Sono le 7 e sono già sveglia da più di 3 ore per colpa di un terribile incubo.
Dopo una frase del genere molte persone potrebbero pensare a un terribile incubo con personaggi spaventosi o a situazioni davvero terribili, ma il mio incubo è stato che era il giorno di Natale e tutti mi facevano dei regali stupendi e io non avevo regali per nessuno.

Il momento più brutto è stato quando Quattro mi ha consegnato un braccialetto con un ciondolo, sul quale c'era scritto "il mio cuore è tuo".

A quel punto mi sono svegliata più agitata di quando pensavo di stare per cadere da un precipizio, così presa dall' ansia, mi sono seduta sulla scrivania con un blocco in mano e dopo averlo fissato per quasi un'ora senza trarne nemmeno una minima idea,mi sono resa conto che pensare ai regali di Natale alle 5 di mattina non era una cosa particolarmente intelligente.
Dopo un'altra ora passata a fissare il soffito ho deciso di dare un'occhiata su ebay, in modo da poter trarre ispirazione da qualcosa...ma l'unico frutto della mia ricerca matta e disperatissima è stato il regalo per Shauna.

Intorno alle 6 mia madre ha aperto la porta della mia camera di scatto dicendo:

-Si può sapere per quale motivo sento i tasti di un computer battere da più di un' ora!-

-Volevo accumulare crediti scolastici con una ricerca-

Ma come faccio a creare delle scuse così pessime e ridicole lo so solo io!

-Cerca di fare un po' meno rumore almeno-

Ed eccoci tornati al punto di partenza...

Appena mi guardo allo specchio non posso non notare i solchi scuri e profondissimi che invadono tutta l'area intorno al mio occhio...in pratica sembro un panda dopo mesi di letargo.
Dopo aver cercato di coprire questo orrore che mi ritrovo in faccia con tutti i prodotti possibili immaginabili, corro nel vialetto di casa, per saltare immediatamente sulla macchina di Christina.

Durante il viaggio ricevo un messaggio di Quattro che annuncia che saremo insieme per fare una ricerca di biologia.
Sono davvero felice dato che l'alternativa sarebbe stata fare tutta la ricerca con Zeke.

Quando vado in biblioteca per svolgere la ricerca, Quattro ha già sistemato tutti i libri e sta già preparando il materiale necessario.
Quando ci incontriamo ci salutiamo con un bacio veloce e poi iniziamo il nostro lavoro.

La prima ora passa piuttosto velocemente ed è solo quando vado a prendere un libro in un altro reparto che il mai una gioia della giornata si fa avanti...

Mentre torno noto Quattro che prende con aria furtiva il mio cellulare.

Per capure meglio la scena mi nascondo dietro allo scaffale subito dietro di lui.

Quattro supera la password del blocco schermo al primo tentativo, poi si dirige a tutta velocità su Whatsapp nella mia chat con Zeke.
Scorre i messaggi fino al primo, poi scende lentamente, facendo attenzione a non perdersi nemmeno un massaggio.
Quando noto che sta per finire gli tocco la spalla sinistra, lui fa un saltello sulla sedia, e dopo aver riposto il telefono, mi mente spudoratamente dicendo di non aver fatto assolutamente nulla.

-Ho visto tutta la scena Quattro...non c'è bisogno che tu mi menta-

-Tris...Volevo soltanto controllare Zeke, perché sento di non potermi fidare di lui-

-Di lui non ti puoi fidare, ma di me sì...hai sempre detto che ti fidavi ciecamente di me, ma a quanto pare non ti fidi nemmeno della mia parola su degli stupidi massaggi...-

-Avevo soltanto paura che lui stesse facendo qualcosa per rubarti...-

-Rubarmi !? Non trattarmi come se fossi una tua proprietà o una tua conquista!-

-Mi dispiace, ma Zeke farebbe di tutto per averti...lui vorrebbe che ci scontrassimo soltanto per vedere chi si merita la tua mano-

-Peccato che a decidere dovrei essere solo io e che almeno per ora io avessi deciso di stare con te!-

Per alcuni secondi nessuno fiata poi sussurro:

-Chi ti ha detto dei messaggi?-

-Zeke si vanta da settimane negli spogliatoi sul fatto che voi due vi scrivete di continuo, ma a meno che tu non abbia cancellato il messaggi, mi pare che il tutto sia solo una grande bugia-

-Avresti potuto semplicemente chiedermelo...-

Continuiamo la ricerca concetrati sui libri, ma anche quando usciamo non ci rivolgiamo la parola, abbandonandoci al triste silenzio autunnale.