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2 - I nuovi vicini

Un paio di giorni dopo l'ennesimo scontro con Flash mi stavo godendo piacevolmente il weekend leggendo i miei fumetti nel negozio migliore del Queens, in compagnia dell'uomo più simpatico in circolazione: Stan.

Stan è davvero forte: riesce sempre a tirarti su di morale e sembra avere la risposta ad ogni tipo di problema. Ogni volta che attraverso un momento 'no' lui è lì a leggere fumetti con me e a consolarmi, a dirmi che riuscirò a superare quel determinato problema. In più è un vecchio amico di mio zio Ben, sa della sua carriera da eroe, così ogni mese mi regala un numero di un fumetto a mia scelta. In un certo senso Stan riesce a trovare delle risposte semplici a domande complicate semplicemente sfogliando un fumetto, il suo deve essere un qualche tipo di quirk nascosto: tu gli racconti cosa ti affligge, lui si gratta per un po' il mento, poi tira fuori un fumetto dallo scaffale, sfoglia le pagine e legge la risposta al problema direttamente davanti a te ed infine ti rivolge parole profonde e incoraggianti; è una persona che ti fa sentire speciale, ed è proprio questo a rendere lui speciale.

Una volta entrato nel negozio Stan mi salutò con le stesse parole di sempre

"Ciao, vero credente!"

"Ehi Stan!"

Chiamava solo me 'vero credente', questo rendeva le nostre conversazioni ancora più speciali.

"Allora Peter, come vanno le cose?"

"Come al solito, Stan. Flash picchia un ragazzo, io mi metto in mezzo e poi vengo pestato. A volte mi chiedo se ne valga davvero la pena."

"Io sono sicuro di sì, Peter. Sono certo che hai salvato quel ragazzo da un pestaggio e questo ti fa onore. Sono sicuro che tuo zio Ben è molto fiero di te!"

"Grazie Stan. Vorrei solo non avere tutta questa paura di Flash, avere coraggio."

"Oh mio caro amico, ci vuole coraggio già solo per mettersi in mezzo a un bullo e la sua vittima."

"È uscito qualche fumetto di Hornet di recente?"

"Purtroppo no, figliolo. Comunque qui ho un numero interessante..." al che si abbassa dietro il bancone per prenderlo "...che credo proprio ti piacerà. Eccolo qui."

"Ma questa è...è...È L'EDIZIONE LIMITATA DELL'"INVINCIBILE IRON MAN", CON LA COPERTINA SCINTILLANTE! Sei il migliore Stan!"

"Lo dicevo che ti sarebbe piaciuto!"

"Stan, non puoi darmi questo numero gratis, quanto ti devo?"

"Non dire assurdità: è il tuo regalo di compleanno, goditelo!"

Ho compiuto 12 anni qualche giorno prima, si ricordava sempre del mio compleanno.

"Incredibile! Grazie Stan!"

"Con i tuoi studi come va, ragazzo?"

"Bene come sempre: all'ultimo test di fisica ho preso il 100%."

"Molto bene, Peter! Vedrai che le tue conoscenze scientifiche ti aiuteranno in futuro, anzi ti salveranno la vita!"

"Ehm...grazie Stan." sì ok, è un po' strano a volte, ma è una bella stranezza "Scusami Stan, ora devo proprio andare. Grazie ancora per il numero e la chiacchierata!"

"Per ogni cosa io sono sempre qui Peter. Ricorda: non accontentarti mai, punta in alto, sempre più in alto, EXCELSIOR!"

Dopo aver parlato con Stan mi diressi verso casa. Una volta arrivato May mi diede un bacio sulla fronte e Ben mi diede un abbraccio, dopodiché mi chiesero dove fossi stato, al che risposi dicendo che avevo fatto visita a Stan. Lo zio ha ottimi ricordi di lui, ma ho sempre creduto che ci fosse di più rispetto a quanto lui mi avesse detto. Dieci minuti dopo May mi chiamò per dirmi una cosa importante

"Peter, ti ricordi Anna Watson e sua nipote Mary Jane?"

"Beh, non molto. Mi hai sempre detto che sono una bella famiglia e che Mary Jane ha una splendida personalità, ma a parte questo non le ho viste spesso, poi la scorsa settimana si sono trasferite in città, quindi..."

"Sì capisco, beh comunque volevo dirti che stiamo per avere dei nuovi vicini."

"Davvero? Quando?"

"Che ore sono?"

"Le cinque."

"Oh, in tal caso direi...adesso."

"Cosa?"

In quel momento sentii un rumore provenire dalla strada. Si trattava di un camion dei trasporti, preceduto da un'auto color blu, dalla quale scesero tre persone: una donna sulla trentina immagino, con lunghi e ondulati capelli neri, indossava una giacca di pelle rossa su una maglietta, dei jeans e degli stivaletti neri; scese poi un ragazzo, della mia età credo, con i capelli bianchi, una maglietta azzurra, jeans blu corti consumati e scarpe bianche consumate, aveva anche delle cuffiette per ascoltare la musica, ma non erano esattamente moderne, sembravano più come quelle che aveva mio zio da giovane...ah sì, il walkman;

scese infine dall'auto una ragazza, anche lei della mia età credo, con i capelli lunghi e castani avvolti in un fiocco rosso, una giacchetta rossa su un vestitino nero e gonna nera, aveva delle calze nere e delle scarpette rosse.

I due ragazzi erano simili, eppure sembravano così diversi: lui forte e sicuro di sé, lei timida e insicura, proprio come me. Mi voltai verso May e Ben e vidi che erano già pronti per accogliere i nuovi vicini, lo zio si era messo la sua giacca preferita, fatta a mano da mia zia: era simile alla tuta di Spider-man, solo che era rossa e blu, il che mi confuse quando ero bambino, ma May mi spiegò che lei gliel'aveva fatta dopo che lui era andato in pensione e che i colori diversi rappresentavano quel nuovo bizzarro inizio.

Si avvicinarono alla porta d'ingresso e lo zio Ben mi posò una mano sulla spalla, nel suo sguardo colsi il messaggio: "Abbiamo il potere di far sentire quelle persone le benvenute e di aiutarle a scaricare le cose dal camion, per cui aiutarle è nostra responsabilità" così annuii e ci dirigemmo tutti e tre a dare il benvenuto a quella famiglia.

"Salve, benvenuti nel quartiere!" disse lo zio Ben

"Oh salve, è un piacere conoscervi, io sono Natalya Maximoff e questi sono i miei figli: Wanda e Pietro." rispose la donna

"È bello conoscersi finalmente di persona, Anna Watson ci ha parlato molto di voi." disse la zia May

Notai fin da subito che Wanda e Pietro si erano allontanati, capii che anch'io potevo farli sentire a loro agio e così mi presi le mie responsabilità. Mi avvicinai, nonostante la mia timidezza, e dissi

"C-ciao, io sono Peter."

Senza aspettare neanche un secondo Pietro tirò fuori un gran sorriso e rispose

"Ehi ciao, è bello conoscerti! Io sono Pietro e questa è la mia sorellina Wanda!"

Non credo che a lei piacque essere chiamata 'sorellina', così disse

"'Sorellina'?! Ma se siamo gemelli!"

"Io sono dodici minuti più grande di te."

"Ahh Pietro, sei sempre il solito!"

Andarono avanti così per un po', finché lei si ricordò della mia presenza. Si fece rossa come un pomodoro, credo un misto di rabbia e imbarazzo, così le dissi

"Ciao Wanda, è bello conoscerti."

L'atmosfera mutò drasticamente. D'un tratto cominciammo a parlare di tutto: scuola, fumetti, supereroi, sogni...si arrivò irrimediabilmente a parlare di quirk e Pietro mi chiese

"A proposito, Peter, tu che tipo di quirk possiedi?"

Wanda aggiunse

"È vero, diccelo. Sono sicura che è la super-intelligenza!"

"O forse è un potere mentale!" Disse Pietro

*Ecco, ci siamo...è stato bello avere degli amici per un po'* pensai tra me e me

"O f-forse..." *addio amici* "...n-non ne ho nessuno..."

Rimasero a guardarmi per un po', coscienti di aver tirato fuori un argomento delicato, poi Wanda disse

"Tranquillo Peter, neanche io ho un quirk, ti capisco."

Dire che ero sconvolto è un eufemismo: per la prima volta qualcuno non mi giudicava uno sfigato solo perché ero senza alcun quirk. Poi Wanda continuò

"Qui l'unico ad avere un quirk è il mio incorreggibile fratello."

"Davvero?" cominciai, girandomi verso Pietro "Qual è?"

Così Pietro si alzò e...scomparve in un battito di ciglia. Poi lo vidi tornare e fermarsi davanti a noi, portandosi dietro una folata di vento e un cono gelato, che mi diede, dicendo

"Ta-da!"

Wanda si voltò verso di lui e disse

"E a me il cono non l'hai preso?"

"Non sei tu che stai male perché non hai un quirk...e poi credo di averlo mangiato venendo qui..."

Ridemmo tutti di gusto e io, per la prima volta in vita mia, avevo trovato dei veri amici con cui parlare e passare il tempo, ero felice.

Dopo un'ora i miei zii e la signora Maximoff finirono di scaricare il camion e si offrirono di dare una mano, nei giorni seguenti, ad arredare la casa. Poi May invitò la famiglia Maximoff a cena e io ne fui felice, loro accettarono e quella fu una delle cene migliori in assoluto. Raccontai a Wanda e Pietro alcune delle fantastiche avventure di mio zio Ben nei panni di Spider-man, loro rimasero a bocca aperta e gli fecero un sacco di domande. La serata finì prima di quanto credessi, ma si concluse molto bene, dato che la signora Maximoff disse che Wanda e Pietro sarebbero venuti nella mia stessa scuola e perfino nella stessa classe.

Sembrava che, finalmente, la vita stesse cominciando a sorridermi.

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