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Confusion

Lara's P.O.V.

Forse è stato il ticchettare delle gocce d'acqua sul pavimento freddo, o forse il freddo stesso a svegliarmi.
Non ho aperto subito gli occhi; appena ripresa conoscienza ho subito avvertito un dolore lancinante alla testa che si è propagato come una scossa per tutto il corpo.

Cosa è successo..?

Il perché mi fa male la testa, o il rumore incessante delle goccioline, o il freddo pungente e l'odore di muffa: non riuscivo proprio a spiegarmi nulla.

Perché? Dove mi trovo?

Così ho aperto gli occhi lentamente, e subito una fitta mi ha trafitto il cervello da parte a parte, facendomi vedere tutto momentaneamente rosso dal dolore.
Inquadro sui miei piedi, ma presto mi accorgo del luogo circostante e perdo un battito.

DOVE MI TROVO???

Sgrano gli occhi, spaventata a morte.

Oddio no.. Dio ti prego.. non voglio morire io.. mamma.. dove sei?

Non sono legata o nulla, ma mi trovo da sola in una stanzetta angusta e lercia: le pareti rovinate e crepate, il soffitto gocciolante di uno strano liquido verde e nessuna finestra. L'unica luce che ho proviene da una lampadina agganciata con uno spago che dondola da sopra, proiettando strane ed inquietanti ombre per la stanza; e uno spiraglio di luce proviene anche da sotto l'unica porta che mi collega col mondo esterno.

Mi accuccio contro l'angolino dove mi torvavo e porto le gambe al petto.

Perché sono qui.. non lo so, non ricordo. Non ricordo. NON RICORDO!!

Dagli occhi spalancati cominciano a sgorgare calde lacrime di paura e angoscia.

COSA È SUCCESSO?? Cosa ci faccio qui.. ho paura.
Mamma.. mamma..

Mi porto le mani ai capelli, comprimendo la testa.

Cerca di ricordare Lara.. Lara Shane, cerca di ricordare.

Socchiudo gli occhi.

Cerca di ricordare..

«Nash..» sussurro.
«Ho litigato con Nash e.. Kyle»
Deglutisco a fatica.
«Oggi è il mio compleanno..»

Faccio per guardare l'orologio al polso, ma non ce n'è più traccia: l'ho perso? Me l'hanno tolto?

Che giorno è?

Mi guardo meglio attorno ma sembra non esserci nulla di significativo a parte quella porta, ma ho paura di cosa, o di chi io possa trovare lì fuori.

Mi hanno rapita.. Lara sei stata rapita.. qualcuno ti vuole fare del male.. chi? Perché? Cosa ho fatto...?

Le lacrime continuano a scendere con più forza..

Non posso rimanere qui. Ho paura. Ma devo fare qualcosa..
E se aspettano solo che mi svegli per uccidermi? Ma perché vogliono uccidermi? E se invece mi.. torturassero? Io.. cosa ho fatto?? COSA DEVO AVER FATTO??

Porto la mano gelida al petto per afferrare la collanina verde che mi regalò mio padre tanti anni fa.

Papà proteggimi da lassù..

E così, deglutendo e sudando freddo, mi alzo e barcollante, appoggiandomi contro la parete umida e maleodorante, mi avvicino alla porta di ferro grigia.
Allungo un braccio e cingo la maniglia con dita tremanti.

Uno.. Due... Tre...

Abbasso e spingo: nulla.
Ho il cuore in gola.

e se qualcuno ha visto la maniglia muoversi da fuori? Ora sanno che sono sveglia.

Col coraggio che mi rimane mi abbasso con una guancia contro il pavimento e sbircio sotto la fessura della porta: non c'è nessuno, vedo solo un lungo corridoio che finisce quando iniziano delle ripide scale in cemento.

Dove mi  trovo?

Mi alzo immediatamente e raggiungo di nuovo l'angoletto dove mi sono svegliata, camminando all'indietro per paura che qualcuno possa entrare mentre sono di spalle.
Mi siedo.

La polizia mi starà cercando? Probabilmente nessuno sa dove mi trovo: né Nash, né Kyle, tanto meno gli altri..

Appoggio un orecchio alla parete, ma non sento granché, essendo essa troppo spessa. Nel silenzio tombale in cui mi trovo percepisco solo qualche lontano rumore.
Mi sforzo e finalmente sento un clacson.

Sono in città! Okay.. sono ancora in città.. spero si tratti ancora della California.. non credo però che qualcuno mi abbia portata da qualche altra parte sperduta. Addirittura in un altro paese, no..

Tiro su col naso e mi passo le.mani fra i capelli, finché le mie dita non incappano in qualcosa di duro fra le ciocche.

Cosa..?

Afferro il filamento duro, cercando di non farmi troppo male, e sgrano gli occhi, gioendo: per quanto possa essere possibile in una situazione del genere.

UNA FORCINA!

Mi rigiro l'oggettino tra  le mani.

Potrei.. scassinare la porta. Non so come fare ma forse serve solo smanettare un po' ed è fatta!!

Sto già provando ad alzarmi quando sento dei passi; perdo un battito, mentre il respiro mi si blocca dal terrore.

Stanno.arrivando..

La paura non mi permette di muovermi, ma con un briciolo di lucidità infilo subito la forcina vicinissima alla cute dei capelli per non farla scoprire e mi accuccio a terra, fingendo di dormire.

Stanno arrivando.. stanno arrivando.. sto per morire..

Nascondo le mani tremanti sotto la pancia e cerco di non piangere mordendomi la lingua.
Intanto comincio a sentire due voci maschili.

Dio ti prego.. ti supplico...

«Hai tu le chiavi, no?»
Il rumore di metallo contro metallo e poi il click della serratura che scatta; infine la porta che si apre, cigolando.

Ti prego.. ti prego.

Stringo ancor di più i pugni, cercando di non stringere gli occhi e di regolarizzare il respiro.

LARA CAZZO, VUOI  SOPRAVVIVERE??
E ALLORA FINGI BENE!!

«Sta ancora dormendo» la voce è grave e profonda, minacciosa e cavernosa.
Un'altro sbuffa scocciato «Lo vedo» ribatte acido.
Quest'ultimo ha un tono più delicato, ma sempre virile; un tono quasi accattivante e sensuale.

Ti prego.. ti pregoo.. TI PREGO..

«Vuole lasciarla dormire ancora, capo?» è il primo.
L'altro non risponde, ma fa qualcosa che mi spaventa ancor di più: si avvicina, lentamente.

N..o... no, no. No no nooo.!!!

Trattengo il fiato e per sbaglio muovo impercettibilmente la testa.

Devo fingere.. ora o mai più.. potrebbe accorgersene. Ora o mai più..

Così schiudo un po' la bocca, cominciando a respirare con essa, come se stessi dormendo, e intanto arriccio per un istante il naso; come infastidita dalle voci dei due uomini.

«Forse potremmo svegliarla..» dice il primo ma subito il secondo lo interrompe.
«Decido io cosa fare!» grida, e io sobbalzo leggermente.

Cazzo..

«Scusi, scusi.. capo» risponde il primo, con voce fra il preoccupato e l'impaurito.
Così subito cerco di rimediare al mio errore di essermi mossa: e mi muovo ancor di più nel "sonno", allungando un po' le gambe e mugugando un «Mmm..»

Spero se la sia bevuta..

Dopo un tempo interminabile quello vicino a me si allontana «Lasciamola dormire» afferma e assieme i due escono, sbattendo piano la porta alle loro spalle.
Non mi azzardo ad aprire ancora gli occhi e cerco di captare qualche rumore: nessuno.
In attesa intanto ragiono.

Un attimo ma.. non ho sentito il rumore della chiave che chiude la porta. La serratura non è chiusa. Potrei.. andarmene..!

Rimango ancora per cinque buoni minuti a terra, in quella posizione, ragionando se sia una buona idea provare a fuggire o rimanere così in questa situazione dormiente per altro tempo.

No, prima o poi mi sveglieranno comunque e non potrò più andarmene. E chissà quando al polizia mi troverà. Però se mi scoprono mentre fuggo potrebbero farmi male..

Deglutisco a fatica

Al diavolo! Chissà che diamine hanno progettato di farmi fare quei due bastardi.. Devo provare... almeno.. anche se ho una paura fottuta.

Apro lentamente un occhio, poi l'altro, e subito calmo il respiro accorgendomi che non c'è nessuno nella stanza.
Non capto nessun altro suono, così pian piano mi alzo a sedere.
Prendo un profondo respiro.

Lara, forza. Devi farlo. Devi tirare fuori tutto il tuo coraggio, forza. Fallo per la mamma che sta morendo dalla preoccupazione, fallo per tutti quanti: Nash, Jessie, Elizabeth, Skylynn, Cam, Lie..

Le lacrime stanno per uscire, ma le reprimo e stringo i pugni, annuendo.

Forza Lara Shane. Puoi farcela Lara.

Mi alzo attaccandomi alla parete e senza far nessun tipo di rumore mi avvicino alla porta.

Dai Lara..

Per la seconda volta le mie dita tremanti e fredde si avvicinano a quella maniglia.
Deglutisco, strizzo gli occhi un attimo e prendo un respiro profondo; e poi con forza abbasso quella maniglia color pece: e l'avessi mai fatto..

Appena aperto uno spiraglio qualcuno da fuori spalanca completamente la porta, e di fronte mi ritrovo i due uomini di prima.
Uno più robusto e possente, corvino e muscoloso, quello che ha spinto l'anta, con un ghigno malefico sulle labbra.
E al suo fianco uno alto e magro al punto giusto, biondo, dagli occhi di  ghiaccio e con un paio di occhiali dalla montatura blu elettrico.

Lui..

Quest'ultimo fa un sorrisino divertito, che lo rende più affascinante, ma soprattutto più spaventoso.
«Sei prudente Lara, ce ne hai messo di tempo, eh» commenta.

Lui lo ricordo..

Spazio autrice:

Ed eccoci alla pt. 2! ❤

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