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I kept my promise

Gered's P.O.V.

«Oggi è il decimo giorno, signore» dice Elliot, che mi sta facendo rapporto.
Mi riscuoto dai miei pensieri, alzando finalmente lo sguardo sul giovane «C-come?»
Elliot non si scompone e ripete, paziente, nonostante probabilmente quella fosse la terza o quarta volta che me lo dice nell'arco di cinque minuti «La detenuta Lara Shane, è qui da dieci giorni, signore.»

Dieci giorni...

Annuisco, pensieroso, per poi fare un cenno con la mano «Si, si, ottimo lavoro. Di alle guardie di andare, a parte quella alla porta, presto verrò a farle visita»
Elliot china leggermente il capo «Certamente, signore» e si dilegua, silenziosamente.
Resto da solo: nel mio ufficio tutto tace, il che lo rende ancor più vuoto di quanto possa già essere.

Forse lo rende ancora più vuoto il fatto che ci sia io..

Incrocio le braccia sulla scrivania laccata, poggiandovi sopra la testa.
«Ma che diavolo mi sta succedendo..?» sussurro, chiudendo gli occhi stanchi.
Subito mi si affaccia nella mente quella figura, il suo volto giovane e sorridente, quell'espressione per la quale darei di tutto pur di rivedere: Thomas che ride, gli occhi allegri che guardano il cielo.

«Chissà come deve essere il mare...» disse, ma non con tono sconsolato, bensì curioso e speranzoso.
Alzai un sopracciglio «Non hai mai visto il mare?» chiesi, quasi scioccato, sgranando gli occhi.
Thomas scosse la testa «Mai»
«Neanche da lontano?»
«Nope»
«Ma lo sai che non dista nemmeno troppo da qui?»
Fu il suo turno di guardarmi sorpreso «Eh? Davvero??»
Ci fu un momento di silenzio, poi risi di gusto, ricevendo un'occhiata perplessa dal più piccolo «Che c'è?»
«Sei senza speranza» dissi scherzando e lui rise con me.
«Un giorno mi ci porterai» mi impose, sicuro.
«Cos'è quel tono autoritario? Io non ti porto da nessuna parte» dissi falsamente serio; se fosse stato per me, l'avrei portato ovunque lui avesse voluto, anche in capo al mondo, e Thomas questo lo sapeva bene.
«Io credo proprio di sì. E mi insegnerai anche a nuotare»
«Chee? Non sai nemmeno nuotare?» gli chiesi.
Thomas scosse il capo «E perché mai avrei dovuto imparare se non mi serviva? Non so nemmeno dove si trovi il mare!»
«Mai sentito parlare di "piscine"?» ridacchiai.
Mi fece una linguaccia «No, guarda. Certo che sì! Ma ti sembro il tipo che va in piscina?»
«Non si sa mai..» e in quel momento avevo già mentalmente segnato un posto dove l'avrei portato successivamente: "piscina".
«E tu, Mr. Perfezione, c'è sicuramente qualcosa che non sai fare.» mi fece, con un'espressione saccente che non gli si addiceva.
«A parte non saper trattare bene le persone?» chiesi con tono ironico, ma in realtà non scherzavo affatto e lui se ne accorse, facendosi serio.
«Ma che dici.» mi rimproverò.
«La verità»
«Allora ti sbagli, e ne ho le prove»
«Ah sì?»
«So che sei una brava persona»
Lì risi, con amarezza.
«Sei tu quello che si sbaglia, Thommy»
«No, Steve, sei tu che ti sba..»
«Non chiamarmi così» lo interruppi, stizzito «te l'ho già detto. Non chiamarmi con quel nome»
Thomas sospiró, ma dopo nemmeno un secondo sorrise di nuovo, come se avesse ritrovato un vigore tutto nuovo.
«In ogni caso» iniziò «ho ragione io: tu sei una brava persona che non farebbe male ad una mosca»
Feci per ribattere ma lui si alzò, cominciando a correre per tutto il cortile, tappandosi le orecchie.
«Ho ragione iooo» continuò a gridare, ridendo, tanto che alla fine mi contagiò.
«Forse potresti avere ragione» sussurrai.

Riapro gli occhi « quanto ti sbagliavi Thommy. Quanto ti sbagliavi non lo sai».
Decido finalmente di alzarmi dalla sedia girevole, per prendere il sacco che avevo lasciato poco tempo prima a terra. Esco dal mio ufficio raggiungendo il covo dove tengo la ragazza.

È da un po' che non la vedo. Chissà come sarà ridotta...

Faccio cenno alla guardia che mi fa entrare nella stanzetta angusta e meno lurida di prima, poiché ho dato ordine di darle una bella ripulita. Ora si può considerare forse decente.
Lara non si accorge della mia presenza: sta leggendo uno dei libri che le ho dato e ha le cuffiette nelle orecchie. Alla fine ho voluto procurarle un piccolo stereo con canzoni che potrebbero piacerle e che ho fatto scaricare. Chiudo la porta alle mie spalle e la guardo: ha i capelli sciolti che le ricadono leggeri sulle spalle, sta dondolando la testa a destra e a sinistra, a ritmo di musica e ha un'espressione molto concentrata.
Senza accorgermene, sorrido.

Quanto non meriteresti tutto questo...

Mi avvicino, cautamente, e solo ad una debita distanza si accorge di me togliendosi subito le cuffiette e sobbalzando un poco dalla sorpresa.
Si ricompone, spegnendo lo stereo e sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio in un gesto di disappunto mentre tossicchia per schiarirsi la voce.
«G-gered, ciao. Io.. non mi ero accorta..»
Annuisco «Ho notato» cerco di sorriderle per non metterla in difficoltà.

Ma perché sento il bisogno di essere una brava persona con te?

Le allungo il sacco che mi ero portato appresso «Tieni; ci sono vestiti nuovi, libri e altre cose che potrebbero tornarti utili» spiego.
Vedendo che non lo afferra punto lo sguardo nel suo, notando che è sbigottita e forse anche.. contenta?
Prende il sacco e lo poggia con cura sul letto.
«Grazie»
«Di nulla» faccio spallucce.
«Avevo ragione» sussurra ma con un tono alto abbastanza affinché io riesca a sentirlo.
«Mm..?»
Scuote la testa, smuovendo dolcemente la chioma castana «Dico solo che... avevo ragione quando dicevo che non potevi essere una persona poi così malvagia»

Tu gli somigli così tanto..

Alzo un sopracciglio, poi ridacchio, amaramente «Non crederlo, ti sbagli: tu sei solo... l'eccezione alla regola.»
Mi guarda, dubbiosa «Nah, non posso essere io la prima. Sicuramente.»
Sgrano un po' gli occhi.
«Che intendi?» chiedo.
Lara ciondola un po', incrociando le gambe sul letto sul quale si trova «Sono sicura che non sono la prima persona che tratti bene, o sbaglio?»
La guardo ancora più sorpreso.

Ma come fa?

«Ti sbagli» taglio corto.
Lara non sembra convinta, eppure decide di non approfondire l'argomento. Non che io e lei avessimo poi questo bellissimo rapporto, in fondo siamo carceriere e carcerato, no? Ma da quando avevo cominciato a renderle la vita un poco più agiata in quel buco lercio di stanza in cui viveva, parlavamo con più normalità: lei senza paura, io senza desiderio di impaurire. Sembrava quasi una vecchia conoscenza.
«Li hai letti, questi?» mi chiede, d'un tratto, agitando il libro che aveva in mano e indicandone altre che le avevo procurato.
Li guardo, uno per uno «Non tutti»
Aggrotta la sopracciglia «Questo, l'hai letto?» ne prende uno e me lo porta sotto al naso; non arrivandoci da seduta è costretta ad allungarsi.
"L'uomo dei cerchi azzurri"

Non mi è familiare.

Scuoto la testa «No»
Sospira, ma fruga subito nell'ammasso di volumi e ne tira fuori un secondo «E questo?» chiede, speranzosa?
"Delitto e castigo"
Arcuo un sopracciglio.

Perché insiste tanto?

«Non l'ho letto»
E di nuovo ne afferra un ennesimo «Questo invece? È famoso, forse quando eri piccolo..»
"Il piccolo principe"

Me l'ha fatto leggere Thomas.

Annuisco «Lo conosco»
Le luccicano gli occhi «quindi lo hai letto?»
«Si»
Fa un sorriso raggiante «E non trovi che sia un libro stupendo?? Certo.. so che può sembrare per bambini ma ha tanti significati nascosti.. come il fatto della sua rosa. In realtà, come il piccolo principe, tutti hanno "una propria rosa" nella vita.»
Rimango in silenzio, ascoltandola parlare col suo fare spensierato mentre gesticola.
«Parlo tanto, eh? È che non ho molte visite qui, quindi.. quando qualcuno si fa vivo cerco di.. di fare conversazione, ecco..»
«Lara» la interrompo e lei si blocca, puntando i suoi occhioni marroni nei miei.
«S-si?»
Mi sistemo meglio gli occhiali sulla nuca «Mi odi per averti rinchiusa qui, non è così?»
Rimane spiazzata, deglutisce sonoramente: è in soggezione.
Abbassa lo sguardo «Non so.. cosa sia esattamente l'odio, ecco.. Insomma, non posso dire di.. di volerti bene: è per te se sono qui, se le persone che amo, la mia famiglia, i miei amici sono preoccupati e tutto il resto. Vedi.. non..»
«Cosa provi, esattamente?» chiedo, forse un po' troppo glaciale dato che si stringe le gambe al petto.
Rimane in silenzio.
«Vorresti picchiarmi?» continuo.
«Io..»
«Vorresti urlarmi contro?»
«Davvero io non..»
«Vorresti farmi provare le pene dell'inferno? Vorresti vendicarti, forse? Magari.. uccidermi, anche??» sto urlando ormai, senza accorgermene.
Lei stringe i pugni «Non lo so dannazione, non lo so! Non lo so!!» grida a sua volta, all'improvviso, facendomi sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Ha le gote rosse, gli occhi sgranati e respira affannosamente «NON. LO. SO.» scandisce.
«Se ce l'ho con te? Sì. Sì, cavolo. Mi chiedo da giorni cosa io ti abbia mai fatto di tanto male, "perché proprio io devo stare qua dentro?". Tu!» mi punta un dito contro «Tu mi hai rinchiusa qua dentro. Tu mi hai fatto passare giorni di terrore. Tu stai facendo preoccupare a morte le persone a cui tengo. Tu. Tu! Tu!!»
Resto in silenzio, mentre sfoga la sua rabbia. Non so perché le ho fatto quella domanda, eppure volevo sapere, ad ogni costo.

Il mio destino è rimanere l'uomo delle tenebre che, dopotutto, sono sempre stato.

«Non so cosa sia l'odio, avrei dovuto provare qualcosa che ci si avvicinasse per poterti definire o meno tale. Ma non l'ho fatto, non detesto qualcuno tanto da odiarlo: forse l'unica cosa è il proiettile che ha ucciso mio padre.»
Lara sta piangendo; non riesco a capire se è solo tristezza o anche furore.
«Ma vedi, Gered. Non credo di odiarti, semplicemente avrei preferito non conoscerti mai. Ma non ti odio, non ho intenzione di darti il privilegio come primo della lista.» mi guarda, gli occhi languidi e lucidi «So che qualcosa ti sta logorando dentro, si nota, o forse sono solo io ad accorgermene. In ogni caso forse è per questo che semplicemente non ti odio: stai combattendo una battaglia interiore con chissà cosa che però è decisamente più forte di tutte le cose negative che potrei provare per te. Non sarò certo io a distruggerti, né qualcun'altra tua preda: ma lo farà quella tua paura, o problema, o disastro che ti opprime. A meno che tu.. non cambi» sussurra la parte finale.
All'ultimo sono rimasto sorpreso: ha davvero intuito che qualcosa non va? Come..?

Non so se essere furioso con lei per credersi chissà chi per conoscermi tanto bene, o esserle grato per le sue parole.
«Gered..» sussurra; ormai non piange più, sembra semplicemente esausta di ogni cosa «ti prego..» alzo lo sguardo nel mio «vorrei solo.. andare a casa..»
Distolgo lo sguardo, serrando la mascella.
«Vorrei vivere ancora un po'.. con mia mamma.. a casa mia.. andare a scuola come sempre.. riabbracciare gli altri...» si accascia contro il muro «..per favore..solo, ti prego..»

Thomas, forse ho solo paura.

Chiudo gli occhi, serrando i pugni.

Paura di cambiare, in qualcun'altro.

«Gered...»

E se dovessi dimenticarti, Thommy?
Mi perdoneresti?

«..per.. favore..»

Avrei solo voluto renderti fiero.

«Non è mai troppo tardi, Gered..» mormora Lara, ad occhi chiusi.
«C-come?»
Li apre, leggermente «Non è mai troppo tardi, per fare la cosa giusta»
Sgrano gli occhi.

Me lo dicevi sempre anche tu.

Per un solo e fugace istante la figura del mio amico si sovrappone a quella di Lara, in un modo quasi reale.

Thomas, se mai dovessi provarci, lo farei per te, lo sai questo vero?

«Lara Shane» la chiamo, lei alza la testa.

Mi dicevi che provare, che tentare, non nuoce. Per me non è così, non questa volta: ma se è per mantenere una promessa che ti ho fatto, non mi interessano le conseguenze.

«Prepara le tue cose» ordino.

Per te, Thommy, potrei provarci.

«Stai per tornare a casa» termino, sotto lo sguardo sbigottito della ragazza.
«Domani mattina» poi esco, lasciandola da sola con quella speranza tra le mani.

Non mi importa delle conseguenze, voglio solo mantenere la mia promessa e renderti fiero, per una volta.

Spazio autrice!

Nota 1:
*lanciano pietre
*gridano insulti
*volano sputi

Scusatemi davvero tantissimo, è da.. quanto? Un mese e mezzo? Non pubblico da una vita e mi dispiace così tanto. Ma a casa mia è appunto da un mese e poco più che mi hanno completamente staccato il Wi-Fi per.. beh, questa è una storia mooolto lunga.
In ogni caso, non ho nemmeno abbastanza dati e Wattpad del cavolicchio non mi faceva pubblicare non so perché, non so percome.
Oggi sono riuscita ad intrufolarmi a casa di una mia santa amica dalla quale mi sono ovviamente attaccata al  Wi-Fi  come una cozza e tadaaaan.
Eccomi qui.

Nota 2:

Come avevo già accennato la storia sta volgendo al termine per svariate ragioni:
1) non ho più così tante idee
2) non ho davvero molto tempo per scrivere e se ce l'ho non sono ispirata.
3) tecnicamente secondo quello che era il mio film-mentale, dal quale nasce la storia "My Little", il tutto finisce a breve.

Non credo farò un sequel, perché davvero non sono più ispirata. Questa storia l'ho iniziata ad agosto del 2016 e beh.. il tempo passa e cambiano tante cose. Però ci tenevo comunque a terminare la storia per quei lettori/lettrici/ pandacorni che si sono in qaulche modo affezionati a Lara e compagnia. So che lasciare una storia a metà non è bello.

Penso invece che pubblicherò qualcos'altro successivamente, quindi devo solo impegnarmi e inventare nuove storie.
Detto questo, un bacione a tutti i miei pazienti lettori (meritate un Nobel, una statua e una medaglia da Obama.)
😘

-Yuki





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