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"What have I done?"

Il cellulare vibra, forse è qualche messaggio; magari Jessie? Clayton con il quale ho ancora una promessa da mantenere?
Ma il ronzio continua, ancora e ancora: una chiamata.

Non mi vaaaa...

Ho passato la notte insonne: pensando un po' a Nash, un po' a Charlie, un po' a Kyle e la sua dichiarazione.

Ho deciso: non risponderò. Ma se fosse importante?

Mi allungo per rispondere ma smette di squillare, improvvisamente.

Damn.

Butto comunque un'occhiata: Nash.
E non solo una chiamata, bensì sei chiamate e una quantità assurda di messaggi.
Sudo freddo.

Non.. non ho voglia di preoccuparmene ora.

Così invano cerco di riaddormentarmi; ma dopo aver saputo che Nash mi ha cercata così assiduamente è quasi impossibile riprendere sonno. Mi faccio coraggio e leggo i messaggi, togliendo le spunte blu del "visualizzato".

Il mio principe;) : Lara, ti prego; leggi questi messaggi, ti supplico. So che non posso più pretendere nulla da te, non posso neanche sperare che tu mi dia retta ma, ti prego, almeno leggili.

Il mio principe;) : Cameron mi ha detto cosa è successo e.. ti giuro, mi dispiace, mi dispiace moltissimo credimi. Posso solo minimamente immaginare come ti devi sentire, sono stato un mostro, un essere orribile. Scusami, anche se so di essere nella posizione in cui non posso chiederti di perdonarmi.

Il mio principe;) : Mi dispiace davvero tantissimo. Da quel che mi ha detto Cam ero ubriaco fradicio e ti ho trattato uno schifo. Ho provato a chiedergli altro ma non sa dirmi nei dettagli; come probabilmente saprai non ricordo nulla.

Il mio principe;) : Lara, ero fuori di me, non sapevo cosa facevo. Ti ho fatto del male? Ti prego, dimmi cosa ti ho fatto, potrei morirne se non mi dici nulla. Sono stato un cretino, uno stronzo; mi faccio schifo in una maniera che non puoi neanche immaginare, sul serio. Sono stato un pezzo di merda...

Il mio principe;) : Lara, ti prego: dimmi cosa ho fatto. Voglio essere consapevole delle mie azioni, del male che ti ho fatto. Sono stato.. terribile. Proprio quello che con te non volevo assolutamente essere, eppure... se solo potessi tornare indietro lo farei, lo farei! Non avrei bevuto se solo avessi saputo che mi avresti raggiunta lì.

Il mio principe;) : Ora sembra quasi che ti sto dando la colpa, ma... non è così. Lara, mi dispiace, per qualsiasi cosa io abbia fatto. Ero furioso, lo so ma... probabilmente ho fatto qualcosa di inammissibile, ne sono certo.

Il mio principe;) : Ti prego, come ultimo desiderio nei miei confronti ti chiedo di rispondermi. Se non vorrai più avere a che fare con me dopo: capirò, e lo accetterò. Ma per favore, parlami. Non posso farcela senza di te.

Il mio principe;) : Lara, rispondimi ti prego. Sto uno schifo, di certo non più di te. Chissà che cosa ti ho fatto... scusami, scusami Lara, io.. mi dispiace.

Il mio principe;) : Ho bisogno di parlarti, di sentire la tua voce, anche rotta dal pianto. Non mi meraviglierei se piangessi a causa mia. So di essere stato spregevole e se vorrai evitarmi per sempre, mi tirerò indietro e non ti infastidirò più. Sopprimerò anche i miei sentimenti se necessario, perché per te, farei qualunque cosa.

Chiudo gli occhi, bloccando lo schermo del cellulare.

Perché.. Cristo, perché..?

Mi alzo controvoglia e, dopo i compiti, mi incammino verso scuola di Skylynn. Oggi sarà inevitabile incontrare Nash, ormai è bello che sobrio...
Non mi sento prontissima ad affrontarlo ma.. che altro posso fare?

«Laraaaa!»
Sorrido: ecco la peste di casa.
Le vengo incontro e mi scocca un bacio sulla guancia.
«Ehi, come è andata oggi?»
«Benone» mi sorride, più del solito.

Non sarà che...

«Ciao»
Mi volto e mi apro in un sorriso radioso «Ehi»
Charlie ricambia il sorriso «Sono rientrato un pochino prima»
Annuisco «Ne sono felice»
Il bambino mi lancia un'occhiata complice; ormai ci intendiamo.
«Oggi mi sembri davvero pimpante, sai, Lie» commento, facendogli un occhiolino.
La pulce è così occupata a ritirare Charlie che non si è minimamente accorta del mio gesto.

Lui ridacchia «Beh, sai com'è: la "scuola"» lancia un'occhiatina furtiva alla buondina, rido.

Che birbante quel ragazzino. Che non mi costringa a mettergli il guinzaglio; è troppo diretto con la mia pulce

Sfortunatamente il bambino non viene con noi, è venuto a prenderlo la sua babysitter; una certa Victoria.

Entriamo a casa; lui a quest'ora dovrebbe stare ancora a scuola.. ma arriverà presto, se non a momenti.

Prendi un respiro proofondo, Lara. Prooofondo. Calma, calma e sangue freddo. Tranquilla. Tranquilla...

Skylynn è in cucina a mangiare, mentre io sono seduta vicino a lei, dritta e rigida, in allerta.
«Tutto okay?» la pulce mi sta guardando.
Annuisco, meccanicamente «S-si, be-benissimo»

«Sono a casa!»
Perdo un battito, ma fortunatamente è solo Hayes.
Skylynn corre dal fratello, e proprio quando penso di aver scampato al pericolo un'altra voce va dietro al minore.
«Sono a casa...» una voce stanca e affaticata, ma riconoscibile.

Ingoio a forza, rimanendo seduta in cucina, rivolta verso l'entrata.
«Nashyyy» sento la pulce gridare, felice, e la risatina forzata del ragazzo.

Chiudo gli occhi.

Calma, tranquilla.. tranquilla

Hayes e Skylynn entrano in cucina, il ragazzo mi saluta e gli rivolgo un cenno di rimando.

È solo questione di attimi.

Mi volto, dando le spalle all'entrata: sto sudando freddo.
«..Ciao»

È lui.

«ciao» rispondo con una sicurezza che non ho affatto.
Probabilmente ora starà abbassando lo sguardo, sconsolato.
Al pensiero mi salgono le lacrime agli occhi: ma non piangeró qua.

Hayes si siede di fronte a me «Ma guarda un po' chi abbiamo qui. Cos'è tutta questa tristezza oggi? La mia prof di mate che singhiozza in classe, tu che sembri un cadavere e Nash che sta uno straccio. È la giornata dell'infelicità?» mi guarda.
Ha marcato volontariamente il nome di Nash, ha sicuramente intuito che qualcosa non quadra.

Sorrido «Oh no, è che ho sonno. Non ho dormito tanto stanotte» ribadisco.
Hayes sospira e si gira verso il fratello che, nel frattempo, si è seduto vicino a lui, di fronte a me.
«E te, si può sapere che hai?»
«Lo stesso: sonno, o qualcosina di più» commenta, spento.

Nash è davvero ridotto uno straccio, ora che lo vedo bene: i capelli scompigliati come se non se li pettinasse da una vita, le occhiaie scure, il volto stanco, un filo di barba sul mento.

Non posso vederlo in questo stato, no.

Mi alzo, e senza dire una parola, esco dalla cucina, salendo in bagno.
Mi guardo allo specchio: il trucco fa miracoli, dato che se non ce l'avessi sembrerei come Nash.

Cavoli, non posso neanche sciacquarmi la faccia...

Mi bagno le mani, tenendole sotto l'acqua per un po': È davvero piacevole.
Qualcuno bussa «Occup...»
«Lara..»

È Nash.
Ingoio il groppo che ho in gola, a fatica.

«Nash..?»
Lo sento sospirare «Lara..» ripete di nuovo.

Faccio girare la chiave e apro la porta, ritrovandomelo di fronte.
Ha uno sguardo implorante, perso nei miei occhi «Io..» vorrebbe parlare, ma forse non sa neanche che dire.
Scusarsi di nuovo?

Nonostante quello che è successo, mi è mancato come l'aria; so che ho bisogno di lui.

Non.. dovrei farlo. Ma.. voglio farlo.

Allungo titubante una mano, fino a posargliela su una guancia.
Ed è quella la goccia che fa traboccare il vaso: Nash afferra la mia mano, stringendola, e cade in ginocchio.

«Mi spiace, scusami, io.. Lara, ti prego di perdonarmi. Non so cosa ho fatto, ma..»
Mi inchino vicino a lui «Va bene» dico, convinta.
Sembra confuso «Va bene, cosa?»
«Vuoi sapere cosa è successo, no? Se ancora vuoi.. posso parlatene ecco...»

A Nash brillano gli occhi «Io ti..a.. adoro» si corregge, d'un tratto.
Fa un sorrisino tirato e si alza, prendendomi per mano.
Mi trascina dolcemente in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle e si siede sul letto, facendomi cenno di fare altrettanto.

«Ricordo di essere andato in quel pub perché ero arrabbiato. Dalarious, sai.. mi aveva detto delle cose; ma non sarò io a dirtele, non sono così stronzo»

Sorrido, e annuisco «Hai bevuto più del dovuto, mi hai intravista e poi non ricordi nulla, giusto?»
Nash si acciglia«Come fai a...»
«Ho i miei informatori» ridacchio, ma per quanto possa sembrare a mio agio, potrei iniziare a tremare da un momento all'altro.

Non solo fra pochissimo dovrò raccontare TUTTO al diretto interessato, il che sarà imbarazzante, ma dovrò dirglielo faccia a faccia. E senza omettere niente, soprattutto.

Nash è seduto dall'altra parte del letto, appositamente per far in modo di stare lontani«Allora.. cosa ho combinato?» chiede, nervoso ma al contempo serio.
Deglutisco.

Ci siamo.

«Vedi.. io ero lì per portarti indietro, a casa. Avrei voluto parlarti... solo che appena mi hai vista credo che ti sia arrabbiato ancor di più. Tanto, diciamo...e hai.. dato di matto, ecco»

Nash sta sudando freddo, mi guarda intensamente «Lara..» chiude per un istante gli occhi, ispirando, per poi riaprire quei pozzi blu «cosa ti ho fatto, di preciso?»

Mi sfrego nervosamente le mani matide di sudore. «Riguardo la cena con Kyle.. ti eri fatto strane idee su di noi, ma quando ho cercato di spiegarti non mi hai creduto. Hai ipotizzato che lui...» mi blocco
«Nash, sicuro che vuoi sapere..?»

Il ragazzo si passa una mano fra i capelli «So che forse ricordare ti farà male ma.. ho bisogno di sapere cosa ti ho fatto, non potrei mai perdonarmelo altrimenti. Non potrei sentirmi dAvvero in colpa, e vivrei con una parte della mia vita, nascosta. Una parte della mia vita con te, il che è decisamente più triste del resto. Con calma, ma... per favore, Lara, ho bisogno di saperlo »

Annuisco e prendo un respiro.
«Mi hai preso per i capelli, tirandoli e.. mi hai chiesto se Kyle..» abbasso lo sguardo «.. mi avesse portata a letto, ecco»

Sento Nash irrigidirsi, ma non dice nulla, ha solo i pugni stretti; le nocche bianche.

Continuo: prima parlo, prima finisco «Hai detto che stavo mentendo e.. mi hai baciata, a forza. Un bacio a stampo ma...»

«Quel livido vicino al labbro, quindi, te l'ho fatto io?» chiede, il tono severo; ma so che non ce l'ha con me, solo con sé stesso.

Annuisco.
«Poi hai farneticato sul fatto di chi fra te e Kyle fosse più bravo in "certe cose". E hai..»

Rapido e indolore, Lara.

«Hai messo le mani sui miei fianchi, alzandomi la maglietta. E salivi su. Ridevi come un pazzo» ricordo amaramente «Hai tirato in ballo... mio padre e intanto continuavi e..» la voce mi si sta incrinando.

Prendo un respiro: ormai è andata.
«Poi in quel momento Cameron è arrivato e ti ha dato un pugno. Mi ha portata a casa e poi è venuto a recuperarti»

Ho finito, ma Nash rimane in silenzio; lo sguardo sul pavimento, la mascella contratta. Ma sembra calmarsi; e la rabbia si tramuta in delusione per sé stesso.

«Sono un mostro»

Quell'affermazione detta da lui, da sobrio, mi fa male al cuore.
«No, non..»
«Mi stupisco che tu sia qui, nella stessa stanza con me»

Sgrano gli occhi, e mi avvicino, afferrandogli le spalle

Ormai non mi importa più: lui è qui, si è reso conto di quello che ha fatto. Mi basta. Ora ho bisogno di lui, del mio Nash.

«No,no! È vero, ti sei comportato da schifo ma.. Nash, ora sei qui, con me. E ti giuro, che non ho paura!»
Alza lo sguardo nei miei occhi

«Nash, è stato solo un errore il tuo. Ho passato di peggio, fidati. Non dirlo più: ora non sei un mostro. Intesi?»

D'improvviso, come se fino a quel momento non mi avesse ascoltata, poggia i palmi sulle mie guance, delicatamente come se fossi in porcellana.
Mi guarda in un'intensità senza pari.

«Credo di essermi follemente innamorato di te» rivela in un sussurro, ad un passo dal mio viso.

Rimango immobile, eppure non sento la sensazione di rigetto come per Kyle. Sento qualcosa scaldarmi il petto, il cuore. È piacevole; mi sento.. amata e importante.

Cerco di spostare lo sguardo, ridacchiando nervosamente «Ma come te ne esci..?»

Mi sposta il volto in modo da piantare i suoi occhi nei miei. «Lara, ti amo. Credimi, che ti amo»

Mi inumidisco le labbra secche, gesto che lui nota subito con la coda dell'occhio «Oh, io...» ma non riesco ad aggiungere altro.

Poggia la fronte sulla mia, sconsolato, quasi spaventato «Ti prego dimmi qualcosa. Questo silenzio mi sta uccidendo. Un segno, ti.. ti prego»

Ho la gola secchissima, non riuscirei a spiccicare sillaba, così sorrido.

So cosa fare

Annuisco.
Lui si scansa impercettibilmente «Come?»

Annuisco di nuovo, tossicchiando un po' per testare la mia voce
«Sai, non ricordavo.. non ricordavo come ci si sentisse ad amare. Non prima di oggi» lo guardo.

Sembra incredulo, ma presto la sua espressione si fa più rilassata, e si apre in un sorriso.
Mi carezza gli zigomi, le guance, le labbra; soffermandosi su esse.

«Quindi ora sono due» commenta pensieroso.
«Due, cosa?»

«I baci che ti ho rubato»
Ridacchio «Già, i primi due, entrambi rubati»
Mi guarda, un misto fra il malizioso e il desideroso «Fino a prova contraria ora io sono conseziente, e anche tu lo sei» alterna lo sguardo dai miei occhi, alle labbra.

«Fino a prova contraria» confermo.
Si inumidisce le labbra, e mi guarda «Te l'ho già detto, lo so, ma..» comincia il discorsetto, ma lo blocco.

«Vorrei baciarti» dico, decisa.
Lui spalanca la bocca «Oh. Hai fatto tutto tu, eh»

Sorrido «Non la smettevi»
Sorride a sua volta, portando una mano dietro la mia nuca «Sarebbe il nostro primo vero bacio. Niente più toccate e fuga»

Annuisco in assenso, ridacchiando.

«Okay, allora..» dice, titubante.
«Allora..?» lo incito.
Sbuffa «Senti, non resisto più, eh»

Si fionda sulle mie labbra, dapprima piano, poi con una delicatezza inaudita.
Chiudo gli occhi.

Il nostro primo, vero, bacio.

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