On the roof
Jessie's P.O.V.
Davvero non posso ancora crederci.
Ho davvero, DAVVERO, incontrato Cameron Dallas e Nash Grier!
Cioeeeeeee!!!
C'è gente che va avanti di film mentali, come me fino a ieri praticamente.
E ora..
«Jessie?»
No, no, no, no, no, no, no. Per tutti gli unicorni unicornosi. Ma vi rendete conto? Io noo
«Jessie??»
Che poi quel modo malizioso di Cam! Sarei potuta svenire da un momento all'altro, perbacco.
Per non parlare della mia geniale caduta su di lui; sgabello di merda.
Ci voleva anche la figuraccia eh, non basto io di mio.
E poi quel discorso sull'essere la sua sirenetta???
Sicuramente sono diventata ancor più rossa dei miei capelli.
«JESSIEE!!» urla Skylynn, attirando finalmente la mia attenzione.
«Oh, si. Scusa, dicevi, piccola?» mi riscuoto.
La biondina ridacchia «Abbiamo finito e tu stai strofinando quel coltello da mezz'ora»
Mi guardo le mani e faccio cadere la spugnetta nel lavandino «Hai ragione, che sbadata eh».
Sciacquo la posata che però, accidentalmente, mi scivola, provocandomi un taglietto sul polpastrello.
Damn
Mi porto la ferita alla bocca, sotto lo sguardo preoccupato della piccola.
«A posto»la rassicuro.
Torniamo in salone e subito non posso far a meno di notare il rossore sulla faccia della mia Laruccia.
Che hanno fatto quei due???
Sorrido maliziosamente, mentre Nash sta parlando a Skylynn riguardo andare a chiamare Cam. Ma Lara mi guarda e lo interrompe, dicendomi di andare al posto della piccola.
Che mente ingegnosa, eh. Eppure sono parecchio agitata nel dover andare su da lui. Forse non gli sto neanche simpatica.
Cerco di ricordarmi qual è la stanza di Nash: l'ultima sul corridoio a destra.
La porta è socchiusa, ma busso comunque.
Tutto tace.
Entro e non trovo nessuno: il letto è perfettamente intatto, la sedia sotto la scrivania non è minimamente spostata.
Eppure, con la coda dell'occhio, non posso far a meno di notare la finestra aperta sul tetto.
E se fosse lì, come quella volta in cui ha incontrato per la prima volta Lara?
Lentamente, con passo cauto, mi affaccio: nessuno.
Eppure ci avrei giurato che...
«Che ci fai qui?»
Scatto all'indietro, sbattendo la testa, accorgendomi solo ora di Cameron che si trova sul tetto ancor sopra di me, quello spiovente della soffitta.
Rientro nella stanza, massaggiandomi poco sopra la nuca.
Ahi ahi ahi. Ci manca solo un bel bernoccolo...
Nello stesso momento Cameron scende con un salto dal tetto e rientra attraverso la fnestra.
«Che ci facevi, li?» chiede, con tono duro.
Ma che gli prende, a questo qua?
Continuo a massaggiarmi la testa, cercando inutilmente di alleviare il dolore «Ti cercavo.»
Poi mi rendo conto di quanto sia compromettente quella frase e cerco di rimediare «cioè loro ti cercavano. Io sono venuta a chiamarti. Perché me lo hanno chiesto, sì» annuisco.
Figura di merda numero due
Cameron si siede sul letto e sospira «Beh, cosa vogliono?» chiede, annoiato.
Il mio sguardo viene catturato dalla finestra e, ignorando la sua domanda, chiedo «Che ci facevi sul tetto?»
Mi lancia un'occhiataccia «Che ti interessa?»
Mi acciglio, leggermente offesa.
Ma che comportamento è? Ce l'ha per caso con me? Beh, mio caro, sarai popolare e quel che vuoi, ma se hai questo carattere di merda puoi pure andartene a quel paese.
Decido di non dargli corda «Sembra scomodo, lassù. Con tutte quelle tegole, o sbaglio?» domando, retorica.
Lui mi guardo di sottecchi, ma non risponde.
Come vuoi.
«Secondo me» comincio, e mi avvicino alla finestra spalancata «è scomodo da morire lassù. Sei tu quello strano che ci sta bene»
Guardo fuori e, finalmente, sento impercettibilmente la sua voce un tantino meno fredda «Ti sbagli, si sta bene lì».
Sorrido, tra me e me.
Poggio un piede sul bordo, aggrappandomi con le mani ai lati delle ante «Vedremo» e salgo sul tetto.
Ci manca poco che scivolo, ma fortunatamente mi tengo in tempo sul tetto sopra.
Sento Cameron alzarsi di fretta e raggiungermi alla finestra «Che cazzo fai?» mi aggredisce.
Sbuffo e lo guardo, severa «Sai, non mi fido di te.»
Il che è vero
Lui sembra sbalordito da quell'affermazione; probabilmente starà pensando che sono matta.
Continuo «Dici che stare sul tetto è comodo? Beh, lo vedrò io stessa»
Cerco di far leva sulle braccia per salire al piano sopra di me, ma è decisamente troppo in alto.
Dannazione.
Ci riprovo, scalciando con i piedi, ma nulla; rimango appesa con gli avambracci e le gambe penzoloni.
«Sei una stupida» commenta Cameron, afferrandomi per i fianchi e aiutandomi a salire su.
Quand'è che si è avvicinato?
Mi siedo sul tetto della soffitta e lo fisso «E tu un bipolare».
Solo allora mi sorride, e si scompiglia il ciuffo, per poi salire con me là sopra.
Mi alzo in piedi, cercando di non cadere.
«Wow» affermo, notando quanto effettivamente siamo in alto.
C'è la mia scuola lì!!!
Emozionata, faccio un paio di passi avanti «Oddei, è.. stupend..» ma scivolo su una tegola sconnessa che cade rumorosamente.
Sto per fare esattamente la stessa fine di quel pezzo di mattone, quando Cameron mi afferra un braccio, strattonandomi verso di sé.
«Fa attenzione... Ariel» dice, titubante.
Lo guardo, scioccata.
Questo è proprio da bipolari, eh
«Mi chiamo Jessie» ribatto stupidamente, cosa che lo fa scoppiare a ridere.
«Lo so»
«E allora chiamami Jessie» incrocio le braccia.
Lui intanto si siede sul bordo, con le gambe penzoloni «Ma io non voglio chiamarti così»
Mi siedo al suo fianco «Ma è il mio nome!» ribatto.
Sorride «Beh, io te ne ho affibbiato un altro»
Sbuffo «E quale sarebbe? Ariel?»
Ridacchia «Esattamente»
Allungo le gambe, stiracchiandole «Uffa, non mi piace.»
Si acciglia, divertito «Perchè no? È il bel nome di una sirenetta»
Lo guardo, idignata «Proprio per questo! Mi stai dando del mezzo pesce spiaggiato!»
Cameron fa un'espressione buffissima fra il "ma che cosa?" e il "dovrei fuggire da lei", ma alla fine scoppia a ridere.
«Ti sbagli» dice, dopo essersi calmato.
Scuoto la testa «Nope»
Annuisce «E invece sì, e sai perché?»
Non mi da il tempo di rispondere che ha già parlato
Si avvicina al mio viso, suadente «Perchè non saresti una sirenetta qualunque; ma la mia sirenetta»
Mettiamolo alla prova. Vediamo chi sei, Dallas. Se un romanticone o uno sciupa femmine
Ingoio a fatica, ma non mi faccio fregare due volte, eh no.
Sorridendo beffarda, mi allontano «Mm.. ma davvero, eh?»
Annuisce, avvicinandosi nuovamente «Proprio così».
Mi avvicino, con fare felino «E nella favola, dunque, la sirenetta incontra un bel principe. O sbaglio?»
Lui sembra imbambolato, mi sta fissando «No, non sbagli»
Socchiudo leggermente gli occhi, sensualmente, tanto che gli vedo dilatare le pupille.
Bingo
«E, non è per caso, che sai dove sia questo mio principe?»
Scosta una ciocca scarlatta dietro l'orecchio «Potrei, sì... potrei averlo trovato» afferma.
Fingo sorpresa «oh, e sapresti dirmi, chi è? Di grazia?»
Deglutisce; lo sto mettendo in evidente soggezione.
Io?? Che metto in soggezione Cameron Sono Figo Dallas?
Socchiudo le labbra e il suo sguado si posa su di esse, famelico.
Okay, sto tirando un po' troppo la corda.
«Penso che tu lo sappia già» si avvicina impercettibilmente.
«Saresti tu?» la butto lì.
Lui mi guardo e sorride, malizioso.
«Al suo servizio, mia bella sirenetta»
Chissà quante altre ha dato questo bel nomignolo
Si avvicina, sicuramente per baciarmi; ma mi allontano immediatamente.
Sembra sorpreso, forse anche parecchio scocciato «Che fai?» chiede.
Mi alzo e sorrido, tristemente «Non sono la tua bella sirenetta, Cameron Dallas. La tua fama da Don Giovanni ti precede» commento.
Sposta lo sguardo all'orizzonte, confuso, per poi piantarlo nei miei occhi, freddo e distante «Ma dai, non dirmi che non vuoi un bacio da me. Chi non lo vorrebbe?»
Pallone gonfiato
Sono disgutata dal suo comportamento. Ho messo in scena quella farsa per testare le parole di Lara; mi aveva avvertita prima di arrivare a casa:"se incontri Cameron; sbaciucchialo, abbraccialo, quello che ti pare. Ma in fatto di ragazze è solo divertimento per lui. Non rimanerci male"
Sorrido, amara «Io. Non per sfizio. Non da un egocentrico popolare come te»
Non avrei mai pensato di dire queste cose a Cameron Dallas. Eppure non sopporto questi comportamenti. Non li sopporto da quando mi è successa la stessa cosa; tradita, dalla persona che amavo, solo perché ero diventata un giocattolino. Odio quel tipo di persone.
«Che tragica; era solo un bacio»
Lo fulmino con lo sguardo «Un bacio può valere più di qualsiasi altra cosa. Se lo consideri una cazzata; cavoli tuoi. Io non sono il tuo giocattolino»
Cameron si alza «Stai esagerando» dice, duro.
Scendo dal tetto della soffitta, sorreggendomi saldamente alle tegole «No, affatto. Sei tu il superficiale. Rubi momenti alla gente, e pensi che non significhino niente. Esattamente come Karl» le ultime parole ridotte in un sussurro, eppure credo che lui abbia sentito.
Perché me le sono fatte sfuggire?
Lui mi segue, e ridacchia, divertito «Cos'è? Brutte esperienze passate,eh? Il fidanzatino ti ha lasciata per gioco?»
Ora sta ridendo.
Stringo i pugni.
Come cazzo si permette. Come cazzo osa. Non sa niente di me; NIENTE.
Lo guardo, disgustata e lui, accorgendosene, smette «Sì, è così. Una specie, ma peggio»
Rientro dalla finestra ed esco dalla stanza. Tiro su col naso.
Non piangerò per stupide parole dette da uno stupido idiota senza degli stupidi sentimenti. Ne ho abbastanza di questo genere di scherzetti. Perché le persone prendono queste cose per un gioco? No, dopo quel che ho passato con Karl... dopo quell'immensa delusione, e dolore.. non voglio più avere a che fare con gente simile.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro