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Him, again?

Resto pietrificata, mentre attorno a me la tensione comincia a farsi sentirsi.
«TI HO CHIESTO: CHE DIAMINE CI FAI QUI, DALARIOUS!» Nash alza la voce, facendomi sobbalzare e tornare alla realtà.

Che ci fa qui? Come faceva a sapere?

Kyle fa un paio di passi verso di noi, e Nash si mette subito in guardia, spingendomi dietro di lui come per proteggermi.
«Non osare avvicinarti a lei, assassino!» sputa fuori Nash con un tono freddo e spaventosamente tagliente.
Kyle si fa serio adesso «Spostati Grier, non sono qui per te»
Nash stringe i pugni e serra i denti per trattenere la rabbia.

Qui succede il finimondo.

Mi faccio un po' avanti; quel poco per non scatenare l'istinto iperprotettivo di Nash, e quel tanto che basta per farmi sentire dal barista.
«Kyle, come sapevi che.. che ero qua?» chiedo, in parte curiosa, in parte per stabilizzare la situazione.

Il ragazzo sta guardando male Nash che, con un braccio, mi para il busto per non farmi andare oltre; poi finalmente sposta lo sguardo nel mio «Ti ho cercata a casa, ma non c'eri. Così ho pensato che l'unico posto... non poteva che essere questo. Volevo farti gli auguri..»
Mi strofino nervosamente le mani sudate «Beh, grazie. Ma adesso io dovrei..»
Mi spiace liquidarlo in questo modo, probabilmente è stato tutto il giorno in giro a cercarmi, e io lo tratto così di schifo. Ma se non faccio qualcosa Nash se lo scanna vivo e nasce un conflitto mondiale.
«E avrei voluto parlarti» conclude Kyle, mettendo le mani nelle tasche.

Nash gli lancia uno sguardo quasi disgustato «Scusaci tanto, ma non abbiamo tempo» afferma per poi afferrarmi un braccio e cominciando a trascinarmi con sé.
«Nash..» lo chiamo, ma lui continua a tirarmi, finché non sento tirarmi dall'altro braccio, costringendomi a fermarmi.
Nash si gira di scatto e appena vede il mio polso fra le dita di Kyle non ci vede più e lo spintona violentemente lontano da me.
Lo trattengo per il petto, prima che si scagli su di lui «Nash, ti prego..»
«Se ti azzardi ancora a toccarla, sei finito» sibila.
Kyle si sistema la giacca nera del completo e fa un sorrisino beffardo che, in quella situazione non promette nulla di buono.
«Ah, davvero. E con quale diritto tu mi imporresti di non avvicinarmi a Lara?»
Nash ricambia lo strano sorrisino che non è affatto cordiale, bensì il contrario «Forse il fatto che è la mia ragazza»
A quelle parole il sorriso di Kyle si spegne, tramutandosi in una smorfia di disappunto che non fa altro che aumentare l'ego di Nash.
«Forse, non te l'aspettavi?» chiede beffardo.
Kyle stringe i pugni «Ragazzino, non lo ripeterò di nuovo: non sono qui per te»
Mi guarda «Lara, vorrei parlarti, per favore» e allunga un braccio.
Dall'altra parte Nash fa lo stesso «Su Lara, andiamo. Questo qua non ha ancora capito come stanno le cose»

Cosa??

Li guardo entrambi, poi mi giro verso Nash «Nash, è venuto fin qui.. vuole solo parlarmi..» vedo palesemente il mio ragazzo fumare di rabbia, ma cerva di trattenersi per non spaventarmi.
«Lara, devo ricordarti cosa ha fatto?»
Deglutisco.

Perché bisogna sempre tirare fuori questa faccenda? Ho deciso che avrei creduto a Kyle, ma Nash.. non penso lo farà mai.

«Nash.» lo ammonisco severamente «So quello che faccio»
Nash sgrana gli occhi, per poi fare una risata amara «Stai davvero scegliendo lui, fra noi due? Non posso crederci.»
Sbuffo «Nash, diamine! Non sto facendo preferenze okay? Vado a logica e..»
«Logica? Logica, eh?»
«Si, dato che Kyle ha probabilmente girato mezzo mondo solo per cercarmi e augurarmi un buon compleanno. Diamine, ci conosciamo da una vita!»
Nash scuote la testa «Non pensavo l'avresti fatto, Lara»

Ma cosa? È per caso di coccio?

Mi volto verso Kyle.

A quanto pare pensavo male credendo che Nash avrebbe potuto capire. Ma quando gelosia e rabbia si mescolano, la ragione non può nulla.

Guardo il mio ex-compare «Kyle.. mi spiace. Magari un'altra volta..» dico sconsolata. Non vorrei dargliela vinta così a Nash, ma se non avessi ceduto la situazione sarebbe degenerata.
«Ci sentiamo e, grazie»
Mi volto e faccio per raggiungere Nash, quando le parole di Kyle mi gelano sul posto.

«Ci ho ripensato, voglio mantenere la promessa di quella sera sulla spiaggia.»

Il tempo sembra essersi bloccato di colpo: Kyle a braccia incrociate, fiero dell'affermazione appena fatta, io con gli occhi sbarrati e Nash che, atterrito, ha il fiato sospeso.
«Quella sera..? Quale sera?» comincia Nash.

Perché..? Perché la gente mi deve odiare tanto?

«N-nash..»
«Promessa? Alla spiaggia.. quando?»
Abbasso lo sguardo sotto quelle accuse, non ce la faccio a reggere.
«Voi.. due? Soli?»
Kyle non sembra intenzionato a far altro che assistere alla scena.
Pian piano alzo lo sguardo in quello del mio ragazzo «I-io..n-noi..stavamo solo..»
Non riesco a formulare una frase, non riesco a parlare e sono comunque sicura che qualunque cosa dicessi, suonerebbe come una scusa alle orecchie di Nash; il mio tono è troppo penoso.

Nash alterna lo sguardo da me a Kyle, e si fa sempre più dura, da sorpreso che era prima.

Devo agire, fare qualcosa. Devo rimediare prima che vada tutto in pezzi.

«N-nash posso spiegare..»
Lo sguardo del ragazzo si pianta nel mio; freddo e tagliente come un pezzo di vetro scheggiato.
«Lo hai incontrato? Da sola? E non mi hai detto niente?» non alza la voce, non con me, ma il suo tono è qualcosa di terribilmente doloroso: un misto di rabbia e delusione.
Involontariamente abbasso lo sguardo, e l'avessi mai fatto; poiché ho appena confermato le sue accuse senza volerlo.
«Nash non arrabbiarti era solo per..» ma non faccio in tempo a finire che batte un piede a terra sbuffando «per cosa? Una cena ha detto, o sbaglio? Spero ve la siate goduta» dice, amaro.
Kyle s'intromette, non facendo altro che peggiorare la situazione già tragica di suo «È stata..divertente» sorride, con fare di sfida.
«KYLE!» lo rimprovero, scioccata.

Ma diamine! Non vede che sta andando tutto a puttane? Perché ha dovuto ribattere cazzo, perché? Mi odia così tanto? È geloso di Nash? Beh, questo non è il momento giusto di certo per mostrarlo.

Nash cerca di calmarsi, e mi guarda «Che ci facevi con lui?» sputa fuori l'ultima parola con un disprezzo tale da far ribrezzo.
Lancio un'occhiata a Kyle.

So che non dovrei mentirgli ancora, ma dovrei davvero dirgli che stavamo discutendo dell'incidente? Del fatto che Kyle potrebbe essere o meno un assassino? Beh, resta il fatto che è la verità, e sicuramente la più credibile. Non posso di certo dirgli che stavamo facendo una chiacchierata fra vecchi amici: s'incazzerebbe solo di più.

«Kyle mi aveva invitata per discutere del..» ma lo stesso Kyle m'interrompe, facendomi strabuzzare gli occhi.
«del fatto che mi sono dichiarato a lei»

MA COSA CAZZO..???

Nash fra poco si strozza con la sua stessa saliva.
«COSA?» gridiamo io e il mio ragazzo all'unisono.
Nash mi lancia uno sguardo furioso «"cosa" dici? Sarei io a dovertelo chiedere!»
Faccio un basso indietro, allontanandomi da lui involontariamente «I-io.. beh lui..»
indico Kyle e comincio a gesticolare.
Nash mi guarda, severo «Lara, è vero che si è dichiarato?»
Faccio mente locale «N-no. Cioè, s-si ma..»
Vedo esattamente la mascella di Nash contrarsi nel vano tentativo di darsi una calmata «Quindi si?»
Resto immobile, la bocca spalancata, senza avere le forze di rispondere, così Kyle pensa bene di farlo al posto mio «Si, l'ho fatto. La amo da anni, e poco tempo fa gliel'ho detto. È da anni che la conosco, che le sono stato affianco e di certo posso fermamente affermare di essere avvantaggiato rispetto a te.»
Nash stringe i pugni «Taci» sibila.
Ma Kyle è inarrestabile.

Basta. Basta. Basta vi prego..

« Te che la conosci da nemmeno un mese, che non sai nulla di quello che ha passato. Te che non c'eri quando piangeva sommessamente. Te che non sai nulla se non quel poco che è riuscita a dirti.»

«Taci. Sta' zitto»

«Sono stato io ad aiutarla quando era a pezzi, io che la consolava quando era sola, io che mi prendevo cura di lei!»
«STA ZITTO!» Nash si slancia contro Kyle e gli tira un pugno dritto in faccia.
Sussulto dallo spavento ma non aspetto un attimo e mi fiondo a mia volta su quei due, cercando di separarli. Faccio forza con le mani, accidentalmente li graffio con le unghie, li spintono, cerco addirittura di frappormi: ma nulla.

«BASTA, BASTA BASTAA!» urlo; la mia voce rimbomba nel vicinato.
Nash e Kyle sono ormai un groviglio di corpi che si menano e non so più che fare; ho le lacrime agli occhi. Mi guardo attorno e trovo un secchio d'acqua piovana mezzo pieno, e non aspetto un secondo in più. Lo prendo e ne getto il contenuto contro quei due che, immediatamente, si separano guardandomi sconvolti.
«Basta..» dico, con voce flebile.

Come siamo arrivati a tutto questo? Come è potuto accadere? Perché deve sempre esserci qualche impiccio quando ci sono io? Il problema sono io, non c'è altra spiegazione. Non c'è. Semplicemente.. non c'è.

Kyle è il primo ad allontanarsi dall'avversario «Lara..»
Non voglio sentirlo.
Alzo lo sguardo su Nash, fradicio dalla testa ai piedi, ma non intimorito. Mi guarda a sua volta con delusione e severità.
Faccio un passo verso di lui.

Non può finire così, ora sistemo tutto. Sì, ora.. ora sistemo tutto...

«Nash..» gli sfioro il braccio e lui reagisce in un modo inaspettato e doloroso: si scansa, schiaffeggiandomi la mano tesa a sua volta.
«No»
Spalanco gli occhi «N-no..?»

No cosa? NO COSA???

Nash si allontana da me di qualche metro, scuotendo la testa in segno di dissenso «Sono stufo. Di lui..» indica Kyle che se ne sta fermo in piedi e in silenzio «..e di questo» gesticola fra me e il barista.

Che significa?

«Perche mi sembra sempre che mi state nascondendo qualcosa voi due? Perché mi sembra sempre che non mi diciate la verità? Perché? Spiegamelo Lara. Dimmi che non è così. Lara, dimmi che mi sto sbagliando e lascerò perdere. Guardami negli occhi e dimmi che ho torto» lo dice con tono supplichevole.
Lo sguardo di Nash è penetrante e tremendamente doloroso. Perché è così. Io non posso dirgli che non è vero tutto questo. Perché mentirei se dicessi che ha torto.

Così cade il silenzio, un silenzio carico di tensione e verità.
Nash annuisce, deluso, facendo un sorrisino tirato «Lo sapevo. Dovevo.. dovevo aspettarmelo.»
Deglurisco mentre lo guardo voltarmi le spalle e sparire nella notte; la vista si offusca dalle lacrime.
Sento una voce chiamarmi «Lara..»
Mi asciugo gli occhi con rabbia e senza neanche voltarmi parlo «Vattene Kyle.» dico, con tono freddo e distaccato.
«Non saresti dovuto venire oggi»

Volto le spalle alla casa, per andarmene quando sento un fischio e delle schioppettate, accompagnate da un lampo.
Alzo lo sguardo e rimango incantata di fronte ad una miriade di fuochi artificiali bellissimi e coloratissimi che provengono da poco più giù.
Quasi mi sfugge un sorriso pensando per quale occasione carina li abbiano fatti, quando però ne vengono lanciati alcuni più in alto, che poi illuminano il cielo notturno con una scritta d'artificio: Lara.

Sgrano gli occhi, a bocca aperta, mentre inavvertitamente gli occhi cominciano a colmarsi di lacrime.

Questo era il suo regalo per me, dunque.
Questo era il regalo di Nash.

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