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TROUBLES

«Buongiorno»

Quella voce!

Quella magnifica voce!

E poi quegli occhi!

È subito dopo quelle labbra!

Erano esattamente quello che mi serviva per iniziare la giornata al meglio.

Stavo entrando a scuola, quando avevo sentito la voce del mio ragazzo (che strano chiamarlo di nuovo così!) nell'orecchio, e poi avevo ricevuto un bacio che mi aveva illuminato la giornata.

«Pronta ad annunciare al McKinley che sei di nuovo occupata?» mi chiese poi Mike, facendo scivolare la sua mano nella mia e intrecciando le nostre dita.

Che bello sentirgli fare quel gesto!

Io devo averlo guardato un po' titubante però, perché mi chiese subito che cosa avessi, e nei suoi occhi si materializzò il terrore che avessi cambiato idea.

Così lo trascinai velocemente dentro un aula e chiusi la porta in modo che nessuno potesse disturbarci. Poi gli diedi un veloce bacio per fargli capire che non avevo cambiato idea, e che volevo ancora urlare al mondo che ero innamorata del mio ballerino asiatico.

«Hai pensato a come potrebbe reagire Tina?» gli chiesi dopo che mi rivolse un altro sguardo confuso.

Mike fece una faccia sorpresa, che mi fece capire che non ci aveva pensato.

Io lo guardai con un po' di rimprovero e lo vidi pensieroso.

«Senti, Roxie, non mi interessa ok? Mi dispiace per come è finita la nostra storia, e mi dispiace non essere riuscito a parlarle molto dopo che abbiamo rotto, ma io devo andare avanti con la mia vita, e tu anche. Non possiamo pensare a lei, dobbiamo pensare a noi stessi ed essere felici noi, giusto?» disse poi finalmente.

Era convinto delle sue parole, e devo dire che convinse anche me. Credo che però in parte fu merito della mano che mi stava accarezzando il fianco e che non mi permetteva di ragionare molto lucidamente.

Comunque gli feci un sorriso per fargli capire che ero d'accordo, e poi prendendolo per mano andammo insieme in aula canto. Ma appena entrammo non successe quello che speravo: quando Mike avvistò Tina, e si accorse che stava guardando nella nostra direzione, lasciò bruscamente la mia mano e assunse un'aria terrorizzata.

Io lo guardai stranita e ferita allo stesso tempo.

Ma come osava?!

Dopo quello che aveva detto prima poi!

Quando si accorse che lo stavo guardando posò lo sguardo su di me, e io non esitai un attimo nel guardarlo male e allontanarmi indignata e ferita. Non credevo che avrebbe potuto fare una cosa del genere, e se la nostra storia iniziava così, allora era meglio che finisse al più presto, perché non avevo intenzione di nascondermi da niente e da nessuno.

In quel momento poi, avevamo cose più importanti a cui pensare: le Provinciali erano dietro l'angolo, e non potevamo permetterci nessun passo falso.

Infatti il giorno dopo, a quella stessa ora, eravamo vestiti di tutto punto pronti a salire sul palco, ma forse qualcuno non era del tutto convinto.

Marley sembrava davvero in ansia per la competizione, e dopo aver visto l'esibizione degli Usignoli assunse un'aria ancora più preoccupata. In effetti gli Usignoli erano stati sensazionali, più del solito. Avevano cantato "Whistle" di Florida e poi "Live While We're Young" degli One Direction e avevano delle coreografie mozzafiato. Facevano certi salti mortali mai visti e sembravano essere andati tutti a una sessione di danza per mesi interi.

La cosa che mi lasciò perplessa fu che la loro formazione era diversa: Nick, che di solito era nelle prime file, ora era in ultima, nascosto da tutti, e stessa cosa per Jeff.

Quando lo feci notare a Blaine anche lui sembrò stranito dalla cosa. In effetti nessuno dei due se ne capacitava.

Nick e Jeff avevano due delle più belle voci di tutto il gruppo, perché metterli così in fondo?

E poi, dov'era Trent?

Il sole del gruppo e colui che rallegrava l'atmosfera?

«Va tutto bene?» mi chiese a un certo punto Mike, che era seduto dietro di me e si era sporto per avvicinarsi al mio orecchio.

Volevo guardarlo confusa, ma avevo capito perché mi avesse fatto quella domanda. A un certo punto della canzone Nick aveva alzato lo sguardo sulla platea, e io avevo incontrato i suoi occhi, che però non mi avevano fatto un grande effetto. Insomma, avevo sentito un leggero tuffo al cuore, ma non era niente in confronto a quello che mi provocavano gli occhi di Mike.

«Sì» risposi infatti a Mike «Io a differenza tua riesco a gestire la vista del mio ex» aggiunsi fredda.

Sì, ero ancora arrabbiata per quello che era successo il giorno prima in aula canto, molto arrabbiata.

Sentii Mike sospirare, e poi si allontanò dal mio orecchio per tornare seduto normale.

Ma tornando all'esibizione degli Usignoli, nonostante le nostre perplessità, Sebastian e Hunter (il nuovo solista) erano decisamente bravi, e le loro voci si sposavano bene insieme. Sarebbe stato difficile batterli questa volta.

«Possiamo parlare?» mi chiese Mike dietro le quinte, poco prima della nostra esibizione.

Io lo guardai titubante.

È vero, ho detto che ero arrabbiata, però come era possibile che già il primo giorno di relazione avessimo litigato?

E poi, lo avevo già punito abbastanza, e volevo un suo bacio di incoraggiamento prima di salire sul palco.

«Sto per salire sul palco, Mike, non ho tempo» gli risposi però fredda e senza guardarlo negli occhi.

Mi fu difficile non farlo, perché mi attiravano come non mai, ma resistetti, perché volevo fargli capire quanto mi avesse dato fastidio il suo gesto.

«Ti prego, Roxie!» mi implorò ancora lui, prendendomi per un braccio e trascinandomi dietro una tenda in modo che non potesse vederci nessuno «Mi dispiace, ho sbagliato. Mi sono fatto prendere dal panico e non sono più riuscito a ragionare lucidamente. Non volevo fare quello che ho fatto» mi disse poi guardandomi mortificato.

Io sospirai.

Che cosa potevo fare davanti a quei bellissimi occhi color cioccolato così dispiaciuti e che imploravano perdono?

In realtà mi era bastato il tocco della sua mano per perdonarlo, e con quelle parole ero tornata a ad adorarlo ancora di più.

Così gli sorrisi, e poi mi avvicinai per lasciargli un bacio a fior di labbra. Però decisi che volevo di più. Volevo una vera e propria dichiarazione d'amore in stile Glee Club, perché volevo godermi al massimo ogni momento romantico che potevamo permetterci finché era ancora a Lima.

«Non ti ho perdonato del tutto» gli dissi allora «Mi ci vorrà molto di più per convincermi che una cosa del genere non succederà più» aggiunsi con aria maliziosa.

Lui mi sorrise, e dai suoi occhi mi resi conto che aveva capito il gioco.

«Domani in sala ballo» si limitò a dirmi infatti.

Poi mi diede un altro bacio (più lungo del precedente) e mi lasciò tornare dai miei compagni, dove mi accorsi all'istante non esserci Blaine.

«Dov'è Blaine?» chiesi a Sam guardandomi intorno per trovarlo.

«Ha ricevuto una telefonata, è andato di là» mi rispose lui indicando il dietro il palco.

Al mio sguardo interrogatorio rispose alzando le spalle, e allora decisi di andare dal mio migliore amico. Come aveva detto Sam era lì, dietro il palco, appoggiato a una scala, che parlava al cellulare. L'unica cosa che gli sentii dire prima che mettesse giù la chiamata fu «Ti amo da morire» con voce rotta e debole. Capii all'istante che stava parlando con Kurt, e un sorrisetto felice mi nacque spontaneamente sul volto. Era positivo che si telefonassero di nuovo finalmente, e anche se non erano tornati insieme, avrebbe fatto bene a Blaine sapere che Kurt non era più arrabbiato con lui.

Quando vidi il mio migliore amico mettere via il cellulare decisi di avvicinarmi. Lui non mi aveva ancora sentita, così lo strinsi da dietro e appoggiai la testa alla sua spalla, sentendo la sua testa appoggiarsi alla mia. Restammo così per un po', poi mi spostai per mettermi di fronte a lui e guardarlo negli occhi. Stava piangendo. Gli presi il volto tra le mani e gli asciugai le ultime lacrime che scendevano, poi gli feci un sorriso. Me ne fece uno anche lui, e finalmente vidi i suoi occhi un po' meno tristi del solito.

«Mi ha detto che mi ama» mi disse poi incredulo.

«Questo lo sapevi già» gli feci notare io con aria divertita.

Era bello vederlo così.

«Sì, ma credevo che dopo quello che ho fatto avesse smesso di amarmi» ammise lui alzando le spalle.

«Blainey, non si smette di amare una persona da un momento all'altro» gli feci notare io «Nemmeno dopo un tradimento» aggiunsi vedendolo ancora titubante.

Lui alzò di nuovo le spalle e poi fece un altro mezzo sorriso, mentre io mi avvicinavo per lasciargli un bacio sulla tempia.

«Ragazzi, dobbiamo andare!» esclamò in quel momento la voce di Sam alle nostre spalle.

Il ragazzo biondo ci stava guardando un po' scocciato, e poi ci fece segno di muoverci.

Io e Blaine ci sorridemmo un'altra volta e poi corremmo dietro a Sam per salire sul palco.

«Pronti a fare fuori quei ladri degli Usignoli?!» ci chiese Sam per caricarci.

«Pronti!» esclamammo io e Blaine all'unisono.

Poi battemmo il cinque a Sam e salimmo sul palco per esibirci.
Cantammo "Gangnam Style" di Psy (non so perché, e vorrei ricordare che il nostro coach in quel momento era Finn) e andò tutto bene durante il pezzo. Il vero problema arrivò alla fine: come vi ho detto prima, Marley era davvero in ansia, e per di più negli ultimi mesi si erano sommati alla sua situazione dei problemi di anoressia, dovuti al fatto che credeva di ingrassare ogni giorno e si vedeva grassa.

Ma non lo era per niente!

Aveva, e a ha ancora oggi, uno dei fisici più belli che io abbia mai visto. Però si sa che quando si è convinti di una cosa del genere è difficile vedere la realtà dei fatti.

Comunque, alla fine dell'esibizione Marley svenne sul palco, provocando l'imminente chiusura del sipario e molte preoccupazioni in tutti noi. Non era mai successa una cosa simile, ed eravamo davvero spaventati. Per fortuna in poco tempo si riprese, ma in compenso perdemmo le Provinciali. Trionfarono gli Usignoli, e noi restammo lì, con le mani in mano e l'amaro in bocca.

Il Glee Club era finito, non avevamo più uno scopo.

Eravamo disperati, e la povera Marley si sentiva in colpa come non mai.

«È solo colpa mia, è solo colpa mia» continuava a ripetere debolmente e trattenendo a stento le lacrime.

Io lanciai un'occhiata a Mike e lo vidi deluso quanto me, e anche Quinn sembrava aver perso la luce negli occhi.

«Marley, ehi, non è colpa tua, nessuno lo pensa» le dissi io avvicinandomi e sedendomi ai suoi piedi per cercare di confortarla.

«Oh, io lo penso» disse Tina con cattiveria.

Io le lanciai uno sguardo di fuoco e poi tornai a concentrarmi su Marley.

«Sono cose che succedono, ok? Non potevi farci niente tu» le dissi ancora accarezzandole un ginocchio.

«E invece poteva mangiare!» disse ancora Tina con tono accusatorio.

Io la ignorai, ma mi accorsi che Marley la guardava mortificata.

«Marley, guarda me, non importa, avremo altre possibilità» dissi ancora.

«Ma quali possibilità?! Siamo finiti! Finiti!» esclamò Tina con un misto tra disperazione e rabbia.

«Basta, Tina! Non è continuando a contraddirmi e accusando Marley che cambi la situazione!» urlai esasperata.

Non ne potevo più!

Sapevo che Tina non era la positività fatta a persona, e da quando aveva rotto con Mike non era neanche la simpatia fatta a persona, ma non pensavo potesse essere così senza cuore. Si stava davvero comportando da cattiva.

Come osava?!

Chi era per dire quelle cose a Marley?!

Mi sarei scagliata su di lei all'istante se Mike non si fosse avvicinato notando la mia inquietudine, e non mi avesse messo una mano sulla spalla per tranquillizzarmi. Al suo tocco mi rilassai leggermente, e alzando gli occhi incontrai i suoi, calmi e gentili come sempre, che mi rassicurarono.

Ma il giorno dopo Tina fu ancora peggio, e il brutto è che si erano convinti praticamente tutti del fatto che fosse colpa di Marley, ed eravamo anche più sconcertati del solito. Non vedevamo la luce infondo al tunnel del declino del Glee Club. La coach Sylvester sembrava intenzionata a finirci per sempre, e aveva già trasformato l'aula canto in una stanza per far allenare le sue Cheerios.

Ma la sala di ballo era ancora tale, e io avevo ancora una sorpresa a cui assistere.

Così quel giorno, dopo la lezione del Glee Club (se così si può chiamare) mi presentai in sala ballo dove mi stava aspettando un sorridente Mike.

«Ho bisogno del tuo aiuto per questa performance» mi disse avvicinandosi al mio viso con aria complice.

Io lo guardai sorpresa e curiosa, poi Mike accese lo stereo per iniziare a cantare e ovviamente ballare.

Si esibì con "The Way You Make Me Feel" di Michael Jackson (che se devo dirla tutta è una delle mia canzoni preferite del re del pop, e il video mi fa impazzire) e mi lasciò senza parole. Riprodusse il video quasi alla lettera, quindi interpretò un ragazzo che mi faceva la corte e che inizialmente a me non piaceva ma che poi iniziavo ad apprezzare, e fu bellissimo.

Sarei andata avanti a ballare su quel pezzo con Mike per sempre!

Aveva fatto pratica con il canto, si sentiva, e, beh, del ballo non si poteva dire nulla, era perfetto come sempre.

Alla fine del pezzo gli saltai in braccio entusiasta.

«Sei magnifico» gli sussurrai tra un bacio e l'altro.

«Sono perdonato?» mi chiese lui sorridendo.

«Solo se acconsenti a rallegrare un po' i ragazzi del Glee Club dandogli questa bella notizia» gli dissi io con un sorrisetto furbo.

«Non vedo l'ora» mi disse, e poi ricominciò a baciarmi.

Avevo già qualcosa di speciale in mente per annunciare ai miei amici che stavo con Mike, ma prima dovevo dirlo a qualcuno che si meritava di saperlo prima di tutti.

~~~

Stasera cena al Bel Grissino!

Questo era il messaggio che avevo mandato al mio migliore amico e a Quinn.

Credo che fosse chiaro che erano loro quelli che dovevano saperlo prima di tutti, e quale modo migliore se non una bella cena insieme?!

«Ok, prima che tu dica qualsiasi cosa, vogliamo sapere perché ci hai convocati così urgentemente e non hai potuto aspettare domattina» disse Quinn prima che potessi anche solo salutarli.

Io passai lo sguardo dall'uno all'altra e mi venne da ridere. Entrambi avevano gli occhi puntati su di me con aria curiosa e come a incitarmi a parlare.

Li lasciai ancora un po' sulle spine, poi finalmente sputai il rospo.

«Ho un ragazzo» dissi tutto d'un fiato curiosa delle loro reazioni.

Blaine spalancò gli occhi talmente tanto per la sorpresa che per un momento ebbi paura potessero fuoriuscire dalle orbite, Quinn invece rimase a bocca aperta e trattenne il fiato per alcuni secondi.

Io volevo ridere di nuovo, ma mi trattenni, perché stavamo parlando di una cosa seria.

«Beh, avrà un nome questo ragazzo!» esclamò Blaine, impaziente di saperne di più.

«Certo che ha un nome!» dissi io con aria ovvia.

Mi presi ancora un attimo per osservarli per bene, e poi li accontentai.

«Si chiama Mike Chang» confessai finalmente, lasciandoli, se possibile, ancora più sconvolti.

«Q... quel Mike Chang?» mi chiese Quinn quasi senza fiato.

«Quanti Mike Chang conoscete?!» chiesi io divertita e senza riuscire a trattenere una risata.

«O mio Dio!» esclamò Blaine facendo dei saltelli sulla sedia eccitato.

«Roxie, è magnifico!» esclamò subito dopo Quinn.

Ero sollevata del fatto che fossero felici. Avevo avuto paura per un attimo, ma come poteva non piacergli Mike?

Magari sono di parte, però è un ragazzo perfetto, non ha mai fatto nulla di male, e si è sempre dimostrato essere un fidanzato da sogno. Non gli si poteva dire nulla.

«Com'è successo?» mi chiesero poi all'unisono, sporgendosi sul tavolo.

Io mi preparai a raccontargli della serata al Bel Grissino e poi al Drive-In, e anche della nostra conversazione. Anche loro si stavano preparando ad ascoltarmi: Blaine appoggiò il mento sulle mani per essere più comodo, e Quinn si mise dritta sulla sedia guardandomi con aria complice.

«Che cosa farete con Tina?» mi chiese poi leggermente preoccupata.

Le avevo accennato che tra me e Tina non scorreva buon sangue quell'anno, e Blaine le confermò la cosa proprio quella sera.

«Non so cosa le ho fatto, ha cominciato a essere cattiva dal primo giorno che siamo tornati a scuola» dissi io scuotendo la testa dispiaciuta «Avrei voluto chiederle il motivo di quella sua rabbia nei miei confronti, ma non ero nel mood adatto in quei giorni, e ho perso l'occasione» aggiunsi poi.

Volevo davvero chiederle che cosa le avessi fatto, almeno per chiarire il motivo del suo comportamento, ma non ne avevo avuto il coraggio, e nemmeno la forza. Ero troppo presa dal riprendermi dalla storia con Nick per poter affrontare un altro litigio.

«Comunque, domani io e Mike diremo a tutto il Glee Club della nostra relazione, spero solo che la prenda bene» dissi alzando le spalle come a dire "non posso farci nulla".

Ed era vero, non potevo farci nulla. Tina poteva arrabbiarsi quanto voleva, ma non avrei troncato la mia relazione con Mike per lei, e il mio ragazzo sembrava della stessa idea.

Così il giorno dopo, quando tutti si furono seduti in un'aula vuota (non avendo più l'aula canto ci accontentavamo della prima libera), presi la parola raggiungendo il centro della sala.

«So che non sono giorni facili, e che l'idea di non avere più il Glee Club ci sta rendendo le giornate tristi, però io avrei una bella notizia, che spero riempia almeno un po' i vostri cuori di felicità. Quindi, se volete seguirmi in auditorium» dissi facendo segno di seguirmi.

I miei compagni si guardarono un po' spaesati, ma poi mi seguirono, curiosi di sapere cosa avessi da dirgli.

Mentre io andavo dietro le quinte, loro si accomodarono sulle poltroncine, e appena fui pronta raggiunsi Mike che mi fece l'occhiolino per poi iniziare il nostro numero.

Che cosa potevamo aver preparato se non una delle nostre coreografie mozzafiato?

Mentre io cantavo "Try" di Pink, eseguimmo le nostre prese e i nostri passi, e alla fine della canzone fummo accolti da un applauso dalla platea.

«Beh, tutto questo è stato per dirvi che... io e Mike abbiamo deciso di uscire insieme come coppia!» annunciai poi, facendo un sorriso a trentadue denti, che comunque non espresse tutta la mia gioia.

Ero troppo felice per descrivere quello che sentivo, e nemmeno con mille sorrisi si sarebbe capito quanto contenta fossi.

Dai nostri compagni si alzarono urla di gioia e complimenti, e in pochi secondi mi ritrovai le labbra di Mike sulle mie che mi baciavano dolcemente.

«E così sei occupata di nuovo eh?» mi chiese Sam poco dopo, quando io e Mike scendemmo dal palco e uscimmo tutti in corridoio.

«Oh sì, e questa volta lo saprò se le verrà rubato un bacio da uno sconosciuto biondo» gli disse Mike guardandolo con rimprovero.

Io invece aggrottai le sopracciglia.

E lui come faceva a sapere di quello che era successo l'anno prima?

«Ho occhi dappertutto» mi rispose Mike quando gli feci quella domanda, facendomi ridere.

«Sono biondo, ma non sono sconosciuto» precisò Sam «E comunque stai tranquillo, sono cotto anche io, e non di Roxie» aggiunse poi con aria sognante.

Che cosa?!

Sam innamorato?!

E di chi?!

«Ehi, e quando avevi intenzione di dircelo?!» esclamai io tirandogli un leggera gomitata per sgridarlo.

«Beh, lei non sembra molto per la quale» si difese Sam con malinconia, guardando verso qualcuno alle nostre spalle.

Girandomi mi accorsi che stava guardando Brittany, e un sorrisetto furbo mi nacque spontaneo in volto.

Erano carini come coppia, e a Brittany avrebbe fatto bene per un po' qualcuno di diverso da Santana, così, per sperimentare un po' e poi tornare più esperta tra le braccia della donna che era destinata a sposare.

«Credo che Mike possa darti qualche consiglio. È bravo a organizzare i primi appuntamenti»dissi allora io a Sam, facendo l'occhiolino al mio ragazzo e allontanandomi per andare al mio armadietto.

Non passò molto tempo però, che una figura si materializzò al mio fianco, con le braccia incrociate al petto e sguardo di fuoco.

«Stai lontana dal mio Mike!» mi ammonì Tina, puntandomi contro il dito con aria cattiva.

Il suo Mike?

Aveva detto "il suo Mike"?

"Oh no, non ci siamo proprio, Tina Cohen Chang! Non ci siamo proprio!" pensai tra me e me, e stavo per ribattere, ma in quel momento apparve Mike da non so dove, e le rispose per le rime.

«Non sono tuo, Tina! E stai attenta a come parli! Roxie è la mia ragazza adesso, e deve essere trattata con rispetto» disse con voce decisa e guardando Tina dritta negli occhi.

Io alzai lo sguardo su di lui leggermente incredula. Era il mio angelo custode, e quelle parole che aveva appena detto mi avevano davvero colpita. Per farglielo capire feci scivolare la mia mano nella sua e intrecciai le nostre dita, appoggiando poi la testa alla sua spalla.

Tina mi fulminò con lo sguardo.

«La nostra guerra non finisce qui» mi disse stizzita, prima di girare i tacchi e allontanarsi.

Quando alzai di nuovo gli occhi su Mike vidi che aveva una faccia stranita.

«Non me la ricordavo così» mi disse girandosi in modo da avermi di fronte.

«È da quando l'hai lasciata che è così» gli dissi io alzando le spalle con noncuranza.

Ormai ci avevo fatto l'abitudine, e se voleva la guerra io ero pronta. Anche perché una battaglia l'avevo già vinta.

«Stai dicendo che è colpa mia?» mi chiese Mike alzando un sopracciglio.

«Beh, mia no di certo!» risposi io alzando le mani in segno di resa.

Lui scoppiò a ridere contagiando anche me, e poi si abbassò per darmi un bacio.

Eh sì, si abbassò, perché Mike era molto più alto di me, e anche se avessi messo gli stivali con il tacco più alto che avevo, non lo avrei mai raggiunto, cosa che invece con Nick succedeva abbastanza spesso.

Ah, non l'ho ancora detto: avevo riiniziato a indossare gli stivali!

Eh sì, perché ora la mia vita aveva preso una svolta felice, e non riuscivo più a stare lontana dalle mie calzature preferite. E poi, senza un minimo di tacco sarebbe stato ancora più difficile arrivare alle labbra di Mike, e non volevo assolutamente privarmi di qualche bacio perché non arrivavo all'altezza giusta.

~~~

«Blaine?!»

Non poteva essere vero!

Non poteva essere il mio migliore amico!

Ma cosa diavolo stava facendo?!

Perché diavolo era vestito così?!

Il ragazzo con la divisa da cheerleader che fino a poco prima mi stava dando le spalle si girò a guardarmi, confermando tutte le mie supposizioni.

Io spalancai gli occhi incredula.

Davvero Blaine aveva addosso la divisa dei Cheerios?!

Perché?!

«Ehi, Shug! Oh... sì sono entrato nei Cheerios» mi disse lui avvicinandosi e lanciando un'occhiata ai suoi vestiti.

Cosa?!

Come?!

Non sapevo cosa dire, e rimasi a fissarlo con la bocca aperta.

«Roxie, tutto bene?» mi chiese divertito.

«Perché?!» gli chiesi io indicando la divisa che aveva addosso e guardandolo molto molto confusa.

«Perché è il nostro ultimo anno e vogliamo fare parte di qualcosa» mi rispose Tina, sbucando da dietro Blaine senza preavviso.

Anche lei aveva addosso la divisa da cheerleader, e aveva anche i capelli raccolti nella tipica coda di cavallo.

Guardai anche lei con aria incredula, e poi mi stupii ancora di più quando vidi arrivate Artie con la divisa della banda.

«Sono entrato nella banda scolastica, faccio il mazziere» disse vedendo me, Blaine e Tina leggermente disgustati dai suoi abiti.

Anche lui però stava guardando Blaine e Tina con schifo, evidentemente non si capacitava nemmeno lui del fatto che, tra tutti i club della scuola avessero scelto proprio i Cheerios.

Dopo qualche secondo arrivarono Jake e Ryder vestiti da cestisti, e immaginai fossero entrati nella squadra di Basket. Poi arrivò Unique, che era entrata nella squadra di Hockey su pista, e Joe, che era entrato nel club del Paintball.

Io passavo lo sguardo dall'uno all'altro ancora senza capacitarmi di quello che era successo.

«Perché?» chiesi ancora senza riuscire a dire nient'altro.

«Roxie, abbiamo bisogno di sentirci parte di qualcosa! Altrimenti nessuno ci guarda più per i corridoi, diventiamo invisibili» mi spiegò Ryder, giocherellando nervosamente con la palla da basket che aveva in mano.

«Ma, ragazzi, siamo già parte di qualcosa!» esclamai io alzando le spalle, ancora senza capire perché avessero bisogno di entrare in nuovi club o in nuove squadre.

«Il Glee Club è finito, Roxie» mi disse Joe sconcertato.

«La coach Sylvester ci ha tagliato i fondi» aggiunse Unique abbassando gli occhi.

«Non c'è più possibilità di ricrearlo. Non per quest'anno almeno» concluse Jake con malinconia.

«Fattene una ragione» mi disse Tina un po' triste, ma senza perdere la cattiveria con cui usava rivolgersi a me ultimamente.

Poi i ragazzi cominciarono ad allontanarsi, tornando da dove erano venuti. Prima di andarsene Blaine mi lasciò un bacio sulla tempia per consolarmi, ma io non avevo bisogno di consolazione.

Lo sapevo, sapevo che il Glee Club era spacciato, e sapevo anche che la coach Sylvester si era appropriata dei nostri soldi e della nostra aula canto, ma non era vero che non potevamo ricrearlo. Noi eravamo ancora tutti lì, e anche se non c'erano più competizioni a cui partecipare, ci sarebbero state altre occasioni per cui esercitarci, e anche solo il fatto di stare tutti insieme era un motivo per trovarci tutti i giorni per un'oretta. Potevamo non avere più l'aula canto, ma l'auditorium era ancora di nostra proprietà, e nessuno poteva togliercelo finché April Rhodes continuava a pagarlo.

Per fortuna non ero l'unica di quell'idea. Infatti anche Finn e Marley non avevano perso la speranza, ma in tre si poteva fare poco o niente.

«Non posso crederci! Sono passati solo due giorni e voi già avete preso tutti strade diverse!» ci disse Finn quel pomeriggio in auditorium con aria di rimprovero.

Tina cercò di difendersi dicendo che era una reazione normale andare oltre, ma Finn non era della stessa idea.

«Ti sembra una reazione normale andare a farsi dare ordini da Sue Sylvester?! Colei che ci ha tagliato i fondi e ha distrutto il Glee Club?!» le chiese arrabbiato.

Io voltai lo sguardo verso Blaine e lo vidi colpevole. Ero della stessa idea di Finn, ma non gli dissi nulla perché non volevo ferirlo ulteriormente.

«Non posso credere che sto spendendo gli unici sei minuti per cui sono riuscito a prenotare l'auditorium sgridandovi!» esclamò ancora Finn al limite dell'esasperazione.

Sei minuti?

Perché solo sei minuti?

«La coach Sylvester ha diviso ogni ora prenotabile in dieci turni. Oltre a oggi sono riuscito ad avere l'auditorium alle 21:54 di venerdì. Io sarò qui, pronto a fare le prove, e spero che ci siate anche voi per non rimpiangere questa cosa per il resto della vostra vita» spiegò Finn.

Sarei tanto voluta esserci, ma non ero sicura.

Insomma, chi ci sarebbe stato?

Io, Finn e Marley?

Era inutile allora!

Mi dispiaceva per Finn, e anche per il Glee Club, ma non potevamo portarlo avanti in tre, sarebbe stato stupido.
Eravamo gli unici rimasti anche quel giorno in auditorium, e la situazione sarebbe stata uguale venerdì sera, ne ero più che certa.

Poi ci arrivò un messaggio di Finn, un messaggio commovente che ancora conservo nel cellulare. Ci aiutò a ricordare perché avessimo deciso di entrare nel Glee Club, e perché la musica era la nostra passione. Poi diceva di incontrarci alle 17:00, dopo scuola sui gradoni.

Quel giorno faceva freddo, e voglia di uscire ne avevo poca, poi però mi arrivò un messaggio dal mio migliore amico:

Preparati, sto passando a prenderti.

Stava passando a prendermi per andare dove?

«Non abbiamo le prove stasera?» mi chiese con aria ovvia quando si presentò alla mia porta.

Io lo guardai sorridente, felice che avesse cambiato idea sul Glee Club.

«Finché ci siamo noi, il Glee Club esisterà sempre» mi disse mentre uscivo in strada e lo prendevo sotto braccio, stringendomi a lui per sentire un po' meno il freddo di inizio dicembre.

Gli sorrisi ancora mentre iniziavamo a camminare e iniziavano a scendere i primi fiocchi di neve. Poi mi allungai per dargli un bacio sulla guancia e ne approfittai per sistemargli il cappellino in modo che non prendesse freddo.

Con grande sorpresa di tutti, ogni membro del Glee Club si presentò quella sera. Non potevamo resistere a cantare tutti insieme, soprattutto non potevamo non cantare una canzone come "Don't Dream It's Over" dei Crowded House.

Quello era lo spirito del Glee Club.

Quelle erano le Nuove Direzioni!

Spazio autrice 😊:
Ok, ok... lo so, stanno succedendo un sacco di cose un po' inaspettate, ma dov'è il bello di una storia se non ci sono colpi di scena? Grazie mille di essere arrivati fino a qui, ci vediamo tra qualche capitolo 🥰❤

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