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3 - "Strega!"

Passò qualche mese dall'arrivo dei Maximoff, le giornate trascorrevano piacevoli: avevo degli amici sinceri che condividevano il mio sogno e i miei ideali e che mi aiutavano quando Flash mi minacciava di spedirmi all'altro mondo, soprattutto Wanda.

Mi ricordo che un giorno lei sentì Flash che mi chiamava 'arrampicamuri', io le spiegai che Flash si riferiva al fatto che per me tentare di diventare un eroe senza un quirk era come tentare di scalare un muro troppo alto, praticamente impossibile. Ma ciò che disse Wanda mi scalda il cuore ancora oggi

"Davvero? Hmm...beh Pete, secondo me ti sbagli: per me 'arrampicamuri' descrive la capacità unica che hai nel superare qualunque ostacolo ti si pari davanti, per raggiungere il tuo sogno. Per me 'arrampicamuri' è un nome che ti si addice."

"Caspita Wanda, non l'avevo mai visto in questo modo..."

"È deciso: da oggi il tuo nome sarà arrampicamuri!"

Non riuscivo a credere che qualcuno pensasse questo di me e che quel qualcuno volesse aiutarmi a difendermi da Flash e non potei esserne più contento.

Sembrava, insomma, che tutto stesse andando bene...quanto mi sbagliavo.

Tutto cominciò quando Pietro dovette partire e stare via per un po', credo da suo padre. Wanda e Pietro non mi hanno mai parlato del loro padre, Wanda spiegò che non l'avevano mai visto e che la loro madre, semplicemente, disse a Pietro che l'avrebbe accompagnato da lui, perché, testuali parole, 'voleva conoscerlo'. Inutile dire che Wanda ci rimase molto male che suo padre volesse vedere suo fratello, ma non lei, così le parlai del perché vivo con zio Ben e zia May, del fatto che non ho mai passato molto tempo con i miei genitori e che, per questo, neanch'io li ho mai conosciuti. Wanda lo apprezzò molto e io l'abbracciai per consolarla.

Purtroppo i problemi non finirono lì: qualche giorno dopo, mentre Pietro era ancora via, Flash attaccò di nuovo. Io e Wanda eravamo nei corridoi della scuola quando, all'improvviso, Flash mi afferrò per il colletto della camicia e mi spinse verso gli armadietti

"Ciao arrampicamuri, dove hai messo i soldi per il pranzo?"

"Lasciami Flash, non ho intenzione di darti i miei soldi!"

"Oh davvero?" cominciò ad avvolgere il suo braccio in quella sostanza nera, ingrandendolo in maniera spaventosa, poi mi chiese di nuovo

"Dove hai messo i soldi del pranzo, Parker? Non farmi arrabbiare."

A quel punto intervenne Wanda

"Piantala Flash, lascialo!"

"Chi sei, la sua ragazza? Lascia che affronti i suoi problemi per conto suo!"

"Ti ho detto di lasciarlo, Eugene!"

Capii che la situazione sarebbe degenerata: Flash odiava il suo vero nome e chiunque lo usasse per ridicolizzarlo. Restò fermo per qualche secondo, poi diede un manrovescio a Wanda (per fortuna prima disattivò il suo quirk), facendola cadere a terra, dicendo

"Vattene svitata!" poi si voltò verso di me, dicendo "Ora, dove eravamo?"

Vedendo ciò che aveva fatto a Wanda provai ad agire e a liberarmi: tiravo pugni su pugni, ma non riuscivo neanche a scalfire quella montagna di muscoli ambulante. Tutti gli altri nel corridoio non facevano che ridere e incitare Flash, che alzò il braccio, lo avvolse nel liquido nero e si preparò a tirarmi il solito pugno. Ma accadde qualcosa...

Nell'aria si vedevano dei tralci di una qualche specie di energia di colore rosso, si dirigevano tutti verso una persona...Wanda. Lei si alzò lentamente, mentre quell'energia sembrava la stesse caricando, una volta in piedi si voltò lentamente verso Flash. Aveva gli occhi luminosi, brillavano di un rosso cremisi, la sua espressione era di rabbia pura e sulle sue mani si formarono due sfere di quella strana energia rossa, poi cominciò a parlare, ma la sua voce era diversa: era come se la sua voce si fosse sdoppiata e che le due voci stessero parlando all'unisono

"HO DETTO...LASCIALO!"

Poi spinse le due sfere luminose verso Flash, queste lo colpirono e lo spedirono in fondo al corridoio. Molti ragazzi si precipitarono ad aiutare Flash che, dopo essersi seduto, urlò a Wanda

"Strega! Maledetta strega!"

Dopodiché tutti si voltarono verso Wanda e cominciarono a mormorare fra di loro, qualcuno si unì a Flash

"Strega!"

"Maledetta strega!"

"Non toccarmi strega!"

Mi voltai verso Wanda. La sua espressione passò dalla rabbia alla vergogna, dalla vergogna al dolore, poi cominciò a lacrimare. Mi sarei voluto alzare, avrei voluto correre ad abbracciarla, ma ero ancora scosso da quanto era appena successo. Lei si voltò a guardarmi e vide la mia espressione scioccata, credo che pensasse di aver spaventato anche me, così si fece strada tra la folla e corse via. A quel punto mi svegliai dalla mia trance, mi alzai e le corsi dietro.

Corsi come non avevo mai fatto prima, ma lei era veloce, molto più veloce di me, così dopo una corsa asfissiante, che si protrasse fino a fuori della scuola, non la vidi più: Wanda era scappata per colpa mia.

Ora sì che avevo paura, paura che le accadesse qualcosa, paura che mi odiasse, paura di non essere stato un buon amico per lei. Mi precipitai a casa sua, la signora Maximoff aprì e disse

"Peter? Ma cosa ci fai qui?"

"Signora Maximoff, Wanda è in casa?"

"Non era con te a scuola?"

"Sì, ma è successa una cosa e lei è scappata! Ho provato a correrle dietro ma l'ho persa di vista, così ho pensato che fosse qui. Dobbiamo trovarla!"

"Aspettami qui, ora andremo insieme!"

"Vado a chiamare mio zio, lui ci aiuterà!"

Così corsi dentro casa e spiegai tutto allo zio Ben, che prese la giacca rossa e blu e fece entrare me e la signora Maximoff in auto. Eravamo tutti preoccupati, ma io ero afflitto dai sensi di colpa: se mi fossi precipitato da lei invece di rimanere paralizzato, come sempre, lei non sarebbe scappata! È tutta colpa mia!

Ben chiese alla signora

"Natalya, dove potrebbe essere andata?"

"Non lo so, non viviamo qui da molto, non conosco bene il posto...la mia Wanda, la mia bambina!"

Io non facevo che riflettere...dove poteva essere andata? Hmm...aspetta...sì, sì ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?!

"Zio Ben," dissi "Wanda è a Central Park!"

"Ne sei sicuro, Pete?"

"Sì: non c'è altro posto dove possa essersi diretta!"

Central Park era il nostro posto, vicino al laghetto, dove ce ne andavamo per stare insieme a confortarci dopo una giornata dura: lei doveva essere lì.

Appena arrivammo a Central Park corsi subito al laghetto e la vidi. Era rannicchiata davanti allo specchio dell'acqua e guardava il suo riflesso. Decisi di avvicinarmi lentamente. Quando mi vide ne rimase sorpresa per un momento e alzò leggermente la testa, poi si rimise nella posizione in cui l'avevo trovata. Mi sedetti accanto a lei. Non sapevo che fare, così le misi un braccio attorno al collo, poi mi venne in mente l'unica cosa da dire

"Tu non sei una strega Wanda, sei la mia eroina."

A quelle parole lei si girò e mi abbracciò, in lacrime. Io feci lo stesso e dopo qualche minuto lei disse

"Pete, andiamo a casa."

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