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«I'm sorry, Sleeping Beauty»

Faccio per chiamare o Hayes o Will, ma presto ricordo di non avere il numero né dell'uno, né dell'altro.

Provo con Elizabeth e mi fermo in tempo prima di effettuare la chiamata: lei pensa che Nash sia a scuola.
Sono nel panico; non voglio che succeda questo. Non voglio che vada in giro in quelle condizioni, non voglio che spezzi rapporti con me.

Prendo l'autobus e, avendo le chiavi di casa, entro nell'abitazione dei Grier.

Non c'è nessuno, il silenzio è così fitto e tombale che mi sembra di profanare quel luogo col mio camminare sul parquet.
Per sicurezza controllo tutte le stanze, ma nulla.

Mi fermo in quella di Nash: il letto immacolato forse solo con qualche piega, uno zaino buttato a terra, qualche vestito qua e là.
Guardo istintivamente il poster di the Outfield e sorrido: grazie a quel poster ho riconosciuto che Cameron non era un ladruncolo. Alzo una mano e carezzo la guancia cartacea di Nash.

Dove ti sei cacciato?

Non ho neanche il numero di Cameron, o di uno dei ragazzi.
Così decido di mettermi a fare i compiti che mi sono portata appresso, ma esco di casa; non essendo nemmeno in orario di turno per Skylynn non vorrei sembrare davvero un'intrusa.

C'è un parco; non è un posto poi così grande, in effetti, ma è al fresco, all'ombra degli alberi, c'è una zona per i bambini, una bella fontanella e tanto di secchi dell'immondizia per la differenziata.

Apro i libri e vorrei davvero iniziare a fare algebra, ma la mente ricorre sempre ad una sola cosa: la sfuriata fra Nash e Kyle.

Mille domande mi frullano per la testa e la cosa peggiore è che non so minimamente come rispondervi: come si conoscono quei due? Perché sono in così cattivi rapporti? Era davvero qualcosa di così grave da far arrivare Nash a sferrare un cazzotto in faccia a Kyle? E chi è Sierra? Perché Nash ha riguardato Kyle da non farmi fare la stessa fine di questa qui? Sierra era forse la fidanzata di Kyle? E allora Nash che diamine c'entra?

Mi prendo la testa fra le mani; potrei impazzire da un momento all'altro.

Lara, calma. Magari la situazione non è neanche così grave come può sembrare.

Finisco l'ultima materia giusto per le undici e mezza e mi incammino verso la scuola elementare di Skylynn.

Fortunatamente questa volta nessuno le sta dando fastidio e la piccola pulce appena mi vede mi salta addosso sventolando Momo, il cavallo di peluche, che le ho accuratamente ricucito.
«Ehi pulce, come è andata?» sorrido.
Mi da un bacino sulla guancia e in cambio le strofino il naso sullo zigomo, facendola ridere.

«Benone Lara, davvero tanto bene! Oggi mi sono esercitato a scrivere in bella calligrafia con la maestra Hanna e mi ha aiutata Charlie.»
La metto giù «Charlie? E chi è? Il tuo fidanzatino ehh» la stuzzico lei arrossisce coprendosi il viso con le mani.
«No, Laraa! Non.. n-non è il m-mio fid-danzatino» dice a voce bassa, rossa in faccia e dondolandosi con un piedino a disegnare sulla sabbia.
Sorrido.

Piccolo Charlie, non so chi tu sia; ma fai soffrire la pulce e ti spezzetto in due

Arriviamo a casa e ho la speranza che, magari, Nash si sia calmato e sia tornata nella sua camera; ma non è così.
Preparo subito il pranzo e si è fatta l'una e un quarto di pomeriggio.
Skylynn doveva avere davvero tanta fame per spazzolarsi anche la poca pasta che ho lasciato io.

La serratura schiocca e sento Hayes che rientra; mi precipito immediatamente da lui e lo chiamo.
«Ehm.. scusami, hai visto Nash?»
Il ragazzo mi sembra inizialmente spiazzato per poi fare un sorrisetto malizioso «Mmh, no scusa. Non lo vedo da ieri sera, stanotte è uscito furtivamente di casa per andare a dormire da un amico. Non c'era neanche, a scuola. Acqua in bocca eh» si raccomanda e annuisco. Sto per ringraziarlo e chiudere la conversazione ma lui commenta ad alta voce «Ho passato abbastanza tempo con lui da riconoscere le sue bugie anche attraverso i messaggi. No, no, qui c'è sotto qualcosa. Altro che amico, dico io. Ieri si è intrufolato in casa di una ragazza; e forse, potrei anche avere un sosppetto» dice ammicando verso di me.

Hayes.. ma cosa cazzo sei? Un detective??

Fortunatamente a rallegrarmi la giornata e a tirarmi un po' su c'è la piccola pulce che non la smette di farmi sorridere col suo modo di fare stravagante e buffo.

Prima di tutto l'ho messa a fare i compiti, mentre la controllavo. Ovviamente nulla di importante, due o tre moltiplicazioni, un commento su una favola, un disegno.

Il solito, per una bambina delle elementari.

Mi sono realmente accorta di aver instaurato un rapporto meraviglioso con lei quando nell'esercizio diceva:" disegna la tua migliore amica" e Skylynn ha ritratto una me piuttosto deforme.

Non l'avrei mai detto, ma sento già che sarà difficilissimo lasciala andare.
Dopo il dovere, finalmente la piccola mi prende per mano chiedendomi a cosa voglio giocare per primo: coi peluche, l' altalena presente nella cameretta, o il parco.
Le scompiglio i capelli «Decidi tu, principessina»

Lei ridacchia a quel soprannome e si decide a voler andare al parchetto vicino casa, lo stesso dove mi sono messa a studiare.

Scendiamo le scale quando vedo Will entrare.
Skylynn corre in braccio al fratello e allora mi viene da chiedere anche a lui.
«Scusa, Will. Non è che sai dov'è Nash?»

Ma dopo averci pensato su alza le spalle «Ieri ha dormito da un amico, penso stia ancora da lui» dice senza il minimo sospetto, a differenza di Hayes.

Lo ringrazio e usciamo mentre lo richiamo per centesima volta, invano.
Fortuna che al parco c'è davvero poca gente, non avrei sopportato dover parlare con mamme curiose o vecchiette in vena di chiacchiere.

Skylynn sta scendendo da uno scivolo, così decido di appostarmi alla fine, giù in basso, per poi prenderla al volo da sotto le ascelle e farla muovere in aria.

«Yuuppii» ridacchia con le braccia aperte, neanche fosse un aereoplano.
Rido, guardandola.

Meno male che ci sei tu, pulce.

«Momo, Lara! Momo!» chiede la piccola supplicante, con le manine intrecciate e uno sguardo dolcissimo.
Sorrido e tiro fuori il peluche dalla mia borsa; lì dentro ci potrebbe entrare di tutto, un po' come quella di Mary Poppins.

«Mi manca Nashy. Oggi non è venuto a salutarmi» brontola d'un tratto Skylynn.

Già, se solo sapessi perché...

«Ma forse è solo andato alla Collina» afferma con sufficienza, attirando la mia attenzione.

«Collina? Che intendi dire?»
Skylynn si siede, gambe penzoloni, su una panca e io la raggiungo, interessata a saperne di più.

«Non so proprio dove sia... ma Nash l'anno scorso mi ha portata in un bel posto, dove c'è un prato, e tanti fiorellini. Va spesso lì, ma forse non dovevo dirlo; lui dice che è un segreto.» sussurra guardandosi attorno circospetta.

Un sorriso mi sfugge dalle labbra «E non sai proprio dove possa essere, questa Collina?»

Vedo la piccola pulce pensarci su, e spero vivamente che lo sappia.
«No. Ma quando ci siamo andati eravamo passati prima a prendere un gelato, e non abbiamo camminato tanto da lì.»
«La gelateria Penny's?»chiedo speranzosa e potrei saltare di gioia appena vedo la pulce annuire.

Bingo.

«Grazie, Skylynn. Non sai quanto mi hai resa felice» le dico mentre la lascio a casa; ho finito il mio turno ed Elizabeth è già rientrata.

Faccio per andarmene quando blocco la pulce «Un'ultima cosa: perché se era un segreto me ne hai parlato in quel modo, molto apertamente?»

Skylynn fa un sorrisino beffardo «Beh, tu sei quella giusta. Nash me lo aveva detto quella volta alla Collina».

Aggrotto le sopracciglia «Ma se è stato un anno fa! Non mi conoscevate ancora» ribatto confusa.
La piccola ridacchia «Mi ha detto che lì, alla Collina, potevano andarci solo tre persone..» fa in modo misterioso.

Batto freneticamente un piede a terra «E.. chi? Non puoi lasciarmi sulle spine!»
Skykynn saltella allegra, forse perché è orgogliosa del fatto che mi tiene in pugno.

«Nash, io e..»
«Skylynn...»
«..e la persona speciale per Nash.» dice tutto d'un fiato.

Rimango a bocca aperta «Ehi, ehi, ehi, ehi, che significa, pulce? Spiegati meglio»

Skylynn saltella su un piedino «Si, la persona speciale di Nash. Quella per la quale i suoi occhi diventano di un blu scuro scuro scuro. Nash mi ha detto così»
Ci rimango di sasso.

"Quella per la quale i suoi occhi diventano di un blu scuro". Che si riferisca a quel blu stupendo di quando eravamo in camera mia? Devo capirci di più su questa storia.

Scocco un veloce bacio sulla guancia a Skylynn, ringraziandola e mi dirigo verso la gelateria "Penny's".

Da stamattima che il sole picchiava alto in cielo, la giornata sta peggiorando; le nubi hanno ricoperto tutt'intorno e, in lontananza, si possono vedere i fulmini e percepire i tuoni.

Cavoli, proprio adesso?

Arrivo di fronte al locale e mi guardo attorno: la strada, il marciapiede, una ferrovia più lontano, negozi sparsi un po' dappertutto, ma neanche l'ombra di una Collina.
Mi rabbuio

No, ci deve essere. Ci DEVE essere.

Passeggio nei dintorni e sto gia per disperarmi quando, con la coda dell'occhio, vedo un accenno di prato.
Sembra un luogo piuttosto isolato rispetto al caos in cui mi ritrovo adesso.

È sicuramente lì

Comincio a correre in quella direzione e appena arrivata sul posto trovo un prato enorme con diversi alberi; sembra di essersi catapultati dalla città alla periferia.
Poi, giù lontano, scorgo una zona più alta, tanto isolata che nessuno ci andrebbe: la Collina.

Dunque... eccoci alla resa dei conti

Dovrei saltare di gioia, e invece mi sento quasi triste e molto nervosa: forse è il fatto che sto per profanare il posto segreto di Nash.
Forse perché ho paura che Skylynn si sia sbagliata suk mio conto e che non sia io la "terza persona".
O forse perché ho paura di aver combinato un casino con Nash e Kyle, e che adesso, su quella Collina, lui non voglia più vedermi.

Titubante salgo l'altura dove, sulla cima, spicca un albero di ciliegio; è bellissimo.

Sono cosi occupata a rifarmi gli occhi con quel paesaggio che per poco non mi accorgo della presenza di qualcuno dall'altro fianco della Collina: Nash.

È seduto in modo da darmi le spalle, ha le ginocchia piegate su cui poggia i gomiti, e una mano fra i capelli.
Sembra non essersi accorto di nulla.

Mi... avvicino? E se non voleva essere disturbato?

Poi lo guardo meglio; oggi mi ha fatto preoccupare molto, io dopotutto non ho poi tutta questa gran colpa dato che ho solo aiutato un amico prima di lui.

Tanto, a Nash, che differenza gli fa: in fondo ieri è andato a dormire da "un suo amico" no? Non da me: non è forse questo quello che ha raccontato a tutti?

Perché questo attacco di.. gelosia?

Ma lascio correre e faccio un passo verso di lui; quando calpesto un rametto.

Mi blocco e lo guardo: Nash sta ridacchiando. Che si sia accorto di me?

«L'effetto sorpresa non è il tuo forte, eh.» dice passandosi la mano destra fra i capelli e posso subito notare le sue nocche rosse e screpolate.

Abbasso lo sguardo, mi si stanno inumidendo gli occhi.

Il discorso che mi sono fatta tre istanti fa si è già dissolto, dunque.

Nash ora non ride più, sembra tornato tremendamente serio.
Resto immobile, anche se vorrei correre ad abbracciarlo; sento che mi è mancato come l'aria.

«Lara, io..»

Forse per l'emozione di rivederlo, o per il sollievo di sapere che sta bene; ma resta il fatto che mi sfugge un singhiozzo.

Nash, sentendolo, si alza di scatto e si gira verso di me con sguardo di scuse e preoccupato: ha un livido piuttosto evidente sullo zigomo sinistro dove c'è anche un taglietto, un altro viola sulla clavicola, uno più piccolo sotto l'occhio destro.

A quella vista una lacrima sfugge al mio controllo, accompagnato da un ennesimo singhiozzo.

È la seconda volta in un giorno che mi vede ridotta così; devo sembrargli patetica

Eppure, senza essermene accorta, sento le braccia forti di Nash avvolgermi strette a lui; come se.. gli fossi mancata.

Mi aggrappo disperatamente alla sua felpa che sa di pioggia e... vaniglia.
Inspiro a pieni polmoni quel profumo, mentre ho il viso affondato nel suo petto.

Vorrei rimanerci a vita così

Lentamente Nash si scansa; e penso che se ne voglia andare via, ma subito dopo poggia la sua fronte sulla mia.

«Scusami, Bella Addormentata»

Mi sta guardando e sussulto alla vista dei suoi occhi: blu, un blu così scuro da farmi pensare alla notte.

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