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Checkmate pt.1

Nash' P.O.V.

«Nash, per favore ragiona..»
Mi ero voltato verso Johnnie fumante di rabbia «Ragionare, Jo? RAGIONARE?»
Mia madre stava per avvicinarsi a me, con l'intento di calmarmi: ma non l'avrei fatto, non questa volta.
«Tesoro...»
L'avevo squadrata, i pugni stretti in una morsa letale «NO. No mamma. Non dirmi di calmarmi, perché non lo farò. Non dirmi di aspettare ancora, perché non lo farò, non dirmi di starmene buono mentre la mia ragazza è chissà dove da giorni e quegli idioti della polizia non fanno altro che buchi nell'acqua: perché Non. Lo. Farò.» scandivo ogni singola parola, cercando un minimo di trattenermi per non scatenare più disagio di quanto già ci fosse, anche se probabilmente era troppo tardi.
Johnnie aveva fatto per avvicinarsi ma gli avevo puntato un dito contro, indietreggiando «Non potete dirmi di starmene con le mani in mano, non potete. Lei è la mia ragazza..!»
«Le vogliamo bene anche noi, non è sufficiente per..» mi aveva interrotto lui, e forse avrebbe fatto meglio a non farlo.
«NON È LA STESSA COSA!» avevo urlato, le vene del collo in evidenza pompavano sangue ad una velocità inaudita, mentre con molta probabilità i miei occhi si scurivano fino a diventare due pozzi neri.
In quell'istante una vocina delicata aveva spezzato anche se per poco quella pesante aura «M-mamma, state litigando..?»

Era Skylynn.
«Fila in camera, Skylynn» avevo sussurrato, cercando di fare un respiro profondo.
Ma lei non mi aveva ascoltata, anzi, aveva insistito.
«È per Lara, vero? Nashy, perché urlavi a mamm..?»
Ma non ce la facevo più, forse ero già impazzito, forse: eppure sentivo davvero qualcosa che mi stava divorando dentro.
«FILA VIA!» le avevo gridato contro, ma ne pentii un nanosecondo dopo, quando la sua dolce espressione si era rattristata e le sue morbide guance rigate di calde lacrime, mentre fuggiva su per le scale.

Che mi sta succedendo?

L'avevo pensato, spaventato dal me stesso che non riconoscevo, impaurito da cosa avrei potuto fare in futuro.
«HAMILTON NASH GRIER!» aveva gridato a sua volta mia madre, probabilmente scioccata dal mio comportamento.

Questa era stata la furiosa lite che stava letteralmente spezzando in due la mia famiglia nemmeno una settimana fa, dopo aver scoperto che quel fatidico "qualcosa" che i poliziotti avevano detto di aver trovato, in realtà si era rivelato un ennesimo colpo a vuoto.
Ed ecco perché adesso mi ritrovo steso qui, sul morbido prato della Collina, non solo per sfuggire dalla lite di casa, non solo per prendere un po' d'aria, ma anche perché qui fuori Lara mi manca un po' meno di quando sono rinchiuso in camera mia, su quel materasso dove anche lei ha dormito tempo fa.

Il cellulare vibra: come intuito è Dalrious. Da quando gli ho dato quel telefonino scrauso non ha mancato un giorno per scrivermi: mi ha parlato della faccenda di Sierra, e sarà per la situazione del momento, ma ho deciso di credergli. Mi ha scritto poi del soggetto che più mi interessa: Gered, che non è il suo vero nome, me l'ha anche descritto nei minimi particolari. Per poi parlarmi del suo fedele seguace Phil, colui che ha ridotto Dalarious ad uno straccio e che per poco non lo mandava all'altro mondo, e che sicuramente non è la sua sola ed unica guardia.

Chi diavolo sei Gered, chi sei per potermi portare via così la ragione della mia vita?

//: Ho un piano.

Alzo un sopracciglio.

N: piano?
//: sì. Hai detto che l'ennesimo tentativo della polizia è stato un buco nell'acqua, no?
N: sì, è così.
//: E tu hai ancora intenzione di restartene con le mani in mano?

Mi alzo a sedere, più curioso di sapere

N: Che hai in mente?
//: Fuggire da qui dentro e tu mi aiuterai
N: fuggire? Tu? E che vorresti fare poi, che non ti reggi nemmeno in piedi?
//: Grier sono serio.
N: lo sono anch'io. Questa è l'unica occasione che abbiamo,se dovessimo sprecarla per una cazzata simile non ne avremo altre.
//: Cazzata o meno, preferisci aspettare un altro fallimento della polizia?

Stringo il cellulare tra le mani. Lui ha ragione, e lo so.

N: Quale piano?
//: Così si ragiona
N: allora?
//: sei già sceso dalla mia finestra in camera, quindi potresti anche risalirci. Lì tu prenderai il mio posto: Kyle Dalarious che dorme con le coperte fino alla fronte, e io sarò Nash Grier che andrà in giro a cercare Gered.
N: ei ei ei buono. Primo: io non sono "sceso", mi sono letteralmente fiondato giù da quella finestra. E Secondo: andrai in giro? Quello posso farlo pure io.
//: primo: se ti sei ingegnato per entrare nella mia stanza quel giorno  puoi benissimo entrare di nuovo non usando la porta, dato che è apparentemente sorvegliata 24h su 24h. Secondo: no, andrò io. Perché ho un'ipotesi su dove possa essere.
N: e allora dimmelo. Ci andrò io.
//: no, tu non lo conosci, non sai come si muove, come è fatto.
N: a maggior ragione, lui non sa chi sono.
//: mi prendi per il culo Grier? Anche mia cugina di sei anni conosce il grande Nash Grier e non dovrebbe saperlo un uomo astuto come Gered?
N: mm.. d'accordo.
//: ottimo.
N: quando?
//:domani, non c'è tempo da perdere. Dopo le visite.
N: perfetto.
//: non farti sgamare. E portami un portatile.
N: anche???
//: su, non lamentarti. Mi servirá.
N: Dalarious..
//: che c'è?
N: per lei.
//: per lei.

Cancello subito la conversazione, cosa che probabilmente sta subito facendo anche lui, e mi alzo, tornando a casa.

Prima o poi...

Apro la porta principale, e stranamente c'è silenzio.

Dove sono mamma e Jo?

Controllo le stanze al piano terra, ma non c'è davvero nessuno, poi però sento dei rumori di sopra.
Mi metto in ascolto, ma più nulla; decido ugualmente di salire e nel mentre sento una risatina.

Sky?

Mi piazzo di fronte alla porta della sua cameretta: non ho di certo dimenticato cosa le ho detto, cosa le ho urlato.
Prendo un respiro profondo ed entro ritrovandomi subito dinnanzi alla mia sorellina e.. a Jessica.
Mi acciglio, sorpreso, ma non mi è di certo sfuggita l'espressione tanto arrabbiata quanto spaventata di Sky.
La ragazza si alza dal pavimento e mi viene incontro, per poi posarmi una mano sulla spalla con un piccolo sorriso comprensivo «Per qualsiasi cosa sono di sotto, Cam arriverà a momenti e i tuoi mi hanno detto che torneranno questa sera tardi...»
Le sorrido a mia volta «Ti ringrazio infinitamente Jessica, davvero, grazie. Per tutto.»
Annuisce e fa un sorrisino alla bambina che, adesso, si è rannicchiata all'angolo del letto, per poi uscire.
Non appena la porta si chiude, un'aura di disagio alleggia nell'aria.
Sospiro, passandomi una mano tra i capelli, e facendo per avvicinarmi a lei «Sky mi di...»
«Vai via» sussurra, con la vocina rotta dai singhiozzi che cerca vanamente di trattenere.
Non mi guarda neanche, semplicemente tiene la testa nascosta fra le braccine, guardando altrove.
Ci riprovo, sedendomi sul letto, ma lontano da lei «Pulce davvero mi di...» e solo allora la piccola sposta lo sguardo nel mio, uno sguardo arrabbiato, furioso, mentre stringe i pugnetti al petto «Noo! Non chiamarmi così! Non tu! NON CHIAMARMI MAI PIÙ COSÌ!!» grida, sferrando un calcio a vuoto nella mia direzione.
Sono scioccato, non si è mai comportata così, ma non capisco.
«Skylynn..»
Ma lei continua imperterrita «Non chiamarmi così! Solo lei può farlo, solo lei, ma ora non c'è più quindi nessuno può più farlo.» singhiozza «Nemmeno tu.»

Lei..?

Poi finalmente collego: Lara le ha dato quel soprannome, Lara la chiamava così, e Sky.. ne sente la mancanza davvero tanto.
Sono stato egoista, lo so e lo sapevo anche prima, ma tale egoismo mi ha convito di non guardare nulla e nessuno al di fuori del mio dolore. Non ho visto il dolore altrui anche se lo percepivo: perché come si fa a non percepirlo? In casa Grier non si è fatto altro che parlare di questo, della scomparsa della dolce Lara Shane: ma non ho visto che sotto quei discorsi c'era una struggente pena e un silenzioso dolore.
«Sky ..» mi sono avvicinato, ma lei si è allontanata.
«Vattene via. Proprio come mi hai detto di fare tu. Fila via! Non voglio vederti, non voglio sentirti, non..»
Ma non l'ho fatta finire che l'ho abbracciata, stretta, tra le mie braccia mentre cercava di dimenarsi, ma lei non voleva allontanarmi davvero.
Ha cominciato a piangere, a singhizzare contro il mio petto, disperata, mentre le accarezzavo la schiena.
«Scusami Sky.. ti ho urlato contro perché ero arrabbiato con mamma e Jo, non con te. Mi dispiace.»

Mi spiace di essere un fratellastro così pessimo, di non esserti stata accanto quanto tu più di tutti soffrivi in silenzio, piangevi da sola e nessuno poteva sentirti. Scusami per non esserti stata accanto.

Avrei voluto dirlo, ma non l'ho fatto, perché oltre che egoista sono anche mediocre.
« Resterò con te per sempre e troverò Lara»
«T-tutti mi hanno detto così: la m-mamma, p-papà e l'agente della polizia, ma lei.. lei non è ancora qui» sussurra, calmandosi: sembra esausta.
Le carezzo i capelli biondissimi «Io non sono così
Io la troverò, te lo prometto.» ma lei si era già addormentata, e poco dopo io ho fatto lo stesso.

Mi sono svegliato col leggero rumore del russare di Sky, le ho sorriso, addolcito, ma subito ho ricordato: oggi è il giorno.
Sono andato al supermercato e ho comprato una tinta per capelli e trucchi.

Se devo essere Dalarious, dovrò somigliare a Dalarious.

Così ho reso i miei capelli castani chiaro più scuri, color cioccolato, per poi truccarmi gli zigomi e il contorno occhi affinché sembrasse che mi avessero pestato. Ho preso il computer, dei vestiti di ricambio e sono andato all'ospedale, determinato, nonostante una domanda mi vorticasse in testa dal mio risveglio.

Come diamine salgo su per quella cavolo di finestra???

Così adesso mi ritrovo qui, di fronte alla stanza 409, ovvero quattro stanze prima di quella di Dalarious, cercando di trovare più coraggio possibile.

E uno...

Nessuno sembra trovarvi sospetto.

Due...

L'orario delle visite è ormai finito, e l'ultima persona se n'è già andata.

Tre.

Entro a passo deciso nella stanzetta in cui ci sono tre signore anziane che subito si allarmano quando vedono il mio volto falsamente tumefatto e quando chiudo la porta.
«Giovanotto, l'orario delle visite..» fa la prima ma la interrompo, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
«Salve signore, scusatemi tanto ma avrei un favorone da chiedervi.»
Una di loro sussulta «Oh caro, ma cosa hai fatto al viso, tutto bene?»
Annuisco deciso, continuando a sorridere «Vedete, la mia ragazza è alla camera accanto, non sta bene, e vorrei andare a trovarla.. »
Tutte e tre si fanno interessate, così proseguo, con fare teatrale.
«Ma vedete i suoi genitori non mi vedono di buon occhio e per questo non mi hanno fatto entrare durante l'orario delle visite...»
«Oh, no..» esclama una.
«Povera ragazza.. non potrà incontrare il suo amato..»

Ma che mi tocca fare..

Annuisco, con espressione triste «Ed è per questo che vorrei andarla a trovare: l'amo tanto, più della mia stessa vita, e vedete lei.. potrebbe non vedermi mai più...»
«Oh no, ma che disdetta..»
«Povero caro...»
«Ecco perché vi chiedo questo favore..» inizio.

Ci siamo..

«L'unico modo che ho per passare è attraversare da questa finestra, ma voi non dovrete dire nulla, altrimenti i genitori della mia ragazza non mi farebbero proprio più entrare in questo ospedale...»
«Dalla finestra..?»
«Ma.. giovanotto, se cadi...»
«È pericoloso..»

Scuoto la testa«no no, è tutto a posto. Sono bravo in certe cose. Acqua in bocca, me lo promettete?» faccio loro un occhiolino e le vedo guardarsi a vicenda, annuendo.
«Ooh grazie mille, ve ne sarò riconoscente per avermi fatto vedere la mia dolce metà»
«Fa attenzione!»
«Sii prudente!»
«Si si, non preoccupatevi signore, starò bene»
Le saluto con la mano e salgo sul davanzale, facendo scorrere il vetro della finestra.
«Acqua in bocca!» ripeto un'ultima volta, prima di aggrapparmi alla finestra successiva, con estrema attenzione ma al contempo velocità.

Sia mai che qualcuno da sotto o dalla camera mi vedesse...

Sento intanto quelle vecchiette parlare emozionate tra di loro.
«Ma che giovane gagliardo! Che audacia!»
«Mi ricorda molto il mio Richard da giovane...»
«Va dalla sua amata.. che bravo ragazzo..»

Rabbrividisco, pensando che al posto della mia ragazza sto raggiungendo Dalarious.

Altro che la mia ragazza, quando tutto questo sarà finito lo pesterò io...

Angolo autrice:
Ciaoo a tutti.

*partono le pietre contro l'autrice.

Lo so, lo so. Mi dispiace moltissimo, non sapete quanto. È da quasi un mese che non pubblico e avete tutto il diritto di odiarmi in questo momento.
Questo periodo sono stata molto impegnata con la scuola e varie, e non riuscivo a trovare un attimo per scrivere, o se ce l'avevo non trovavo un minimo di ispirazione per poterlo fare. Ma grazie ad un po' di incoraggiamento esterno sono finalmente tornata degnandovi della mia presenza.
Spero che questo capitolo vi piaccia, mi sono scapicollata per scriverlo al volo, mi spiace se non sarà perfetto.

Un bacio.
-Yuki

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