Capitolo 2
NOTA: Buona domenica e Buona Festa della Mamma. Vi ricordo che Bad Girl su questa piattaforma ha solo il primo capitolo. Andate a vedere il seguente link e spero che mi vogliate sostenermi come avete fatto sempre.
https://www.bookroad.it/prodotto/imprevisti-damore/
Quando ritornò a casa, Alessio ripensò al viso stanco e provato di Nina, alle sue guance rosse, al respiro lento di quando si era addormentata sul divano. L'aveva presa in braccio delicatamente per portarla a letto. Lei aveva afferrato la felpa con la mano destra per non cadere.
«Dove mi stai portando?»
«A letto, ti sei addormentata.»
Nina sospirò ma gliene fu grata, si sentiva un rottame, così non si lamentò quando involontariamente lui gli cadde addosso, «Scusami ho perso l'equilibrio.»
«Però ora alzati mi stai facendo male.»
Alessio si alzò velocemente, la coprì con le lenzuola, mise un bicchiere d'acqua sul comodino con accanto le medicine e sorrise.
«Ora vado, ho rimesso in ordine, buona notte.»
«Buonanotte, grazie» le rispose sbadigliando.
Alessio chiuse la porta, aveva recuperato all'insaputa di Nina le chiavi di scorta che lei teneva nel porta oggetti su una mensola della libreria nell'entrata. Pensò alla sua casa ricolma di libri, l'odore di carta e legno si mischiava con quello dei sali da bagni. Gli era piaciuta molto, sapeva di lei, del suo stile, del suo delicato e spirituale modo di essere.
Tornato a casa, si spogliò e fece una doccia, non riusciva mai ad addormentarsi ad un orario decente e così si focalizzava sui programmi trasmessi in tv che gli tenevano la mente occupata: documentari. Ecco cosa gli serviva, una voce bassa e un universo da scoprire, era sdraiato sul divano a contemplare le stelle e i pianeti che si muovevano generando colori magnifici, quando all'improvviso non sentì più nulla, la mente si era assopita e il suo cuore ora poteva riposare, aveva rimandato al giorno dopo tutte le preoccupazioni e ora dormiva tranquillamente. Il suo divano sembrava un letto, abbastanza grande da contenere la sua figura.
Nina si svegliò parecchie volte, non trovava una posizione giusta per rilassare la schiena e il collo, che le doleva in modo particolare, le lunghe ore al computer non avevano beneficiato alla sua cervicale. Notò il bicchiere e le medicine, sorrise pensando al viso contorto di Alessio quando l'aveva presa in braccio, non capiva se era per lo sforzo o se era per il timore di farle male. Sospirò, ultimamente lo faceva spesso. Era quasi l'alba e non riuscendo più a dormire, nella sua mente si visualizzarono le parole, prese il cellullare e azionò il registratore.
"Se Jack avesse saputo di non poterlo amare fino in fondo forse non gli avrebbe mai chiesto di trasferissi da lui. Lo guardava respirava piano, il corpo disteso sul letto coperto a metà dal lenzuolo bianco, la forma delle sue spalle che si muovevano piano al suono del lento respiro, i glutei sodi e invitanti, le sue caviglie sottili e i piedi affusolati.
«Smettila di guardarmi.»
«Sei sveglio?»
«Sembra di sì.»
«È ora che ti alzi, farai tardi.»
«Sai mi è sembrato quasi di sentirti nella mia mente. Speravo in parole amorevoli ma a quanto pare dal tuo tono non sei davvero felice, di avermi qui.»
Jack si sentì sprofondare, non avrebbe mai voluto sentirsi così, non credeva di essere ovvio e lui se n'era accorto solo dalla voce? O aveva intuito qualcosa dalla notte precedente, quando non si era offerto come una vittima sacrificale alle attenzioni del suo fidanzato?
«Non dire così, sai come sono fatto.»
«Si lo so. Vai pure al lavoro, ora mi alzo.»
Simon si voltò per guardarlo e i suoi occhi azzurri e profondi gli trafissero l'anima e Jack girò su se stesso per raggiungere la porta che l'avrebbe portato fuori dal suo incessabile pensare."
"Chissà se a Alessio piacerà?» Si chiese mentre prendeva l'acqua per mandare giù un pastiglia enorme. "Come diavolo si fa a ingoiare questa roba" pensò e ingollò un gran sorso d'acqua. La pastiglia scese graffiandole la gola. Si alzò piano, mettendo a terra prima un piede e poi l'altro, ebbe una vertigine e pensò che forse avrebbe dovuto chiedere a qualcuno di farle compagnia, almeno per due o tre giorni, finché non si fosse ripresa un po'. In bagno si guardò allo specchio osservando una Nina con il viso smorto e i capelli arruffati, le occhiaia e un alito alquanto pesante. Doveva sistemarsi, così si pettinò, si lavò i denti e la faccia, si spogliò cercando di muovere il meno possibile la parte sinistra del corpo. Era passata più di mezz'ora quando uscì dal bagno e il sole faceva capolino dalle persiane socchiuse. Amava la sua casa di ringhiera, in una corte ristrutturata da poco le dava la possibilità di conoscere gli inquilini, c'erano poche famiglie e tutte si adoperavano per essere gentili e collaborativi. "Ecco posso chiedere a Virginia se mi fa compagnia, lavora da casa anche lei e potrebbe darmi una mano a scrivere al Pc." Rifletté cercando di farsi un caffè.
Virginia detta Gina, era affacciata alla finestra e fumava una sigaretta come se fosse stata l'ultima della sua vita, si guardava in giro, qualcuno diceva che spettegolava spesso ma Nina non aveva notato questo aspetto della ragazza, semmai aveva intravisto in lei quello che gli altri non vedevano: una forte personalità, diretta, poco diplomatica, quasi senza filtri ma credeva anche che sarebbe stata una buona amica, le ragazze come lei, pensava, non avrebbero mai tradito. Aprì completamente la persiana della camera da letto e la salutò, quando Gina la vide si affrettò a uscire di casa, in ciabatte e pantaloncini corse giù dalle scale e risalì dalla parte opposta per raggiungere Nina.
«Cosa ti sei fatta» le chiese ansiosa.
«Sono caduta dalla bici.»
«Cazzo, potevi morire. Ora come stai?» disse tastandole il corpo.
«Sto meglio, grazie. Non è nulla di grave.»
«Lo dici tu, con il lavoro che fai non vorrei essere nei tuoi panni.»
"Eccola la verità, lo sapevo." Pensò Nina allontanandosi di poco, non le piaceva quando le persone la toccavano.
«Hai bisogno d'aiuto, non so, la spesa, le medicine, le visite o qualsiasi altra cosa?»
«Di qualcosa avrei bisogno.»
«Dimmi, sono tutta orecchi.»
«Sai che devo consegnare il manoscritto, tu sai battere a macchina?»
«Che modo antiquato hai di parlare, so usare Word, ci lavoro non ricordi?»
"Forse non era la persona giusta alla quale chiedere" pensò Nina rendendosi conto che averla avuta intorno per parecchie ore al giorno avrebbe compromesso la sua salute mentale.
«Di che cosa avresti bisogno?»
Una voce allegra e un viso solare apparve sulle scale, le scarpe da tennis non fecero rumore e Nina si fermò girandosi lentamente.
«Oh, Alessio come mai qui?»
«Sono venuto a vedere come sta la mia scrittrice.»
Nina fece le presentazioni e Alessio strinse la mano di Gina che rimase affascinata dalla bellezza del ragazzo, rimase a fissarlo per un tempo che sembrò lunghissimo a Nina, provocandole una strana sensazione di fastidio.
«Se non ti spiace, le preparo la colazione e non ti preoccupare ha già qualcuno che l'aiuta» così dicendo Alessio si eclissò in casa ma prima Gina rispose: «È lei che me lo ha chiesto?»
«Cosa?» Rispose Alessio serio.
«Di aiutarla a scrivere il romanzo.»
Alessio sospirò e la informò che ci avrebbe pensato la casa editrice, ogni cosa che poteva servire a Nina le sarebbe stata procurata da lui.
«Dai ci sentiamo dopo» la salutò Nina prendendola per le spalle e spingendola delicatamente verso le scale e raggiunse Alessio in casa.
«Non sei stato scortese con Gina?»
«No, troppo invadente per i miei gusti, sembrava che fosse il commissario di quelle serie tv che ti piacciono tanto.
"Come fa a sapere che mi piacciono le serie Tv?"
Alessio aveva apparecchiato con le tovagliette da colazione e tra le due aveva messo un piccolo vaso di cristallo che conteneva piccoli e variopinti fiori delicati. Nina si accomodò a quello che era il suo posto da sempre e mentre lo guardava prendere le ciotole la sua mente si proiettò in illegali sogni.
"Mentre lui si occupava di far sorgere in lei passionali sensazioni, voltandole le spalle si mise a canticchiare, il profumo di caffè le solleticava l'olfatto, il rumore del coltello passato con calma sulle fette biscottate che venivano spalmate di burro, le fecero pensare al tocco che avrebbero avuto le sue dita sulla sua pelle. Lei era rimasta in silenzio a osservarlo, aspettava solo che lui si girasse e quando lo fece un brivido le attraversò la schiena. I boxer lo fasciavano in modo sensuale e il torace nudo era un posto sul quale le sarebbe piaciuto accoccolarsi.
«Caffè macchiato, per la mia signorina.»
«Grazie.»
Gli si sedette davanti, era stata una bella notte d'amore, non si aspettava che lui fosse così gentile e che si prendesse cura di lei in quel modo romantico."
Nina si riscosse dal suo pensare quando Alessio gli si parò davanti guardandola intensamente, senza dire una parola.
«A cosa pensavi è un po' che ti osservo.»
«Fantasticavo sui miei personaggi. Prima o poi dovrò trovargli un nome, non credi?»
«Ma per adesso possiamo chiamarli lui e lei. Non avere fretta.»
"Come non avere fretta?" Pensò Nina addentando la brioche piena di cioccolata che trasbordò sporcandole il mento.
«Sei come una bambina, vieni» disse Alessio sporgendosi verso di lei.
Gli si avvicinò e Alessio usò le dita per toglierle la cioccolata dal mento e le infilò sensualmente in bocca succhiandole.
"Meno male che non ha usato la bocca, ma cosa penso? Svegliati Nina, la tua vita non è un romanzo." Si rimproverò.
«Mi stai con il fiato sul collo da quando abbiamo iniziato e ora mi dici che non c'è fretta?»
Nina era arrabbiata non riusciva a capire come mai Alessio fosse così tranquillo.
«Non te la prendere, perché ti arrabbi? Ho parlato con chi di dovere e vista la situazione ha posticipato la data della consegna. Dovresti essere felice.»
«Sai che anche dopo che sarò guarita farò fatica a scrivere.»
«Lo so, per questo ti aiuterò io.»
«Non se ne parla nemmeno, non voglio. Cercherò qualcuno che scriva per me.»
«Chi meglio di me, che ti seguo fin dall'inizio può assisterti in questo lavoro.»
«Le idee mi vengono quando tu non ci sei.»
"Che caspita stai dicendo Nina, ti rendi conto delle cazzate che spari solo perché non lo vuoi vicino? Hai forse paura?"
«Voglio solo darti una mano, dammi una possibilità.»
Nina prese il cellulare e gli fece ascoltare quello che aveva registrato.
Nota 2: Spero che vi piaccia fatemi sapere Grazie
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro