Epilogue
Non pensavo che sarebbe successo di nuovo, o meglio: sapevo sarebbe successo, ma speravo di potermi illudere più a lungo.
Deve essere sempre tutto così ingiusto?
Speravo che le cose sarebbero cambiate, ma fato, destino... non sono mai esistiti, vero?
L'illusione di un cambiamento non è una cattiva cosa, da speranza. Ma un'illusione rimane per sempre tale.
È la portata del cambiamento che fa la differenza: è qualcosa di fattibile o di impossibile? E se è impossibile, mi è concesso credere nei miracoli?
È questo quello a cui stavo pensando mentre, una volta arrivati a casa di Nash, ho visto Skylynn nella sua cameretta in lacrime. Urlava, gridava a squarciagola come se volesse farsi sentire fin lassù.
Che Charlie ti abbia sentita?
Ma che sia immaginabile un'età del genere per andarsene? L'ingiustizia cosmica non ha proprio pietà, l'ingiustizia è la crudeltà.
Piccola Skylynn.. mia piccola pulce. Perché hai dovuto piangere disperatamente così giovane?
Quel compito lascialo ai grandi, che sanno già come si versano le lacrime.
Sapevamo tutti che il cancro di Charlie era ad uno stadio avanzato nonostante la sua giovane età, ma nessuno avrebbe pensato che di lì a poco sarebbe accaduto l'inimmaginabile.
Dopo papà, questa è un'altra crepa che va a spaccare in due il mio cuore.
A quante morti dovrò assistere prima di distruggermi?
Non riesco a concepire cosa sta accadendo adesso, in questa casa. Elizabeth sta abbracciando la figlia, Nash è al mio fianco che, con le lacrime agli occhi, assiste alla scena senza intervenire. E io.. io non sto capendo.
Che sia solo un incubo? E se adesso magari mi sforzassi e riuscissi a svegliarmi, probabilmente mi ritroverei tra le braccia di Nash, sul divano di casa mia. Non è così?
Chiudo gli occhi, ma li riapro quando un urlo più acuto di Skylynn mi fa sobbalzare. Mi do un pizzicotto; nulla.
Solo poco dopo mi viene in mente: mia mamma, lei sa sicuramente di Charlie. È il suo medico, giusto?
Prendo il telefono con mani tremanti.
Che cosa tremo a fare? È un sogno, Lara. Segui solo il corso delle cose, poi ti svegli e finisce lì.
Nemmeno due squilli che risponde «T-tesoro..»
«Mamma senti, qui dicono che Charlie è morto. Ma non è vero, non lo è, te lo assicuro. Ti ho chiamato per chiederti se-»
«Lara, tesoro. Sto arrivando da voi, giusto qualche minuto e sono da voi. Tesoro-»
Sento una lacrima scendermi lungo la guancia.
Perché, adesso?
«Mamma, tranquilla. Vai con calma, è solo un sogno. Non voglio che ti fai male anche tu qua dentro, poi mi sveglio di malumore.»
Dall'altro capo del telefono la sento singhiozzare.
Sento che il tempo si è fermato.
Perché anche la mamma deve piangere adesso?
«Tesoro, Nash è con te, vero? Passagli il telefono»
Meccanicamente lo faccio; gli occhi lucidi di Nash incontrano i miei prima di afferrare il cellulare.
Non sto ascoltando cosa si dicono, sento tutto attutito come se attorno alle mie orecchie ci fosse dell'ovatta. Tanta ovatta.
Nash attacca e mi restituisce il cellulare. Mi guarda per un attimo mentre sento altre lacrime scendermi e bagnarmi gli zigomi. Mi abbraccia forte.
«Volevo proteggerti anche da questo. Scusami»
Ragazzi! Perché la prendere così sul serio! Giuro che tra poco mi sveglio, fatemi solo capire come e.. mi sveglio.
Lo giuro.
Nash mi stringe un po' di più. Sto singhiozzando.
Davvero.. o-ora mi sveglio.
«Andrà tutto bene»
P-per favore..f-fai che sia un sogno.
Ti prego.
Fammi svegliare.
«Era molto malato» sento dire da Elizabeth.
F-fatemi... s-svegliare..
«Skylynn, amore.. ora Charlie è diventato il tuo angelo custode»
Quelle parole fanno piangere ancora di più la bambina «N-NO! N-non d-doveva! I-i-io non l-lo voglio u-un angelo c-custode!!! NON LO VOGLIO!»
«Tesoro...»
«N-NO!! N-No!! No.. no..» tossisce «no...»
Sto guardando Skylynn e vorrei soltanto poterle asciugare quelle lacrime.
«Lara, andiamo» Nash mi afferra saldamente per le spalle e scendiamo in salone dove c'è mia madre.
Si fionda su di me e mi carezza i capelli «T-tesoro?»
Vorrei poterle sorridere, in questo momento vorrei davvero riuscire a farlo, ma non sono in grado. «Lara, tesoro..» probabilmente non sa cosa dire, ma è normale. Nemmeno io saprei cosa dirmi per consolarmi, forse il tempo è l'unica cosa che serve davvero anche se, per mio padre, non ha funzionato.
Annuisco, semplicemente, e la mamma mi abbraccia come se, facendolo, potesse sanarmi dalle ferite.
Dice qualcosa a Nash che non riesco a cogliere e lui mi si avvicina. «Andiamo?»
Andare dove?
Non ho la forza di chiederglielo e lo seguo; mi sta portando in macchina.
Nash si allunga e mi allaccia la cintura, afferra il volante per un attimo cercando di restare lucido e poi accende il motore.
«Perchè?» sussurro «Secondo quale principio.. chi lo ha deciso..?»
Nash stringe il volante ma non risponde, continuando semplicemente a guardare dritto.
Siamo nei pressi di un luogo che già conosco: la Collina.
«Perchè siamo qui?»
Nash mi prende per mano «Sei il tipo di persona che piange anche solo vedendo qualcuno piangere»
«Non è portandomi qui che non lo farò...» sussurro.
Nash mi abbraccia e mi posa un bacio sulla fronte, tra le ciocce ribelli.
«Lo so, sto solo facendo in modo che nessun altro possa vederti mentre piangi.»
Lo abbraccio più forte, affogando il mio viso nel dolce profumo del mio ragazzo. Mi rifugio, lui è il mio rifugio.
Nash mi stringe e inevitabilmente comincio a singhiozzare.
Non riuscirò a fermarvi, lacrime. Per questa volta avete vinto voi..
Lacrime calde solcano i miei zigomi lasciando strisce bagnate e salate che vanno a bagnare la giacca di Nash.
«Sshh.. andrà bene.. andrà bene, piccola..»
«P-p-erchè? Non c-capisco..»
«È qualcosa che l'essere umano non sarà mai in grado di capire»
«C-charlie..» singhiozzo «Ha f-f-orse senso?? Ha.. senso??»
Nash mi carezza la schiena.
«È ingiusto.. è..ingiusto..»
«Lo so. Lo è»
«N-non voglio accettarlo..»
«Lara..» sussurra con tono dolce. Resto un attimo in silenzio, poi rivelo quel che stavo pensando da tempo.
«Ho paura»
Nash si blocca un momento, poi si allontana e mi prende il volto tra le mani.
«Paura?»
Annuisco.
«Di cosa, piccola?»
Lo guardo, il mio sguardo trema nel suo.
«Del dolore»
«Hai paura del dolore?»
«Di soffrire. Sapere c-che soffrirò,mi spaventa..»
«Non hai motivo di essere spaventata, perchè non sei più da sola e io sono qui con te.»
Abbasso lo sguardo.
«Charlie... sono certo che conoscerti.. lui lo abbia apprezzato molto. Sono certo che tu sia stata come una sorella più grande per lui e probabilmente te ne è grato.»
Le lacrime solitarie escono da sole, bruciandomi gli occhi e la pelle.
«Non avere paura, perché anche le persone che non sono più fisicamente al tuo fianco, in realtà sono sempre con te a sostenerti e ad amarti. Come tuo padre. Lo hai detto tu stessa: lui è sempre vicino a te. E-e adesso.. anche Charlie lo è» la voce di Nash si incrina.
«Affronteremo altre cose di questo genere, Nash?»
«Probabilmente sì»
«S-soffriremo ancora?»
«Probabilmente, anche se ti prometto che farò del mio meglio affinché ciò non accada»
«T-tu non andrai via?»
«Mai, se non assieme a te»
Il vento si calmava pian piano, l'erba del prato ondeggiava sempre meno e il fragore dei rami si attenuava. Siamo restati così abbracciati per un tempo infinito, finché la realtà ci ha riportati fuori dal nostro sogno.
Pochi giorni dopo si svolse il funerale di Charlie e coraggiosamente ci andai, con un piccolo sorriso sulle labbra. Avevo fatto chiarezza nella mia testa e avevo finalmente distinto realtà da finzione. Lo shock fu travolgente, così un po' per tutti, soprattutto per la piccola Skylynn che non faceva altro che piangere.
Anche io, come loro, piansi fino allo sfinimento,poi decisi di non volerlo più fare. Se c'era una cosa che rattristava Charlie era sicuramente far preoccupare le persone attorno a lui; così promisi che non l'avrei fatto. Misi un vestito nero molto bello e mi presentai portando rose bianche datemi dal Sensei.
Spero tu possa riposare in pace,piccolo mio.
La cerimonia fu totalmente diversa da quella che facemmo per mio padre: niente visi falsi, niente urla strazianti. Era tutto molto calmo, come se nessuno osasse disturbare il dolce sonno del bambino defunto. La tristezza però, attanagliava tutti, e non c'era silenzio che non potesse fermare i singhiozzi dovuti dalle lacrime.
[8 mesi dopo]
«Attenziooone!!» è una vice squillante che mi fa svegliare di soprassalto.
Faccio appena in tempo a togliermi gli occhiali da sole che vengo travolta da un'ondata d'acqua gelata.
Urlo, per poi sgranare gli occhi e incrociarli con quelli di Jess.
«MA CHE DIAMINE??»
La roscia ride a crepapelle mentre fa cadere il secchio incriminato, poca fa pieno d'acqua.
Mi alzo e faccio per rincorrerla - e picchiarla- quando sento due forti braccia trattenermi da dietro.
Di fronte a me, invece, Cameron toglie il secchio dalle mani della sua ragazza «Ma quanti anni hai? Cinque?» finge di rimproverarla anche se in realtà anche lui se la sta ridendo sotto i baffi.
Non importa, Cam è perdonabile. Almeno ha provato ad avvertirmi.
Jess gli fa una linguaccia «Di certo ne ho più di te!» e fugge via, alzando dietro di lei una nuvola di bianca sabbia.
Nash, che ancora mi sta trattenendo, finalmente si lascia andare in una fragorosa risata «Ti ci voleva una bella doccia, eh?»
Lo guardo storto, per quanto quella posizione scomoda me lo possa permettere «Dillo che hai collaborato con lei, dillo dilloo!»
Lui ride ancora di più.
«Non mi lasci andare? Non la picchierò, giuro.» Lui fa di no con la testa.
«Parola di scout?!»
Non mi lascia «Voglio restare così, per taanto tempo». Sospiro, anche se in realtà lo trovo estremamente piacevole.
Dopo diverso tempo, alla fine, io, Cameron, Jessica e Nash abbiamo deciso di prenderci una pausa dal mondo soffocante con cui avevamo avuto a che fare. All'inizio non volevamo andare da nessuna parte, ma semplicemente starcene per conto nostro; eppure la situazione è degenerata. Tutto è cominciato quando Cameron e Nash si sono presentati con almeno una trentina tra cartoline e mappe per poi chiedere a me e a Jess:"dove preferite andare?".
Ed eccoci dunque a Creta, un'isola meravigliosa, a passare il nostro mese di tranquillità.
Dal fondo della borsa sento un telefono squillare. «Nash, è tuo»
Nash sbuffa e, suo malgrado, è costretto a mollare la presa e prendere l'apparecchio.
«È una videochiamata della mamma» spiega e io mi avvicino.
«Fammela salutare». Accettiamo la chiamata e subito sullo schermo appaiono Skylynn ed Elizabeth.
«Uuh! Ciao! Guarda un po' chi c'è. Ciao Lara, tesoro.» la donna ci sorride.
«Grazie della considerazione mamma» si lamenta Nash e io rido.
«Ciao fratellone!! Ciao Lara!»
«Ehi, piccola pulce! Come state? Tutto bene?»
Skylynn annuisce ed Elizabeth prende parola «Tutto a posto tesoro, voi? Che fate di bello? E com'è il tempo lì? Mangiate a sufficienza vero? E Cameron e la tua amica? Anche loro si trovano bene?»
Rido mentre Nash sospira «Mamma, ti sembra una stanza per gli interrogatori questa?»
«Eee.. quanto sei tragico, ero solo preoccupata»
«Non preoccuparti Elizabeth, stiamo tutti bene, mangiamo a volontà e il tempo è sempre bellissimo qui, come il mare d'altronde»
«Sono contenta, soni contenta»
«Lara, Fratellone ma.. quando vi sposate?» butta lì la bambina.
Cala un attimo silenzio poi scoppiamo a ridere «Sposarsi? Piccola mia, ma sono ancora troppo giovani!» dice la madre.
«Aspetta che il tuo fratellone trovi un bel lavoro così potrà comprare tutti gli anelli che vuoi, va bene?» dice Nash con un sorriso raggiante, per poi lanciarmi uno sguardo.
E quello, cos'era? Perché non ha negato? Non lo ha ammesso, certo. Ma non lo ha negato.
«Noi andiamo, dobbiamo ancora mangiare. Prendetevi cura di voi, eh» dopo aver salutato Elizabeth e Skylynn attacchiamo e ci prepariamo per tornare in albergo quando vedo Nash andare da tutt'altra parte
«Vai per prima, ti manderò a chiamare»
Mi acciglio «A chiamare? Che devi fare?»
Mi sorride da lontano, sventolando la mano. Faccio spallucce e torno a casa per farmi una bella doccia e prepararmi per la solita cena con tutti quanti quando sento qualcuno bussare alla porta. Apro e un uomo vestito di tutto punto mi fa un leggero inchino «Prego signorina, il signorino la sta aspettando»
«Aspettando dove? È Nash?»
L'uomo annuisce e mi fa strada. Arriviamo di fronte ad una stradina illuminata ai lati da una sfilza di piccole candele profumate. «La prego di proseguire da sola e buona serata, signorina».
L'uomo fa un altro piccolo inchino e si dilegua. Sorrido.
Cos'ha in mente quel folle del mio ragazzo?
Seguo il sentiero illuminato fino a quando esso non si apre rivelando la spiaggia e altre candele in lontananza. Mi avvicino e sento gli occhi farsi lucidi: Nash, vestito in giacca e cravatta, sta in piedi di fronte ad un tavolo colmo di petali e candele.
«Benvenuta» mi sorride e io ricambio.
«Che matto, hai preparato tutto questo da solo?»
Si passa una mani tra i capelli «Vorrei dire di sì per prendermi tutti i meriti, ma la mia coscienza ci tiene a dirti che mi ha aiutato anche Rufus, l'uomo che ti ha accompagnata.»
Rido e mi guardo attorno: da poco è giunto il tramonto che da una sfumatura rosata al cielo.
«È bellissimo qui..» sussurro.
«Mai quanto te»
Mi volto e vedo Nash fissarmi intensamente con quegli occhi blu illuminati dal chiarore delle candele.
«Da quando sei così estremamente romantico?»
«Da quando so che la mia ragazza ama il romanticismo» mi prende una mano, delicatamente «Non credo che la mia ragazza lo sappia, ma per lei farei qualunque cosa»
Arrossisco per poi abbassare lo sguardo.
«Non so se ti ho mai parlato dell'affinità e la cooperazione tra fratelli prima d'ora..»
Alzo un sopracciglio «Cosa c'entra adesso?» domando.
«È solo che devo ammettere che Skylynn oggi è stata davvero brava a dire esattamente quello che le avevo detto di dire.»
Non sto capendo
Nash nota la mia confusione «Adesso non importa, quel che è importante adesso..» si china e tira fuori una scatolina blu.
Sgrano gli occhi.
Non.. n-non è forse..
«Non pensavo di farti questo discorso così presto, ma..» mi guarda negli occhi «non ho saputo resistere»
Apre la scatolina rivelando un piccolo anellino argentato finemente decorato ai lati. Mi porto le mani alla bocca cominciando già a vedere sfocato per via delle lacrime.
Nash sorride caldamente «Lara Shane, probabilmente sembrerò egoista facendoti questo discorso, ma non posso farci niente dal momento che a causa tua sono diventato l'uomo più egoista al mondo. Potrei anche sembrarti un bambino ma effettivamente sono anche questo a causa tua: perché se non ottengo quello che desidero, potrei anche piangere. Il fatto » prende un profondo respiro e continua «Vivendo con dei genitori separati, ho sempre pensato che l'amore fosse qualcosa "a breve termine", come se avesse una data di scadenza e, dopo aver superato quella, bisognasse farla finita. Può sembrare cinico, ma da piccolo non mi facevo poi così tanti problemi, non avendo amato mai nessuno troppi appassionatamente. Poi ti ho incontrata e.. bhe.. hai combinato un bel disastro. Sai che vuol dire distruggere quasi venti anni di teorie?»
Una lacrima di commozione scende lungo la mia guancia, brillando alla luce della candela.
«Il punto è che più ci penso più mi convinco che sei il mio miracolo e mi sento così egoista da non volerlo condividere con nessuno al mondo. Mi sento così egoista da porgerti questo anello, questa sera, affinché tutti sappiano che devono starti alla larga. Mi sento così egoista... da sentirmi debole al tuo cospetto. Esattamente, cosa mi hai fatto?»
Nash si alza, prende l'anello dalla scatola e si inginocchia al mio fianco «Probabilmente sono sbrigativo ma non penso che sarò mai in grado di lasciare andare il mio miracolo. Quindi guardami negli occhi e dimmi: in un futuro imprecisato, tu, Lara Shane, vorrai continuare a stare al mio fianco?»
Non una parola esce dalla mia bocca, non un suono, né un singolo rumore. L'unica cosa che riesco a fare, mentre le lacrime bagnano i miei zigomi, è quella di allungare la mano. Nash sorride e, in qualche modo, lascia un sospiro si sollievo.
«Guardami, Lara» gli ubbidisco.
«Prometto che, in quel futuro imprecisato, tu sarai la donna più felice del mondo»
Annuisco, carezzandogli una guancia.
«E non lascerò che tu soffra»
Annuisco ancora, mentre porto entrambe le braccia dietro alla sua nuca.
«E ti amerò, profondamente, appassionatamente, per il resto della mia vita. Per sempre»
Nash si china e mi bacia, premendo delicatamente le sue labbra sulle mie. Chiudo gli occhi, affinché questo sogno duri il più possibile.
E io farò lo stesso con te, Nash Hamilton Grier. Lo giuro.
Nota autrice:
E dunque siamo giunti alla fine, è stata proprio una faticaccia eh. Per quelle persone che mi hanno seguita dall'inizio deve essere stata davvero difficile: vi ringrazio di cuore. È da più di un anno che questa storia andava avanti, non deve essere stato facile sopportarmi. In generale, un ringraziamento per tutti quanti i lettori di "My little" che è finalmente giunto alla sua fine. Nonostante volessi finire al più presto questa storia, devo ammettere che adesso mi dispiace un po' essendo la mia prima in assoluto. Però sono molto fiera, è stata una bella esperienza per me e spero che lo sia stata anche per voi.
Detto ciò, continuo a ringraziarvi di cuore e spero vivamente che la mia storia vi sia piaciuta.
Sono sicura che scriverò altre storie ma in date da definire e in un futuro imprecisato (CIT-).
È stato un piacere scrivere per tutti voi, davvero.
Un saluto caloroso da Lara e la sua autrice.
XOXO
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