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The beginning

C'è solo buio in questa stanza, se di una stanza si tratta.
Poi una melodia, la sento; e la conosco. Solo che non ricordo dove io l'abbia già ascoltata prima d'ora; è così rilassante, vorrei davvero sapere il suo nome.
In questa coltre nera sarebbe la mia unica consolazione, la mia piccola ancora.
Mi sforzo con tutta me stessa di ricordare quando d'un tratto, nel buio, vedo qualcosa di chiaro avvicinarsi: sono due occhi.
Due occhi dal colore indefinito: un misto fra il blu del mare in tempesta, e l'azzurro, quell'azzurro freddo e glaciale.
Allungo un braccio per tastare quel volto..

«Lara»

Quegli occhi bizzarri sbattono le palpebre; vorrei avvicinarmi di più, vederli da vicino, ma qualcosa non me lo permette.
È come se avessi i piedi incollati al suolo..

«Lara, è ora.»

Gli occhi si allontanano lentamente e pian piano li vedo svanire.
Urlo di fermarsi, ma la persona, a cui quegli occhi incomprensibili appartengono, non mi ascolta.

«Sveglia, su»

Non vedo più nulla, se non il buio e poi una luce..

«Ah, ma insomma, Lara» dice mia madre alzando ancor di più la serranda e aprendo la finestra con la sua solita delicatezza da Gorilla. Mugolo qualcosa d'incomprensibile, tanto che nemmeno io so cos'ho appena cercato di pronunciare, e mi sotterro la testa sotto il cuscino.

Riaddormentati, riaddormentati, riaddormentati!!

Serro gli occhi più che posso cercando di concentrarmi su quegli occhi; ma il sonno è ormai passato e, cosa ancor peggiore, pian piano sto dimenticando il sogno che ho appena fatto. A parte quegli occhi però: quelli ce li ho ben memorizzati, stampati a fuoco nella mia mente.
«Lara Shane. Se non ti levi subito da quel letto la prossima bella dormita te la farai sul tappeto del salone» minaccia la mamma, e fidatevi: lei non scherza. Così decido di buttare la coperte a terra per poi rotolarmi sul letto e infine effettuare una comodissima caduta sul pavimento, reso più soffice e confortevole dal piumone sotto di me. Guardo la mamma sorridendo beffarda «Ecco, mi sono levata dal letto».
Ma lei non sorride, anzi, sembra volermi sbranare con gli occhi.

Ops.

Così mi alzo immediatamente, rimettendo poi le coperte al loro posto. La mamma fa un sorriso vincente «Ottimo, fai colazione e preparati. Si va a fare compere!» dice tutta pimpante uscendo dalla mia camera; sembra una bambina in un negozio di caramelle, il che mi rallegra già la giornata.

Da quanto non la vedevo così allegra..

Ma poi realizzo: si va a fare compere..
Strabuzzo gli occhi, ed improvvisamente mi sento più energica ed elettrizzata che mai.

Si va a fare compere!!

A causa dei nostri continui problemi economici dopo la perdita di mio padre, non abbiamo quasi mai avuto possibilità di svagarci io e la mamma; ogni singola cosa è pensata e calcolata e di certo non possiamo trascorrere una giornata tra donne.
Ma oggi.. cosa sarà mai successo? Poco mi importa, se è stata la mamma, quella sempre rigida nelle spese, a fare questa proposta vorrà dire che non siamo messe poi così male, no?
Prendo una fetta di pane e nutella e la mangio mentre, di fronte all'armadio, decido cosa indossare.

Non fa freddissimo, ma non è neanche ancora primavera; o almeno questo è quello che dice il meteo. Jeans, maglione e converse oppure jeans, felpa e vans? Oppure gonna, calze, maglione non troppo lungo e vans!

Decido per l'ultima opzione e, pulendomi una ad una le dita sporche di nutella, corro in bagno a lavarmi, truccarmi un poco e pettinarmi.
Dopo nemmeno dieci minuti esco e mi vesto per poi guardarmi allo specchio.

Da quanto tempo non avevo l'occasione di vestirmi decentemente, eppure manca qualcosa...

Gurado il mio riflesso molto attentamente per poi ricordarmi della collana ;la collana che mi regalò mio padre quando ero ancora una bambina.
Non la tolgo mai, ma oggi è stato necessario dato che mi si erano impigliate ciocche e ciocche di capelli.
«Ho fattoo!» grido affinché la mamma mi senta.
Ed ecco che dopo l'ennesimo trucco e parrucco sono bella e pronta.
Ehm, okay; sono solo pronta diciamo. Non che non mi piaccia il mio aspetto, anzi, ammetto di non essere neanche Miss. Bruttezza; ma a confronto con tutte le ragazze con le quali mi ritrovo a che fare sia al lavoro, sia alla scuola serale che per strada, i miei capelli mori e i miei occhi marroni non sono tutto questo granché ecco.
Ma non mi lamento: so che non ci sarà nessun bel principe azzurro, e se mai dovesse esserci di certo non guarderebbe una come me; che di tempo da perdere proprio non ce l'ha. Prendo cellulare e un po' di soldi delle mance di Starbucks messi da parte e io e la mamma usciamo di casa, più spensierate che mai.
Però il dubbio ancora persiste così decido di domandarglielo «Senti mamma, ma perché così d'un tratto? Cioè non che mi dispiaccia andare a fare spese, affatto. Ma...».
Lei ride, tutt'allegra «Contavo nel dirtelo più tardi ma in effetti non so resistere più a lungo. Voglio dirtelo: sono stata..».
Sono tutta orecchi e di certo questa suspense non aiuta, così, vedendomi col fiato sospeso, continua «Sono stata assunta come dottoressa provvisoria nel reparto pediatrico!!».
Non realizzo immediatamente cosa mi ha appena confessato, sbatto le palpebre un paio di volte, la bocca semi aperta dallo stupore.
La mamma sembra rattristarsi «Non.. non sei contenta?».
Mi do un schiaffetto e subito dopo lancio un urlo di gioia, lanciandomi immediatamente ad abbracciarla «Ommioddio, ommioddio, ommioddio. Oh mio Dioooo!» la stringo ancora di più a me mentre la sento ridacchiare.
Dopo un'infinità di tempo mi allontano un po', le mani ancora sulle sue spalle «Come.. cioè, sì insomma. Come hai.. assunta. Oddio, quando..» non riesco a formulare una domanda sensata.
«È che non potevo stare con le mani in mano. C'eri tu che facevi tutto: ti alzavi presto per studiare, poi il turno da Jo, e subito dopo la scuola, e poi se capitava restavi da Jo per i turni extra. E poi io: solo col mio misero lavoro d'infermiera».
Stavo già per bloccarla quando mi fa segno di lasciarla continuare:
«Mi sono chiesta:" ma che razza di madre sono?". E ho deciso di ribaltare un po' la situazione così ho fatto la proposta alla mia Capo Infermiera e, beh, lei mi ha detto che avevo molta esperienza alle spalle e che comunque il posto era solo provvisorio, così ha accettato. Non avendo un turno fisso non sarà un granché la paga, ma penso sia già qualcosa. Per te soprattutto Lara, vorrei che dopo il liceo andassi all'università che tanto desideri frequentare. E oggi, oggi si festeggia».
Penso di poter piangere da un momento all'altro così semplicemente l'abbraccio «Non ce n'era bisogno. Io ce la faccio, mamma» dico con voce rotta.
Lei mi scocca un bacio sulla guancia, probabilmente lasciandomi il segno del rossetto «Lo so, tu ce la fai sempre Lara. Ma volevo farlo. Ne avevo bisogno».

Sono così dannatamente fiera di lei.

Non ricordavo che il centro commerciale fosse così grande: o l'hanno ingrandito in mia assenza o ho la memoria corta.
Come prima cosa ci tuffiamo in tutti i negozi di vestiti possibili ed immaginabili; per lo più provandoci vestiti nei camerini per poi commentarli, ma qualcosina l'abbiamo anche comprata.
Ho rimediato una borsa di vernice rosso scuro nuova per la scuola, un vestito primaverile poco più su del ginocchio con dei motivi floreali a colori freddi e un bel paio di stivali neri che penso sposerò e una semplice bombetta nera.
Mentre la mamma una giacca di pelle marrone chiaro, un paio di scarpe aperte molto eleganti, un vestito lungo rosa salmone tinta unita, degli occhiali da sole e una sciarpa dai colori allegri e sgargianti.

Ci siamo date proprio alla pazza gioia oggi eh

Stiamo giusto per uscire dall'ennesimo negozio che abbiamo visitato quando, per aggiustarmi una calza, mi chino in mezzo a quel via vai di persone, e finisco per andare a sbattere contro qualcuno.
Faccio per alzarmi da terra «Oh, mi scusi, davvero» dico mentre cerco d'intercettare con gli occhi chi ho urtato; e infatti poco più in là vedo una signora indaffarata a raccogliere le proprie cose fuori uscite dalla borsa.
Mi avvicino a lei e comincio ad aiutarla «Mi scusi ancora. Non l'avevo vista e poi..» ma la donna mi sorride tranquilla «Non fa niente, succede a tutti di essere un attimo distratti, o sbaglio? Neanche io dopotutto stavo guardando dove mettevo i piedi» mi risponde ridacchiando.
Abbiamo finito di raccogliere le ultime cose e ci stiamo alzando da terra quando sento la voce di mamma rimproverarmi «Ah Lara, eri qui. Guarda dove ti sei andata a cacciare. E sei pure andata addosso a questa signora. Le hai almeno chiesto..» ma lascia la frase in sospeso, bloccandosi di colpo.
Mi giro verso la signora e vedo che ha portato le mani alla bocca, in un'espressione sorpresa quanto realmente stupefatta.
Mia madre sembra riprendersi dallo shock «Elizabeth?» chiede timorosa e la donna annuisce commossa per poi andare ad abbracciare la mamma «Rosaline, oddio sei tu. Rosaline».

Mamma conosce questa tale? E io ci dovevo proprio andare a sbattere contro eh!

La signora che da quanto ho potuto capire si chiama Elizabeth scioglie per prima l'abbraccio «Ma dove eri finita? È da.. da quanto sarà che non ci vediamo? Dieci, no di più. Saranno almeno una quindicina d'anni!»
La mamma è piuttosto imbarazzata, ma non nasconde il fatto che quella che doveva essere una sua vecchia amica le sia mancata davvero molto «Già, mi spiace aver rotto i contatti in questo modo Elizabeth. È che sono successe molte cose..».
Ma la donna non sembra affatto triste o arrabbiata, anzi, le luccicano gli occhi «Ah ma dai! Il passato è il passato e avrai tutto il tempo di raccontarmelo. Ma adesso.. » poi si gira verso di me guardandomi con quel suo sorriso amorevole
«Dunque tu sei la figlia della mia Rose, eh. Siete davvero due gocce d'acqua. E sei pure molto bella, proprio come la mamma. Qual è il tuo nome, tesoro?».
Si vede che guardandomi le suscito i ricordi di mia madre da adolescente e così, imbarazzata, la ringrazio «Lara Shane» le dico.
«Lara. Lara.» sembra quasi assaporare il mio nome.
«Non ricordo che "Lara" fosse nella tua lista dei nomi da dare ai tuoi figli» dice scaltra Elizabeth facendo arrossire mamma che si gratta la nuca in evidente disagio «Ehm, no. In effetti no. L'ha scelto il padre» risponde balbettando.

Mamma aveva fatto da giovane una lista dei nomi da dare ai suoi futuri pargoletti? Si spera che non fosse troppo lunga questa lista altrimenti sai quanti fratelli e sorelle...

Elizabeth con un sorrisone a trentadue denti ci prende entrambe sottobraccio
«Spero abbiate la giornata da dedicarmi perché abbiamo davvero mooolte cose di cui parlare, mie care» dice allegra e risoluta.
La mamma ridacchia, felice di aver ritrovato un pezzo del suo passato, e non posso che imitarla: questa donna sprizza vivacità e simpatia da ogni poro.
Forse, per una volta, il mio essere goffa e sbadata ha davvero giovato a qualcosa di buono.

Spazio autrice:
"""
Ah ah! Ne vedo di belle nel prossimo capitolo: che ne pensate?
La nostra sbadata Laruccia ne ha combinata una buona a quanto pare. Di che cosa parleranno mai quelle tre? *risatina malvagia
Ommioddio queste domande; dopotutto, so già come andrà la storia! Pff.
Ehm.. se.. questo è un altro di quei momenti imbarazzanti da ignorare.
Alla prossima miei cari! Xx

L'autrice di spoiler

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