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The beauty and the beast (pt. 1)

Lara's P.O.V.

che strano..

Spiego la prima coperta, distendendola a terra come materassino. Usando poi la seconda per coprire il mio corpo infreddolito.

Possibile che fosse arrabbiato qualche ora prima e adesso.. sembrava volesse.. non os.. farsi perdonare?

Scuoto la testa..

Nah. Ma che vai a pensare. È un boss di chi sa quale gruppo. Ricatta e rapisce gente tutti i giorni. Di certo farà così sempre.

Sto giusto per sdraiarmi quando mi ricordo della forcina tra i miei capelli.

Potrei..

Lancio un'occhiata alla porta e dal silenzio tombale posso dedurre che nessuno sta arrivando.

Non so come usarla ma tentar non nuoce.

Mi alzo e mi avvicino alla porta. Afferro la piccola mollettina e la osservo un attimo.

Cavoli.. ma come si fa??

La inserisco nella serratura con non poca difficoltà, e una volta dentro la muovo un po' dappertutto. Cerco di capire se c'è un qualcosa che potrei spostare per aprire la serratura, qualsiasi cosa. Ma è tutto inutile.
Sarò rimasta lì a provare per una buona mezzora prima di riporre la forcina tra i miei capelli e tornare tra le calde coperte.

Decido di chiudere gli occhi, sperando di cadere in un sonno profondo. Preferisco farmi svegliare poi, anche brutalmente da un tipo come Reyner, che restare sveglia tutto il tempo a rimuginare su cose che mi porterebbero solo più dubbi di quanti io già ne abbia.
E così fortunatamente succede.
Non so quando, ma mi sono addormentata cullata dal tepore di quelle morbide coperte, finché qualcuno che mi scuoteva la spalla mi ha svegliata.
Mi volto, ritrovandomi di fronte gli occhi smeraldo di Elliot.
«La cena» e posa ai miei piedi un vassoio ben fornito.
Alzo lo sguardo per ritrovarmi un Reyner che batte un piede con fare offeso.
Mi acciglio «C-cosa..?» provo a chiedere e subito il castano trova l'occasione per spiegare e, a quanto pare, incolpare il compagno.
«Mi ha vietato di svegliarti» si lamenta con fare bambinesco, Reyner.
Mi sfugge un sorrisino, e inarco un sopracciglio, come a chiedere "e perché mai?".
Elliot alza gli occhi la cielo, senza però abbandonare un attimo il suo carattere calmo e composto.
«Voleva calciarti» dice soltanto.
Sposto allora lo sguardo su Reyner che si sente accusato, tanto che incrocia le braccia «Ah ma che faccia tosta! Avrei fatto piano, come al prima volta. Sono stato delicato, giusto?» mi chiama in causa.
Mi alzo a sedere e abbasso lo sguardo «Beh, io..»
Elliot prende parola «eccola, la tua risposta»
«Ah ma su! Non le hai dato neanche il tempi di rispondere!» sbuffa Reyner.
Mi si avvicina e si inchina per raggiungere la mia altezza, dato che sono ancora seduta tra le mie coperte.
«Allora, Lidia?»
«Lara» lo correggo.
Lui scuote la testa « si si Lara.L'altra volta ti ho svegliata piano o no? Sono stato gentile, no?»

Gentile un cavolo! Il risveglio peggiore della mia vita, diamine! Mi hai fatto prendere un accidenti.

Ma guardiamo in faccia alla realtà, quella in pericolo qui sono io. Così lancio un'occhiata quasi d'intesa ad Elliot, per poi fissare Reyner «Si, hai fatto piano»
Quest'ultimo si alza e fa un'espressione vincente al compagno «Visto?!»
Elliot annuisce,  come a dare ragione ad un bambino «Si, si Reyner»
L'altro fa un sorrisino beffardo «Questo è un grande giorno, gente. Elliot mi ha dato finalmente ragione» dice, tutto convinto, mentre il diretto interessato alza gli occhi al cielo.
«Vai convinto»
«e infatti lo sono» ribatte, indispettito, Reyner.

Ma cos..? Sono rapita e mi ritrovo questi due che litigano?

Quasi mi viene da ridere, tanto che, non riuscendo a resistere, mi scappa un risolino di cui il castano subito si accorge.
Mi guarda, ma questa volta cin una strana curiosità in volto.
«Senti tu, Lidia»
«Lara» lo correggo e lui fa un gesto di noncuranza con la mano, come a dire "è lo stesso".
Si piega sulle ginocchia di fronte a me «Che cosa hai mai fatto di così grave per essere stata portata fin quaggiù da Gered?»
Sgarno gli occhi sorpresa.

Non sono io quella che di solito fa le domande qui dentro?

Vedo Elliot scuotere impercettibilmente la testa, ma in fondo resta ad ascoltare senza rimproverare il compagno.
«Voglio dire..» Reyner mi indica «Non sembri un tipo pericoloso, nè in qualche modo una chissà quale donna d'affari..»

Dovrei sentirmi offesa?

«Quindi, perchè?»

Che mi costa dirglielo? Io non ci rimetto nulla.

«Da quanto dice Gered.. sono qui per conto di un mio amico che gli ha disubbidito»
Reyner si gratta il mento con fare pensieroso «Interessante...»
«Perché?» mi azzardo a chiedere, ma lui non sembra darci troppo peso.
«No, nulla solo.. mi chiedo perché non portare direttamente il tuo amico qui. Avrebbe anche potuto ucciderlo e invece..»
Alla seconda opzione sobbalzo.

Davvero Gered manderebbe qualcuno a morte così? Solo per una disobbedienza?

«Reyner» lo riprende Elliot, accortosi della mia reazione.
Il compagno scuote la testa, fregandosene completamente dell'avvertimento dell'altro.
«Non che io conosca così bene Gered, ma non sembra uno poi così.. temibile. O almeno, nel nostro campo ce ne sono di peggiori»
«REYNER»
«Si si, tranquillo tu. Lidia è innocua, non fa male a nessuno darle queste stupidi informazioni»
«Sarà, ma ora andiamo»

Reyner sbuffa «Ma dai, è più divertente starcene qui che al palazzo di Gered a fare consegne e varie »

al palazzo di Gered? Che vuol dire? Io non mi trovo forse nel sotteraneo della casa di Gered? E ha addirittura un palazzo?

Vorrei chiederglielo, a Reyner, dato che per ora sembra essere quello con cui ho più coincidenza, ma non vorrei spezzare quel minimo di fiducia che mi ha dato. Così preferisco tacere.
«Ci si vede domani, bocconcino » mi saluta Reyner, mentre Elliot si limita ad un cenno del capo, per poi richiudere la parta alle sue spalle.

Dove mi trovo esattamente?

Spazio autrice
Aaah scusate scusate scusatemi moltissimo sia per il ritardo assurdo che per il capitolo corto.
Non sono stata molto bene in questi giorni ma prometto che mi farò perdonare.
*inchino di scuse

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