8 - Ad ogni costo...
Punto di vista dello zio Ben.
Quando mio nipote Peter ci disse di avere dei poteri quasi non riuscivo a crederci, ancor meno se quei poteri erano gli stessi con cui ero nato io, ma quando lui ci fece vedere cosa poteva fare dovetti ricredermi. Ero così felice: finalmente avrebbe potuto realizzare il suo sogno di diventare un grande eroe. Sapevo, però, che la sua non sarebbe comunque stata una vita facile, né che sarebbe stato fuori pericolo: il compito di un eroe è quello di proteggere gli altri prima di se stesso, anche a costo della vita, e mio nipote aveva parecchia strada da fare.
"Mi insegnerai, zio Ben? Ti prego insegnami!"
A quella richiesta da parte di Pete non potei che rispondere
"D'accordo, d'accordo figliolo. Ma c'è un problema: hai detto che non riesci a sparare le ragnatele dai polsi?"
"Sì...ma credo di poter fare qualcosa in merito!"
Mio nipote è sempre stato pieno di risorse, era lui il cervellone della famiglia: aveva grandi capacità di osservazione, conoscenza e un tocco di improvvisazione, qualità importantissime per un eroe che si voglia chiamare tale.
Quella sera Pete si chiuse in camera sua, ci disse che non sarebbe uscito fin quando non avesse trovato la soluzione al problema ragnatele, così May gli preparò qualcosa per cena e gliela portò, dopodiché io e la mia bellissima moglie ci sedemmo sul divano.
"Allora, Ben," cominciò lei "sei contento che nostro nipote abbia finalmente la sua chance?"
"Sì, May, sono molto felice per lui...ma anche un po' preoccupato."
"Sarebbe grave se non lo fossimo entrambi."
"Sì, hai ragione."
"Così lo addestrerai 'nella via dei Jedi'?"
"Ahaha, certo che lo addestrerò. Il ragazzo deve imparare ad usare i suoi poteri se vuole realizzare il suo sogno, è una mia-"
"Responsabilità, lo so. Sai, mi sembra ieri che lo vedevamo in cucina a costruire il vulcano per il progetto di scienze..."
"Già. O quando correva in giro fingendosi Iron man e noi facevamo finta di essere in pericolo."
"Ahahaha...ora nostro nipote è cresciuto."
"E sta per realizzare il suo sogno."
Poi mi alzai in piedi e accesi il mini stereo
"Mi concede questo ballo, signora Parker?"
"Con molto piacere...Spider-man."
Era meraviglioso, a volte mi dimentico della magia del ballo lento, una magia resa possibile da ciò che provo per questa donna straordinaria.
Ballammo per un'ora intera restando in silenzio, guardandoci negli occhi. Cosa ho fatto per meritare lei, questo angelo meraviglioso che ha portato luce nella mia vita?
Dopo il ballo la baciai teneramente e lei mi disse
"Baci ancora bene dopo tutti questi anni."
"È perché i miei sentimenti per te non sono mutati in tutti questi anni. Ti amo May."
"Ti amo anch'io Ben. Si è fatto tardi, non credo che Peter dormirà molto, ma noi andiamo a letto: sono stanca."
"Va bene."
Quella sera mi addormentai pensando a quello che avrei fatto domani: insegnare a mio nipote.
Mi svegliai il giorno dopo e vidi che Peter stava correndo in tutta fretta verso la porta di casa, al che lo fermai e gli chiesi
"Aspetta Peter, dove vai? E l'addestramento?"
"Questo È addestramento zio, non preoccuparti."
Così corse via senza dare spiegazioni. Intuii, dalle condizioni della sua camera e dalle specifiche che aveva lasciato su un foglio, che aveva risolto il problema. Mentre guardavo e mi facevo un'idea su quegli appunti capii quanto Peter fosse davvero intelligente, quanto ero fiero di lui.
D'un tratto notai, sul suo scaffale, un paio di bracciali con un biglietto che diceva
<Ciao, zio Ben, ne ho preparati un paio anche per te, così potremo allenarci insieme. Spero ti piacciano, Peter.>
Ero commosso all'idea che volesse compensare non solo il suo bisogno, ma anche il mio. Mi infilai quei bracciali e calzavano perfettamente, poi, seguendo le specifiche di Peter, inserii una cartuccia e sparai una ragnatela. Mi sentivo come una volta, quando ero giovane: non avevo realizzato quanto mi mancassero le mie ragnatele fino ad ora.
Passarono diverse ore e di Peter neanche l'ombra, decisi che se nei prossimi minuti non fosse rientrato sarei andato io stesso a cercarlo
"Dove sarà, Ben?"
"Non lo so, May, ma sono certo che rientrerà a momenti. E se così non fosse andrò io stesso a prenderlo."
Ero sul punto di uscire quando Peter rientrò. Aveva una strana espressione in viso, May si gettò ad abbracciarlo
"Peter! Sono passate ore da che sei uscito, io e tuo zio ci stavamo preoccupando!"
"...Mi dispiace, è che..."
Capii che era successo qualcosa, così gli chiesi
"Cosa è successo, Peter? Puoi parlarne con noi."
"Okay. Allora, dopo essere uscito di casa ho preso il treno per arrivare in città e, una volta lì, ho cercato un palazzo abbastanza alto..."
"Abbastanza alto per cosa?" gli chiesi
"Per testare gli spara-ragnatele."
"E com'è andata?"
"È stata una figata, zio Ben! Non mi sono mai sentito più vivo!"
"Ma se è andata così bene perché sei entrato con quella faccia?"
"Beh, non è tutto. Sulla via del ritorno, in un vicolo, ho visto dei brutti ceffi che caricavano della merce sospetta su un camion. Ho provato a fermarli, ne ho perfino messo k.o. la maggior parte, ma alla fine uno di loro mi ha colpito alle spalle e sono crollato. Mi sono svegliato con Iron man davanti e con il camion che ormai era andato via. Mi ha detto che avrei potuto morire e che dovrei aspettare di entrare alla A.A.."
Dalle parole di Peter capii che avrei dovuto dire qualcosa: dovevo fargli capire perché aveva sbagliato, ma anche spronarlo a fare meglio
"È stato incosciente e sconsiderato quello che hai fatto, Peter: avrebbero potuto ucciderti!"
"Ma, zio Ben, tu dici sempre che da un grande potere derivano grandi responsabilità: era mio dovere almeno tentare!"
"Sarebbe stato il tuo dovere se ne avessi avuto il potere: ricorda che anche l'esperienza è potere, Pete. Tu non avevi abbastanza esperienza per prenderti l'onere di fermarli."
"..."
"Non sto dicendo che non diventerai un eroe: sto solo dicendo che, prima di diventarlo, dovrai imparare e acquisire l'esperienza con le piccole cose. Per questo, Peter, ti chiedo di aspettare e pazientare, perché, se non lo farai, causerai dolore a te stesso e gli altri."
"D'accordo, zio Ben."
Dopo la nostra discussione Pete è andato dai suoi amici Wanda e Pietro, era quello che gli serviva: distrarsi un po' da tutto questo.
Erano passate ore da che tutti eravamo andati a letto, ma non riuscivo a prendere sonno, così pensai di andare a controllare mio nipote: avevo una strana sensazione...
Quando aprii la porta della sua camera vidi che lui non c'era e che la finestra era aperta. In quel momento capii cosa volesse fare, così mi vestii, indossai la giacca fatta a mano da May e gli spara-ragnatele fatti da Peter.
La mia agilità non era quella di una volta, ma sufficiente per seguire le ragnatele di mio nipote. Seguendole mi ritrovai nei pressi di un magazzino abbandonato, mi avvicinai e sentii degli strani suoni, così sfondai una finestra ed entrai. C'era Peter lì dentro, circondato da uomini armati.
Appena arrivai al suo fianco lui disse
"Z-zio Ben?!"
"Col cavolo che ti lascio affrontare i tuoi problemi da solo!"
Dovevo salvare mio nipote, dovevo riportare Peter a casa: lo dovevo a Richard e Mary; ci sarei riuscito, ad ogni costo...
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