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Cap.9- Frell, impegni e rocce

Harry si ritrovò di nuovo in quella stanza circondato dai libri e dal profumo di sua madre. Leggeva tranquillamente il libro di "Storia della magia oscura -ultimo volume-" quando sentì un piccolo esserino dai capelli lisci arrampicarsi su per il suo corpo.
"Harry?" Lo chiamò con la sua vocetta acuta accarezzandogli contemporaneamente una guancia con la manina morbida.
"Sì?" Riuscì a rispondere poi lasciò perdere di ripassare per il compito di domani quando la piccola personcina richiese più attenzioni.
"Perchè sei uscito con i tuoi amici e non mi hai portato? Ti dò fastidio? Non mi vuoi più bene?" Domandò con le lacrime agli angoli degli occhi pronte a bagnare le guance paffute.
"Come puoi pensare che il tuo Harry non ti voglia più bene? È solo perchè sono uscito tardi e tu dovevi dormire. Sei solo una bambina e hai bisogno di dormire e non stare con degli stupidi come noi." Le spiegò accarezzando il nasino bianco un po' ricurvo, e i capelli neri petriolio.
Con uno slancio Frell gli saltò al collo abbracciandolo e la piccola testolina si nascose come per cercare protezione nell'incavo del collo del figlio di Malefica che ricambiò l'abbraccio lasciando il libro aperto sulle ginocchia.
"Ti voglio bene, Harry." Sussurrò dolcemente.
"E io di più, piccola Frell. Adesso andiamo a scuola, è tardi." Disse guardando l'orologio a pendolo e si alzò dalla sua postazione nell'angolo più cupo e spegnendo tre piccole luci verdi con due dita, prese il libro dopo uscì.
Frell non riusciva a stare ferma troppo elettrizzata di aver fatto pace con il suo pandroncino e si meravigliò di non aver visto prima con i suoi occhi viola da bambina le corna di Harry fuori dal loro nascondiglio. Invece di chiedere restò in silenzio aggrappandosi e mettendosi seduta sul collo e le gambette bianche e fragili tra la testa e le spalle.
"A galoppo mio destriero! Andiamo a conquistare la scuola!" Rise e il suo 'destriero' l'accontentò.
Iniziò a correre il nostro riccio per il castello facendo cadere qualche volta qualche servitore, si scusarono ogni volta senza fermarsi.
"Ragazzi! Siete impazziti? Non correte dentro casa!" Urlò una voce, la quale usciva dalla bocca di un uomo snello e meno alto del moro, i capelli lisci e neri come le piume di un corvo e il naso più ricurvo della figlia. (Piton, sei tu?...)
"Buongiorno anche a te Fosco." Rise il figlio di Malefica fermandosi e alzando le spalle dalla loro posizione un po' ricurva.
"Ciao paporvo. Harry mi porta a scuola a cavalluccio!" Battè le mani e si tenè alle corna quando perse un poco di equilibrio.
"Frell, potresti cadere. E spezzarti un'ala! Come farai dopo?"
Il corvo e il suo padrone si guardarono negli occhi e Fosco capì di aver esagerato. C'era Harry con lei, lui l'avrebbe sempre salvata.
"Bene, andate. Buona scuola e belle corna Harry." Ghignò voltandosi con una mano alzata come saluto e nella mente l'immagine di Malefica uguale a suo figlio.
Balthazar aprì la porta piegando la testa in segno di rispetto al passaggio di Harry e poi la richiuse subito.
Harry scese le scale saltellando, il quale fece ridere la piccola Frell. Camminarono per la strada sorpassando sguardi indagatori e arrivando dopo dieci minuti davanti la scuola, in cui le occhiate continuarono.
Il figlio di Malefica sapeva la ragione di quegli sguardi continui... le sue corna.
Quando vide il suo gruppo d'amici vicino le scale sorrise e abbracciò tutti velocemente per poi piazzarsi su uno dei gradini e far scendere Frell.
Zayn e gli altri fecero finta di non accorgersi delle corna non nascoste e del buon umore che trasmetteva Harry.
"Ragazzi, non accetto che mi portiate via Harry. Sono stata così tanto tempo sola in questi giorni!" Li rimproverò Frell mettendo le mani sui fianchi e un cipiglio adorabile.
I ragazzi cattivi la fissarono e Jayadeep aprì la bocca per rispondere quando un occhiataccia da parte di Harry gliela fece chiudere in un millisecondo.
"Frell, tranquilla non succederá più." Le disse Carol accarezzandole una testa con un tentacolo e le sorrise dolcemente.
Le prese la manina quando la campanella suonò e l'aiutò a salire gli enormi scalini per entrare dal portone di quercia.
Harry restò un po' indietro per non far sentire le domande a la piccola corva che sicuramente i suoi amici gli avrebbero fatto tra qualche momento.
Infatti come se le avesse chiamate partirono.
"Non siamo stati insieme in questi giorni. Di che cosa parla Frell? Dov'eri e perchè non vuoi dircelo?"
"Giá, Adeep ha ragione, dov'eri? E perchè non hai nascosto le corna oggi?"
"Harry rispondi!" Sussurrò-urlò Blue Eyes quando il silenzio del figlio di Malefica si prolungò fino all'entrata e oltre.
"Avevo degli impegni e mi dovete reggere il gioco. Comunque sembrate troppo delle madri superossessive barra ansiose."
"Quali impegni?" Chiese Blitz non facendo caso alla piccola offesa, si portò una ciocca ribelle dietro l'orecchio e si grattò il naso con gli artigli affilati da leone.
"Non sono affari vostri, mi dovete solo reggere il gioco, quando sarò sicuro di tutta la faccenda ve lo dirò. Adesso ci sto ancora lavorando." Sbuffò il riccio alzando contemporaneamente le spalle, accellerò la camminata per lasciarsi alle spalle gli amici e le loro facce confuse.
Era difficile pensare a quello che come un'idiota aveva fatto. Aveva aperto il suo cuore a Louis come niente, gli era sembrato normale parlare con lui di qualcosa di profondo. Si era lasciato andare, aveva detto quello che pensava e come era il ricordo di sua madre e come si sbagliassero tutti. Anche se era andato lì per portare avanti il suo piano, di certo non se ne era dimenticato, aveva trovato un imprevisto.
Ripensava ancora alle labbra di Louis, erano così fini e vicine alle sue, immaginava che si sarebbero perse nelle sue quando lo avrebbe baciato. Aveva assaggiato per la prima volta il sapore del castano e ci scommetteva che sarebbe stato bello mischiato al suo. Voleva non fermarsi più e forse era stato anche stupido non prenderlo lì quando il castano era così voglioso, però aveva fatto bene, sarebbe stato troppo presto.
Aveva un problema, un enorme problema come una grandissima roccia sul suo sentiero, il quale lo avrebbe portato alla fine del suo viaggio. Comunque se ci pensava bene quel masso era di una bellezza sconvolegente e poi era strano pensare che Louis fosse una roccia, lui piccolo piccolo.
Si fermò di colpo dandosi dello stupido per i suoi ragionameti stupidi e anche le sue metafore stupide... doveva fare colazione sta mattina, lo sapeva.
Ricominciò a camminare verso la prima lezione senza passare dal suo armadietto, avrebbe fatto comparire i suoi libri sul banco, se ne avesse avuto voglia.
La sua lezione era "Storia di Red Oak City e dintorni ", una noia mortale paragonata a "Storia della magia oscura" ma era comunque meglio di altre lezioni.
Quando la classe diventò piena e la professoressa si sedette alla cattedra la lezione iniziò con lui seduto in fondo tra i suoi amici e con la piccola Frell seduta sul suo banco e un'infinita di domande da compilare.
La bambina faceva dondolare le gambette vestite da dei piccoli jeans avanti e indietro scontrandole nel frattempo tra di loro, dando modo alle persone di lamentarsi del rumore.
"Smettila!" Sibilò Jack voltandosi verso l'ultima fila e lanciò alla figlia di Fosco un'occhiataccia.
Frell si fermò di colpo per il modo velenoso con il quale Jack, figlio dello spensierato Peter Pan, le aveva parlato. Si avvicinò ad Harry con lo sguardo a terra e due lacrimoni agli occhi.
Il riccio accarezzò i capelli a caschetto della sua amica e con sguardo fiammeggiante guardò Jack, il quale degluti rumorosamente.
Con solo due dita e un gesto veloce il figlio di Peter Pan si ritrovò il muro attaccato alla sua faccia più e più volte.
"Jack, Jack, Jack non permetterti più di parlarle così o sará l'ultima cosa che farai, capito verme?" E la faccia gli risbattè altre volte contro il soffitto.
"Harry lascialo andare!"
Harry fissò la professoressa con ancora i gemiti di dolore del ragazzo a risuonare nel silenzio. Poi, un colpo secco... Jack era caduto a terra.
"Oh! Lei diceva di appoggiarlo a terra?! Oopssss quanto mi dispiace, come sta la tua faccia?" Lo prese in giro il figlio di Malefica, continuò ad accarezzare la testolina della piccola Frell che ridacchiava insieme agli altri figli dei cattivi delle favole.
"Harry, sono stanca delle tue pagliacciate. Oggi rimarrai qui a pulire la sala da ballo e senza magia per colpa del tuo comportamento. Paul porta il povero Jack dalle fate guaritrici in infermeria, lì gli aggiusteranno l'osso del naso e la faccia. Infine noi cominciamo il nuovo argomento se Harry ha finito con i suoi tentati omicidi." Disse lanciando all'ultimo una lunga occhiata al ragazzo con le corna.
Il riccio si guardò le unghie e fece finta di pensare. "Sì, sì. Ho finito, credo."

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Ciao...
Volevo chiedervi scusa per il mio enorme ritardo, ma adesso il capitolo è qui e fa schifo, però è qui. Spero che vi piaccia perchè a me non piace. Ci ho messo troppo per scriverlo e fa anche vomitare, ma okay è solo un capitolo di passaggio.
Al prossimo (spero non troppo in ritardo) capitolo...

BB

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