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WE ARE A TEAM

Ho già detto che Santana, Mercedes e Brittany avevano lasciato il Glee Club per far parte delle Note Moleste, ma se credete che i guai fossero finiti qui vi sbagliate di grosso.

Partiamo dalla lotta tra Nuove Direzioni e Note Moleste, dovuta soprattutto alla rivalità tra Finn e Santana. Dovevamo sfidarci alle Provinciali, il che significava che solo uno di noi sarebbe andato alle Regionali, motivo in più per essere in guerra. Il professor Schuester e la signorina Corcoran avevano deciso che prima di sfidarci alle Provinciali dovevamo competere per vedere di che stoffa fossero fatti i rivali. Avevamo il compito di scegliere un mashup con cui esibirci davanti alla squadra rivale, e la cosa ci piacque abbastanza.

Ma credete che ci limitammo a sfidarci senza violenza?

Beh, sbagliato.

Prima della sfida con i mashup ne facemmo un'altra decisamente più pericolosa: una partita di Dodgeball.

«Rischiamo la morte ad affrontare il nemico senza nessun adulto a controllarci» disse Rachel spaventata, mentre ci scaldavamo prima dello scontro.

«E che sarà mai!» le disse Puck con noncuranza.

«Non essere drastica, Rachel, la morte è esagerato!» le dissi io «Al massimo ti romperai di nuovo il naso» aggiunsi alzando le spalle con innocenza.

Lei mi guardò terrorizzata, mentre Kurt che era al suo fianco si toccava il naso altrettanto impaurito.

«No, il naso no!» esclamò, mentre io e Puck ci allontanavamo battendoci il cinque.

Da quel momento in poi diventammo i "terrorizzatori" (non so se esiste questa parola) ufficiali.

«Ehi, Artie, meglio coprire gli occhiali se non vuoi che con una pallonata ti rimangono incastrati nella faccia per sempre» dissi ad Artie, facendogli spalancare gli occhi.

«Finn, occhio alle parti basse. Sei alto, potrebbero puntare a quelle, e il colpo potrebbe essere fatale» disse invece Puck a Finn, tirandogli una pacca sulla spalla.

Il Quarterback fece la solita espressione mista tra confuso e spaventato che tanto lo caratterizzava, e si guardò intorno in imbarazzo.

«Non conosco questo gioco, quali sono le regole?» chiese Rory, che in effetti era troppo positivo per avere chiaro il gioco a cui stessimo per giocare.

«Avere ancora tutte le ossa al posto giusto alla fine della partita» gli dissi io apparendo alla sua sinistra.

«Non morire» gli disse Puck allo stesso tempo, comparendo alla sua destra.

Poi ci battemmo il cinque ridendo, e ci preparammo alla sfida.

I primi a essere eliminati nelle Nuove Direzioni furono ovviamente Kurt e Rachel, che non provarono neanche a difendersi dalle pallonate, e che erano decisamente felici di uscire dal campo da gioco.

Non per vantarmi, ma io fui una delle ultime a essere eliminata. Purtroppo però la partita fu vinta dalle Note Moleste, che è da dire, in quello erano meglio di noi.

Ma la guerra e la violenza non finirono lì. Infatti il giorno dopo in corridoio Finn fece un danno enorme: davanti a tutti, e sotto gli occhi di Rory, chiese a Santana quando avesse intenzione di fare coming out.

Eh sì, Santana è lesbica, cosa che noi nel Glee Club sapevamo già, perché era evidente da come guardava Brittany che provava qualcosa per lei, e non qualcosa a caso, ma amore. Era gentile solo con lei, era se stessa solo con lei, e quando erano insieme sorrideva come non mai. Ma il resto della scuola non sapeva nulla, e nemmeno la famiglia di Santana. Quella frase di Finn era stata devastante, perché l'avevano sentito in molti, e non passò molto tempo che tutta la scuola e tutto il web lo sapevano.

Credo sia immaginabile come la prese Santana, decisamente male, e infatti quello stesso pomeriggio, quando arrivò il momento di sfidarci con i mashup non riuscì a trattenersi.

Noi Nuove Direzioni fummo i primi a esibirci, cantando "I Can't Go For That" e "You Make My Dreams Come True" dei Hall & Oates. Forse sono conosciuti per il loro look un po' stravagante e... beh, posso assicurare che noi eravamo vestiti come loro, o meglio, i ragazzi lo erano. Alcuni avevano ricci e baffi e altri i capelli cotonati.

«Kurt, ricordati: mai permettergli di farsi crescere i baffi» dissi a Kurt, intromettendomi nella sua conversazione con il mio migliore amico.

Blaine era quello dei ricci e dei baffi insieme a Mike, Artie e Puck. Ero felice perché i suoi capelli erano al naturale, ma con i baffoni... assolutamente no!

Non gli si addicevano proprio!

«Non credete che siano... sexy!» chiese Blaine a me e Kurt, facendo un'espressione ammiccante.

Io e il suo ragazzo spalancammo gli occhi.

«No, per niente!» esclamammo poi all'unisono.

Non era di certo brutto, ma era strano, e decisamente non Blaine!

Però era sicuramente più bello di Finn, che come Kurt e Rory aveva i capelli cotonati.

A noi ragazze era andata un po' meglio: avevamo un vestito leopardato con la gonna a balze e sopra uno smanicato di pelle.

In qualsiasi caso, fummo bravi, e avevamo scelto le canzoni del gruppo adatto per far capire quanto fossimo uniti nonostante le diversità.

Le Note Moleste si esibirono con un mashup di Adele, cantando "Rumor Has It" e "Someone Like You". Durante tutta la performance era chiaro che Santana fosse scossa dalle voci su di lei che giravano per la scuola, e alla fine scaricò tutta la sua rabbia su Finn.

Il ragazzo stava sussurrando qualcosa all'orecchio di Rachel, e Santana, credendo che parlasse di lei, gli tirò uno schiaffo molto sonoro e che deve aver decisamente fatto male.

Non posso negarlo, in parte pensai che Finn se lo meritasse, però forse Santana aveva reagito in modo un po' estremo, ed eravamo tutti d'accordo che avesse bisogno del nostro aiuto per superare quel momento così difficile.

Allora Finn, per farsi perdonare, istituì la settimana in cui sia Nuove Direzioni che Note Moleste avrebbero cantato canzoni scritte dalle donne per le donne.

«Santana, siamo preoccupati per te» iniziò a dire Finn «Il Glee Club ci aiuta ad accettarsi per quello che siamo. In questa stanza sappiamo tutti di te e Brittany, e nessuno vi giudica. Il compito di questa settimana serve ad aiutarti a capire che nonostante tutte le cattiverie di questo mondo, ci saranno sempre delle persone disposte ad accettarti per quello che sei» concluse convinto.

Era bello quello che aveva appena detto, e aiutò sicuramente Santana, anche se non lo dichiarò dall'inizio. Ma dopo aver cantato "I Kissed A Girl" di Katy Perry con noi altre ragazze, e dopo che Finn le cantò "Girls Just Wanna Have Fun" di Cyndi Lauper, si convinse delle parole di Finn, e devo dire che da quel momento in poi si poté vedere un certo cambiamento in lei, un cambiamento in meglio.

~~~

Quella settimana c'erano anche le elezioni, per cui Kurt era candidato, e per cui si era candidata anche Rachel, ritirandosi poco tempo dopo per dare più opportunità al suo amico. Ma in realtà, con quello che fece il giorno del voto gli tolse tutte le possibilità di vittoria.

Dopo il conteggio era risultato che Kurt aveva barato, perché aveva vinto, ma c'erano più schede di quanti fossero stati effettivamente gli studenti votanti. Kurt giurò e spergiurò di non aver barato, e in effetti non era stato lui.

Il giorno che Santana ci stava ringraziando per quello che avevamo fatto per lei quella settimana, e dopo che cantò "Costant Craving" di Melissa Etheridge, Rachel entrò in aula canto con le lacrime agli occhi e il labbro tremante.

«Rachel, cos'è successo?» le chiese il professor Schuester preoccupato.

«Ho detto al preside Figgins che sono stata io a truccare le elezioni per far vincere Kurt» confessò dopo aver preso un bel respiro «Ora verrà scritto sul mio fascicolo, e sono sospesa per una settimana» continuò, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime di nuovo «Ha detto anche che non posso partecipare alle Provinciali» concluse con la voce rotta dal pianto.

Noi la guardammo senza parole.

Eravamo finiti!

Finiti!

Avevamo già perso Santana, Mercedes e Brittany, ora anche Rachel non ci sarebbe stata per le Provinciali, e le nostre chance di vincere erano completamente esaurite!

Sì, odiavo ondeggiare sullo sfondo mentre Rachel cantava i suoi assoli alle competizioni, ma erano una garanzia, e ora non avevamo più nemmeno quella!

Per fortuna, anche se non era a scuola, Rachel riuscì a rimediare un nuovo membro per le Nuove Direzioni insieme a Finn, e qualche giorno dopo, mentre aspettavamo l'inizio della lezione sconcertati più che mai, un raggio di luce entrò dalla porta.

Era Sam!

Eravamo tutti entusiasti di vederlo, e con il suo talento avremmo avuto un briciolo di possibilità in più di non fare una brutta figura alle Provinciali.

Ma l'allegria di averlo di nuovo tra noi durò poco, specialmente per il mio povero Blaine, il cui arrivo nelle Nuove Direzioni non era piaciuto a Finn ed evidentemente neanche a Sam.

Pochi giorni dopo i ragazzi stavano facendo delle prove di ballo, perché se volevamo fare colpo dovevano essere perfetti, e io e Tina, che eravamo appena fuori dall'aula canto, li sentivamo lamentarsi del fatto che senza ragazze non avevamo possibilità di vincere perché «Quando le femmine ballano e sballonzolano è impossibile non guardarle» come aveva detto Rory.

Ma scusate, e io, Quinn e Tina cosa eravamo?!

Alieni?!

Fantasmi?!

C'erano tre ragazze nel gruppo, e che gli andasse bene o no dovevano farsele bastare, anche perché tre sono decisamente meglio di nessuna.

Io e Tina ci stavamo lamentando di quel loro essere sempre esagerati, quando un ragazzo uscì come una furia dall'aula canto, urtando Tina senza nemmeno chiederle scusa.

Era Blaine.

Io e Tina ci guardammo confuse, poi decisi di correre dietro al mio migliore amico per capire cosa fosse successo.

«Blaine, cosa succede? Dove vai?» gli chiesi raggiungendolo al suo armadietto, dove aveva iniziato a mettere tutte le sue cose in una borsa svuotandolo quasi del tutto.

«A casa» mi rispose lui freddo.

Io lo guardai allarmata.

Se stava andando a casa sua, perché stava svuotando di tutto il suo armadietto?

Forse come casa intendeva la Dalton?

L'avevano trattato così male che voleva tornare negli Usignoli?!

«A casa, casa o...» iniziai allora a chiedere mestamente, avendo paura di sentire la sua risposta.

«Casa, Roxie! Casa! Quella a pochi passi dalla tua dove vivo di solito!» mi rispose lui esasperato.

Io lo guardai sollevata ma anche preoccupata.

Era tanto che non lo vedevo così arrabbiato, gli tremavano addirittura le mani.

«Fermati, Blaine! Fermati» gli dissi allora, allungando un braccio per prendere le sue mani nelle mie e fermare i suoi movimenti bruschi «Cosa è successo?» gli chiesi quando si calmò leggermente al mio tocco.

Lui sospirò.

«Stavamo preparando una coreografia, e a quanto pare a nessuno va mai bene quello che dico io. Ho proposto un passo che mi sembrava carino, e sono stato attaccato come se avessi detto chissà cosa. Sam ha quasi scatenato una rissa!» mi spiegò con il fiato grosso per cercare di contenere la rabbia.

Io non credevo alle mie orecchie.

Una rissa?

Per un passo di danza?

«È vero, ho detto che il passo proposto da Sam mi dava l'idea di vendersi al pubblico, però è vero, e non meritavo di certo di essere aggredito così» spiegò ancora Blaine.

Ora che la questione era un po' più chiara, capivo perché Sam avesse reagito così. Probabilmente aveva proposto una delle sue mosse da stripper, lavoro che faceva prima di tornare nelle Nuove Direzioni per garantire delle entrate alla sua famiglia, e si era sentito offeso nel sentire Blaine dirgli che in quel modo si vendeva alle persone. Però il mio migliore amico non aveva tutti i torti, e non era la prima volta che veniva aggredito per un semplice consiglio dato per migliorare la squadra.

Blaine non riusciva a smettere di tremare di rabbia, e in un attimo si liberò dalle mie mani per tirare un pugno all'armadietto con violenza. Poi fece una smorfia di dolore o di rabbia, non capii molto bene.

Allora gli ripresi le mani, stringendo di più quella con cui aveva tirato il pugno all'armadietto, e lo attirai a me per abbracciarlo, sentendo la sua testa posarsi sulla mia spalla e mettendogli una mano tra i capelli.

In pochi secondi Blaine aveva iniziato a singhiozzare ripetutamente, ma io non cercai di consolarlo, perché sapevo che quando era davvero arrabbiato bisognava farlo sfogare. Poteva essere la persona più pacifica del mondo e tenere tutto dentro per non creare problemi, ma dopo un po' esplodeva anche lui, e aveva bisogno di far uscire la rabbia, spesso con le lacrime.

Come avevo immaginato, dopo pochi secondi Blaine smise di singhiozzare, e alzò la testa dalla mia spalla per guardarmi negli occhi.

«Che cosa gli ho fatto per meritarmi tutto questo odio?» mi chiese ancora con gli occhi lucidi.

«Niente, sono solo gelosi perché tu sei mille volte più bello e più bravo di loro» gli risposi io facendo un mezzo sorriso per confortarlo.

«Questo non gli dà il diritto di aggredirmi» mi fece notare lui con la voce ricca di rabbia.

Io sospirai.

«Lo so» gli dissi.

Lo vidi ancora irrequieto, allora gli presi il viso tra le mani e mi avvicinai un po' di più per lasciargli un piccolo bacio sulla guancia. Poi mi ricordai di quello che facevo quando stavamo insieme per fargli sbollire la rabbia, così posai le labbra sulla sua mascella serrata, e sentii il suo corpo rilassarsi leggermente mentre le sue mani si posavano sulla mia vita.

Quando mi staccai lo guardai negli occhi facendogli un sorriso, e lo vidi molto più tranquillo di pochi secondi prima.

«Andiamo, ti porto a casa» gli dissi poi.

«No, non voglio andare a casa» mi disse lui scuotendo la testa.

Io aggrottai le sopracciglia.

E dove voleva andare allora?

«Devo sfogarmi, vado in palestra» mi spiegò quando mi vide confusa.

Sapevo che la box gli faceva bene e lo tranquillizzava, quindi decisi di non fermarlo.

Così Blaine prese la sua borsa, chiuse l'armadietto e iniziò ad allontanarsi verso la palestra della scuola. Dopo pochi passi però si fermò, si voltò a guardarmi e poi tornò indietro avvicinandosi di nuovo a me. Mi rimise le mani sulla vita, e si avvicinò al mio viso fino a lasciarmi un bacio all'angolo della bocca.

Io feci un mezzo sorriso.

Lo faceva sempre quando voleva ringraziarmi ma non riusciva a pronunciare la parola "grazie", e quel bacio per me valeva molto più di mille parole.

~~~

Nonostante Blaine si fosse tranquillizzato, e nonostante mi avesse scritto che Finn era andato a scusarsi, il giorno dopo era il caso che le Nuove Direzioni mettessero la testa a posto.

Non potevano trattare così Blaine!

Non era lo spirito del Glee Club, oltre ad essere sbagliato ovviamente.

Tra l'altro mi si presentò l'occasione di fare un bel discorso quasi subito dopo che mettemmo piede in aula canto: erano tutti sconcertati, si stavano tutti lamentando, e con quello spirito non avremmo mai trovato la forza di salire sul palco. Era il momento di intervenire.

«Ok, ragazzi, basta! Ci siamo lamentati abbastanza non trovate?» iniziai a dire alzandomi e raggiungendo il centro della sala «Capisco il vostro sconcerto, e non nego che anche io sono preoccupata per le Provinciali, ma anche se abbiamo perso Santana, Mercedes e Brittany, e ora anche Rachel, abbiamo ancora la squadra piena di talenti, e se non ve ne foste accorti ci sono ancora tre ragazze nel gruppo, che a volte sono abbastanza» continuai, passando lo sguardo sui miei compagni.

Li vidi scettici, molto scettici.

«Sapete che io posso ballare come Brittany, ma forse non sapete che posso anche cantare» iniziai a dire allora «E poi, sapete che Quinn sa essere sensuale e determinata quanto Santana?» dissi ancora, indicando la mia amica bionda «E che Tina può cantare come Rachel?» chiesi di nuovo indicando anche Tina.

«Io non ne sarei così sicura» disse lei scuotendo la testa.

«Oh andiamo, Tina! Da che parte stai?» le chiesi con rimprovero.

Lei alzò gli occhi su di me, e la vidi sempre più convinta fino a quando mi fece un sorriso annuendo.

«Dalla tua, e credo che possiamo farcela» disse poi appoggiandomi.

Le feci un sorriso, che però persi all'istante guardando gli altri miei compagni. Erano scettici e decisamente sconcertati.

Sospirai, ma non mi diedi per vinta.

«Ragazzi, abbiamo tutti grande talento, tutti! Se crediamo di più in noi stessi possiamo vincere!» dissi ancora, cercando di incitarli.

Poi mi venne in mente che forse avevano bisogno di sentirsi dire quali fossero i loro punti di forza, e avevo degli esempi pronti.

«Abbiamo Finn, che con la sua voce farebbe emozionare chiunque, poi abbiamo Blaine, che ha una voce altrettanto bella e si sa muovere» iniziai a dire allora, elencando i punti di forza di ognuno «Poi abbiamo Artie, che ha una fantastica presenza scenica e che ha una voce pazzesca. Puck attira l'attenzione con la sua aria da bello e dannato, e Sam è bello e sa tenere il palco. Kurt ha una voce unica ed ineguagliabile e Mike, beh, quando Mike inizia a ballare metà del lavoro è fatto» continuai puntando gli occhi sui miei compagni, vedendoli lusingati da tutti quei complimenti e anche sempre più convinti a ogni parola che dicevo.

Poi mi presi una pausa per pensare bene alle parole che avrei detto successivamente. Dovevo trovare qualcosa che convincesse i miei compagni una volta per tutte, altrimenti non ci sarebbe stato più modo di farlo.

«Forse non siamo imbattibili, ma possiamo lottare con tutte le nostre forze per vincere queste Provinciali e far vedere a tutti chi siamo» dissi con convinzione «Non siamo mai stati i più bravi tecnicamente, né per quanto riguarda il ballo né per quanto riguarda il canto, ma abbiamo vinto molte competizioni nonostante tutto. E sapete perché? Perché abbiamo passione. Forse non avremo mai la tecnica impeccabile dei Vocal Adrenaline, o in questo caso delle Note Moleste, ma abbiamo passione, ed è la passione che abbiamo trasmesso al pubblico e ai giudici che ci ha sempre permesso di vincere le competizioni, che fossero Provinciali, o Regionali» aggiunsi.

Forse li stavo convincendo.

«Il nostro asso nella manica è l'amore per la musica e la grande amicizia che ci lega tutti, cosa che però ultimamente sembra averci abbandonato» dissi ancora, puntando gli occhi su Finn e su Sam mentre pronunciavo l'ultima frase.

Li vidi entrambi colpevoli, ed entrambi mortificati per quello che avevano fatto. Poi però Sam si alzò, e si mise al mio fianco appoggiando la mia idea.

«Ragazzi, Roxie ha ragione. Siamo un gruppo, siamo forti perché siamo legati da amicizia, ed è per questo che vinceremo anche quest'anno» disse convinto quanto me «Detto questo, credo di dovere delle scuse a Blaine per come l'ho trattato» aggiunse, puntando gli occhi sul mio migliore amico «Non meritavi di essere aggredito, e mi scuso per tutto. Stavi solo cercando di dare consigli alla squadra per aiutarci» disse rivolto a Blaine.

Io lo guardai fiera e con un sorriso.

Quello era il Sam che conoscevo!

Anche Blaine gli fece un sorriso, e accettò le sue scuse. Poi il professor Schuester si staccò dal pianoforte dove era stato fino a quel momento battendo le mani.

«Bravi, ragazzi, questo è lo spirito giusto!» ci disse entusiasta «E anche io credo che la passione ci farà vincere anche quest'anno» aggiunse, raggiungendo me e Sam e tirando una pacca sulla spalla a entrambi.

Poi, mentre diceva altro ai nostri compagni, Sam mi circondò le spalle con un braccio.

«Siamo forti come squadra» mi sussurrò con un sorriso.

Io annuii.

«Stai ancora con quell'Usignolo?» mi chiese poi con aria ammiccante.

«Sì, Sam, e io ho sentito che tu hai avuto un flirt con Mercedes quest'estate» gli risposi guardandolo con rimprovero.

Lui sospirò.

«È vero, ma ora lei ha un ragazzo, e io ho perso le speranze» mi disse lui tristemente.

«Se lei è occupata non vuol dire che un giorno non possa tornare sui suoi passi» gli feci notare io «E comunque, la speranza è sempre l'ultima a morire» aggiunsi puntando gli occhi su Blaine.

Ero convinta che la mia speranza di poter tornare un giorno con lui non sarebbe mai sparita, forse l'avrei messa da parte un giorno, ma non l'avrei mai abbandonata.

«Sapete cosa ci vuole adesso per festeggiare?» chiese il professor Schuester risvegliandomi dai miei pensieri.

«Se sta pensando a una canzone, professore, io, Quinn e Tina ci avremmo già pensato» gli dissi anticipandolo.

«Prego allora!» esclamò lui lasciandoci la scena.

Quando le mie amiche mi raggiunsero iniziammo a cantare "Hope" di Natasha Bedingfield, che diceva al meglio che dovevamo avere speranza e che ce l'avremmo fatta.

Finita la canzone sentii le mie amiche stringersi a me con dei magnifici sorrisi.

Potevamo vincere!

Ne ero certa!

~~~

Quello stesso pomeriggio sarei dovuta uscire per una passeggiata con Nick, ma pioveva a dirotto, così avevamo deciso di stare a casa mia, ed eravamo seduti sul divano quando lui apprese la notizia dei due Glee Club del McKinley.

«Perché non me lo hai detto?» mi chiese confuso e anche leggermente offeso.

«Beh, primo non credevo che fosse così fondamentale dirtelo, e secondo, ultimamente non ci siamo visti molto dato che entrambi ci stiamo preparando per le Provinciali, quindi non vedo quando avrei potuto farlo» risposi io alzando le spalle con innocenza.

«Avresti potuto dirmelo al telefono» mi fece notare lui con aria ovvia.

Forse aveva ragione, ma ripeto, non credevo fosse importante per lui saperlo.

«Dato che ho declinato l'offerta delle Note Moleste di unirmi a loro, non aveva senso dirtelo» mi difesi ancora io.

«Ti è stato offerto di lasciare le Nuove Direzioni?!» mi chiese Nick stupito.

Io lo guardai confusa.

Perché tutta quella enfasi nel sapere una notizia del genere?

«Sì, ma non ho mai avuto dubbi sul da farsi, le Nuove Direzioni sono la mia famiglia anche se ultimamente i rapporti non erano il massimo» risposi io arricciando leggermente il naso, ripensando a tutti i battibecchi che c'erano stati in quella settimane.

Ma come tutte le famiglie, era normale che litigassimo, l'importante era fare pace e tornare più forti di prima.

«Non hai mai esitato?» mi chiese Nick scettico «Mai nemmeno considerato di seguire Santana e le altre?» provò ancora, alzando le sopracciglia.

Io scossi la testa, ma Nick non era convinto.

«Ti conosco, Roxie, so che stai mentendo» mi disse allora, guardandomi con aria ovvia «Sai che puoi dirmi la verità» aggiunse.

Io sospirai.

Mi conosceva davvero bene!

Sì, stavo mentendo, perché avevo considerato di andare nelle Note Moleste lasciando così le Nuove Direzioni, era stato un attimo, ma c'era stato, e lo confessai anche al mio ragazzo.

«L'idea di avere almeno una strofa da solista durante una competizione mi allettava molto, ma parlandone con Quinn ci siamo accorte che le Nuove Direzioni hanno più bisogno di noi, e non potevamo tradirle così anche noi» ammisi, anche spiegando le mie ragioni.

«Quindi hai chiesto consiglio a Quinn?» mi chiese Nick.

«Beh, sì, eravamo sulla stessa barca, anche a lei era stato proposto di entrare nelle Note Moleste, e ci siamo confrontate» gli risposi io con aria ovvia.

«Non hai chiesto aiuto a Blaine?» mi chiese ancora Nick.

Perché mi faceva quella domanda?

«No, Blaine non sa nemmeno che mi sia stata proposta una cosa del genere» gli risposi, anche se ancora non capivo come mai volesse sapere una cosa del genere.

«Almeno su questo eravamo pari, anzi, ora sono in vantaggio io» disse lui quasi tra sé e sé.

Io lo guardai con le sopracciglia aggrottate.

«Scusa di cosa stai parlando?» gli chiesi poi.

«Del fatto che Blaine è sempre il primo a sapere le cose ed è sempre quello a cui chiedi consigli. A me non chiedi mai aiuto» mi rispose lui con fastidio nella voce.

Io sospirai.

Ancora quella maledetta gelosia!

Ma questa volta non ero disposta a ribadire a Nick quanto lo amassi e tutto il resto, volevo metterlo alla prova.

«E sentiamo, se avessi chiesto aiuto a te cosa mi avresti consigliato?» gli chiesi infatti con aria di sfida.

«Non lo so, ti avrei detto di fare quello che credevi fosse giusto, anche perché non mi sembra un grande problemone!» mi rispose lui sincero e alzando le spalle con noncuranza.

Io lo guardai male.

Davvero?

Prima mi chiedeva di considerarlo più spesso come un aiuto, e quando gli chiedevo davvero un consiglio mi diceva che non vedeva il mio problema come una cosa per cui preoccuparsi?

«Visto perché non ti chiedo mai consigli?! Questa risposta non mi avrebbe aiutata, e dicendomi che non lo trovi un grande problema mi hai fatto passare la voglia di chiederti consigli in futuro!» gli dissi scaldandomi.

Nick mi guardò con le sopracciglia aggrottate.

«Te la sei presa?» mi chiese poi divertito.

Ma cosa c'era da ridere?

«E dai, Roxie, stavo scherzando!» mi disse cercando di difendersi «Se me lo avessi chiesto perché avevi davvero bisogno ti avrei risposto seriamente» aggiunse con aria ovvia.

Io scossi la testa ancora scocciata.

«Non fare la permalosa» mi disse ancora Nick, avvicinandosi al mio viso e cercando di darmi un bacio.

Ma io girai la faccia e mi allontanai leggermente per scansarmi. Lui però fece un sorrisetto furbo, e prima che potessi spostarmi nuovamente si fiondò sulla porzione di collo che usciva dalla felpa. Iniziò a lasciarmi dei piccoli baci lanciandomi un'occhiata ogni tanto per vedere se mi addolcivo, e nonostante cercai di mantenere la mia freddezza per il maggior tempo possibile, dopo un po' non resistetti e feci un sorriso, voltandomi poi verso Nick e prendendogli il volto tra le mani per baciarlo. In un attimo mi sedetti sopra di lui, e sentii le sue mani scivolare dalla mia vita al mio fondoschiena. Poi una si insinuò sotto la mia felpa, e saremmo andati avanti se la voce di mia madre, che era appena tornata dal lavoro, non ci avesse interrotti.

«Ma voi non dovevate fare una passeggiata?» ci chiese guardandoci un po' in imbarazzo e confusa.

Nick ritirò in fretta la mano da sotto la mia felpa e la guardò leggermente allarmato, mentre io smettevo di baciarlo per puntare gli occhi su mia madre.

«Sì ma... diluvia» le risposi io alzando le spalle con innocenza.

Poi le feci un sorrisetto innocente, perché vidi nei suoi occhi un po' di disapprovazione per quello che ci aveva beccati a (quasi) fare.

«Pensavo di fare il pollo alla gallega della nonna per cena. Ti va?» mi chiese poi mia madre, mostrandomi la borsa della spesa che aveva in mano.

«Certo!» le risposi io con aria ovvia.

Io e mia madre ci cimentavamo con i piatti spagnoli di mia nonna per poi mandarle un resoconto. Il polpo alla gallega è il piatto forte di mia madre, e uno dei miei preferiti.

«Resti a cena, Nick?» chiese mia madre al mio ragazzo.

«Oh no, stavo... stavo andando» le rispose lui, ancora evidentemente in imbarazzo.

Poi mi diede una pacca sulla coscia facendomi segno di lasciarlo alzarsi. Non mi ero nemmeno accorta di essere ancora seduta sulle sue gambe.

«Che cos'è il polpo alla gallega?» mi chiese a voce bassa, mentre lo portavo alla porta.

Io lo guardai con gli occhi spalancati.

«Non hai mai mangiato il polpo alla gallega?!» gli chiesi sconvolta.

Lui scosse la testa un po' spaventato dalla mia reazione.

«Non so molto delle relazioni di mia figlia, ma una cosa è certa: non puoi essere il suo ragazzo se non hai mai mangiato il polpo alla gallega di sua nonna» si intromise mia madre facendomi ridere.

Però aveva ragione, sia Blaine che Mike avevano assaggiato quella prelibatezza almeno una volta, e sentire che Nick non sapeva cosa fosse mi aveva lasciata davvero spiazzata.

«Mamma, fallo per tre! Nick resta a cena!» ordinai allora a mia madre, senza chiedere nemmeno al mio ragazzo se volesse restare.

Come aveva detto mia madre, per essere davvero il mio ragazzo doveva mangiare almeno una volta quel piatto della tradizione spagnola, e non c'era momento migliore di quello per farlo!

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