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MY BROTHER'S BACK IN TOWN

Qualche giorno dopo, io e Quinn stavamo passando per i corridoi del McKinley come sempre, chiacchierando e non facendo conto a tutti quegli sguardi puntati su di noi. Sembrava un giorno come tutti gli altri, ma per la prima volta nella nostra vita nessuno di quegli sguardi era puntato sul nostro fondo schiena, o almeno, sicuramente non su quello di Quinn, anche perché era alquanto difficile vederlo considerando che era seduta su una sedia a rotelle.

Eh sì, come aveva detto lei, dopo l'incidente avrebbe dovuto passare del tempo sulla sedia a rotelle prima di poter camminare di nuovo. L'avevo già portata a due sedute di fisioterapia, e i medici continuavano a essere positivi, anche se non riuscivano a darci una data precisa per quando sarebbe stata capace di camminare di nuovo sulle sue gambe. Nonostante tutto però, Quinn era sempre allegra e positiva, non si lamentava mai e aveva sempre il sorriso stampato in volto.

Che forza della natura!

«Sai, è abbastanza bello essere su questa sedia» mi disse Quinn a un certo punto, mentre la spingevo attraverso gli studenti «Si spostano tutti al mio passaggio» aggiunse sorridendo, quando le chiesi che cosa intendesse.

«Non hai bisogno della sedia a rotelle per farti notare da tutti» la corressi io divertita.

Sarà anche stata su una sedia a rotelle, ma era ancora una delle ragazze più belle della scuola, se non la più bella.

«Può darsi» acconsentì lei tirandosela un po' e facendo oscillare la testa.

Io scoppiai a ridere, e con quel sorriso stampato sul volto attraversammo i corridoi per andare in aula canto, dove proprio quello stesso giorno al Glee Club Quinn e Artie si esibirono con "I'm Still Standing" di Elton John.

Quinn lo volle fare per far capire a tutti che essere sulla sedia a rotelle non l'aveva buttata giù, anzi. Aveva comunque un sorriso smagliante, e anche se molti la guardavano con pietà, lei non ci faceva caso, e passava per i corridoi come se nulla fosse successo e a testa alta. Questo la rendeva ancora più bella.

Quanto la ammiravo!

Io non avrei mai avuto tutta quella forza d'animo che aveva lei, e probabilmente mi sarei vergognata di passare per quei corridoi sotto lo sguardo di tutti quegli studenti pronti a prenderti in giro per ogni minimo sbaglio.

«Ho una lezione da scrivere alla lavagna» disse Quinn finita la canzone con Artie «Mai messaggiare mentre si è alla guida. È la cosa più stupida che abbia mai fatto» aggiunse poi convinta.

Io mi schiarii la voce per ricordarle che aveva fatto qualcosa di più stupido.

«Ok, a parte andare a letto con Puck» precisò, dandomi ragione e facendo ridere tutti.

Poi spiegò la situazione in cui si trovava per fare in modo che tutti avessero le idee più chiare, e chiese a Tina di non piangere, perché si sarebbe ristabilita. Ne era più che certa. Per concludere fece una promessa, che si sforzò in tutti i modi di mantenere, e per cui noi la supportammo ancora di più se possibile.

«Vi prometto che per l'esibizione alle Nazionali io mi sarò alzata da questa sedia e danzerò sul palco» disse.

Mi venne il magone a sentirle dire una cosa del genere. Sarebbe stato davvero bello vederla ballare sul palco delle Nazionali per la prima volta dopo l'incidente. Volevo davvero che potesse farcela, perché le Nazionali erano un traguardo importante per tutti noi del Glee Club, e visto che era il suo ultimo anno al McKinley non poteva perdersele o viverle costretta su una sedia a rotelle, senza poter dare il meglio di sé su quel palco.

~~~

«Mio fratello è tornato in città» mi disse Blaine il giorno dopo, mentre ci dirigevamo verso l'aula canto.

Io spalancai gli occhi.

Suo fratello... suo fratello?

Cioè proprio lui?

Non credevo alle mie orecchie!

Dopo Blaine, suo fratello Cooper era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Bisogna dirlo, i fratelli Anderson erano davvero davvero belli, nessuno avrebbe potuto negarlo.

«Davvero?!» esclamai io entusiasta e ricevendo un'occhiataccia dal mio migliore amico.

«Sei felice?» mi chiese stupito e con aria di sfida.

Io sospirai.

Sapevo che a Blaine non andava proprio a genio suo fratello, e probabilmente l'idea di averlo in città, e soprattutto al McKinley come mi disse dopo, non era il massimo.

«Scusa, hai ragione, riformulo» mi scusai io «Davvero?!» chiesi ancora, ma questa volta assumendo un'aria sconvolta e leggermente schifata.

Non erano proprio vere come emozioni, però lo facevo per Blaine e per supportarlo. Sapevo che aveva dei chiari motivi per non essere grande amico di suo fratello, e mi dispiaceva per lui.

«Ieri siamo andati a mangiare insieme al Bel Grissino. È odioso come sempre, ...» disse ancora Blaine, e stava per andare avanti a parlare, ma venne interrotto da una frase che qualcuno pronunciò appena mettemmo piede in aula canto.

«Blaine! Quella è la tua ex-ragazza?!»

Quella voce... quella voce mi sembrava di conoscerla, ma non mi venne in mente a chi appartenesse fino a quando non posai gli occhi sulla persona che l'aveva pronunciata.

«Cooper?!» esclamai stupita.

Ma ovvio, chi poteva essere se non la persona di cui mi aveva appena parlato il mio migliore amico?!

Infatti il fratello maggiore di Blaine era accanto al professor Schuester, e mi stava guardando stupito tanto quanto me. Si avvicinò e mi diede un abbraccio, sotto lo sguardo sconvolto di tutte le ragazze e di Kurt.

«Wow! Roxie! Sei più bella di quanto mi ricordassi!» esclamò staccandosi e squadrandomi da capo a piedi.

Credo di essere diventata rossa quanto la divisa dei Cheerios che indossavano Santana e Brittany, mentre le ragazze e Kurt spalancarono ancora di più gli occhi.

Come ho detto prima, Cooper è davvero un bel ragazzo. Non bello come Blaine, a mio parere, ma decisamente notevole. È più grande di Blaine di qualche anno e una cosa bisogna assolutamente dirla: i loro genitori hanno fatto un gran bel lavoro, sia prima, che dopo!

«Cosa ci fai qui, Cooper?» gli chiesi io, ancora un po' sorpresa e cercando di non farmi incantare dai suoi occhi, che a differenza di quelli di Blaine sono azzurro ghiaccio.

«Sono solo venuto in città a salutare la mia famiglia e passare un po' di tempo con il mio Schizzo» mi rispose lui, mettendo un braccio intorno alle spalle di Blaine ed esibendo uno dei suoi migliori sorrisi.

Oh, Schizzo!

Quanto mi mancava quel soprannome!

A quanto pare invece al mio migliore amico non mancava per niente.

«Non chiamarmi così» lo rimproverò infatti Blaine schifato.

«Uuuh, permaloso come sempre!» esclamò Cooper guardandomi con gli occhi spalancati e divertito.

«Preferisce essere chiamato Blainey» gli dissi io, mettendo una mano sul petto a Blaine e guardandolo maliziosa.

Lui ridusse gli occhi a fessura e mi guardò male scuotendo la testa, mentre io gli facevo un sorriso a trentadue denti per scusarmi. Poi arrivò il momento di prendere posto, e appena ci allontanammo abbastanza da suo fratello mi sussurrò «A che gioco stai giocando?» con voce arrabbiata.

«Stavo scherzando, Blaine!» esclamai io esasperata.

Non capiva mai quando lo facevo apposta!

«Beh, smettila ok?! E già che ci sei, smetti anche di essere felice di avere qui mio fratello! Lo sai che non vado pazzo per il suo modo di fare!» mi rimproverò lui, sedendosi bruscamente alla destra di Kurt e facendomi segno di sedersi accanto a lui «È qui da nemmeno un giorno e già ho voglia di tirargli un gancio destro di quelli fatti bene» aggiunse poi tra i denti in modo che lo sentissi solo io.

Notai che si stava torturando le mani nervosamente, così ne allungai una per stringerle e confortarlo un po', sentendolo rilassarsi leggermente.

Sì, come ho detto prima, tra Blaine e Cooper non scorreva buon sangue, specialmente perché Cooper aveva un atteggiamento un po' particolare: se la tirava abbastanza, e tutto per aver fatto una pubblicità e due o tre provini a Los Angeles.

Eh già, perché oltre a essere entrambi belli, i fratelli Anderson hanno anche un grande talento, che però nel caso di Cooper è un po' sprecato considerando che non crede che Broadway sia il posto giusto per lui e vuole a tutti i costi essere un attore di Hollywood. Quella pubblicità lo aveva reso ancora più presuntuoso di quanto non fosse, e si era presentato al McKinley come una star, pronto a criticare suo fratello per ogni minima cosa che facesse o dicesse. Come se non bastasse, quel giorno alla lezione del Glee Club la coach Sylvester lo presentò come un "grande attore" che era lì per darci lezioni e migliorarci per le Nazionali.

«Domani, sotto richiesta di Sue, terrò una masterclass in recitazione per chiunque desideri avere successo nello show business come me!» ci disse Cooper entusiasta e senza smettere di tirarsela nemmeno un secondo.

I ragazzi erano tutti entusiasti, tutti tranne Blaine, che si limitò a battere le mani poco convinto. Sapevo che lui non la vedeva come una grande opportunità per se stesso, anzi, la vedeva solo come una grande opportunità per Cooper di criticarlo in ogni minima cosa che avrebbe fatto.

Quando il professore finì di ringraziare Cooper, Rachel fece notare che il talento degli Anderson era palese, e Cooper non provò nemmeno a negare la cosa (che effettivamente era innegabile).

«In effetti Blaine e io eravamo famosi nel quartiere per le nostre imitazioni di Simon LeBon» disse dopo aver confermato l'ipotesi di Rachel.

«Oh me lo ricordo bene!» esclamai io senza riuscire a contenere una risata.

Come mi sarei potuta dimenticare di un piccolo e riccioluto Blaine e un tutto occhi Cooper, che imitavano il leader dei Duran Duran in ogni minima cosa che facesse. Erano soliti mettere su degli spettacoli per me e i nostri genitori, e non si facevano scappare una canzone.

«Oh no, no, no, non lo voglio fare» disse Blaine abbassando lo sguardo imbarazzato e intuendo che suo fratello aveva qualcosa in mente.

Ma poi quando Kurt lo incitò a esibirsi non poté più tirarsi indietro, e togliendosi il cardigan con aria "sexy" iniziò a cantare un mashup di "Rio" e "Hungry Like The Wolf" dei Duran Duran.

Mi venne un dejavù a vederli esibirsi nei panni di Simon LeBon, e mi sembrò di essere ancora nel salotto di casa loro seduta sul divano tra mia madre e la madre di Blaine. Anche perché, come quando era piccolo, mentre cantavano Cooper cercava in tutti i modi di attirare l'attenzione su di sé e di rubare la scena a Blaine, ma nessuno ci fece molto caso. Erano tutti incantati dalla bravura e dalla bellezza degli Anderson per accorgersene. Infatti finita la canzone applaudirono tutti entusiasti, senza fare una piega alla frase pronunciata da Cooper.

«Sono stato eccezionale non è vero?» disse rivolto a Blaine e scompigliandogli i capelli, mentre il mio migliore amico assumeva un'aria delusa.

«Mi ero illuso che fosse cambiato quando mi ha chiesto di cantare con lui» mi confessò Blaine poco dopo ai nostri armadietti.

Io lo guardai con apprensione e gli diedi un bacio sulla guancia per cercare di consolarlo, ma non feci in tempo a dire nulla che il soggetto della nostra conversazione era apparso alle nostre spalle.

«Woah! Non mi dire che sei bi, fratellino?! E non mi dire che hai una doppia relazione?! Non è da te! Sicuramente da me, ma non da te!» esclamò Cooper, riferendosi al bacio che avevo appena lasciato sulla guancia di Blaine e tirandosela per essersi dato il titolo di gigolò.

«No! Non sono bi e non ho una doppia relazione!» rispose Blaine bruscamente e alzando gli occhi al cielo.

Sarebbe tranquillamente andato avanti a ignorarlo, sperando che se ne andasse, ma la cosa non successe, e Cooper non si mosse di una virgola.

«Quindi questo vuol dire che sei libera, Roxie?» mi chiese infatti Cooper, mettendomi un braccio intorno alle spalle e sorridendomi con aria ammiccante.

«Veramente ho un ragazzo» risposi io, scansandomi dal suo braccio e facendo un finto sorriso.

Ma cosa voleva?

Insomma sì, bello, ma un po' troppo grande per me, e decisamente non il mio tipo.

E poi, cosa credeva di fare?

Conquistarmi dopo aver detto che aveva più donne nello stesso momento?

«Andiamo, Cooper?!» disse in quel momento Blaine, attirando l'attenzione di suo fratello su di sé e risultando evidentemente infastidito da quell'avance di Cooper verso di me.

«Ma certo! Non vedo l'ora di passare pranzo e cena con il mio fratellino!» esclamò Cooper passando una mano tra i capelli di Blaine, che gli lanciò uno sguardo di fuoco.

Nessuno poteva toccare i suoi capelli dopo che ci aveva messo il gel.

Poi lo vidi illuminarsi. Aveva appena avuto un'idea.

«In realtà stasera non saremo da soli» disse correggendo suo fratello.

«Beh, so che ci saranno anche mamma e papà, ma non sono un grande problema» si limitò a dire Cooper alzando le spalle con noncuranza.

«No, veramente parlo di Roxie» ribatté Blaine guardandomi con un sorriso.

In risposta io gli lanciai uno sguardo spaesato e interrogativo, senza sapere dove volesse andare a parare.

«Beh è serata di un pigiama party alla Bloxie-style» spiegò Blaine fingendo di essere dispiaciuto.

Non era vero!

Non era mai vero!

«Ma è lunedì» lo corressi io brusca.

«Esatto! Abbiamo sempre la serata Bloxie il lunedì» ribatté lui, spalancando gli occhi per farmi capire che dovevo aiutarlo.

Non era vero!

Non era mai vero!

«E qual è il problema?! Tanto Roxie è di famiglia, può tranquillamente cenare con noi e poi potete avere il vostro amato pigiama party» disse Cooper, mentre Blaine assumeva un'aria soddisfatta.

Aveva ottenuto quello che voleva.

Io però non ero al settimo cielo per la cosa.

«Oh no! Non mi sembra il caso di intromettermi in una cena di famiglia» dissi io cercando di uscire da quella situazione.

L'ultima cosa che volevo era passare una cena a sentire Cooper parlare di se stesso e criticare il mio Blaine senza ritegno.

Ma Cooper ribadì ancora una volta che non sarebbe stato un problema, e sia lui che i suoi genitori sarebbero stati ben contenti di avermi a cena.

«Blaine, ho un appuntamento con Nick stasera» sussurrai io in modo che mi sentisse solo il mio migliore amico.

«Ho bisogno di te, Roxie, potrei non riuscire a sopportarlo altrimenti» mi supplicò Blaine, mentre Cooper firmava qualche autografo a qualche ragazzina impazzita.

«Ti ho detto che devo uscire con Nick!» dissi io tra i denti e scaldandomi.

«Solo a cena, poi sei libera di andare dove vuoi» mi disse «Ti prego, Shug!» aggiunse poi con gli occhi dolci.

Quei maledetti occhi!

Non potei fare a meno di acconsentire. D'altronde se fossi andata a cena non avrei fatto del male a nessuno. L'appuntamento con Nick era fissato per le nove, avevo tutto il tempo che mi serviva per aiutare il mio migliore amico e poi uscire con il mio ragazzo.

~~~

Ma le cose non andarono esattamente come speravo.

Infatti la cena durò più del previsto, sicuramente perché Cooper parlava troppo, ed è difficile parlare e mangiare allo stesso tempo.

«Come sono contento che siate tornati amici!» esclamò a un certo punto, lasciando me e Blaine stupiti.

Davvero aveva aperto un argomento che non includeva se stesso?!

Assurdo!

«Sapete, da quando sono andato a Los Angeles ho capito di avere una cosa come un sesto senso. Riesco a captare informazioni e a capire cosa sta succedendo anche a distanza. Sapevo che sareste tornati a frequentarvi!» disse ancora, fiero del suo "sesto senso".

Ah, ecco che aveva trovato il modo di parlare di sé anche in un discorso in cui non centrava niente!

«Sai, quando Blaine ha dichiarato di essere gay e di averti lasciata ho pensato: "Ma sei pazzo?!". Insomma, voglio dire, come si fa a cambiare orientamento sessuale con davanti uno splendore come te!» continuò poi rivolto a me con aria ovvia.

Io abbozzai un sorriso fingendomi lusingata.

«Beh, non credo che sia cambiato nulla in Blaine, semplicemente non si era ancora reso conto di cosa gli piaceva veramente, e ha dovuto avere un po' di esperienze per arrivarci» spiegai però, in difesa del mio migliore amico.

«Certo» disse Cooper poco convinto «Comunque, mi hai detto che sei libera vero?» mi chiese ancora con aria ammiccante.

Di nuovo?!

«Veramente ti ho detto che ho un ragazzo» lo corressi io pignola.

«Beh, non dovrebbe essere un grande problema!» si limitò a dire lui alzando le spalle e facendomi l'occhiolino «Sono stato diverse volte con donne occupate, eppure non si sono mai tirate indietro. Sai...» spiegò poi, quando gli rivolsi uno sguardo interrogativo.

Ma prima che potesse finire venne interrotto bruscamente da suo fratello.

«Basta, Cooper! Roxie ha un ragazzo, che è un mio grande amico, e non le permetterò di venire a letto con te finché stanno insieme!» esclamò Blaine esasperato «Anzi, non le permetterò mai di venire a letto con te!» aggiunse con cattiveria.

Io gli presi la mano che appoggiava sul tavolo e che si era serrata in un pugno, per cercare di calmarlo.

I loro genitori non sapevano cosa fare, erano abituati a quei litigi a tavola, ma erano rimasti un po' stupiti dalle avance di Cooper verso di me e dalla reazione di Blaine.

Ma il mio migliore amico non aveva nulla di cui preoccuparsi. Nonostante credessi, e creda ancora, che Cooper sia un gran bel ragazzo, non ci andrei mai a letto.

Non potrei!

È il fratello del mio migliore amico, lo conosco da tutta la vita, e so che a Blaine non va molto a genio. Non gli farei mai una cosa del genere.

«E tu invece? Non hai una ragazza?» chiesi allora io a Cooper, per cercare di alleggerire la tensione e spostare l'attenzione dal mio migliore amico.

«No, nessuna ragazza. Solo grandi avventure!» mi rispose lui come se stesse girando uno spot pubblicitario.

«Beh, ma un ragazzo bello come te dovrà avere molte spasimanti» dissi ancora io.

Sapevo che lo rendeva felice parlare di se stesso, e fargli i complimenti era ancora meglio.

«Ma certo! Più pretendenti di quante ne avesse Blaine prima di dichiararsi gay!» esclamò lui tirandosela, e io vidi il mio migliore amico alzare gli occhi al cielo e arrabbiarsi ancora più di prima «Ma comunque, non ho tempo per una donna. Soprattutto non per una relazione fissa» aggiunse poi Cooper.

«O forse scappano tutte dopo il primo appuntamento» sussurrò Blaine scocciato.

«Come?» gli chiese Cooper, che effettivamente non aveva sentito le parole esatte pronunciate da Blaine.

«Ho detto che è un peccato!» rispose prontamente il mio migliore amico fingendosi dispiaciuto.

Proprio in quel momento l'orologio suonò le nove, e mi salì il panico.

«Beh, grazie per la cena, Mrs. Anderson, ma ora devo proprio andare» dissi allora, facendo per alzarmi e ricevendo uno sguardo ansioso dal mio migliore amico.

«Non vuoi il dolce?» mi chiese suo padre.

«Ho fatto la cheesecake. So che è la tua preferita» aggiunse sua madre sorridendomi e cercando di farmi restare.

È vero, la cheesecake è la mia torta preferita, e quella della mamma di Blaine specialmente mi piace da matti, ma dovevo davvero andare. Così mi scusai di nuovo e mi alzai avviandomi verso l'ingresso.

Non potevo fare tardi all'appuntamento con Nick.

Ma Blaine mi seguì e mi blocco poco prima che varcassi la soglia del salotto.

«Roxie, aspetta ancora dieci minuti ti prego» mi disse con aria di supplica, prendendomi per il braccio e facendomi girare verso di lui.

«Blaine, non posso. Nick mi sta aspettando» gli risposi io supplicandolo di farmi andare via.

«Ma non avevate un pigiama party stasera?» ci chiese Cooper facendoci voltare lo sguardo.

«Ehm... veramente...» iniziai io un po' titubante, non sapendo esattamente cosa dire.

«Beh allora se sei libero, Blaine, possiamo passare la serata tra fratelli. Avresti bisogno di una serie di consigli dal tuo fratellone famoso» mi interruppe Cooper entusiasta.

Blaine lo guardò sospirando e poi girò lo sguardo su di me con occhi tristi e imploranti.

Purtroppo per me quella sua espressione era il mio punto debole, e non sopportavo di vederlo così.

«Appena si addormenta puoi uscire, te lo prometto, Shug» mi assicurò Blaine quando protestai di nuovo.

«Appena si addormenta?! Non lo farà prima di almeno tre ore! Non posso far aspettare Nick così tanto!» esclamai sconvolta.

«Tra meno di un'ora sarà chiuso in camera sua» ribatté Blaine cercando di convincermi.

Io sospirai, e poi acconsentii, dicendogli che però prima del dolce dovevo chiamare Nick.

Lui mi sorrise, mi diede un bacio sulla tempia e poi si allontanò, lasciandomi a parlare con il mio ragazzo.

«Ehi! Dove sei?» mi chiese Nick appena rispose alla chiamata.

«Ho avuto un imprevisto e sono un po' in ritardo, scusa» dissi io, sollevata di non sentirlo troppo arrabbiato «Pensi di poter aspettare ancora un'oretta?» gli chiesi poi, sperando che non se la prendesse troppo.

«Roxie, va tutto bene?» mi chiese lui preoccupato.

«Sì, sì, sono solo da Blaine, aveva bisogno di me» risposi io.

«Certo, Blaine» si limitò a dire Nick, e io riuscii a leggere una punta di gelosia nella sua voce «Beh, che cosa devo fare?! Aspettarti qui per un'ora?!» mi chiese poi evidentemente scocciato.

Io sospirai.

Mi dispiaceva tantissimo.

«No, insomma... ti prego non essere arrabbiato» dissi io supplichevole.

«No non sono arrabbiato. Va bene, ti aspetto» mi tranquillizzò lui, anche se si sentiva che era un po' scocciato.

«Tra un'ora al Bel Grissino. Te lo prometto» ripetei io.

«Ok» si limitò a dire lui, e poi chiuse la chiamata.

Quando tornai al tavolo mangiammo la torta e poi ci trasferimmo sul divano.

A differenza di quello che aveva detto Blaine, in un'ora Cooper non aveva ancora smesso di parlare dei suoi provini, che erano tutti uguali, ma a cui lui ogni volta aggiungeva qualcosa di inventato al momento e non finiva mai la storia.

Un'ora dopo eravamo ancora lì, e io cominciai a essere irrequieta, ma c'era qualcuno che lo era più di me: Blaine continuava a torturarsi le mani, probabilmente per non rispondere male a Cooper, e anche perché era evidentemente infastidito da tutto quel parlare di suo fratello. A un certo punto gli lanciai un'occhiata preoccupata, e lo vidi davvero davvero furioso. Così allungai una mano per stringere la sua, mentre sentivo quella poggiata sulla mia schiena giocherellare nervosamente con la mia maglia.

«Ragazzi, forse dovreste andare a dormire, domani avete scuola» ci disse in quel momento la madre di Blaine, vedendomi muovere la gamba nervosamente.

«Sì, forse è il caso» la appoggiò Blaine, prendendomi per mano e trascinandomi su dalle scale, prima che potessi augurare la buonanotte ai suoi e a Cooper.

«Blaine, devo andare!» esclamai esasperata appena Blaine chiuse la porta alle sue spalle.

Potevo già sentire la rabbia di Nick che mi stava aspettando impaziente.

«Lo so, lo so! Dagli ancora dieci minuti e poi sarà in camera sua» mi assicurò Blaine.

Ma io ne avevo abbastanza.

Il mio ragazzo stava già aspettando da troppo, non era giusto nei suoi confronti fare così tanto ritardo.

«No, Blaine! Non mi interessa che sia a letto o no! Se proprio devo, esco dalla finestra!» esclamai su tutte le furie e avvicinandomi alla finestra della camera di Blaine.

La aprii, e stavo cercando un modo di scendere senza spaccarmi qualcosa, quando mi sentii prendere per le spalle e il mio migliore amico mi ritirò dentro.

«Roxie, sei pazza?! Non puoi buttarti da lì!» esclamò Blaine spaventato e richiudendo la finestra.

«Blaine, Nick mi sta aspettando! Sono già in ritardo di un quarto d'ora! E ho già rimandato il tutto di un'ora! Non posso farlo aspettare ancora!» urlai io disperata.

Non volevo assolutamente farlo aspettare!

Sapevo che era già abbastanza arrabbiato, anche se aveva cercato di nascondermelo, e non volevo peggiorare la situazione.

«Roxie, rassegnati, non puoi andare a quell'appuntamento» mi disse Blaine cercando di farmi ragionare.

Io mi scansai dalla sua presa con violenza e mi allontanai, prendendo il cellulare e cercando di chiamare Nick.

Non mi rispose nessuno.

Lo chiamai per una buona mezz'ora, ma niente.

Alla fine ero più disperata di prima.
Mi accasciai a terra con le spalle al muro e mi misi le mani nei capelli incominciando a piangere.

«Shug, Shug ehi, no non piangere ti prego» mi disse Blaine avvicinandosi e sedendosi accanto a me.

«Come faccio, Blaine?! Sarà furioso con me! L'ho fatto aspettare ore!» esclamai tra le lacrime, guardando male il mio migliore amico.

«Lo so, e mi dispiace, Roxie, te lo assicuro. Ma ti perdonerà» cercò di tranquillizzarmi lui facendomi appoggiare la testa alla sua spalla «Conosco Nick, so che ti ama e vedrai che domani mattina gli sarà passata» aggiunse poi accarezzandomi i capelli.

Io smisi di piangere, e in parte cominciai a credere alle parole del mio migliore amico. In effetti conoscevo anche io Nick, e non era mai riuscito ad essere arrabbiato con me per più di un giorno.

Così cominciai a pensare che Blaine avesse ragione.

Ma non lo avessi mai fatto.

~~~

Comunque, per vostra informazione, tra Blaine e Cooper le cose si sistemarono. Infatti sotto consiglio di Kurt, il mio migliore amico decise di parlare a suo fratello per chiarire la questione. Non era giusto che due fratelli che vivevano in due parti diverse dell'America, quelle poche ore che potevano passare insieme le usassero per litigare e lanciarsi frecciatine.

Da quello che mi raccontò Blaine, lui e Cooper si trovarono in auditorium dove cantarono "Somebody That I Used To Know" di Gotye, dopo la quale chiarirono la situazione tornando amici e fratelli come prima.

Era chiaro che a entrambi mancasse il rapporto che avevano da bambini, ed era anche chiaro che ora che Blaine aveva espresso quello che provava e come si sentiva, e che Cooper si era dimostrato disponibile a cambiare, il mio migliore amico era sollevato dalla cosa, e si vedeva che era chiaramente più felice di quanto non fosse prima dell'arrivo di suo fratello a Lima.

Ero felice per Blaine, ma io avevo una questione in sospeso da chiarire, una questione decisamente non facile.

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