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Came back

Scorpius si era proprio fissato con gli scacchi, fin dall'inizio dell'estate non aveva fatto altro che proporre a chiunque di giocarci.
A me Hogwarts pareva così vuota.
Al posto di Jess misero con noi Roxy, perché stessimo con qualcuno di familiare.
A me sembrava tutto una caccabomba.
Nulla mi entusiasmava, solo Al e Scorp riuscivano a non farmi annoiare.
James, povero, ci provava, ma io ero come spossata, senza cura.
Emma cercava di stare con lui il più possibile, nella speranza di tenerlo attivo e le riusciva anche piuttosto bene.
Aveva anche iniziato a giocare a quiddich e spesso si sfidavano a chi fosse più veloce con la scopa, facendo giri incredibili.
Si era anche fatta spiegare da Lorcan e Lysander dove fossero i luoghi più magici della foresta e ogni tanto portavano anche me.
Gli animali erano incredibili, si vedeva veramente l'essenza del mondo magico in quelle creature, proprio come negli occhi di Jessica.
Ci ricaddi un'altra volta, finivo sempre per pensare a dove fosse, se stesse bene, se l'avessero catturata, perché gli Auror non avessero ancora incastrato gli italiani.
Rifletto troppo, me lo dice sempre anche Scorpius.
Una volta, stufa delle sue parole, gli chiesi di farmi vivere senza pensare, così mi fece cavalcare un thestral con lui.
Per quanto fu bellissimo, rimasi traumatizzata.
Ogni tanto li accompagno ad Hogsmead di nascosto, con il mantello di Al e come momento senza pensieri mi basta.

Ricordo quando zio Harry lo passò al figlio. Era il suo...tredicesimo compleanno.
L'anno precedente aveva dato a James la mappa del malandrino e zia Ginny diede di matto, vi lascio immaginare che fatture gli lanciò dopo aver passato uno dei doni della morte al secondogenito.
Vi basti sapere che Lily mi confidò che la zia ci mancasse poco che chiedesse il divorzio.
"Finiranno nei guai! Proprio come tuo padre e te! Io mi rifiuto di andare a parlare con Minerva!" Urlava lei.
"Buon sangue non mente, almeno con la mappa e il mantello hanno una possibilità di cavarsela!" Cercò di buttarla sul ridere l'uomo.
"Harry James Potter! Sul serio?" Lo rimproverò.
"Intanto furono i tuoi fratelli a rubarla per primi e passarla tra le mie mani." Bofonchiò il coniuge.
"E furono tuo padre, il tuo padrino, il tuo professore e il loro amico mangiamorte a crearla!" Ribatté lei severa.
"Se hanno il mio coraggio e il tuo cervello, non dovremo mai andare da Minerva." Le sorrise lui, facendo alleggerire il discorso.
L'anno dopo la coppia si trovò in presidenza, al cospetto della vecchia amica e preside, perché i loro figli, insieme agli amici, si erano introdotti nell'ufficio del professor Medlock, sostituendo i suoi cioccolatini preferiti con delle imitazioni truccate da Jess con una pianta che gli fece venire un ipercrescira dei follicoli.
Il peggio fu che per smaltire la pozione, il prof ci mise due mesi, passati sembrando il cugino It.

Leggevo uno dei libri di magia di Jessica.
Era incredibile come avesse appuntato ai margini tutti i trucchi, le informazioni e gli errori che vi aveva trovato.
I suoi libri erano vere miniere d'oro.
Aveva letteralmente libri per tutti i corsi e ne trovai anche alcuni degli anni più avanti.
Li aveva lasciati nel mio cassetto ad Hogwarts, che aveva anche espanso, rendendolo delle dimensioni di una colonna greca.
Cercando di interpretare i suoi suggerimenti, mi immersi in un oceano di appunti per la bellezza di due settimane.

Ma non ero l'unica che cercava di interpretare la sua eredità.
Dal nostro ritorno ad Hogwarts, Al, passò molte giornate nella foresta, convinto che lei avesse lasciato qualcosa.
Non trovò nulla, tranne degli alberi scorticati in alcuni punti, ma sembrava opera di una bestia, a causa delle profonde incisioni che richiamavano il tratto di degli artigli.
Al si stava sgretolando lentamente, consumato dalla ricerca disperata di un suggerimento, un qualcosa che avesse potuto lasciare dietro di se quella che fu la mia migliore amica per anni.
Pensai seriamente che anche una mollica di pane lo avrebbe reso felice.
I suoi studi si infittirono sempre più, come le sue esercitazioni e le fughe nella parte proibita della biblioteca.
Lily provò a farlo uscire a forza con qualche ragazza, che lui le accontentò a stento con un ora di conversazione sulle solite cose.

Tutti soffrivamo, eppure proprio chi sapeva sembrava più scottato.
Non avremmo dovuto essere tranquilli? Non avremmo dovuto alimentare la voce della coscienza? Quella che bisbigliava che era lontana, ma viva!
Perché lei lo era, probabilmente.
Jessica respirava l'aria di qualche paese esotico, forse.
Camminava tra le strade di città famose o in campi incontaminati, magari.
No, conoscendola avrebbe cercato il mare.
La castana si sarebbe sicuramente avvicinata al mare.
Lei non riusciva a stare in montagna.
Anche in primavera, verso la fine dell'anno, era sempre una delle prime a presentarsi al lido di Hogwarts.
'Se la starà cavando', mi ripetevo ogni volta.

"Weasly, ti sfido a scacchi!" Mi si avvicinò Malfoy, sorprendendomi da dietro e alzandomi in aria, girando.
"Perché devi sempre fare così?!" Mi lamentai aggrappandomi alle sue braccia, sorpresa.
"Perché ti compare un'adorabile rughetta, proprio qui..." disse mettendomi a terra e indicando un punto della mia fronte.
"Cosa stai facendo, Malfoy? Cerchi di flirtare con me?" Gli chiesi divertita.
"Ora che Albus e Jessica non sono più Potter e McAllister, qualcuno dovrà pur sostituirli, o gli altri ci resteranno male a non vedere più le loro scenette, non credi?" Si giustificò.
"Va bene...ma non mi stressare troppo e non barare a scacchi, o ti trasformo in un furetto."lo minacciai.
Ci sedemmo a uno dei tavoli in biblioteca e iniziammo la partita, io col cervello da tutt'altra parte.
"Era interessante il libro sulle creature magiche ?" Chiese divertito.
"Cosa? Che libro?" Domandai confusa.
"Quello che hai fissato per quarta minuti, prima che ti invitassi a giocare." Sorrise, continuando a giocare.
"Abbastanza...credo..."bofonchiai, movendo la mia pedina.
"Sei proprio disperata..." commentò, beccandosi un calcio sugli stinchi da sotto il tavolo.
"Ops, scusa, ti ho fatto male?" Domandai innocente.
"Simpatica..." e fece un altra mossa.
"Scacco." Annunciai con noncuranza dopo qualche minuto.
"Ma cosa?!" Esclamò lui stupito.
"Oh, povero caro, nessuno ti ha detto che io sono la campionessa di scacchi? quella che ha battuto l'imbattibile, vincitore della partita nella vita reale per far raggiungere al prescelto la stanza in cui era custodito lo specchio delle brame, il ragazzo dai capelli rossi del trio d'oro, Ronald Bilius Weasly?" Lo presi in giro, estremamente divertita.
"Questa Albus me la paga..." mormorò il biondo, scrutando il gioco.
"Dai, hai ancora speranza, potresti farmi fuori con...tre mosse." Lo incoraggiai.
"Cosa? Davvero?" Domandò speranzoso.
"Se non superi il tempo limite..." gli indicai il contatore.
Ci pensò qualche secondo, per poi muovere la mano.
Due turni dopo, sospirai, pronunciando le fatidiche parole:" scacco matto."
"Ti odio." Ringhiò demoralizzato.
"Mi risfiderai. Io ci misi sette anni per capire come battere papà." Lo consolai.

"Prima dicevi sul serio?" Gli chiesi poi, mentre sistemava la set usato.
"Su cosa?" Mi domandò a sua volta.
"Sul diventare i nuovi Potter e McAllister? Vorresti sostituirli? E pensi che sia possibile farlo? Pensi che ci riusciremmo?" Lo interrogai.
"No, loro sono loro...e non potrei mai sostituirli, però vorrei provarci davvero a colmare il silenzio lasciato dalle loro scenette. Inoltre noi iniziamo da un buon punto: ci punzecchiamo bene." Disse fiero.
"E pensare che al primo anno erano tutt'altre persone." Gli ricordai ridendo.
"Già, Al era un vero nerd!" Scoppiò a ridere lui.
"E tu un asociale, hai iniziato a parlare con più di sei persone, prof esclusi, solo una volta entrato nella squadra di quiddich." Lo guardai male.
"Tu eri insopportabile! Una vera maestrina!parlavi a macchinetta ed eri una credulona!
Per non parlare di quando ti mettevi in testa qualcosa...una bomba ad orologeria! Mi ricorderò per sempre quando entrasti in classe con la faccia da zombie e Jessica che ti teneva perché avevi passato una notte intera a imparare 30 incantesimi, per colpa di uno scherzo di James e Will." Scoppiò a ridere, mentre io prendevo la mira per un altro calcio.
"Ahia!" Urlai, dopo aver colpito la gamba del tavolo.
"Mi spiace Weasly, stavolta hai sbagliato...-sghignazzo - dai, andiamo in sala grande: stasera c'è il pollo." Disse consolatorio,accostandosi a me incitandomi al movimento.
"Malfoy...io sono vegetariana..." gli ricordai, alzandomi.
Lui mi squadrò da capo a piedi, prendendomi il viso con prepotenza e scrutandolo.
"No! Mi rifiuto di crederci! E da quando? Perché mi tradisci così?" Mi scosse come fossi un pacchetto di patatine sulle montagne russe.
"Da quando ho visto il cadavere di un sicario venir tagliato alla gola e buttato nel lago."gli risposi.
Lui ci rimase ancor di più e pensai seriamente che avrebbe perso gli occhi.
"Jessica mi ha ridato involontariamente i ricordi, soffiandomi in faccia mentre ci dicevamo addio: siamo state noi a buttare il famoso cadavere alle sirene.-gli spiegai- era un sicario, mandato a uccidere lei e gli altri fuggitivi, si chiama Lucifero e può rigenerarsi." Conclusi.
"Ma tu chi sei?! La Rose che conosco non sarebbe mai così tranquilla dicendo quelle parole!" Esclamò.
"Tecnicamente non è morto e non abbiamo occultato nessuna prova, la mia fedina e la mia coscienza sono ancora cristalline, ho imparato a farmelo bastare." Cercai di tranquillizzarlo.
"Ho bisogno di una vacanza in manicomio..."mormorò, prendendomi sottobraccio e trascinandomi in sala grande.

"Ci vediamo dopocena al giardino sulla torre." Lo avvisai,prima di raggiungere il mio tavolo.
Lui annuì e sorrise, per poi andare a salutare Al e gli altri.
Appena seduta al tavolo, tra le mie cugine e coinquiline, le ragazze si ammutolirono.
"Che c'è?" Chiesi confusa.
"Abbiamo trovato delle cose..." sussurrò Lily, che era accanto a me.

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