa surclassare il mio legame con le vittime." Risposi, continuando a camminare e perlustrare i corridoi.
"Come hai imparato?" Domandò poi.
"Mi hanno spiegato come funziona la magia e quando ho capito come catalizzarla sono riuscita a sfruttarla, ebbi solo qualche problema durante i primi mesi di pubertà...gli ormoni hanno fatto evolvere il potere, a quanto pare era molto condizionato dalla mia 'sensualità'" gli raccontai.
"Confermo..." lo sentii sussurrare, al che sorrisi involontariamente.
"Ora ne sono certa: il castello è libero." Affermai sicura.
"Potremmo chiedere a James la mappa del nonno..." propose Al sovrappensiero.
"Di che parli?" Gli chiesi confusa.
"La mappa del malandrino: la inventarono il padre di mio padre e i suoi amici...conosci la storia della morte dei Potter, no?" Mi interrogò.
"Non molto in realtà...ero abbastanza impegnata." Dissi imbarazzata, mentre mi arrampicavo su un albero per mettere delle rune dentro un nido di rondini.
"Capisco...comunque lui e la sua banda erano chiamati i malandrini. Erano mitici: ramoso, luna storta, felpato e codaliscia.
Luna storta era un lupo mannaro, così il resto del gruppo decise di diventare animagus, per poterlo accompagnare nelle notti di luna piena.
James Potter, il più bravo cacciatore della squadra di quiddich di Griffondoro era il loro leader ed era innamorato di mia nonna , Lily Evans.
Ci mise sette anni a farsi ricambiare, la conquistò per sfinimento." Raccontò ridendo.
"Proprio come te...-lo presi in giro- mi aiuti a scendere?" Gli chiesi e lui mi prese per non farmi cadere.
"Grazie." Sorrisi, baciandogli la guancia.
"Di niente...comunque, Lily e James si sposarono ed ebbero papà. Facevano parte dell'ordine della fenice, contro Voldemort durante la prima guerra magica, insieme agli altri malandrini e dei loro amici.
Uno dei malandrini, codaliscia, si fece abbindolare dal mago oscuro e gli rivelò la loro posizione.
Voldemort decise di andare a ucciderli, poiché aveva saputo parte di una predizione in cui si diceva che mio padre lo avrebbe sconfitto.
Fece irruzione in casa Potter e uccise il nonno, poi ferì la nonna.
Era sul punto di uccidere papà, quando la nonna gli si parò davanti e grazie al suo amore riuscì a far rimbalzare l'Avada kedabra sul mago, distruggendolo è morendo.
Ma poiché il mago oscuro aveva già degli horcrux, sopravvisse, e si legò a l'unica cosa viva lì presente: il papà.
Qualche minuto dopo, Piton raggiunse casa Potter e promise all'amore della sua vita, la nonna, che si sarebbe preso cura di papà.
Severus Piton era un mangiamorte, fu per lui che Voldemort non uccise subito la nonna, l'avrebbe convinta a diventare mangiamorte e unirsi a lui.
Almeno quello era il piano.
Piton divenne spia per l'ordine e si prese sempre cura di papà, pur nutrendo un forte rancore per lui, dato che Lily era morta a causa sua e che nonno James lo aveva bullizzato più volte.
Storia piena di risvolti, no?" Concluse il ragazzo.
"Decisamente...mi spiace per i tuoi nonni, sono certa che fossero persone fantastiche." Gli sorrisi, per poi incidere una runa in un punto nascosto di una parete.
"Mi piace pensare che gli somiglio...almeno un po'...spero." Disse, sempre meno convinto.
"Gli somigli." Mi girai, per poi baciarlo.
"Tu assomigli ai tuoi famigliari?" Mi chiese quando ci staccammo.
"Si, a mio padre. Forti principi morali e ottimo istinto di sopravvivenza, grande leadership e determinazione. Degna figlia del capo. Salvare tutti e essere virtuosi." Risposi passivamente.
"Wow, io intendevo qualcosa di più personale." Esclamò un po' stranito.
"Non li ho mai conosciuti: hanno ucciso mia madre quando compii...sette anni...e mio padre prima che nascessi. Tutto ciò che ho della mia famiglia è il sangue, l'anello col sigillo imperiale e la collana di mia nonna paterna. La rubarono i miei tutori quando andarono a prendere uno dei miei fratelli." Gli piegai, indifferente.
"Mi spiace..." sussurrò.
"A me no, quella per cui combatto adesso è una famiglia meravigliosa." Sorrisi.
Ciao a tutte.
Sono rari i miei spazi autrice, ma un altro grande personaggio di HP ci ha lasciati.
Olivander è un mito per me, in quanto creatore di bacchette magiche, e quindi voglio mostrarvi la bacchetta che sto facendo in suo onore.
L'ho iniziata mercoledì, ignara di cosa sarebbe successo, ma oggi (anche se non è finita) la voglio dedicare all'artigiano nel cuore di tutti noi giovani e meno giovani maghi s streghe.
Addio John.
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