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By your side

Mi volto, di scatto, sfoggiando il mio miglior sorriso per cancellare quell'ombra di malinconia che, fino a poco fa, torreggiava su di me.

«Oh, Nash... sì, tutto a posto»
Fortunatamente lui sembra abboccare, ma poi nota la mia posizione raggomitolata «Senti freddo».

Ma non è una domanda, bensì un'affermazione; e infatti subito dopo si sfila la sua felpa e me la poggia sulle spalle.

Essendo parecchio più grande, rispetto alla mia vera misura, la trovo gigantesca, tanto che mi copre come una coperta.

«Così dovrebbe andare meglio» osserva, sedendosi al mio fianco, su un gradino più in alto.

Ovviamente

Mi volto verso di lui, e la stoffa della felpa mi sfiora una guancia, rilasciando un'ondata del suo profumo delizioso.

Non potrei mai cominciare ad odiare quest'odore...

«Grazie» mormoro e lui mi sorride, dolce, in risposta.

Si avvicina maggiormente a me, chinandosi leggermente in avanti, i gomiti sulle ginocchia piegate «Hai fatto una bella chiacchierata con i tuoi pensieri?» chiede, curioso.

Ridacchio «Una bella litigata, più che altro»
Si volta, per guardarmi in faccia «E hai vinto tu, o loro?»
Ci penso su «Forse io, per ora.»
Si fa più incuriosito «Forse?» domanda e annuisco, piano.

Già, per adesso sono convinta di potermi fidare delle persone che mi stanno più accanto. So che posso contare sui Grier, su Cameron e, soprattutto, su Nash. Forse l'unico problema è Kyle...

«Beh, sì. Le opinioni cambiano, i modi di vedere le persone. E poi, non si sa mai, cosa più succedere in futuro.» resto sul vago, e lui lo nota; così cerca di capirci di più.

«E su di me? Avete litigato anche riguardo a me?» chiede fra il divertito e il tremendamente curioso.

Faccio la vaga, ondeggiando un po' con le spalle «Mmh.. probabile.» sorrido e lui mi lancia un'occhiata di sfida.

«Ricordi quando ti scrissi di non giocare col fuoco?» mi rammenta, facendosi più pericolosamente vicino.

Ooooh, troppo vicinoo

Annuisco e lui si allontana un po', con un sorrisetto beffardo stampato in faccia «Allora? Mi stavi raccontando cosa ne pensa il tuo subconscio di me, se non sbaglio» ridacchia.

Già, ti sbagli!

Eppure, con un finto broncio, gli do corda «Beh, il mio subconscio è molto affezionato al passato... dunque pensa che non dovrei fidarmi così alla leggera. Crede che lasciarmi andare sarebbe.. come fare un torto, ecco...»
Nash mi guarda, imperscrutabile.

Cosa starà pensando?

Mi affretto a continuare «Ma c'è un "però"!» e lì Nash sembra quasi ammorbidirsi un po'; le spalle si fanno meno rigide, la postura più sciolta.

Mi sta guardando, come per incitarmi a parlare, e così faccio.

Fisso la punta delle mie converse, certa che, se guardassi i suoi occhi, non ce la farei a pronunciare quello che sto per dire.

«Io non la penso così. Non più almeno, non da quando ho conosciuto tutti voi.» mi inumidisco le labbra «Ora ho riaperto gli occhi, diciamo... so che, che le cose sono difficili, e so di avere delle responsabilità. Ma lui... » ridacchio, una risatina nervosa e forse un po' malinconica «lui non avrebbe voluto che diventassi così seria e rigida ecco.» guardo il cielo; ormai un'abitudine quando parlo di lui, come se mi stesse ascoltando.

Mi giro subito dopo verso Nash, sorridendo, e vedo che mi sta fissando con sguardo comprensivo; e ne sono sollevata.

«Dunque, in sostanza, ho soppresso il mio subconscio e ho deciso di provarci. Insomma, che sarà mai? Male che va, soffro un po'; ma nulla che io non riesca a sopportare.» affermo in conclusione.

Cala un silenzio di tomba, tanto che comincio a pensare di aver detto qualcosa di sbagliato; ma mentre faccio per voltarmi verso di lui, Nash si è già alzato.

Vuole... andarsene via? Così..?

Ma non se ne va; perché al posto della porta che si apre, sento Nash sistemarsi dietro di me, sullo stesso gradino.

Lui allunga le gambe, in modo che io mi ci possa ritrovare nel mezzo; e mi abbraccia da dietro.

«E poi mi vieni a chiedere perché mi piaci... riesci a farmi amare ogni lato di te, senza che io possa farci niente.» sussurra al mio orecchio, poggiandosi sulla mia spalla.

«Hai il diritto di essere felice, più di chiunque altro. E se mai deciderai di farmi entrare nella tua vita; ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per fare di te la ragazza più felice di questa terra.».

Mi lascia un leggero bacio sulla guancia, poi un altro leggermente più sopra, sullo zigomo, e infine un ultimo più lungo sulla tempia.

Ho i brividi ovunque: sentire la delicatezza del suo tocco, la morbidezza delle sue labbra, il suo dolcissimo profumo.
So di star arrossendo, ma non voglio pensare all'imbarazzo; voglio solo restarmene qui, al sicuro fra le braccia di Nash.

«Devi solo... permettermelo» sussurra languido.

Sospiro, appoggiandomi maggiormente a lui.
Sono un po' in ansia; ma come ho già detto a Nash, non ho intenzione di dar retta alle mie paure.
Non più.

«Io.. ci proverò» rispondo, più sicura.
Il ragazzo struscia la punta del naso sulla mia guancia, cosa che, per quanto dozzinale, mi fa venire la pelle d'oca dall'emozione.
«Grazie» sussurra.

Rimango cullata dalle sue braccia, in silenzio, finché Nash si fa avanti «Dunque...» e già dal tono beffardo capisco che sta per stuzzicarmi «com'è che ha detto, tua madre? "Non posso dare torto a mia figlia se afferma di adorare i tuoi bei occhioni blu. Penso che a guardarli troppo, ci annegherebbe"» la scimmiotta con un tono buffissimo, tanto che oltre ad arrossire, rido pure.

«Ehi, accetta i complimenti e basta, senza rinfacciarmelo» ridacchio.

Nash mi segue, e si fa più vicino «Infatti li accetto volentieri, ma sentirmeli dire dalla tua bella bocca.. è proprio tutta un'altra storia» commenta con voce suadente.

Ma quanto cavoli gli piace stuzzicarmi in questo modo???

Cambio argomento «Beh, ora che ho conosciuto Johnnie, manca solo tuo padre. Certo che è proprio simpatico, davvero; scherzoso, sempre la battuta pronta, e sembra amare moltissimo Elizabeth» osservo e Nash annuisce, poggiando nuovamente il mento sulla mia spalla, scostando delicatamente i capelli «In effetti, lo penso anch'io. Mi è dispiaciuto quando i miei si sono lasciati, è vero, ma forse è stata la cosa migliore: mia madre è sempre così felice non appena Jo è in giro.»

Annuso il profumo di Nash dalla felpa «Già, si amano davvero molto...»

Oddio... perché non è stata ancora inventata una boccetta col suo delizioso odore?

Senza accorgermene, mi volto per sentire meglio quel pezzo di paradiso, e arrivo fino al suo collo; praticamente strusciandomici sopra col naso.

Nash ride «Sbaglio, o è la seconda volta, da quando ci conosciamo, che mi sniffi?»

Sento la sua risata rieccheggiare nelle mie orecchie: un'altra cosa che non potrei evitare di adorare.
Arrossisco leggermente, ma non posso lasciarmi intimidire dopo tutte le provocazioni che mi ha lanciato lui.

Struscio la punta del naso dalla mandibola, fino alla clavicola; inalando il suo aroma.

«É che mi piace il tuo profumo. Sa di pioggia e vaniglia» spiego e lui mi accarezza i capelli.
«Pioggia e vaniglia, eh.» osserva, divertito.

Annuisco contro la sua pelle «Già, proprio una bella combinazione» commento, facendolo ridacchiare.

«Buono a sapersi; lo aggiungerò alla lista delle cose che ti piacciono di me»

Oooh, se solo sapessi TUTTE le cose che mi piacciono di te non ti basterebbe un foglio lungo un chilometro

«C'è dell'altro, che devo sapere?» chiede curioso, ma io scuoto subito la testa.

«Tempo al tempo, mio principe. Altrimenti che gusto ci sarebbe?»
Nash ridacchia di gusto e mi stringe maggiormente a sé, sia con le braccia che con le ginocchia.

«Hai ragione; tempo al tempo, Bella Addormentata»

Spazio autrice:
___

Scusate per l'attesa, davvero!
Oddio non sapete quanto mi dispiace!

Lo giuro, ho provato e riprovato a pubblicare; ma in questo loco non c'è Wi-Fi e i miei dati sono dannatamente lenti e non collaborativi.

Dunque penso che oggi pubblicherò un altro capitolo, così da averne postati tre in uno stesso giorno.
Perdoono, please.

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