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La nebbia fitta impediva la visuale già a pochi metri. Antheo guardò per tutto il tempo in modo scettico Scabior e gli altri, gli veniva difficile pensare che potessero esserci dei fuggitivi nei dintorni. Nonostante le nubi basse, non erano presenti nascondigli, rendendo quasi impossibile scampare alla cattura.

Eppure il Ghermidore continuò a camminare tranquillo, con quel sorrisetto di chi la sa lunga, lasciando tutti gli altri nell'oscurità più totale. Era una cosa che Antheo non sopportava: il non sapere le intenzioni degli altri, che fossero amici o meno; odiava l'idea di dover fare da spettatore davanti alle missioni, e i fratelli parvero accorgersene subito.

"Vediamo se ho capito" intervenne Cassiopea rivolgendosi al Ghemidore, "Secondo i tuoi perfetti calcoli, gli infedeli dovrebbero passare per di qua".

Scabior emise una lieve risatina folle, confermando la sua teoria e ripetendola con una voce e un modo tanto teatrale che sembrare un conduttore in un teatro infernale. Eppure non aveva torto: di fatto i Ghemidori e i Mangiamorte non erano altro che umili attori sopra ad un palco che però governavano a tutti gli effetti, e dove i fuggitivi erano impotenti spettatori destinati a restare imprigionati dietro quel sipario.

Ophelia notò quel guizzo sicuro negli occhi del cacciatore di taglie, e non poté fare a meno di sorridere complice: a volte si sentiva l'unica a capire ciò che li circondava senza dover fare grandi riflessioni; i suoi cugini certe volte erano decisamente troppo diffidente; quando avrebbe dovuto essere lei a diffidare con il passato che si trascinava dietro. Mise una mano sulla spalla del maggiore dei Lestrange, lasciando che lui sentisse la sua sicurezza, ed ebbe come risposta un sorriso affettivo e due piccole pacche sul dorso della mano.

"Sono sicura che non ci deluderà, oppure dovrà vedersela con tutta la discendenza della nostra famiglia".

"Sì e non gli conviene, dovrebbe sapere che noi non siamo la gente ideale con cui scherzare".

"Con te e Cassie in primis. Ma non preoccuparti: sono certa che Scabior conosca il limite, anche perchè se non lo fate voi, ci penserà l'Oscuro Signore".

Ad un tratto, come se fosse stato studiato nei minimi dettagli, delle voci misero tutti in allerta. Erano voci familiari, che soprattutto i fratelli giovani conoscevano bene. In poco tempo le sagome scure dei loro corpi si fecero visibili, i movimenti fluidi e nitidi, il suono delle voci belle potenti anche se in mezzo ai sussurri. I Ghermidori e i Mangiamorte si abbassarono quatti quatti nell'erba umida e alta, azzerando totalmente ogni possibile rumore. Aspettarono cauti e silenziosi, usando la pazienza come arma migliore. Le figure si avvicinarono sempre di più, parve addirittura surreale che la previsione di Scabior si stesse davvero realizzando.

Celéste parte a un certo punto riconoscere la sagoma di Smith, sentendo un formicolio lungo il braccio che impugnava salda la bacchetta, e rimaneva fermo solo grazie alla mano di Orion appoggiata alla spalla.

"Non può davvero essere così facile..." sussurrò Cassiopea, avvicinandosi silenziosamente ad Antheo che manteneva lo sguardo fisso sulle ragione. Solo... la sua espressione non era la solita: Antheo sembrava incerto su quello che aveva davanti, eppure aveva avuto a che fare con tutti loro durante il suo tirocinio.

"Non lo è infatti" disse a un certo punto, e in una frazione di secondo lanciò una serie di schiantesimi contro il terreno e alzando un'enorme nuvola di polvere che fu mischiata dal Nebulus evocato subito dopo.

"CHE DIAVOLO FAI?!" urlò Scabior alzandosi di colpo.

"È una trappola! Non sono persone reali!"

"Cosa?!" Celéste fece appena in tempo a voltarsi verso le sagome, rendendosi conto che non avevano consistenza nemmeno a pochi centimetri; aveva davanti solo un'ombra, nulla di concreto, nulla di consistente. Ma com'era possibile? Non potevano aver capito subito il loro intento di tendere un'imboscata.

Cassiopea iniziò a prendere la mira ad ogni movimento del fumo nero: "Alla faccia dei calcoli perfetti! Antheo!"

"Sono privi di massa, non dovete colpirli direttamente!"

"Privi di massa?! Oh bene, e come li battiamo?"

"Cercate solamente di non farvi colpire!" Antheo si mise davanti alla sorella, "Possono colpirvi ma non possono essere colpiti!"

"Ma come fai a battere qualcuno che non puoi toccare?!"

"Ci sto arrivando!" le ombre presero a muoversi dentro la nube scura, confondendosi con la massa. Intere mosse prive di forma mirarono le bacchette dei Mangiamorte come per cercare di azzerare l'effetto magico. Era un livello di magia piuttosto avanzato e per nulla facile da comandare, doveva essere opera di un mago o una strega molto abile.

Orion si butto di lato schivando un'ombra e usando l'erba alta come rifugio per gli attacchi; Cassiopea lo affiancò cercando di mare tutti gli incantesimi che conoscevano che potessero essere vagamente utili contro dei nemici praticamente invisibili. Era un'impresa impossibile anche solo pensare di colpirli, si muovevano sempre più veloci e sempre più ferocemente. Non avevano occhi; non sembravano presentare punti deboli di nessun genere.

Ophelia poi tentò una specie di pazzia: se quello che aveva davanti era oscurità pura e non poteva essere colpita, qual era il modo migliore per contrastarla? Una grande fonte di luce. Agito la sua bacchetta ed evocò un Lumos Solem verso l'alto sfruttando l'occhio del Nebulus evocato dal cugino precedentemente. Il fascio di luce capitolò a terra dopo poco illuminando a giorno lo spazio circostante. Le ombre, come colpite da un fulmine, lanciarono delle urla strazianti prima di dissolversi nell'aria lasciando i Ghermidori e i Mangiamorte soli nella più totale oscurità e nel silenzio di quella sera.

"Sapete cosa?" Valutò Celéste alzando le mani, "Mai più ascoltare un idiota come Scabior! Altro che trappola perfetta!"

"Mi auguro solo che gli altri abbiano più fortuna di noi" sospirò Antheo riponendo la sua bacchetta, per poi avvicinarsi al Ghermidore che lo osservava con una faccia da vittima, "E sappi che alla fine di questa missione io e te faremo i conti, razza di coglione che non sei altro".

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