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"Ciao, Peter Benjamin Parker, noi due dobbiamo fare una bella chiacchierata."
"I-I-IRON MAN?!!"
Era proprio lì, davanti a me, nella sua scintillante armatura, la mark 85...Iron man.
"Già sig. Parker, Iron man. Sai, ti ho tenuto d'occhio negli ultimi tempi, da quando quel ragno ti ha morso e sei stato quasi investito da quell'auto. Devo dire che sono colpito."
"C-colpito? Davvero?"
"Già ragazzo: ho visto il volo che hai fatto oggi. Stavo per intervenire, poi ho visto che stavi dondolando su qualcosa che era uscito dai tuoi polsi. Posso vedere?"
Alzai la manica della felpa e gli mostrai i miei spara-ragnatele, lui li guardò per qualche istante, poi disse
"Hmm...rozzi certo, ma decisamente efficaci da quanto ho visto. La cosa davvero straordinaria, però, è il liquido che usi per le ragnatele: a quanto mi dicono gli strumenti, possiedono una struttura chimica molto complessa, nessuno ha mai ideato una formula simile. Chi è che te la produce?"
Non riuscivo a crederci: Tony Stark, Iron man, diceva che il mio lavoro era straordinario! Prontamente gli risposi
"I-io."
"Non male, ragazzo! Ora, però, veniamo alle note dolenti."
Ecco, troppo bello per essere vero
"Cosa pensavi di fare poco fa? Se non fossi arrivato io saresti morto! In più il carico è svanito. Qual era il tuo piano esattamente?"
"I-io...ho ascoltato quello che dicevano. So dove stanno portando il carico e quando arriverà. Volevo metterli k.o. e chiedergli cosa ci fosse nelle casse."
"Eccoti una lezione gratis: se non puoi batterli non cominciare lo scontro. Sei un ragazzino, cosa speravi di fare contro dei killer adulti?"
"È che...volevo essere come mio zio."
"Tuo zio?"
"Sì: da giovane operava come Spider-man. Volevo seguire il suo esempio e impedire che quelli la facessero franca...ma ho fallito."
"Ascoltami, hai dato un contributo e lo apprezzo, ma da oggi lascia questioni del genere agli eroi esperti, d'accordo? Queste sono faccende troppo grandi per i dodicenni come te, rischi di far male a te o ad altri. Se vuoi diventare un eroe iscriviti alla A.A., impara con calma."
"M-ma..."
"Niente 'ma', ora torna a casa: i tuoi zii saranno in pensiero. Non preoccuparti di quei brutti ceffi: se occorrerà gli Avengers se ne occuperanno. Se ti servirà aiuto, se tu o la tua famiglia sarete in pericolo, basterà usare questo." mi passò un dispositivo circolare con il simbolo 'A' di Avengers "Premendo il pulsante gli eroi più vicini arriveranno in tuo soccorso. Ora ti saluto, è stato un piacere, Peter Benjamin Parker."
Dopodiché spiccò il volo. Mentre lo guardavo continuavo a non credere che Tony Stark fosse arrivato a tutto questo partendo da rottami in una grotta. Decisi di tornare a casa e fare come il sig. Stark aveva detto, così cominciai ad oscillare e, una volta entrato in casa, decisi di raccontare tutto allo zio Ben e alla zia May. Raccontai loro degli spara-ragnatele, del mio primo dondolio, dei tizi del vicolo, del loro carico sospetto e del mio incontro con Iron man. Ovviamente loro erano d'accordo con ciò che lui mi aveva detto, lo zio Ben disse
"È stato incosciente e sconsiderato quello che hai fatto, Peter: avrebbero potuto ucciderti!"
"Ma, zio Ben, tu dici sempre che da un grande potere derivano grandi responsabilità: era mio dovere almeno tentare!"
"Sarebbe stato il tuo dovere se ne avessi avuto il potere: ricorda che anche l'esperienza è potere, Pete. Tu non avevi abbastanza esperienza per prenderti l'onere di fermarli."
"..."
"Non sto dicendo che non diventerai un eroe: sto solo dicendo che, prima di diventarlo, dovrai imparare e acquisire l'esperienza con le piccole cose. Per questo, Peter, ti chiedo di aspettare e pazientare, perché, se non lo farai, causerai dolore a te stesso e gli altri."
"D'accordo, zio Ben."
Decisi che avrei passato un po' di tempo con Wanda e Pietro: era dalla gita che non passavamo del tempo insieme. Così andai a casa Maximoff e bussai alla porta. Wanda corse alla porta e la aprì
"Ehi Pete!" disse, abbracciandomi "Ma dov'eri finito? Non hai lasciato la tua camera per un giorno intero: io e Pietro ci siamo preoccupati!"
Mi accorsi che con lei c'era anche lui, così colsi l'occasione per parlare con loro di tutto ciò che era successo in quei giorni. Era così bello poterne parlare e togliersi il peso di tutto questo.
"Quindi cosa farai ora?" mi chiese Wanda
"Io...credo che me ne andrò a dormire."
"Quindi ascolterai tuo zio e Iron man?" chiese Pietro
"...sì, credo di sì."
Dopodiché ci salutammo e me ne andai in camera mia.
Ce la misi tutta per addormentarmi, ma non riuscivo a chiudere occhio: non facevo che pensare a quei tizi e al loro carico sospetto. Erano armi? Droga? O peggio ancora? Sapevo che avrei dovuto starmene lì buono, ma non potevo lasciare che quelli portassero avanti qualunque cosa stessero facendo, così quella sera indossai scarpe, pantaloni, felpa e guanti neri, più il passamontagna che avevo recuperato quel giorno: dovevo essere invisibile. Dopodiché mi infilai al polso i miei spara-ragnatele, uscii dalla finestra e andai verso la città, sperando di trovare qualcosa che mi avesse portato al nascondiglio dei cattivi.
Una volta arrivato nei pressi del vicolo sentii delle voci, una di queste era...particolare
"Lapide? Come mai è qui signore?"
"Kingpin mi ha mandato da voi per recuperare il resto del carico e per assicurarmi che quel pagliaccio di questa mattina non ci metta i bastoni tra le ruote."
Lapide...dal nome e dalla reverenza con cui veniva trattato dedussi che fosse a capo di quella combriccola, inoltre era la seconda volta che sentivo il nome 'Kingpin', mi chiesi di chi si trattasse, ma non ebbi molto tempo: avevano già finito di caricare il resto delle casse sul camion e si stavano cominciando a muovere. Decisi di seguirli a debita distanza usando le ragnatele, finché non arrivai davanti ad un magazzino abbandonato. Lapide scese dal camion e si guardò intorno con un sorriso beffardo sulla faccia...che fosse una trappola?
Non potevo indugiare adesso, così mi feci coraggio ed entrai nel magazzino attraverso una delle finestre.
Era buio...vedevo un'unica luce al centro della sala, che illuminava una di quelle grosse casse, così mi avvicinai per esaminarla. Era tutto troppo tranquillo...forzai la cassa e la aprii, ma dentro...solo un biglietto
<PRESO!>
Allora altre luci si accesero, la porta venne sbarrata e venni circondato dagli sgherri di Lapide, che mi puntavano le pistole addosso: era una trappola e io l'avevo fatta scattare.
Mi misi in posizione di combattimento e mi preparai quando, all'improvviso, sentii una finestra rompersi e, in men che non si dica, mi ritrovai accanto lo zio Ben
"Z-zio Ben?!"
"Col cavolo che ti lascio affrontare i tuoi problemi da solo!"
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