Parte senza titolo 5
Un passo ... dopo l'altro. Era così che Nina vedeva l'amore, quello che ti fa sorridere anche quando non c'è ne bisogno. Ed era questo che le capitava quando pensava ad Alessio, era come passeggiare a piedi nudi sull'erba bagnata dalla brina, un brivido e poi, calore che sale fino al cuore. I suoi occhi tornavano spesso a farle compagnia durante le lunghe attese dei suoi pensieri. Era passato quasi un mese dall'incidente e a volte faceva dei sogni strani, un continente diverso un epoca diversa, tutto diventava sempre più chiaro, compreso il suo desiderio di averlo accanto. Si concentrò sul da farsi, voleva continuare a scrivere il suo romanzo ma quante domande senza risposte avrebbe dovuto fare, soprattutto a se stessa. Azionò il microfono e si concentrò sul futuro incontro tra Lei, Lui, Simon e Jack.
"Lei aprì la porta di casa richiudendosela velocemente alle spalle e un dolce sorriso la fece sorridere a sua volta. Il viso di Simon era segnato dalla mancanza di sonno, i capelli arruffati e i jeans stropicciati le diedero l'impressione che non avesse avuto il tempo di prepararsi a dovere.
«L'aspetto se vuole scendere.» Gli disse Simon mentre pigiava continuamente il tasto per chiamare l'ascensore.
«Si, grazie.»
Lei l'osservò ancora un po', poi si permise di dire: «Non arriva prima, se continua a schiacciare il pulsante.»
«Lo so ma sono in ritardo e questa è la lezione più importante, se Jack mi vedesse, sicuro partirebbe con i rimproveri.»
"Beh non avrebbe tutti i torti" pensò Lei assorta.
«Mi scusi, noi non ci conosciamo ma Jack mi ha raccontato di ieri» e sorrise timidamente.
«Ci siamo conosciuti in banca e abbiamo parlato, poi l'ho vista arrivare e ...»
«E?»
«Niente ho pensato che eravate belli insieme.»
Simon si guardò le scarpe e l'ascensore emise un suono che assomigliava alle campanelle di natale e le porte si aprirono. La fece passare seguendola, schiacciò lo zero e si mise le mani in tasca, tanto non sarebbe arrivato prima se avesse continuato a premere il pulsante.
Lei era curiosa, voleva sapere come si erano incontrati, da quanto stavano insieme e come aveva fatto un giovane direttore di banca a catturare gli occhi splendidi del futuro medico. Quando si aprirono le porte Simon scappò fuori correndo.
«Arrivederci» gli disse velocemente.
Lui era in corsia per le visite post intervento e il suo pensiero corse per un nano secondo a Lei, chissà cosa stava facendo? Chissà se si era fermata a regalargli un pensiero, come avrebbe fatto a rivederla. Ricordò il suo corpo caldo e gli occhi leggermente gonfi e languidi di chi ha goduto senza riserve.
«Dottore?»
«Si.»
«A cosa sta pensando?»
L'infermiera che lo assisteva si era accorta che era distratto. A Lui non era mai capitato, era sempre attento e puntiglioso fino allo sfinimento.
«Scusa chi è il prossimo?»
La porta venne aperta con discrezione, il paziente: un uomo di mezza età, dormiva ancora e pensò che avrebbe dovuto farlo anche lui, il suo turno finiva alle otto ed era in ospedale dalla sera precedente. Sbadigliò mettendosi la mano davanti alla bocca e si concentrò sulla cartella clinica. Finite le visite lasciò le cartelle alla collega che le avrebbe digitalizzate prendendo il suo posto nel turno della mattina. Si tolse il camice, afferrò la ventiquattro ore e scese al bar, aveva bisogno di caffè e di un cornetto al cioccolato e poi pensava al suo letto, alla finestra socchiusa e alle tende tirate. Anche lui prese i mezzi pubblici e quando la metro si fermò alla quinta stazione, sull'altro treno, fermo nel senso opposto al suo, intravide un viso famigliare: era Lei. Sorrideva e parlava con un'altra donna: "forse una collega", pensò mentre si riempiva gli occhi di Lei e sorrise."
Era lo stesso il sorriso che aveva Nina quando pensava ad Alessio, quanto di lei c'era nel suo romanzo?
Alessio stava uscendo di casa con una pila di fogli sotto il braccio, raggiunse la macchina in garage e li appoggiò sul sedile accanto al suo. Si ritrovò in strada alla luce del sole, la musica che arrivava dalla sua stazione radio preferita alleviava la sua nostalgia, aveva dormito poco, si era girato e rigirato nel letto pensando a Nina. Tra qualche giorno avrebbe tolto il gesso e non avrebbe avuto più bisogno del suo aiuto. Voleva trovare un modo per starle vicino, per conoscerla meglio, per condividere con lei qualcosa di autentico, ma cosa pensava? A Nina non interessava lui come uomo e forse nemmeno come editor, si era accorto all'inizio della loro collaborazione che lei a volte voltava lo sguardo altrove, per evitare di fargli vedere davvero cosa pensava. Quando faceva così si arrabbiava, chiedendosi se Nina avesse capito davvero il suo comportamento. Non era un rompiscatole ma una persona capace e attenta, non voleva che fallisse, fin dal primo momento si era dedicato anima e corpo al suo lavoro, dandole consigli ma adesso si rendeva conto che forse avrebbe dovuto usare frasi diverse, e diversi atteggiamenti. Sbuffò fermandosi a un semaforo e spense la radio, era quasi arrivato in ufficio quando il telefono suonò. Non ci poteva credere, il display faceva lampeggiare il nome di Nina. Spinse il tasto sul monitor dell'auto e rispose.
"Buongiorno tutto a posto?"
"Si, volevo chiederti se potevi accompagnarmi a togliere il gesso."
Alessio voleva ridere tanto era contento della richiesta ma si trattenne mantenendo un tono serio.
"A che ora dovresti andare?"
"Alle undici, dopodomani."
"Dammi il tempo di arrivare in ufficio e di controllare i miei impegni, poi ti richiamo."
"Addirittura deve controllare gli impegni per accompagnarmi." Pensò Nina tristemente.
"Va bene, allora ci sentiamo dopo"
Il dopo di Alessio era come aver provato una fitta al cuore, il calore che infiammava le guance, il battito perso durante un respiro. Nina si portò le mani a coprirsi il viso, come se non avesse voluto provare quello che stava provando. Molto probabilmente Alessio stava riuscendo a far venire fuori la vera Nina, lei chi si era sempre nascosta nelle parole che scriveva, non aveva mai vissuto davvero e ora si sentiva persa e ritrovata, allegra e triste, stanca ed vigorosa, cosa le stava succedendo? Possibile che fosse amore? "Riprenditi Nina è impossibile, forse sono tutte quelle medicine che hai preso, non ti illudere. Alessio non è il tuo destino." La vocina di Nina nella sua testa era davvero cattiva, ma doveva darle atto: non poteva assolutamente illudersi. Tirò un sospiro e riprese in mano il telefono per ricominciare a dettare.
"Simon tamburellava con le dita sul cellullare, indeciso se chiamarlo o no. Voleva sentirlo ma di solito a quell'ora Jack riceveva i clienti importati i Business, tanto per capirci. Aveva il telefono nella tasca della giacca e sperava con tutto il cuore di poter sentire il bip che lo avvertiva che era arrivato un messaggio. Passarono le ore e verso mezzogiorno si risedette alla sua scrivania, controllò il telefono e si accorse con stupore che Simon glieli aveva mandati i messaggi, solo che lui aveva silenziato il telefono e di conseguenza non li aveva n'è sentiti n'è letti. Simon gli diceva che sarebbe rientrato a casa e avrebbe dato una pulita, avrebbe preparato la cena e lo avvisava che gli doveva parlare. Non riuscì a trattenere un sorriso ma anche la preoccupazione di sapere cosa aveva da dirgli. Nell'ora di pausa lo chiamò.
"Come vanno le pulizie?"
Simon si aspettava che gli chiedesse altro, a volte non lo sopportava proprio.
"Bene ho finito di stendere ora, meglio non usare l'asciugatrice visto il bel tempo."
"Cosa hai preparato per cena?"
Ancora una domanda che non gli piaceva.
"Non ho preparato ancora niente, sono stanco credo che guarderò una serie tv, ho bisogno di riposare."
"Non stai male? È successo qualcosa che dovrei sapere?"
Eccola la domanda giusta.
"Ne parliamo a cena" e così dicendo lo salutò.
Jack si sentiva stordito, nel frattempo che pensava qualcuno busso al vetro. Si alzò per andare ad aprire al suo vicino di casa.
«Giacomo che piacere.» Esordì Lui allegro.
«Nessuno mi chiama con il mio nome per esteso, tu sei l'unico.»
«A me piace il tuo nome, e Simone come sta? É un po' che non lo vedo.»
«Studia, studia e basta.»
Porca miseria pensò Nina devo assolutamente trovare dei nomi i per Lui e Lei.
NOTA DELL'AUTRICE: Potete consigliarmi qualche bel nome italiano per lei e lui.
Grazie Buona lettura e se vi piace condividete e votate.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro