"Ciao piccolino...ieri il papà ha compiuto diciassette anni...sono sicura che ti manca quanto manca a me. È stato così bello sentire la sua euforia. Tu l'hai sentita? Mi immagino la festa a sorpresa di cui parlava zia Herm nella lettera." Ridacchiai, accarezzando il pancione di ormai di quasi otto mesi.

Il primo calcio lo sentii due settimane dopo il mio arrivo in Canada, un giorno in cui mi sentivo estremamente triste, o forse si sentiva così Albus.
In ogni caso quel segno del bambino fu qualcosa di incredibile, una scarica di energia che mi fece sussultare e sbarrare gli occhi.
Ricordo che ero in un bar e misi la mano sotto la maglietta per sfiorare e capire se fosse vero o meno.
Il mio bambino stava bene, questo mi rincuorava tantissimo.
Lasciai lì l'ordinazione e cinque dollari, poi corsi a casa per scrivere a Rachele e Hermione, oltre a dirlo a Ludo e Sean, che fecero delle facce incredibili, prima di scoppiare come fuochi d'artificio e iniziare a far casino per festeggiare.

In risposta alla mia lettera, Hermione mi parlò di tutta la sua gioia e i primi calci di Rose e Hugo, oltre a mandarmi Madam Chips in Canada così da poter fare un controllo, il quale confermò che stavamo bene.

Povera donna, incredibile che alla sua età si sia prestata per una cosa del genere.

"Parli con Ev?" Chiese Ludo, sedendosi sulla sedia vicino al divano.
"O Art!" Intervenne Sean.
"Vi ho detto che non voglio sapere il sesso fino al parto, deve essere una sorpresa!" Mi impuntai, triste perché la verità era che non fosse una mia scelta.
"Non dovresti essere in questa situazione, se solo potessi mettere le mani su quell'idiota..." ringhiò Ludo.
"Detesto i damerini dell'alta società, se gli spezzi un braccio e piagnucolando ti denunciasse, ti sosterrei!" Aggiunse Sean.
"Grazie amico." Gli sorrise il corvino.
"Sempre, partner." Ricambiò il castano.
"Dio santo, sembrate una coppia..." commentai.
"Ehi! Se lo fossimo saremmo la migliore!" Si vantò Ludo.
"Noi siamo compagni! Come i parabacosi di cui parlate sempre te e Holly." Esclamò il secondo.
"Non ci credo...piccolo mio, meglio andare in camera, non vorrei ti contagiassero con la loro stupidità prima del dovuto..." sospirai, alzandomi a fatica e dirigendomi in camera.

Sedendomi sul letto, osservai il calendario con segnata la data prevista per il parto: il 16 giugno.

Ormai volge la fine di aprile e la primavera frizzante è sempre più presente.
La mia ansia tende a raggiungere livelli sempre più alti e l'unica cosa per cui ringrazio è che è da tempo che mi è diminuita la nausea.

"Ehi, piccolo, ti ricordi quando siamo usciti con papà prima che tornasse a scuola e parlammo di te? Sappi che non ti permetterò di giocare a quiddich finché non lo conoscerai, ci rimarrebbe troppo male. Però le fiabe te le racconto e cucinerò i biscotti! Poi potrei farmi mandare dalla famiglia qualche torta della bisnonna Molly, le sue sono sublimi.
Vorrei farti passare le feste con tutti, magari tra qualche anno. Tra noi e loro saresti il più coccolato del mondo.
Sei nobile, un duca o una duchessa, dovrai comportarti a modo...nei limiti del possibile.- ridacchiai pensando alle mie gaff- poi sia da parte mia che di tuo padre avrai il sangue da lider, da alfa.
Ti potrei comprare le storie che raccontavano a me da piccola, anche se dubito che Al sarebbe d'accordo...sai, amore, non è che la mamma abbia avuto proprio un educazione modello...la mia storia preferita era quella su Quirto e la città delle Malombre.
In una terra fiorente, in una valle tra gli Appennini, c'era un borgo dove la gente viveva felice e spensierata, fino all'arrivo delle Malombre, che di notte si intrufolavano nelle camere degli addormentati e li uccidevano.
Alla morte della moglie Grazia, Quirto si infuriò e passò cento notti sveglio, andando di casa in casa a uccidere tutte le malombre, smettendo solo quando queste scapparono dal villaggio.
Mi è sempre dispiaciuto per Grazia, ma c'è da dire che il comportamento di Quirto fu ammirevole.
Infondo a quelle malombre è andata bene, no? Fossimo io o tuo padre l'altro avrebbe sterminato senza pietà tutta la specie."conclusi ridendo.
"Ti amo piccolo mio, ti amiamo più di qualsiasi altra cosa al mondo e sono certa che anche te ci senti." Sussurrai un ultima volta prima di girarmi e dormire.

Fu una notte tranquilla, al contrario del giorno seguente in cui il bambino passò tutto il tempo a scalciare, mentre io cercavo di concentrarmi sul nuovo caso che avevo tra le mani.

Il mio nuovo lavoro era la cacciatrice di taglie.

Mi facevo mandare i fascicoli via email, poi consegnavo il criminale.

Avevo, e per tanto tempo avrei, ricevuto solo fascicoli semplici, lavori poco pericolosi, ma quando il piccolo sarebbe andato alle elementari avrei preso commissioni più impegnative, così da essere più utile.
I soldi non erano tanti, ma abbastanza da pagare l'affitto e comprare le cose per il bambino.
Grazie ai miei assi magici era semplice la cattura, per mia fortuna.

Forse non era molto corretto, ma la morale non si può dire essere mai stata particolarmente affine a me.

Inoltre, perché non usare un vantaggio avuto per natura?

Mi chiedo se Holly ha capito che siamo un po' stretti: nel weekend in cui era qui era restia a mangiare fuori o ordinare, oltre al fatto che cacciava via letteralmente Ludo e Sean per fare le pulizie con la magia o riparare le cose con i suoi metodi.
Ha anche installato un trasformatore che usa l'energia di campi o onde magiche, convertendoli in energia elettrica.

Che gran casino questi tempi.

È tutto così confuso.

Sono felice per il bambino, ma anche terrorizzata.

Mi manca Albus tanto da stare male, ma sto facendo la cosa giusta.

Ho paura della sede, ma anche no.

È tutto come se fossi nell'occhio del ciclone della confusione.

Lo so, sono tanti, ma ho troppo tempo libero e mi sono portata avanti un sacco.
A presto!
Sorceress part-time!