Capitolo 34
Izuku pov's
Sono passati ormai due giorni da quando sono tornato a casa mia.
Mia madre è in un perenne stato di ansia, se avessi saputo che sarebbe stato così sarei rimasto al dormitorio.
Mi alzo dal letto e mi massaggio il ventre, mi sento stanco e spossato nonostante abbia dormito per molto tempo.
Negli ultimi giorni ho cominciato ad avere ricordi spezzettati ed incompleti della mia vita con Kacchan negli ultimi due anni.
Mi ricordo molte cose, non tutto, ma è già qualcosa.
Quando muoverai il culo sarò vecchio.
Ah si, e poi c'è questa vocetta che mi assilla da mattina a sera.
Ma perché non mi faccio ricoverare in manicomio e basta?
Non sei pazzo caro, sei solo stupido.
Apposto, confortato da una voce nella mia testa, perfetto.
Mi scompiglio i capelli già di per se disordinati e mi massaggio lentamente la pancia lasciando vagare il mio sguardo sulla mia camera completamente dedicata ad All Might.
Il mio sguardo passa dalle action figures ad i poster e sbadiglio ancora.
Chissà cosa starà facendo Kacchan.
L'ultima volta che ci siamo visti era terrorizzato.
Perché sto pensando ancora a lui?
Che c'entra adesso Kacchan?
Mi massaggio le tempie e mi rendo conto che il mio mal di testa sta peggiorando.
Mi alzo lentamente dal letto e mi stiracchio cercando di trattenere un gemito di soddisfazione quando la mia schiena scricchiola facendo rilassare i muscoli tirati ed indolenziti.
Mi metto le prime cose che mi capitano sottomano e scendo giù in cucina.
Appena entro nella sala da pranzo vedo mia madre intenta a parlare al telefono.
Sembra molto occupata, meglio non disturbarla.
La aggiro in silenzio e mi dirigo senza farmi notare verso la cucina.
Frugo tra gli scaffali e trovo dei cereali. Prendo una tazza e del latte dal frigo e mi siedo pigramente al tavolo in cucina.
Mentre faccio colazione lascio che il mio cervello vaghi per terre oscure ed ignote alla ricerca di quei frammenti di memoria che tanto bramo di riottenere.
In sottofondo sento la voce di mia madre che diventa sempre più nervosa ed agitata.
Chissà con chi è al telefono.
Porto alla bocca l'ennesimo cucchiaio di cereali e mentre lo mando giù continuo a pensare alla scuola e ad All Might.
Prima o poi dovrò tornare non posso starmene fermo a far nulla per sempre.
Lo supererò, ce la posso fare.
Dopotutto a me piace Katsuki, non posso dimenticarmi di questi sentimenti, devo solo capirli.
Finisco i cereali e bevo velocemente il latte rimanente all'interno della tazza.
Una volta finito metto tutto nel lavello e raggiungo mia madre in salotto.
Origlio senza farci troppo caso l'ultima parte della conversazione che sta ancora continuando da prima.
<<Si lo so... ma non possiamo obbligarlo... non è giusto nei loro confronti... Mitsuki sai come la penso riguardo a queste cose. Non voglio che sia un brutto ricordo>>
Sento la voce metallica della zia Mitsuki, a causa del microfono del cellulare, dire qualcosa di incomprensibile.
Non capisco cosa stia dicendo, però dall'espressione di mia madre suppongo qualcosa di imbarazzante.
Mia madre è diventata un peperone e sta rimproverando la zia per essere volgare, avrà fatto qualche battuta a sfondo sessuale. Come sempre.
A volte mi stupisco di come una donna possa parlare tanto allegramente e con incredibile leggerezza di alcuni argomenti.
Mi siedo sul divano dietro mia madre mentre lei chiude la chiamata sospirando.
Una volta sentito il bip sordo che annuncia la fine della telefonata decido che è il momento giusto per parlare, quindi mi schiarisco la gola e lo faccio.
<<Buongiorno mamma>>
La vedo saltare e trasalire allo stesso tempo. Devo averla terrorizzata. Eppure è un bel po' che sono qui.
<<C-ciao Izuku caro, che fai qui?>>
Ma secondo te che faccio in soggiorno? Un cazzo come sempre.
Ignoro il commento inadatto e poco carino
<<Nulla ho appena fatto colazione, di cosa parlavi con la zia Mitsuki?>>
La vedo stranamente nervosa nel sentire la mia domanda, qualcosa non mi convince.
Mia madre è pessima a mentire. È peggiore di me.
<<N-niente di importante tesoro, stavamo parlando della situazione tua e di Katsuki>>
Non mi piace questa situazione.
Aggrotto le sopracciglia e la guardo di sbieco.
<<Mamma lo sai che non mi piace quando fai le cose alle mie spalle, cosa mi stai nascondendo?>>
Mia madre mi sorride e mi da una lieve pacca sulla testa prima di andare in cucina per, a sua detta, farsi un altro caffè.
<<Non ti sto nascondendo nulla Izuku, rilassati, sei troppo teso. Forse sta per arrivati il calore...>>
Odio quando tira fuori la questione del calore per evitare tutte le mie domande, sa che mi imbarazza parlarne e sfrutta la cosa a suo favore.
Non mi resta che arrendermi e sperare che non stia organizzando qualcosa alle mie spalle, come ovviamente temo.
Sbuffo e opto per ritirarmi in camera mia per crogiolarmi nel mio stato di ansia perenne e stress.
Katsuki pov's
Mi sveglio di soprassalto e madido di sudore.
Velocemente mi ritornano alla mente le immagini frammentarie ed imprecise di quelli che dovevano essere dei ricordi del mio passato.
Mi passo le mani tra i capelli bagnati dal sudore e cerco di far rallentare il battito cardiaco.
Un incubo.
Un cazzo di incubo.
Porca puttana non ce la posso fare, sono un bastardo del cazzo.
Mi ritornano in mente le parole di puro disprezzo che rivolgevo ad un piccolo ragazzino terrorizzato.
Ripenso ai suoi occhi gonfi di lacrime e di paura e sento la gola contrarsi. Il mio stomaco si attorciglia su se stesso e sento l'impulso di vomitare.
Gli ho fatto troppe cose orribili. Non potrò mai più guardarlo in faccia.
Con che coraggio posso impormi su di lui dopo aver rovinato la maggior parte della sua vita?
Con che coraggio posso provare di nuovo ad abbracciarlo?
Con che coraggio posso dirgli che lo amo?
Cazzo.
Cazzo.
CAZZO.
<<CAZZOOO!>> sbatto il pugno chiuso contro la parete accanto al mio letto.
Non posso fare nulla.
Non posso dirgli che lo amo.
Non posso provare a sistemare le cose.
Non più.
Sospiro ed alzo il viso verso il soffitto, mi lasciò lentamente ricadere tra le lenzuola fradicie del mio stesso sudore e sospiro.
<<Cosa cazzo devo fare?>>
Mi passo una mano sul viso e chiudo gli occhi distrutto.
Non so che dire, se dovessi vederlo adesso cosa ne uscirebbe fuori?
Non lo so.
Tutta questa situazione di merda mi sta facendo incazzare!
Ma non ho nessun diritto di essere io quello incazzato, non posso fare altro che scusarmi con lui e....
Spalanco gli occhi e scatto a sedere ancora una volta.
Il pensiero che mi attraversa la mente mi fa tremare e ribollire all'interno.
Fisso un punto indistinto davanti a me e sento la mia mente svuotarsi, lasciando spazio solo e soltanto ad un singolo pensiero.
Una singola frase.
A fatica riesco a trovare la forza di tramutare quel pensiero in parole.
<<Gli ho mai chiesto scusa...?>>
Ehm. Si. Ok.
Fa schifo. Lo so. Chi ho messo un secolo ed ho scritto un aborto. Mi dispiace. Non so che dire. Sono sull'orlo di una crisi di nervi e non vedo l'ora che inizino queste vacanze estive di merda.
Passo e chiudo.
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