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YOU MAY BE RIGHT, I MAY BE CRAZY

«Allora, Shug, pronta per New York?» mi chiese quella mattina il mio migliore amico, appena accettai il suo braccio per iniziare a dirigerci verso il McKinley.

«Pronta per New York sicuramente, per l'audizione non lo so» gli risposi scuotendo la testa.

Eh sì, era ora di andare a New York per la mia audizione della BAD, e avevo una paura tremenda. Ero entrata nella fase ansia e solo ansia, che di solito si trasformava in adrenalina, e speravo che anche quella volta sarebbe successo.

«Oh andiamo, Roxie! Da quando tu non sei pronta per un'audizione di ballo?» mi chiese Blaine con rimprovero.

Io lo guardai titubante.

«Hai provato per ore e ore con l'aiuto di Mike, ho visto quello hai intenzione di fare, sei strepitosa!» disse ancora Blaine con aria ovvia.

Io sospirai.

Aveva ragione, ero pronta, la coreografia lo era per le meno, però l'ansia non aiuta.

«Non lo so, Blaine, non credo che si possa mai essere pronti per una cosa del genere. È l'audizione più importante della mia vita, e ho una paura folle di non farcela» dissi con la voce ricca di ansia «E se mi succede come a Rachel? E se salgo sul palco e mi blocco? E se non riesco a ricordarmi la coreografia?» iniziai a chiedere spaventata.

«Roxie, Roxie...» mi disse Blaine per fermarmi «...non succederà nulla di tutto questo. Hai studiato, sei pronta, e anche se dovessi dimenticarti i passi improvviserai, perché sei una ballerina e sai fare anche quello» mi rassicurò poi.

Io puntai i miei occhi nei suoi con gratitudine mista a terrore, e vidi che era davvero convinto di quello che aveva detto. Credeva in me, e quello mi rincuorava non sapete quanto.

«Grazie» gli sussurrai prima di fargli un mezzo sorriso e appoggiare la mia testa alla sua spalla, continuando a camminare verso la scuola.

Dopo pochi passi Blaine riprese la parola.

«A che ora è il tuo volo oggi pomeriggio?» mi chiese.

«15:30. Perché me lo chiedi? Sarai a scuola, non puoi accompagnarmi» gli risposi io confusa.

Lui mi guardò con un sorrisetto furbo.

«Per essere certo di aver preso i biglietti giusti» mi rispose poi, distogliendo lo sguardo da me e puntandolo sulla strada con noncuranza.

Come se non avesse appena detto una frase che mi aveva lasciata spiazzata.

«Come scusa?» gli chiesi infatti.

Volevo esultare, perché se non avevo capito male Blaine veniva a New York con me, però allo stesso tempo ero molto molto confusa.

«Sai che tra due settimane avrei avuto l'audizione per entrare alla NYADA...» iniziò a dirmi lui.

Sì, Blaine aveva fatto domanda alla scuola del suo fidanzato e di Rachel, scuola che io trovavo perfetta per lui, e che ero felicissima avesse scelto, così saremmo andati a New York insieme dopo il diploma.

«...beh, ho chiesto esplicitamente di fare il provino questa settimana a New York...» continuò Blaine «...così possiamo andarci insieme!» esclamò in conclusione con un sorriso a trentadue denti.

Ne feci uno anche io, e gli saltai al collo entusiasta.

Stavo per partire per New York con il mio Blaine!

Non vedevo l'ora!

«Che bello, Blainey, che bello!» esclamai stretta tra le sue braccia.

Poi gli lasciai un rumoroso bacio sulla guancia, prima di ricominciare a camminare.

«Oh, ci sarà anche Sam» mi informò poi Blaine «Ha un colloquio alla facoltà di teatro dell'Hunter College» mi spiegò.

Io mi illuminai ancora di più.

Stavo per partire per New York con il mio Blaine e con Sam!

Un sogno!

Stavamo per approdare a New York per cercare di costruirci un futuro e avere una carriera nel mondo dello spettacolo, non vedevo l'ora!

Mondo dello spettacolo che però quella settimana non era rappresentato al McKinley.

Era la settimana della "Fiera dell'orientamento post liceo", la prima del McKinley, che doveva servire a noi studenti dell'ultimo anno per capire che cosa volessimo fare della nostra vita. Ma come ho già detto, le arti non erano rappresentate, perché il tutto era stato organizzato dalla preside Sylvester, che, come si sa, non è una grande sostenitrice del mondo dello spettacolo.

«Anche se non è rappresentata all'orientamento, so che molti di voi sognano la carriera artistica» iniziò a dire il professore, entrando in aula canto, dove noi ci eravamo riuniti intorno al pianoforte «Sappiamo tutti che non è facile lavorare nell'arte, e che la stabilità lavorativa è pari a zero, però io sono convinto che sia necessario seguire ciò che si ama» disse ancora con il suo solito tono incoraggiante «Quindi il compito della settimana riguarda un eccentrico artista snobbato per anni dalla discografia: Billy Joel!» annunciò alla fine, scrivendo il compito alla lavagna.

Io e Marley ci guardammo entusiaste.

Amavamo, e amiamo ancora, Billy Joel!

Ha scritto canzoni stupende, con testi e musica fantastici!

Era un compito magnifico!

Peccato che era il compito della settimana in cui io sarei stata a New York.

«È di ispirazione per chiunque voglia intraprendere una carriera artistica, come Roxie, Artie...» disse il professore guardando prima me poi il ragazzo sulla sedia a rotelle, che mi batté il cinque «...e come i nostri Blaine e Sam» aggiunse mentre tutti esultavamo.

In quel momento il mio migliore amico e il ragazzo biondo presero la parola, raccontando quello che sarebbero andati a fare a New York.

«Abbiamo chiesto al professore il permesso di esibirci per primi in questo compito della settimana, visto che non saremo qui» ci informò Blaine.

Io lo guardai male.

Perché non mi aveva detto nulla?!

Anche io volevo fare un pezzo di Billy Joel prima di partire per New York!

Così Blaine iniziò a suonare il piano e insieme a Sam cantò "Movin' Out", una bellissima canzone che caricava un sacco.

E infatti quel pomeriggio eravamo più carichi che mai.

«Dovete andare in giro mano nella mano per tutto l'aeroporto? Mi mettete a disagio» ci chiese Sam a un certo punto.

Io e Blaine ci scambiammo un'occhiata e poi scoppiammo a ridere.

«Ci aiuta a caricarci» gli rispose Blaine senza lasciare la mia mano.

«Cosa siete, una sorta di distributore energetico?» ci chiese Sam stranito.

Io e Blaine scoppiammo a ridere di nuovo.

Sam era fantastico come sempre!

Appena salimmo sull'aereo venni anche a scoprire che Blaine e Sam avevano trovato i posti accanto al mio.

«Ma come avete fatto?» gli chiesi incredula.

«Ti abbiamo letto nel pensiero» mi rispose Sam con voce profonda.

Se quella era una delle imitazioni che avevano visto per chiedere a Sam un colloquio all'Hunter College eravamo messi bene.

Quando il volo partì guardai i miei amici eccitata.

Non vedevo l'ora di atterrare a New York!

Anche perché avrei visto di nuovo il mio Mike, e avrei passato una settimana con lui.

Che meraviglia!

E che meraviglia gli occhi del mio ragazzo quando li incontrai pochi minuti dopo essere scesa dall'aereo!

Era venuto a prendermi in aeroporto, e appena lo vidi lasciai la mano di Blaine per corrergli incontro e saltargli in braccio.

«Ciao, Boo!» esclami stretta tra le sue braccia.

O meglio, le sue braccia erano sul mio fondo schiena perché come ho detto gli ero saltata in braccio, però non mi lamentai.

«Mi sei mancata, Akemi» mi sussurrò lui, prima di iniziare a baciarmi con passione.

«Ehi, Mike!» esclamò Sam appena anche lui e Blaine ci raggiunsero.

«Ciao, ragazzi! Non credevo di vedervi qui!» disse lui sorpreso.

Così Sam e Blaine gli spiegarono velocemente cos'erano lì a fare (sì, storia che io sentii per l'ennesima volta).

«Immagino che andiate da Kurt e Rachel» ipotizzò poi «Volete un passaggio?» gli chiese.

Sam e Blaine stavano per rispondere, ma io li anticipai.

«Veramente abbiamo deciso che ci incontriamo tra due ore allo Spotlight» (diner in cui lavoravano Kurt, Rachel e Santana) «Non abbiamo molto tempo da soli, e non voglio perdere un secondo» dissi arricciando il naso.

Mike mi guardò con un sorriso ammiccante.

«Roxanne!» mi rimproverò Blaine sconvolto.

«Che ne sai di che cosa dobbiamo fare?» gli chiesi io in mia difesa.

«È chiarissimo cosa dovete fare» ribatté Sam guardando Mike con aria complice.

Io guardai il mio bellissimo Mike e poi feci un sorriso un po' imbarazzata.

«Beh, noi prendiamo un pullman, grazie per l'offerta, Mike» disse ancora Sam, dando una pacca sulla spalla la mio ragazzo.

«Divertitevi» ci disse Blaine «E non fate troppo rumore, altrimenti vi sentirà tutto il dormitorio della BAD» aggiunse con finto tono di rimprovero.

Poi si allontanò con Sam ridendo.

«Veramente possiamo fare tutto il rumore che vogliamo» dissi io a Mike con un sorriso malizioso.

Lui mi guardò con le sopracciglia aggrottate, allora io tirai fuori dalla tasca un mazzo di chiavi che lui guardò confuso.

«Mio padre è fuori città per i provini, e quando gli ho detto che sarei venuta a fare l'audizione mi ha lasciato le chiavi del suo appartamento» gli spiegai vedendolo sorridere.

«Te l'ho già detto che adoro tuo padre?» mi chiese prima di darmi un altro bacio.

«Giusto... un centinaio di volte» risposi io sulle sue labbra facendolo ridere.

Poi mi prese per mano e mi portò alla sua macchina.

Che bello camminare mano nella mano con il mio Boo!

«Non credevo che tuo padre sapesse dell'audizione» mi disse a un certo punto Mike, mentre guidava verso casa di mio padre.

«Ho dovuto dirglielo, primo perché è la scuola dove insegna, secondo perché sa che volevo iscrivermi e sono sicura che se non avesse visto il mio nome si sarebbe insospettito, e terzo perché di solito quando è in giro per reclutare nuovi allievi passa a salutarci, e non trovandomi a casa avrebbe messo in difficoltà mia madre con domande su domande» gli spiegai io.

Avevo pensato a tutto, e sì, il mio papà sapeva anche che mi ero iscritta con un nome diverso e mi aveva promesso di non interferire nella scelta degli insegnanti, in modo che se fossi entrata sarebbe stata tutta farina del mio sacco.

«Perché "se"?» mi chiese Mike quando glielo dissi «Sarai sicuramente accettata» mi disse convinto.

Io però non lo ero, e l'ho già detto.

«Roxie, hai talento, abbiamo provato e riprovato, anche se in videochiamata, però sei pronta, lo so» mi disse ancora Mike con decisione.

Anche in questo caso lo guardai con gratitudine, felice che anche lui credesse in me come il mio migliore amico faceva.

Erano davvero le due persone più importanti della mia vita in quel momento!

Comunque, non starò a raccontare tutto quello che facemmo una volta arrivati a casa, sono cose private, però prima di fare qualsiasi cosa feci fare un giro della casa a Mike, che rimase a dir poco meravigliato.

Ho già detto che il mio papà ha tanti soldi grazie al lavoro che fa, e il suo appartamento lo dimostra. Si può dire che assomiglia a quello dei Van Der Woodsen di Gossip Girl.

E ho detto tutto.

~~~

Due ore dopo (non proprio puntualissimi) eravamo di fronte allo Spotlight, pronti a rivedere i nostri amici.

«Eccoli!» esclamò Rachel appena entrammo nel locale.

Io le feci un sorriso e corsi ad abbracciarla, come feci poco dopo con Santana e Kurt.

Mi erano mancati davvero tanto!

«Abbiamo fatto un po' tardi, scusate» si scusò Mike mentre prendevamo posto accanto a Sam.

«Chissà cosa avete fatto per essere così in ritardo» disse Santana guardandoci con aria ammiccante.

Io feci un sorriso un po' imbarazzata, e mi accorsi che anche Mike lo era.

«Beh, in ritardo o no, siete arrivati in tempo per l'esibizione di Blaine!» ci annunciò Kurt con entusiasmo.

Io spalancai gli occhi.

Oh sì, il mio migliore amico si stava per esibire!

Non vedevo l'ora!

«Salve a tutti e benvenuti! State per assistere all'esibizione di una persona che forse non conoscete ancora, ma ben presto vedrete il nome "Blaine Anderson" circondato dalle luci di Broadway!» annunciò Kurt, facendo da presentatore al mio migliore amico, che intanto aveva preso posto al piano.

«Cantate se la conoscete» disse Blaine, iniziando a suonare "Piano Man" di Billy Joel.

«Amo questa canzone!» sussurrai a Mike, guardando il mio migliore amico con occhi sognanti.

Era davvero una bella canzone, e mi faceva venire i brividi tutte le volte che la ascoltavo.

La versione di Blaine poi!

Pazzesca!

Fu davvero mozza fiato, e davvero da pelle d'oca. Mentre cantava mi scesero anche alcune lacrime lungo le guance, perché è davvero una canzone emozionante, e la voce di Blaine lo era ancora di più.

In pochi secondi avevano iniziato tutti a ballare, e io e Mike restammo seduti?

Certo che no!

In un attimo eravamo in piedi anche noi e stavamo volteggiando insieme agli altri.

Mi sembrava di essere in un sogno!

Stavo ballando con il mio ragazzo, sulle note di una delle mie canzoni preferite cantata dal mio migliore amico.

Wow!

Finita la canzone tornammo a sederci al tavolo, e dopo essersi preso gli applausi ci raggiunse anche Blaine.

«Shug, ma stai piangendo?» mi chiese appena puntò i suoi occhi nei miei.

Io feci un mezzo sorriso.

«Sì, lo sai che è una delle mie canzoni preferite, e sentirla cantare da te mi ha fatto emozionare» risposi io alzando le spalle con innocenza e appoggiando la testa alla spalla di Mike «Ma sono lacrime di gioia, quindi...» aggiunsi sentendo una mano del mio ragazzo posarsi sulla mia coscia.

Blaine mi fece un sorriso.

«Sei sempre così sensibile» mi disse poi divertito.

Io, Mike e Sam scoppiammo a ridere, mentre Santana, Kurt e Rachel si avvicinavano al nostro tavolo.

«Comunque, ragazze, quando vengo a vivere a New York voglio venire a lavorare qui» dissi rivolta a Rachel e Santana.

«Perché?» mi chiese Santana confusa «Non è un granché sai? E poi, i soldi non ti servono sicuramente» mi fece notare con aria ovvia e anche una punta di invidia nella voce.

Io sospirai.

Sempre la solita Santana!

Ma io avevo un motivo più che valido per voler lavorare allo Spotlight.

«Beh, perché... avete degli stivali strepitosi!» esclamai indicando le calzature delle mie amiche.

La divisa da cameriere infatti comprendeva un vestitino rosso molto corto con attaccato un grembiulino bianco, e un paio di stivali rossi magnifici!

Insomma, stivali rossi!

Se non era un buon motivo quello per andare a lavorare lì, non so quale potesse esserlo.

Scoppiarono tutti a ridere, e Kurt mi disse che non mi smentivo mai.

In effetti.

«Sapevo che lo avresti detto» mi disse Blaine scuotendo la testa divertito.

«Saresti davvero sexy in quel vestitino» mi sussurrò invece Mike all'orecchio, facendomi sorridere.

Poi puntai i miei occhi nei suoi e mi avvicinai per lasciargli un bacio a fior di labbra, sentendo la sua mano salire di più sulla mia coscia.

«Ok, ok, è abbastanza» disse Blaine con la sua solita aria da guasta feste.

Gelosone!

Mi staccai da Mike di malavoglia, e dopo aver guardato male il mio migliore amico puntai gli occhi su Santana, che mi fece segno di seguirla in disparte insieme a Rachel.

«Arrivo subito» sussurrai a Mike, prima di alzarmi e lasciargli un altro bacio.

«Ehi, dove andate?» ci chiese Sam confuso.

«Chiacchierata tra ragazze» gli rispose Rachel mentre ci allontanavamo.

Poi ci fermammo in un angolo, vicino alla vetrina del locale.

«Allora, come va con il tuo principe asiatico?» mi chiese Santana curiosa.

Io feci un sorriso e le lasciai un attimo sulle spine.

«Benissimo!» esclamai poi in risposta «Posso dirvelo, ragazze, non mi sono mai sentita così con nessuno» aggiunsi con un sorriso ancora più grande.

Ed era vero, il mio Mike era davvero speciale, e non so cosa mi fosse successo, ma sentivo che con lui sarei potuta andare in capo al mondo a piedi, o potevamo anche essere rinchiusi insieme per il resto dei nostri giorni, che tanto non ci saremmo mai annoiati.

Rachel e Santana sorrisero felici.

«Lo sapevo!» esclamò Rachel facendo un ballettino entusiasta.

«Già, io e Rachel ne parlavamo l'altro giorno, non abbiamo mai visto Mike così felice» mi disse Santana guardando prima Rachel poi me.

«Sì» confermo Rachel «E poi, i tuoi occhi brillano davvero tanto quando lo guardi» aggiunse guardandomi con aria sognante.

«Oh sì, sono quasi accecanti da quanto brillano» rincarò la dose Santana annuendo.

«Non a caso mi chiama "Akemi", che in giapponese vuol dire bellezza accecante» dissi io divertita.

Poi scoppiammo a ridere tutte e tre.

Ero così felice di essere lì con loro!

Mi erano mancate davvero tanto!

«Beh, ragazze, cosa posso dirvi. Lo amo! Lo amo così tanto! È il mio Boo!» esclamai io al settimo cielo.

«E sembra anche che vi divertiate» aggiunse Santana con aria maliziosa.

Io sorrisi e poi annuii.

Sì, ci divertivamo, e non poco!

«E voi, ragazze, come sta andando qui?» chiesi poi alle mie amiche «Un uccellino di nome Blaine, mi ha detto che ha saputo da un uccellino di nome Kurt che Santana ha un nuovo flirt» aggiunsi guardando la mia amica latina con aria maliziosa.

«Io vi assicuro che prima o poi faccio del male a Lady Hummel e al tuo bff-gay con tutto quel gel in testa» disse lei con aria minacciosa, lanciando uno sguardo di fuoco verso il tavolo dove erano seduti i ragazzi e facendo ridere me e Rachel «Comunque sì, ho una ragazza, si chiama Dani e lavora qui» mi informò poi facendo un sorriso «Ma non cercarla, non è di turno oggi» mi disse appena mi vide guardarmi intorno.

Io feci un espressione corrucciata.

Avrei davvero voluto vedere la nuova ragazza di Santana, però mi dovetti accontentare della descrizione delle mie amiche.

«E tu invece, come va?» chiesi rivolgendomi a Rachel con apprensione.

Poteva sembrare una domanda generica, ma in realtà volevo sapere come se la stesse passando senza Finn. Erano circa due mesi che ci aveva lasciati, però la ferita era ancora aperta, e se lo era per me, non oso immaginare per Rachel.

Lei sospirò.

«Bene, mi sto concentrando su me stessa, e sto raggiungendo dei risultati» mi rispose facendo un sorriso fiero «Non ho nessun amore di cui parlare, il mio mi sta guardando da lassù» aggiunse poi, puntando gli occhi verso l'alto.

Lo facemmo anche io e Santana, prima di scambiarci un'occhiata complice e poi fiondarci ad abbracciare Rachel. Un po' per consolarla, un po' per congratularci con lei per aver ottenuto il ruolo di Fanny nel musical di Funny Girl.

Eh sì, Rachel stava per sfondare a Broadway con il ruolo dei suoi sogni!

«Sono sicura che è molto fiero di te per il ruolo di Funny Girl» le sussurrai felice.

Lei si staccò da me e mi guardò storto.

«Te l'ha detto un uccellino di nome Blaine a cui l'ha detto un uccellino di nome Kurt?» mi chiese poi.

Io scoppiai a ridere e poi annuii.

«In realtà il professore ha detto a tutti della tua audizione, ma prima che annunciasse al Glee Club che il ruolo era tuo, sì, me l'ha detto Blaine che l'ha saputo da Kurt» le confermai.

Lei scoppiò a ridere scuotendo la testa.

«Sempre i soliti pettegoli» disse poi, facendo ridere anche me e Santana.

«Ehi, ragazze, muovetevi a tornare, altrimenti Sam si mangia anche le vostre fette di torta!» ci urlò Kurt dal tavolo.

Noi ci guardammo divertite e tornammo al tavolo con i ragazzi, dove io mi sedetti in braccio a Mike per lasciare spazio anche a Santana e Rachel.

«Cosa festeggiamo?» chiese Santana, vedendo tutte quelle fette di torta e tutti quei bicchieri.

«Brindiamo al futuro di Blaine, Roxie e Sam» le spiegò Kurt alzando il suo bicchiere.

Noi tre sorridemmo.

«Ok, allora... al futuro di Blaine, Roxie e Sam!» esclamò Mike alzando anche il suo di bicchiere.

Lo facemmo tutti, e brindammo alla nostra carriera nel mondo dello spettacolo, e anche alla nostra amicizia.

«Uuuh, cheesecake!» esclamai io, mentre Santana mi passava la mia fetta di torta.

Blaine mi guardò con aria complice e divertita.

Lui sapeva che era la mia torta preferita, e a quanto pare anche Mike, perché mi disse che aveva esplicitamente chiesto a Kurt di farci portare sette fette di quella torta proprio perché sapeva che mi piaceva.

Lo guardai con un sorriso quasi incredula.

Era davvero magnifico il mio ragazzo!

Ed erano davvero magnifici i miei amici!

~~~

Se il giorno prima sembrava che la gioia di rivedere i miei amici e il mio ragazzo avesse sopraffatto l'ansia, il giorno dell'audizione quest'ultima tornò a prendere possesso di me, e durante tutto il viaggio a piedi per andare alla BAD mi sembrava di sprofondare a ogni minimo passo. Non lasciai un secondo la mano di Mike, e quando lo dovetti fare per cambiarmi per l'esibizione sentii quasi il vuoto, e infatti appena mi fu possibile la ripresi, ricominciando quasi a respirare.

«Sei in ansia?» mi chiese Mike divertito.

Cosa c'era di divertente?

«Un sacco» risposi agitata.

Mike fece una risatina, poi si avvicinò, mi strinse a sé in un abbraccio e mi lascio una serie di baci nei capelli. Io intanto mi riempii le narici del suo buonissimo profumo.

«Non ti ho mai vista così nervosa, neanche quando ti ho obbligata a ballare " Jailhouse Rock" davanti a tutto il Glee Club la tua seconda settimana di scuola» mi disse, mentre io affondavo la testa nell'incavo del suo collo.

«Non era l'audizione più importante della mia vita, e poi mi stavo per esibire con te, e so che va tutto bene quando balliamo insieme» gli dissi senza staccarmi da lui.

Mike fece una risatina.

«Andrà tutto bene anche questa volta» mi sussurrò poi.

Ma io non ero convinta.

«E se invece non va così? Se salgo sul palco e mi blocco? Se salgo sul palco e mi dimentico tutto? Non posso farlo, non sono pronta...» iniziai a dire io agitata e scuotendo la testa ripetutamente.

«Ehi, Akemi! Ma che diavolo stai dicendo?» mi chiese Mike prendendomi il volto tra le mani «Guardami, guardami» mi disse poi, costringendomi ad alzare gli occhi su di lui.

Erano così belli i suoi occhi!

«Andrà tutto bene, sei pronta e hai talento» mi assicurò poi «Conosco il professore che ti sta per giudicare, è uno dei meno severi, e se esprimi tutto quello che provi non ci saranno problemi per te» aggiunse.

Io lo guardai ancora un po' titubante, allora lui mi lascio un bacio in fronte, e poi iniziò a darmi dei piccoli baci scendendo lungo tutto il naso, fermandosi un po' di più sulla punta e poi concentrandosi sulle mie labbra.

Sarei rimasta lì per sempre!

«Roschelle Jefferson» disse però la voce del professore.

«Sono io» dissi staccandomi dalle labbra di Mike, e mentre lui correva in platea per assistere alla mia esibizione io salii sul palco.

Il professore mi squadrò da capo a piedi con serietà, poi mi diede il permesso di iniziare.

Mi esibii sulle note di "Big Shot" di Billy Joel, un po' per rimanere in tema compito della settimana al Glee Club, un po' perché, sotto consiglio di Mike, avevo deciso di fare un pezzo più movimentato di quello con cui mi sarei presentata di solito. Mike mi aveva sempre detto che nei pezzi lenti ero più brava, però dall'audizione di Rachel per la NYADA avevo imparato che andare sul sicuro potrebbe rivelarsi deleterio, e quindi mi ero fatta convincere dal mio ragazzo e avevo scelto una canzone ritmata. Andò tutto alla grande, e alla fine avevo il fiatone, ma ero più carica che mai.

Avrei potuto ballare altri venti pezzi!

Mike si alzò in piedi applaudendo entusiasta, attirando l'attenzione del professore.

«È la tua ragazza, Michael?» gli chiese.

«Sì» rispose lui annuendo.

«È carina» gli disse il professore «E anche brava» aggiunse facendomi un mezzo sorriso «Assomigli a qualcuno che conosco sai?» mi chiese poi guardandomi pensieroso.

Io spalancai gli occhi allarmata.

Non avevo calcolato la somiglianza con mio padre, che lo assicuro, è davvero davvero evidente.

Anche Mike mi guardò allarmato, ma per fortuna il professore si arrese dopo qualche secondo e mi lasciò scendere dal palco, dicendomi che mi avrebbe fatto sapere. Io mi cambiai in fretta e poi corsi fuori dal camerino, dritta tra le braccia del mio ragazzo.

«Sei stata strepitosa!» esclamò entusiasta, abbracciandomi e sollevandomi da terra.

Poi iniziò a riempirmi il viso di baci senza sosta.

«Ti prenderanno sicuramente! Non vedo l'ora di averti alla BAD!» esclamò ancora con un sorriso a trentadue denti.

Ero felicissima anche io, perché come ho detto l'esibizione era andata davvero davvero bene e non vedevo l'ora di ricevere la lettera.

«Vado a farmi una doccia» dissi a Mike appena entrammo in casa di mio padre.

«Ok, ti aspetto qui, pronto per festeggiare» mi disse lui con un sorriso.

Dopo pochi minuti ero di nuovo in salotto, e quando non lo vidi sul divano e sentii dei rumori in cucina decisi di entrarci.

«Stai cucinando?» gli chiesi incredula.

«La mia principessa deve mangiare dopo l'audizione» mi rispose lui con aria ovvia e ruffiana allo stesso tempo.

«Potevamo ordinare qualcosa» gli feci notare io.

«Perché spendere soldi quando hai un cuoco in casa?» mi chiese lui alzando un sopracciglio con aria ammiccante.

Io scoppiai a ridere, e dopo aver assaggiato quello che stava preparando rimasi senza parole.

Era davvero bravo!

«Sei un uomo da sposare» gli sussurrai, mettendomi tra lui e i fornelli per averlo di fronte.

«Woah! Perché parli di matrimonio? Credevo che fossi contro i matrimoni da così giovani» mi disse lui prendendomi chiaramente in giro.

Io lo guardai male.

«Non ho detto che ti voglio sposare adesso, ho detto che sei da sposare perché cucini davvero davvero bene» precisai io con aria ovvia.

Mike mi fece un sorriso ammiccante, poi si sporse verso di me e iniziò a baciarmi con passione. Sentii le sue mani accarezzarmi i fianchi, mentre una scendeva sul mio fondoschiena stringendolo con decisione e facendomi gemere leggermente sulle sue labbra. Nel frattempo io avevo portato una mano tra i suoi capelli e l'altra sul suo petto muscoloso.

Che bello il mio Boo!

Quando ci staccammo (un po' di malavoglia), e dopo aver mangiato, Mike si alzò dal tavolo per mettere della musica.

«Dobbiamo festeggiare, e per seguire il compito della settimana del Glee Club, ho trovato la canzone perfetta tra quelle di Billy Joel» mi rispose lui, quando gli chiesi cosa stesse facendo.

Accese lo stereo, e fece partire "Just The Way You Are", porgendomi poi la mano e invitandomi a ballare. Iniziammo a volteggiare per la stanza come se fossimo a un ballo, e fu un momento a dir poco perfetto.

«Ti amo, Akemi» mi sussurrò Mike mentre ballavamo «Così come sei» aggiunse strofinando il suo naso al mio in un gesto tenero, facendomi sorridere.

«Ti amo anche io, Boo» gli sussurrai prima di iniziare a baciarlo.

Era davvero la canzone perfetta, ed era la miglior canzone per coronare quella settimana così straordinaria.

~~~

Due giorni dopo io, Blaine e Sam eravamo tornati al McKinley con grandi notizie.

Come già detti la mia audizione era andata alla grande, e anche quella di Blaine per la NYADA era stata un successo (o almeno, così avevo capito dalle pochissime cose a riguardo che mi aveva detto Blaine). Per quanto riguarda Sam, aveva capito che il college non faceva per lui, e quindi dopo il diploma sarebbe venuto a New York per cercare lavoro come modello.

Con il corpo che aveva non doveva essere difficile!

Quello stesso pomeriggio, per concludere la settimana, cantammo tutti insieme "Yoy May Be Right" di Billy Joel (un'altra delle mie canzoni preferite). Era perfetta come canzone per descrivere il Glee Club, perché forse eravamo davvero pazzi volendo fare dell'arte il nostro lavoro, però eravamo belli così, e se non fossimo stati così folli non avremmo fatto parte del Glee Club e non saremmo mai stati così indispensabili gli uni per gli altri.

Spazio autrice 😊:
-5!!!
Siete in ansia per la fine? Beh, sta arrivando. Se siete arrivati a leggere fino qui vuol dire che la storia vi piace davvero, e io non potrei essere più felice! Vi adoro 🥰❤

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