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Capitolo 8

Dopo poco anche Elizabeth si siede vicino a me. Tiene lo sguardo basso.
Eli: Sei la prima persona a qui racconto tutto questo.
Ari: Perchè hai deciso di dirlo proprio a me? Si be, non siamo amiche.
Eli: Perchè sei la prima persona di qui mi fido. Lo ho capito subito, appena ti ho vista. Tu sei troppo buona per tradire, sono certa che non dirai mai nulla a nessuno.
Resto un po' confusa: davvero Elizabeth Gillies mi aveva appena fatto un complimento?!?
Ari: Ma come fai ad esserne così sicura?
Si morde il labbro inferire, come se stesse decidendo se dirmelo o meno. Dopo un tempo che a me pare infinito sospira.
Eli: Perchè io e te siamo uguali. Ricordatelo: siamo più simili di quanto ti sembri.
Ari: Che cosa vuol dire questo?
Eli: Te lo dirò in un futuro,ora corri troppi rischi. Prima le cose si devono calmare.
Annuisco.
Eli: Ad ogni modo, ti dirò una cosa che non ho MAI detto a nessuno. Neanche Avan lo sa. Il bambino mi serve per scorpire chi sono realmente i miei genitori.
Ari: Perchè?
Eli: Ti spiegherò tutto dall'inizio.
Io in realtà sono stata adottata dalla famiglia con cui stavo prima di fuggire a Boston.
Ari: Perchè sei fuggita?
Fa silenzio, è come se quelle parole le facessero ancora male. Prende un respiro profondo.
Eli: Io... io avevo un fratello maggiore, lui non era adottato e quindi ovviamente riservavano per lui i trattamenti migliori.
Ari: E perchè ti hanno adottato se non ti trattavano bene?
Eli: Perchè io sono stata abbandonata da mia madre alla gang che ci ha dato questo bambino quando ero piccolissima e per loro ero un peso perchè ero donna e in un futuro non sarei servita a nulla. Un po' come lui, per loro ero inutile. E quindi mi hanno regalata. Se così si può dire.
Allunga una mano tremante e carezza la testa del bambino.
Eli: All'inizio da bambina era sopportabile questa differenza tra me e il mio em... fratelastro
Ma poi negli anni la differenza tra noi è cresciuta: mi chiudeva in camera perchè non mi vedessero, mi picchiava e mi obbligava a fargli i compiti. Tutto ciò era sopportabile, ma fino a un certo punto.
Una sera lui tornava ubriaco da una di quelle solite feste da ragazzini e io ero seduta in divano a leggere. Quando lo ho sentito rientrare gli sono andata in contro. Lui mi ha presa con la forza, mi ha spinta in camera e mi ha violentata. Quella sera ho deciso di partire.
Vedo che ha gli occhi lucidi. Come se stesse per piangere. Lentamente avvicino la mano alla sua e la prendo nella mia. Lei fa un leggero sorriso.
Eli: Poi ho incontrato Avan e tutto è andato bene. Ora però voglio cercare i miei veri genitori per fargli pagare quello che ho pagato io. Ho già una traccia. Lui è un dottore ed è rappresentante di questa conferenza medica sui casi dei bambini. Per questo c'è il bambino, per questo c'è Avan e ci sei tu. Perchè è l'unico modo per avvicinarmi a mio padre.
Stiamo in silenzio per qualche minuto. Non sapevo che la sua vita fosse così complicata. Non sapevo di quanto dolore fosse mascherato dietro la sua agressività. Mi viene voglia di abbracciarla. Di farle sapere che infondo ha trovato qualcuno con cui dividere il suo dolore. Non voglio farla sentire più sola. Mi avvicino a lei e le circondo il busto con le braccia. La stringo forte in quest'abbraccio. Quando ci stacchiamo leggermente lei sorride tristemente.
Ari: Non sei più sola.
Eli: Grazie.
Proprio in quel momento la porta si spalanca: Avan e Matt fanno la loro comparsa.
Mat: Siete arrivate finalmente.
Elizabeth si passa un attimo le mani sulle guance per eliminare ogni indizio che faccia capire che stava per piangere.
Eli: Tranquillo sfigato, ora andiamo a mangiare.
Matt sbuffa leggermente. Accenno un sorriso.
Mat: Che hai Ariana? Sembri triste è successo qualcosa?
Elizabeth mi lancia un occhiataccia. Mi squoto leggermente.
Ari: No Matt, stavo solo pensando che ho molta fame!!! Andiamo a mangiare?
Ava: Hahaha va bene, andiamo?
Porge il braccio ad Elizabeth che lo prende e si alza dal letto prendendo Avan sotto braccio.
Eli: Andiamo.
Mi alzo. Prendo il bambino in braccio e seguo gli altri. Matt mi mette una mano sul fianco e si sporge per vedere il bambino.
Mat: Come si chiama?
Ari: Non lo so. So solo che è la creatura più bella della Terra.
Mat: No, ti sbagli. Sei tu la creatura più bella.
Ari: Hahah convinto Matt...
Mi lascia un bacio sulla guancia.
Eli: Ma lasciala stare. Ha chiuso oggi con il suo ragazzo...
Sbuffo leggermente. Ora che mi ero scordata di Nate me lo ha ricordato. Infondo mi manca. Mi manca il suo sorriso e i suoi baci. Mi manca la sua risata, il suo profumo, il suo respiro sulla mia pelle, la sua voce... il fagottino che tengo in braccio inizia a muoversi. Subito abbasso lo sguardo e vedo che il bambino si è svegliato. Ha gli occhi blu come Nate e i capelli bruni come i miei... anche se ora sono tinti di rosso.
Il piccolo continua a muoversi mentre emette qualche gemito. Lo cullo leggermente.
Entriamo nella sala da pranzo dell'hotel ormai vuolta alle 10. Ci dirigiamo ad un tavolo. Io ed Elizabeth ci sediamo mente Matt ed Avan vanno a prendere il cibo. Poggio il bambino sul tavolo... devo smetterla di chiamarlo "il bambino". Devo trovare un nome.
Ari: Come lo chiamiamo?
Eli: Chi?
Ari: Come chi?!? Lui!!!
Eli: Be non affezionartici troppo: torna alla casa della gang finita la conferenza.
Ari: Come?!?!
Eli: E si. Io non voglio un bambino ora. È solo una rottura.
Ari: Ma guarda che faccino...
Abbasso lo sguardo sul bambino intento a giocare con i tovaglioli. Ha la lingua immezzo alle gengive e la mordicchia... come fa Nate quando è concentrato. Cazzo, questo bambino potrebbe essere perfettamente nostro figlio.
Mat: Ecco la cena...
Ci mettono davanti un vassoio pieno di cibo spazzatura: patatine fritte, un hamburgher e una coca.
Ari:Grazie.
Inizio subito a sgranocchiare una patatina mente Elizabeth ci parla di quello che succederà domani.

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