She's my strange family
Nash ha lo sguardo basso e dispiaciuto.
«Scusami per tutto, davvero. Sono un idiota, lo so. Scusami per la scenata, per essermene andato e averti lasciata lì, per averti fatta preoccupare»
Le lacrime smettono di scendere e Nash poggia le sue mani fredde sulle mie guance.
Istintivamente faccio lo stesso sul suo viso, carezzando dolcemente col pollice i contorni dei lividi e del taglio.
«Devi farti dare un'occhiata. Per questo, intendo»
Nash alza lo sguardo nel mio, sorpreso, per poi ridere «Mi sto scusando per averti trattata uno schifo e averti rovinato la giornata, e tu commenti che dovrei andare a farmi dare un'occhiata ai lividi?» chiede divertito quanto commosso.
Sorrido timidamente «E il taglio. Non solo i lividi, anche il taglietto che hai qui» e lo tocco con fare leggero.
Nash mi carezza la testa «Sei davvero incredibile» sussurra ad occhi chiusi, mantenendo la fronte contro la mia.
«E tu un idiota, a volte» affermo.
Lui ridacchia e mi lascia un bacio sulla fronte; ha un'espressione triste, quasi dolorante.
«Non merito la tua dolcezza. Non merito te» sussurra con un filo di voce, ma riesco comunque a sentirlo.
Arrossisco.
«N-no ma che dici.» balbetto.
Nash ha riaperto gli occhi, mi sta fissando; il suo sguardo è rimasto di quel blu scuro. «La verità, Lara»
Sto cercando qualcosa con cui ribattere ma all'improvviso sento un tuono e comincia a piovere di botto.
Ci allontaniamo l'uno dall'altra, e come l'ultima volta, mi sembra di aver perso qualcosa.
Nash si toglie la felpa e me la mette sopra la testa, nonostante io abbia la mia legata alla vita.
«Torniamo a casa e ti accompagno a scuola in auto» afferma.
Non ricordavo che il viaggio fosse così lungo: forse sarà perché prima andavo tanto di fretta per Nash, o forse perché adesso alleggia un silenzio tombale fra di noi.
Delle volte proprio non lo capisco: un attimo prima è felice, poi gli occhi gli diventano scuri e mi guarda come se volesse mangiarmi, poi torna serio e non parla.
«A cosa stai pensando?» mi chiede Nash con un sorriso.
Ecco, visto! Questo è bipolarismo!!
Abbasso lo sguardo «I tuoi occhi..»
Lui mi guarda accigliato e divertito allo stesso tempo.
Mi sistemo meglio la sua felpa sulla mia testa, imbarazzata «C-cioè, volevo dire.. delle volte i tuoi occhi diventano... scuri. Nel senso, molto scuri. Blu notte»
E con questa ci togliamo anche il dubbio sul perché Skylynn aveva detto che sulla Collina potevano andarci lei, il fratello, e la persona per la quale gli occhi di Nash diventano scuri.
Lui sorride, come se si aspettasse già quella domanda «È così da quando sono piccolo. Capita in diverse occasioni..» sussurra in modo suadente.
Cazzo, anche la voce deve essere così sexy?!
«Quando sono arrabbiato..»
E il ricordo di quando si è beccato con Kyle si affaccia nella mia mente.
«Quando sono preoccupato..»
Oggi alla Collina, ad esempio.
«E quando sono... eccitato, diciamo» mormora al mio orecchio, cosa che mi fa arrossire in una maniera indescrivibile.
Ieri sul mio letto, ad esempio.. un attimo: CHEE??
Ingoio la saliva con fatica.
«O-oh beh b-buono a sapersi» balbetto con lo sguardo basso, cosa che lo fa ridacchiare.
Arriviamo a casa che siamo fradici così Elizabeth mi presta alcuni suoi vestiti che mi stanno decisamente lunghi.
Nash è ancora imputato a dovermi accompagnare così accetto; non ho proprio voglia di scenate.
Il rumore della pioggia che batte sui vetri è un suono che ho sempre amato, fin da bambina; per questo non mi spiace affatto starmene in silenzio questa volta.
Ma poi ricordo della causa di tutto quel trambusto e non faccio a meno di chiederglielo.
«Nash, senti.. come conosci Kyle?»
Vedo la sua mascella irrigidirsi e le mani afferrare con più forza il volante.
Mossa sbagliata, Lara.
Già mi immagino la sfuriata in auto e invece il tono sembra dolce, ma noto che si sta trattenendo parecchio.
«Lara, preferirei parlartene un'altra volta..»
Mi acciglio e vorrei davvero insistere, ma forse oggi non è giornata; nonostante la questioni mi interessi essendo Kyle un mio amico.
Così lascio cadere l'argomento e continuavo il viaggio in totale silenzio, finché non saluto Nash con la mano ed entro a scuola.
«Laaaaruccciaaaaaaa!»
E poco dopo vengo travolta, letteralmente, da Jessie Lo Tsunami Wilson.
Sorrido, con lei non riesco proprio ad essere né seria, né arrabbiata.
«Allora, su. Sai cosa voglio sapere!» mi assilla.
Mi stropiccio gli occhi «Uh, ciao Lara. Come va? Ti vedo stanca, tutto bene?» la prendo in giro e la rossa mi fa una linguaccia.
Intanto ci sediamo in classe; Jessie arriva sempre presto, ma oggi per me è stata un'eccezione.
La rossa gira la sedia verso di me, come farebbe un commissario che ti sta interrogando, e incrocia le braccia sullo schienale.
«Ps. Tua madre è una grande..» ridacchia. Aggrotto le sopracciglia, confusa ma lei non mi lascia parlare.
«Duunque...?» mi fa tutt'eccitata.
Sospiro e l'accontento, cimentandomi nel racconto: dalla litigata fra Kyle e Nash (omettendo il fatto che il ragazzo aveva passato la notte da me), al fatto che poi quest'ultimo se n'era andato via scomparendo per il resto del tempo, fino a Skylynn che mi parla della Collina e io che corro da Nash sull'altura, per finire con lui che mi accompagna a scuola.
Finisco e resto in silenzio, in attesa di una reazione da parte della rossa.
Poco dopo lei si riscuote.
«Aaaawww ti ha accompagnata a scuolaaaa!» grida Jessie facendo girare verso di noi mezzo mondo e quell'altro.
Spalanco la bocca «Seriamente di tutto quel che ti ho raccontato mi urli:" aawww ti ha accompagnata a scuola!". Cioè, ma davvero?!» dico a bassa voce per non attirare ulteriori attenzioni su di noi.
Jessie si sistema la treccia laterale, pettinandola con le dita «Beh, no. Ma è la cosa dolciosa del racconto..» sussurra con tono dispiaciuto.
Lo ribadisco di nuovo; questa ragazza è Skylynn da grande.
Jessie poi però, sfoggia in un sorrisone da zigomo a zigomo.
Ecco.. ho trovato un'altra bipolare, oltre a Nash.
«No, no, no, no. Non mi va giu una cosa» si gratta pensierosa il mento.
«Perchè sembrava essersi innervosito tanto quando gli hai chiesto della litigata? Mi da l'impressione che non voglia parlartene, ecco.»
Ci penso su: Jessie ha ragione.
«Mmh.. non saprei. Poi questa Sierra..» commento di getto.
La rossa lo nota subito e mi tira una gomitata nel fianco, ammiccando «Gelosa?»
Arrossisco «N-no che dici. N-no. NO!» grido quando la vedo muovere le sopracciglia.
Nuovamente tutti i presenti nella classe si girano a guardarci.
«Nervosa Shane?»
Quella voce irritante...
Alzo lo sguardo facendo un sorriso falso «Non penso ti debba interessare, Hall» rispondo acida.
Il biondo sorride, divertito «Capito, nervosa. Ciclo?»
Stringo i pugni.
Potrei tirargli un destro, adesso.
Jessie, vedendo che potrei saltargli al collo da un momento all'altro, interviene «Che diamine vuoi, Clayton?»
Il ragazzo non smette di sorridere, quel suo dannatissimo sorrisino odioso.
Non so il perché del mio fastidio verso quel biondo, ma da quando sono arrivata a qui non fa altro che stuzzicarmi e tormentarmi; e, in generale, non è una bella persona.
«Volevo solo salutare Lara, vero bambolina?» mi fa un occhiolino.
Potrei vomitare. -Cit
Scrocchio il collo; è un'abitudine che faccio quando sono nervosa, o quando potrei uccidere.
«Non chiamarmi più così»
Il mio sguardo si assottiglia, minaccioso; cosa che lui deve trovare molto bella o forse solo divertente, dato che si passa la lingua sul labbro inferiore.
Disgusto...
«Così come? Bambolina, intendi?»
Mi alzo di botto, facendo strusciare rumorosamente la sedia a terra.
I presenti si girano verso di noi con urletti o fischi: forse si aspettano una bella rissa.
Jessie mi tira indietro e gliene sono grata; ma la ringrazierò più tardi.
«Clayton, vattene. Piantala di stuzzicarla che un giorno di questi ti ritroverai un bell'occhio nero.»
Gli occhi corvini del ragazzo si posano su di me «Mi piaci da arrabbiata» sussurra in modo che solo noi possiamo sentire; e se ne va.
Respiri profondi, Lara. Respiri prooofondi.
Presto le lezioni iniziano e sono grata alla pioggia che mi culla col suo suono meraviglioso.
Alle nove e mezzo saluto Jessie e torno a casa.
Sono distrutta...
Apro la porta, butto a terra la cartella e mi dirigo in bagno per una doccia quando, passando di fronte alla cucina sento due colpetti di tosse.
Mi giro e vedo la mamma a braccia conserte dietro l'isola che mi guarda severamente.
Eppure riesco a scorgere un sorrisino dietro quell'espressione corrucciata.
Ma perché diavolo mi guarda così..?
Poi spalanco gli occhi, ricordando il messaggio di stamattina
Cazzo! Nash e io.. nel mio letto. La mamma che ci ha visti.. diamine!
Arrossisco e scuoto le mani di fronte a me, freneticamente «N-no guarda c-c-che ti sbagli. Io.. lui.. n-non è s-successo n-nulla!!» balbetto velocemente.
Ci manca pure che mia madre creda che mi porto a letto i ragazzi. Con lei in casa, soprattutto.
La mamma si porta una mano davanti la bocca.
Mi strofino i palmi sudati sui jeans «No mamma, davvero. Non abbiamo fatto nulla. Nulla, davvero. Davvero!» grido.
Lei sta sussultando; un attimo, ma dietro quella mano..
Sta sorridendo? No, no.. sta ridendo! Sta ridendo!!
Mi acciglio e lei scoppia in una vera e proprio risata, piegandosi in due.
Ma che cazz...?
«Madre, sei tu?» scherzo.
Lei si ricompone e viene ad abbracciarmi.
Mi stacco subito «Eh no, ora mi spieghi. Che c'è tanto da ridere?»
Mi tiene una mano sulla spalla «Nash Grier eh. Potevi dirlo subito! Senza farmi preoccupare, insomma»
Sono confusa...
Sbatto più volte le palpebre «Come hai fatto.. voglio dire.. tu non lo hai mai visto. Credo, almeno. E perché sei così allegra, mi fai paura madre!! Oddio, non hai detto nulla ad Elizabeth, vero??»
Lei ridacchia «Tranquilla, Liz non sa niente. E poi..» dice andando a tagliare un pezzo di crostata e mettendola su un piattino «Sono felice che sia lui perché è uno a posto. È gentile, educato, figlio di Liz, carino, bello, sexy...»
Sgrano gli occhi «Mammaa!!!»
Lei ride di cuore e mi fa l'occhiolino «Hai buon gusto in fatto di uomini. Te lo sei scelto bene. E poi ieri eravate così cariiini...»
Datele un sedativo per bestie. Per bestie grosse, tipo quelli per leoni, o elefanti... Magari si tranquillizza
«Ehi, non mi hai ancora detto come hai fatto a conoscerlo!» ribatto.
Prende un'altra fetta e da un morso, sporcandosi di briciole «Beh, semplice. Ieri ho fatto una foto alla sua faccia; mentre dormivate sai» dice gesticolando con una mano.
Spalanco la bocca, sorpresa; direi più "shockata".
Ma lei continua «E poi l'ho mandata a Jessica chiedendole chi fosse. Beh, sai; classe insieme, stessi amici. Magari lei lo conosceva. E beh» da l'ultimo morso «mi ha detto che era un certo Nash Grier. Mi ha chiesto dove l'avevo presa e ho semplicemente detto che l'ho trovata nella tua cronologia di google» finisce con sufficienza.
Non. Ci. Posso. Credere. Ma questa pazza è mia madre?
Da un primo momento shock scoppio a ridere, tenendomi allo stipite per non cadere.
«Cioè, fammi capire» dico fra le risa «Hai scattato una foto a Nash mentre dormiva, tipo una spia, una stalker?»
Lei annuisce, tranquilla.
Continuo «Hai mandato la foto a Jessie!!! Dio..» ridacchio.
Scuoto la testa «Certo che sei incredibile».
Lei mi porge il piattino con la crostata, sedendosi «Allora, questo Nash? Ti piace?» chiede curiosa; sembra una bambina.
Mi siedo, arrossendo un po' «È carino..»
Mia mamma annuisce «E ci credo. È un fregno dell..»
Le tiro il fazzolettino, scandalizzata «Mammaa!»
Lei ridacchia «Su, su. Com'è?»
Ci penso su «È.. bipolare credo. Cioè nel senso che un attimo prima sprizza energia, poi è nervoso, poi è tenero e dolce. Ma in sostanza è una brava persona e, sì, forse mi piace un pochino».
La mamma mi sorride, intenerita e mi da un bacio sulla fronte, alzandosi per andare in camera sua.
La seguo con lo sguardo e proprio quando sta per uscire dalla cucina si gira «Ieri notte..» comincia, e io annuisco, incitandola.
Lei ammicca e ridacchia «Spero abbiate usato i preservativi.» mi fa una linguaccia e fugge via.
Resto shockata, e appena capisco il nesso arrossisco come non mai.
«Mammaaaa!!!»
Dall'altra stanza sento la sua risata mentre mi porto le mani alla faccia.
Aaaah ma dai! Ma ti pare! Come se ne esce poi! I preservativi, ma io dico!
Eppure sorrido; amo questo lato di lei. La adoro, è la persona più importante nella mia vita.
Non so cosa non darei per mia madre; è il mio angelo.
E per questo non voglio più che soffra, non voglio più vederle quell'espressione triste e addolorata di quattro anni fa e che, delle volte, le dipinge ancora il volto.
Lei merita di più; merita più di quel che ha.
Spazietto autrice:
###
Ehi, ehi, ehi! Sono ri-tornata!
Ho fatto un salto all'angolino dell'autrice, qui, solo per avvertirvi che forse (FORSE, ripeto) pubblicherò con meno regolarità dato che le Olimpiadi mi stanno seriamente prendendo molto. Del tipo:" Via tutti dal mio divanooo! Accendete la TV! Ci sono le Olimpiadiiiiii!
Già, QUESTO è il mio serio disagio.
Dunque io concludo quest'angoletto autrice e mi raccomando: Ti.Fa.Te!
Uuuuoooooooooo! Forzaa!! Spirito di squadraaa portami viaa!
Un salutone
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro