EMPTY
Ero distrutta.
Era già passato un mese e mezzo da quando avevo rotto con Nick, un mese e mezzo che non sentivo la sua voce, che non vedevo i suoi occhi e che non baciavo le sue labbra. Un mese e mezzo che non riuscivo a indossare gli stivali (sì, li indosso anche in estate di solito), e che non facevo altro che piangere per ogni cosa e pensare al mio Nick, che più mio non era. Era anche un mese e mezzo che Blaine e Kurt cercavano di tirarmi su di morale con serate Bloxie su serate Bloxie, giornate intere passate con loro a distrarmi, e videochiamate su videochiamate con Quinn, che anche se a distanza mi era sempre stata vicina. Ma non c'era stato nulla da fare, nulla. Sentivo il vuoto dentro, un vuoto che non poteva essere riempito da nulla, neanche dai sorrisi e dalle stupidate di Blaine e dai battibecchi (decisamente divertenti) tra lui e Kurt.
In tutto questo era arrivato il primo giorno di scuola, il primo giorno del mio ultimo anno di liceo, e la voglia di scendere dal letto era pari a zero. Ma non avevo scelta, anche perché il mio migliore amico era sotto la mia finestra e mi stava incitando a scendere.
«Se entro dieci minuti non sei fuori di casa salgo a prenderti!» mi aveva minacciato.
Allora decisi di alzarmi, non perché Blaine mi facesse paura, ma perché dovevo davvero iniziare a prepararmi se volevo arrivare in tempo a scuola. Mi lavai e vestii in fretta, facendo poco conto a quello che indossavo, lanciai uno sguardo all'armadio degli stivali con tristezza, e poi mi infilai le mie sneakers bianche, che ormai erano le uniche calzature che indossavo. Poi uscii di casa, senza fare colazione nonostante i rimproveri di mia madre, perché non avevo fame e non ne avrei avuta nemmeno a scuola.
«Sei andata nel mio armadio a vestirti?» mi chiese Blaine divertito appena mi vide uscire dalla porta.
In effetti avevo uno stile molto da lui: indossavo dei jeans a cui infondo avevo fatto i risvoltini, e poi avevo una polo rossa con le righe bianche e blu, che sarebbe potuta tranquillamente appartenere a Blaine.
Mi mancava solo il farfallino e sarei stata la sua esatta copia!
Però non era male come look infondo, anche se non era proprio da me, ma ho detto che avevo preso le prime cose che avevo trovato nell'armadio, e che in quei giorni non mi interessava di piacere a nessuno. Quindi feci poco caso all'affermazione di Blaine, e invece accettai la mano che mi porgeva prima di cominciare a camminare verso la scuola, dove ci aspettava una sorpresa: eravamo diventati tra i ragazzi più popolari di tutto il McKinley grazie alla nostra vittoria alle Nazionali, e ora tutti volevano far parte del Glee Club. Cosa decisamente interessante visto che ci servivano nuovi membri. Infatti eravamo rimasti in otto: io, Blaine, Tina, Sam, Artie, Sugar, Joe e Brittany.
Sì, Brittany, perché l'anno prima non aveva ottenuto voti abbastanza alti per prendere il diploma, e quindi era rimasta al McKinley per ripetere il suo ultimo anno.
Quando io e Blaine entrammo in aula canto, ancora mano nella mano, la trovai decisamente vuota senza gli altri ragazzi che si erano diplomati, e tutto sembrava più triste senza gli occhi splendenti di Quinn, il sorriso gentile di Mike, l'aria spaesata di Finn, le occhiatacce di Santana, lo sguardo ammiccante di Puck, l'allegria di Mercedes, lo stile di Kurt e la convinzione di Rachel (e anche senza la sua arroganza).
«Ehi, ragazzi!» sentimmo dire a qualcuno alle nostre spalle.
«Ehi, Artie!» esclamò Blaine quando ci voltammo per guardare in faccia il ragazzo sulla sedia a rotelle, che ci stava rivolgendo un enorme sorriso.
Dietro di lui entrò anche Tina, che dapprima rivolse un sorriso a Blaine, e poi cambiò espressione vedendomi al suo fianco.
Lei e Mike quell'estate si erano lasciati perché lui sarebbe andato a New York per studiare alla BAD, e lei era diventata gelosissima del fatto che molto probabilmente io lo avrei raggiunto alla fine di quell'anno. Avevo sempre pensato che Mike la rendesse una persona migliore, ma non pensavo che sarebbe cambiata così tanto dopo aver chiuso con lui. Comunque, aveva preso la rottura decisamente meglio di me, perché sembrava decisa che quello fosse il suo anno, e che avrebbe conquistato finalmente un assolo (o di più) in una competizione.
«Roxie, avevi finito i vestiti nell'armadio?» mi chiese con un leggero disgusto nella voce «Ti sei dovuta far prestare dei vestiti da Blaine?» aggiunse quando la guardai confusa.
Io feci un mezzo sorriso, ma non ero dell'umore di ridere a delle battute, e Blaine se ne accorse, così mi trascinò fino a una sedia in prima fila e si sedette in quella accanto.
Proprio in quel momento entrò il professor Schuester, che venne accolto da applausi ed entusiasmo da parte di tutti.
«Siamo reduci da un campionato Nazionale, ed è stato bello, ma è ora di guardare avanti. E ora che il Glee Club è il club più popolare della scuola, non dovrebbe essere un problema reclutare nuovi ragazzi» iniziò con il suo solito tono, che in effetti quell'estate mi era mancato.
Come mi era mancato il suo sorriso smagliante.
Poi ci disse che nonostante avessimo perso tante belle voci, ne avevamo ancora di potenti lì, e le avremmo valorizzate al meglio.
Mentre diceva quelle parole sentii la mano di Blaine scivolare verso la mia, stringersi a essa e intrecciare le nostre dita. Non so perché lo fece, e non so neanche per quale arcano motivo quel gesto mi fece venire le lacrime agli occhi, ma so che iniziai a piangere silenziosamente sperando che nessuno se ne accorgesse.
«Perché piangi, Roxie?» mi chiese invece il professor Schuester.
Ecco, ora tutti mi stavano guardando.
«Sono... sono solo felice di essere tornata» risposi io facendo un mezzo sorriso per far credere a tutti che piangessi effettivamente di felicità.
Il professor Schuester mi fece un sorriso fiero, e mi espresse gratitudine con gli occhi, mentre io appoggiavo la testa sulla spalla di Blaine, cercando di fermare le lacrime e sentivo una sua mano posarsi sul mio viso per accarezzarmi dolcemente la guancia.
«Voglio iniziare presentandovi il nostro nuovo membro: miglior esibizione individuale alle Nazionali, Wade "Unique" Adams!» annunciò poi il professore, mentre il ragazzo in questione entrava in aula sotto lo sguardo confuso di tutti.
Era la solista dei Vocal Adrenaline, cosa ci faceva al McKinley?
Dico "la" anche se Wade è un ragazzo, perché identifica se stesso come donna, e per noi è sempre stata Unique, quindi lo sarà anche per voi.
Io alzai gli occhi su Blaine senza interrompere il contatto con la sua spalla, e vidi che non era molto entusiasta. Durante le nostre serate Bloxie avevamo parlato di chi sarebbe stato "la nuova Rachel", e lui voleva assolutamente essere preso in considerazione e vincere. Era il nostro ultimo anno, e voleva lasciare il segno un po' come tutti. Infatti avrebbe avuta molta competizione per essere il nuovo leader del Glee Club, e Tina era inclusa.
Anche a me sarebbe piaciuto lasciare il segno, e in tempi normali avrei probabilmente gareggiato per diventare la nuova voce portante del Glee Club. Ma non ero dell'umore, e l'unica cosa che mi interessava era distrarmi da tutti i pensieri che ancora mi assillavano.
«Ragazzi, perché quelle facce?» ci chiese il professor Schuester, notando poco entusiasmo non solo in Blaine, ma anche in Tina e Brittany.
«Stimo moltissimo Unique, ma credo che la competizione per "la nuova Rachel" sia già abbastanza aspra, non ci serve un altro contendente» spiegò Blaine.
Il professore non capiva cosa intendesse con "la nuova Rachel", e Tina gli spiegò il concetto, causando in lui dell'indignazione.
«Ragazzi, qui non si vince con le star, ma con la squadra! Una squadra che supporta i nuovi membri!» disse rimproverandoci «Questa storia della "nuova Rachel" non la voglio più sentire. Va bene?» aggiunse poi, facendo segno a Unique di sedersi.
Lei prese posto alla sinistra di Blaine, che le fece un sorriso falso, ricevendone uno uguale in cambio.
Ma con il rimprovero del professore i ragazzi abbandonarono l'idea della "nuova Rachel"?!
Certo che no!
Infatti quel pomeriggio, in auditorium, Blaine, Tina, Unique e Brittany si incontrarono, pronti a sfidarsi per decidere chi sarebbe stato il nuovo leader. Anche io ero lì con loro, e c'era anche Artie, che era stato scelto come giudice.
«Cosa ci fa lei qui?» chiese Tina guardandomi male.
«L'ho invitata io» rispose Blaine.
«Oh, così avrai dei favoritismi da parte di uno dei giudici e vincerai?!» chiese ancora Tina con aria di sfida.
«Non sono qui per giudicare» mi difesi subito io «Ho solo bisogno di distrarmi» spiegai poi, cercando di alleggerire l'atmosfera.
«È la sua gemella, ha il diritto di assistere alle performance del fratello» ci difese Brittany «E poi oggi ha anche addosso i suoi vestiti» aggiunse guardando i miei indumenti.
Eh sì, Brittany credeva ancora che io e Blaine fossimo gemelli, e a quanto pare tutti a scuola pensavano che avessi rubato i vestiti dall'armadio di Blaine, cosa abbastanza plausibile da come ero vestita.
«Che canzone cantiamo?» chiese in quel momento Unique, passando lo sguardo sui suoi avversari.
«Cosa canterebbe Rachel se fosse qui?» chiese Tina retoricamente «La canzone dell'estate» si rispose poi infatti.
A quel punto io e Artie facemmo per scendere dal palco pronti ad assistere, quando sentii una mano bloccarmi. Era Blaine.
«Come stai?» mi chiese quando mi voltai verso di lui.
«Esattamente come cinque minuti fa, quando me lo hai chiesto per l'ennesima volta» risposi io un po' scocciata.
Va bene preoccuparsi, ma chiedere ogni minuto come stessi era esagerato!
«Sono preoccupato per te, Shug» si difese Blaine.
«Lo so» gli dissi io stringendogli di più la mano e avvicinandomi per lasciargli un bacio sulla guancia come segno di gratitudine.
Lui mi mise una mano sulla guancia e mi strinse a sé dandomi un bacio sulla fronte per rassicurarmi, e a quel contatto qualcosa dentro di me si riprese leggermente, ma non abbastanza.
«Ecco guardate! La sta comprando!» esclamò in quel momento Tina indicandoci.
Blaine si girò verso di lei senza togliere la mano dalla mia guancia, e io mi sporsi per vederla oltre lui.
«Non la sto comprando» si difese Blaine con aria di sfida.
«Ti ho già detto che non sono qui per giudicare» dissi di nuovo io scuotendo la testa.
Poi decisi che era il momento di scendere e raggiungere Artie in platea. Appena mi sedetti partì "Call Me Maybe" di Carly Rae Japsen.
La sfida sembrava intensa, e tutti sembravano volere il posto di Rachel a tutti i costi.
Quando mi girai verso Artie a metà canzone vidi che aveva la mia stessa espressione: occhi spalancati e sopracciglia alzate con grande stupore.
Finita la canzone Blaine chiese ad Artie chi fosse la vera Rachel, ma lui gli disse che doveva pensarci.
«Non vorrei essere in te» dissi io ad Artie mentre lo spingevo fuori dall'auditorium e per i corridoi del McKinley.
«Sarà una dura scelta, ma tu me l'hai resa un po' più semplice» mi confessò lui «Pensavo che ti saresti presentata per la competizione anche tu, e sarebbe stata davvero dura allora» mi spiegò poi, quando gli chiesi cosa intendesse.
Io feci un mezzo sorriso e poi mi fermai quando arrivammo al suo armadietto.
«A proposito, perché non hai partecipato?» mi chiese girando la sedia verso di me in modo da avermi di fronte.
«Non sono dell'umore» risposi io tristemente e senza guardarlo negli occhi.
«Ma stai bene?» mi chiese Artie leggermente preoccupato e con sguardo indagatore.
«Sì, Artie, non ti preoccupare» risposi io annuendo e facendo un sorrisetto poco convincente.
Per mia fortuna Artie decise di non indagare oltre, e così io mi allontanai per andare al mio armadietto. Ero un po' più su di morale dopo la performance a cui avevo assistito e dopo la chiacchierata con Artie, ma quando aprii l'armadietto la tristezza calò di nuovo su di me. Infatti la prima cosa che vidi furono le due foto dei balli scolastici insieme a Nick, e mi tornò il magone. Mi bloccai, incapace di fare qualsiasi cosa, e mi dimenticai perché ero andata all'armadietto. Poi l'arrivo di qualcuno, e una mano che strappava le fotografie che stavo guardando dal ferro dell'armadietto mi scossero.
«Cosa fai?!» strillai, voltandomi verso la persona che aveva appena compiuto quel gesto e trovandomi davanti Brittany.
«L'ho capito che sei stata mollata da quell'Usignolo, e so per certo che l'unico modo per far passare la malinconia è liberarsi di tutte le cose che ti ricordano di lui» mi rispose lei decisa «Non sono mai stata lasciata, sono sempre stata io a scaricare gli altri, ma nei film fanno sempre così» aggiunse poi alzando le spalle con aria innocente.
Poi chiuse il mio armadietto, mi prese sotto braccio e cominciò a camminare. Appena passammo davanti al cestino ci gettò le due fotografie, ignorando le mie lamentele.
«Dobbiamo fare qualcosa per farti tornare in te» disse dopo un po' con aria pensierosa «Potresti tornare nei Cheerios! La coach Sylvester ci farebbe co-capitani! Sarebbe perfetto!» propose entusiasta della sua idea.
«Non posso tornare nelle cheerleader Britt, da quando ho mollato il secondo anno la coach non riesce neanche a guardarmi in faccia, e mi aveva giurato che non mi avrebbe più riammessa» le feci notare io spegnendo subito il suo entusiasmo.
Lei non disse nulla, e si concentrò per pensare a qualcosa da farmi fare.
«Devo ragionare su cosa potrebbe farti bene, per il momento però promettimi che domani verrai alle audizioni per le nuove reclute del Glee Club, così ti distrai un po'» disse facendomi promettere «Oh, e non metterti mai più i vestiti di tuo fratello! Ti stanno bene, ma siete inquietanti» aggiunse poi allarmata.
Mi scappò una risatina, e poi guardai Brittany spaesata perché si era appena illuminata. Evidentemente aveva un'idea.
«E se facessimo un pezzo al Glee Club?!» mi chiese con gli occhi spalancati.
Io la guardai titubante.
«Non credo di essere dell'umore» risposi arricciando leggermente il naso.
«Andiamo! Solo io e te! Sarà divertente!» mi implorò Brittany.
Io titubai ancora un attimo, ma in effetti Brittany aveva ragione, avevo bisogno di distrarmi, e non c'era modo migliore che cantare una canzone al Glee Club con lei. Così mi feci trascinare in un'aula vuota, dove iniziammo a preparare la nostra esibizione.
Il giorno dopo, al Glee Club, cantammo e ballammo "Beautiful Liar" di Beyoncé e Shakira, nella versione anglo-spagnola.
Fu un momento fantastico, e non smetterò mai di ringraziare Brittany per avermi convinta a esibirmi con lei!
Era così bello ballare con la mia ballerina preferita!
«Non c'è di ché!» esclamò Brittany con un sorriso, prima di allontanarsi lasciandomi in mezzo al corridoio con un briciolo di felicità in più per aver trovato qualcuno che mi sarebbe stato vicino come Quinn avrebbe fatto se fosse stata lì con me.
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Il giorno dopo mi presentai alle audizioni per reclutare nuovi membri nel Glee Club come avevo promesso a Brittany. Entrai in auditorium con Blaine e Kurt, e presi posto tra il mio migliore amico e Sam. In pochi secondi essere lì si rivelò la migliore idea per distrarmi dai miei pensieri.
Infatti per l'audizione si erano candidati cani e porci, tanto da farci ricredere sulla bravura di Sugar, che a confronto era una vera star. Il primo a presentarsi fu Stoner Brett, un ragazzo dell'ultimo anno come me, che era costantemente fatto e sulle nuvole. Poi toccò a una certa De'wanda Umber, che non spiccicò una parola, ballò, per modo di dire, tutto il tempo, e infatti a un certo punto sentii Blaine sussurrare a me e a Sam «Questa canzone ha un testo?» senza distogliere lo sguardo dallo scempio della ragazza sul palco. Poi salì sul palco un certo Jake, che non ci volle dire il suo cognome, e l'attenzione delle ragazze si concentrò tutta su di lui. Era di bella presenza, scuretto di pelle, con dei bei lineamenti e un fisico da paura. Per noi ragazze poteva essere ammesso nel gruppo anche senza aprire bocca.
Sembrava uscito da un film di Hollywood!
Cantò "Never Say Never" di The Fray e la sua voce incantò tutti. Era davvero bravo, punto in più per prenderlo nel Glee Club.
«Lui si che è sexy» mormorò a un certo punto Sugar con aria sognante.
«Io non direi» disse Sam, evidentemente geloso di come tutte lo guardavamo.
«Io invece sì» ribattemmo io e Wade all'unisono.
Mi girai con un sorrisetto complice, e poi mi accorsi dello sguardo di Blaine: mi guardava stranito e con le sopracciglia alzate. In risposta io alzai le spalle con innocenza.
«Ho diritto di fare apprezzamenti su chi voglio» dissi poi per difendermi.
Dopo pochi secondi Jake venne fermato dal professor Schuester, che evidentemente aveva sentito abbastanza ed era convinto di prenderlo nel Glee Club, ma lui non la prese troppo bene. Infatti si innervosì e lasciò il palco, non prima però di aver scaraventato a terra il leggio di una delle musiciste, facendo volare in aria tutti gli spartiti.
«È un gesto sgarbato e inaccettabile!» lo rimproverò Kurt.
«Non è il tuo tipo» mi sussurrò Blaine all'orecchio.
«No infatti, troppo violento» lo appoggiò Sam avvicinandosi a noi.
«Ragazzi! Non sono qui per cercare un nuovo fidanzato!» li rimproverai io alzando le mani in segno di resa e per fermarli.
«Beh, già che ci siamo» disse Blaine alzando le spalle e facendomi scuotere il capo.
Poi mi guardò con pietà e io distolsi lo sguardo tristemente.
«Perché no, Shug?» mi chiese allora gentilmente.
«Lo sai che non sono pronta, Blaine. È ancora tutto troppo fresco. E lo sai cosa succede se stendi della pittura sull'intonaco ancora fresco? Cola tutto quanto, e si distrugge il disegno che avevi creato» gli risposi io.
Non so da dove mi fosse venuta quella metafora, e non so nemmeno se avesse un senso, però aveva fatto effetto, perché Blaine mi prese la mano e si sporse per lasciarmi un bacio sulla tempia, senza più aggiungere nulla sulla questione.
In quel momento sul palco salì una ragazza che riportò l'attenzione di tutti sulle audizioni. Era davvero bellissima, con due occhi azzurri e grandi, e i capelli scuri e lunghi. Aveva uno stile semplice e uno sguardo gentile e intimorito. Si presentò come Marley Rose, e capii all'istante che era la figlia della cuoca della scuola, quella povera donna che veniva presa in giro per la sua mole, ma che era una delle persone più gentili e dolci che avessi mai conosciuto.
«Canterò "New York State Of Mind", scritta da Billy Joel...» iniziò lei con voce debole e un po' incerta.
«...e resa famosa dall'unica e inimitabile Barbra Streisand» continuò Unique quasi con saccenza.
Poi la canzone partì, e quando Marley fece uscire le prime note dalla sua bocca restammo tutti paralizzati. Aveva una delle voci più belle che avessi mai sentito: dolce e leggera, ma che poteva diventare forte e decisa in pochi secondi.
Vidi Blaine lanciare uno sguardo preoccupato a Tina, che sembrava altrettanto spaventata.
«Beh, sembra che abbiamo trovato "la nuova Rachel"» dissi io alla fine della canzone in modo che potessero sentirmi tutti.
Blaine mi lanciò uno sguardo di fuoco, mentre Artie mi guardava divertito annuendo perché era della mia stessa idea. Ad alimentare il terrore che era nato in Tina, Unique, Blaine e Brittany, furono le parole del professor Schuester, che disse che Marley rispecchiava a pieno quella che lui chiamava "stoffa della star". E aveva perfettamente ragione.
Mentre uscivamo dall'auditorium non riuscivamo a smettere di parlare di lei, perché eravamo rimasti tutti impressionati. Più che altro io ne parlai con Kurt, perché Blaine era troppo preoccupato e orgoglioso per partecipare alla conversazione. Ma dopo pochi passi dovetti abbandonare la mia discussione con Kurt perché mi squillò il cellulare: era Santana.
Che cosa voleva Santana da me?
«Ehi, Santana!» esclamai cercando di non sembrare troppo sorpresa.
«Ciao, Roxie!» mi disse lei in risposta «Un uccellino mi ha detto che hai rotto con l'Usignolo» aggiunse poi andando subito al sodo.
«È stata Brittany vero?» le chiesi senza ombra di dubbio su chi fosse responsabile dello spargimento di quella informazione.
«Beh, sì. Ma comunque, ti ho chiamata per venirti in soccorso, perché immagino che tu abbia bisogno di aiuto» ammise lei con voce seria.
«Grazie, Santana» le dissi io poco convinta ma con gratitudine.
«Non posso fare un pigiama party con te per distrarti come l'ultima volta, però voglio dirti che se hai bisogno io ci sono. Puoi chiamarmi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche se di notte rischi di ricevere tutti gli insulti che ho imparato nelle case popolari di Lima» mi disse lei con voce seria «E mi raccomando, ascolta tutto quello che ti dice Brittany perché è un genio, lo sai anche tu» aggiunse poi.
Per fortuna che non poteva vedere la mia faccia, perché altrimenti avrebbe sì scaricato tutta la rabbia delle case popolari di Lima contro di me.
Comunque, io la ringraziai ancora e poi chiusi la chiamata ancora un po' perplessa, ma felice che anche Santana fosse dalla mia parte e fosse disposta ad aiutarmi.
Avevo capito dal primo giorno che ero entrata in aula canto che quei ragazzi seduti lì sarebbero diventati una parte importante della mia vita, ma non pensavo così tanto.
~~~
La sera dopo Blaine era a casa mia, ed era al settimo cielo perché era stato annunciato vincitore da Artie quello stesso giorno, quindi era ufficialmente "la nuova Rachel". Ma in quel momento un'altra cosa lo assillava: come ho già detto, Kurt non era stato ammesso alla NYADA, quindi era rimasto a Lima senza nulla di preciso da fare, e la cosa preoccupava Blaine.
«Mi fa pena vederlo costretto qui quando potrebbe essere a New York a vivere la sua vita da studente del college» mi disse Blaine con occhi tristi e aria pietosa.
«Lo so, Blainey, ma se ora andasse a New York non avrebbe nulla da fare» gli feci notare io arricciando il naso poco convinta.
«Sempre meglio che stare in questa piccola città a servire ai tavoli del Lima Bean e ordinare gli spartiti delle canzoni per il Glee Club» ribatté lui.
In effetti Blaine aveva appena riassunto una giornata tipo di Kurt. Gli avevo lasciato il mio posto come cameriere al Lima Bean, un po' perché lui aveva più bisogno di me di fare qualcosa, un po' perché non avevo più molta voglia di lavorare lì, e un po' perché avevo paura di rivedere Nick. Kurt mi aveva assicurato che non si era più fatto vedere da quando avevamo rotto, ma meglio non rischiare.
«Non sminuire il lavoro di cameriere, è decisamente stancante, ma perfetto per occupare la giornata» dissi rimproverando il mio migliore amico e difendendo invece me stessa e il suo ragazzo.
«Forse per te che hai ancora da fare in questa città. Ma Lima non è più il posto di Kurt, lui appartiene a New York, e alla NYADA» ribatté Blaine convinto «Sai, a volte penso che sia io a tenerlo incatenato qui, e che sia colpa mia se non è andato lo stesso a New York» ammise poi tristemente e abbassando lo sguardo.
Lui era seduto sulla poltrona accanto al mio letto, e io ero per terra a prendere un po' di fresco, perché nonostante fosse settembre il caldo era ancora intenso. Mi avvicinai e mi sedetti in mezzo alle sue gambe appoggiando la testa al suo ginocchio, mentre lui puntava i suoi occhi da cucciolotto su di me.
«Non è colpa tua, Blainey» gli dissi cercando di rassicurarlo.
Non credevo che Kurt sarebbe comunque andato a New York se non fosse stato il suo ragazzo. Suo padre era lì, e sapevamo tutti quanto legati fossero, e l'idea di vivere lontano da lui evidentemente non lo faceva impazzire.
«Se non fosse stato il mio ragazzo ora starebbe passeggiando per Time Square, magari mano nella mano con un ragazzo cool di Manhattan, e in pochi mesi diventerebbe icona di stile per tutta la grande mela. Sono diventato solo un peso per lui» disse ancora Blaine sempre più triste.
«Non è vero, Blainey, non sei e non sarai mai un peso per Kurt. Lui ti ama, e se è rimasto qui è perché ha deciso che era la cosa giusta da fare, non perché si sente forzato da te» lo corressi io, sperando di tirarlo un po' su di morale.
Di solito ero brava con la cosa, ma, come forse avrete capito, non ero al massimo delle forze in quel periodo, e mi riusciva difficile rallegrare qualcuno se già io non lo ero.
«Domani lo convinco a partire» disse Blaine dopo qualche minuto di silenzio.
Io lo guardai perplessa, ancora con la testa appoggiata al suo ginocchio.
«Domani gli canto una canzone e lo convinco ad andare a New York. È il momento che viva la sua vita» mi spiegò con convinzione.
«E la vostra relazione?» gli chiesi io, cercando di capire cosa avesse in mente.
«Ce la faremo» si limitò a dire lui annuendo e convincendo anche me.
E infatti il giorno dopo erano in cortile, e Blaine convinse Kurt a partire cantandogli "It's Time" degli Imagine Dragons. E, con mia grande sorpresa, Kurt si convinse davvero e partì. Blaine non era al settimo cielo per questo, ma ben presto ebbe altro a cui pensare.
Infatti il giorno dopo a pranzo, rischiammo di perdere l'unico nuovo membro che avevamo acquistato: Marley.
Essendo diventati popolari, a pranzo ci sedevamo con le cheerleader e i giocatori di football (un grande passo avanti per il Glee Club), che però erano soliti insultare la povera cuoca della scuola, che come ho già detto era la mamma di Marley. Nessuno nel Glee Club però lo sapeva oltre a me, e io non mi ricordo nemmeno come ho fatto a saperlo.
Quel giorno eravamo come al solito al tavolo dei più popolari, e Marley era con noi, quando partirono battutine decisamente cattive su sua madre.
Stavamo parlando di un carro per la parata degli ex-allievi, e uno dei giocatore di football propose di usare la cuoca. Io puntai immediatamente gli occhi su Marley, che fece un'espressione confusa e stupita allo stesso tempo.
«Guardate che meloni! Sono borsoni della spesa pieni di macinato!» disse Sugar ridendo.
Non molti di noi risero però, perché a noi del Glee Club non piaceva prendere in giro le persone, e soprattutto gli emarginati come una volta eravamo noi.
«Questa è cattiveria!» esclamò in quel momento Marley indignata «Quella donna non vi ha fatto niente, anzi, non la conoscente neanche!» spiegò poi, quando ebbe l'attenzione di tutti su di sé.
«Perché ti interessa tanto?» le chiese Kitty (capo cheerleader) guardandola con un po' di disprezzo.
«Perché è mia madre» rispose Marley con aria di sfida.
Nei suoi occhi vidi determinazione, ma anche un po' di vergogna per aver appena dichiarato di essere la figlia della donna più presa in giro della scuola. Noi del Glee Club ci guardammo un po' pentiti di essere stati così cattivi, e mentre Marley si alzava confessando che pensasse che fossimo diversi, incontrai gli occhi di Sam, che sembrava davvero dispiaciuto. Poi passai lo sguardo sui miei compagni, che non sembravano intenzionati a fare nulla, allora decisi di correre dietro a Marley per scusarmi a nome di tutti e parlarle.
«Dove vai?» mi chiese Blaine con voce stupita.
«A fare quello che è giusto» risposi io, voltandomi verso di lui con decisione.
«Siediti, ci farai perdere il posto di ragazzi famosi nella scuola» mi sussurrò lui tra i denti in modo che potessi sentirlo solo io.
Gli occhi di tutti erano puntati su di noi.
«Da quando vi interessa di più essere popolari che essere corretti?» chiesi io indignata «Sei il leader ora, Blaine, ma non mi sembra che tu ne abbia la stoffa» dissi poi rivolta al mio migliore amico rimproverandolo.
Poi girai i tacchi per seguire Marley fuori dalla mensa. Quando la raggiunsi la vidi decisamente giù di morale.
«Marley» la chiamai per attirare la sua attenzione.
Lei si voltò e mi guardò con occhi tristi e decisamente delusi.
«Mi dispiace per quello che è successo in mensa, noi del Glee Club non siamo così» dissi allora cercando di scusarmi.
«Non è la prima volta che dite cattiverie su mia madre, vi ho sentiti» ribadì lei con aria di sfida.
«Lo so, e mi dispiace. Ma sai anche tu che la fama porta a non ragionare» mi difesi io, cercando anche di difendere i miei compagni e amici.
«Beh, se la fama vi ha fatto diventare cattivi, allora non voglio far parte delle Nuove Direzioni» disse lei dandomi le spalle e ricominciando a camminare.
«Dacci un'altra possibilità, non succederà più» le urlai dietro io, sperando di convincerla.
Non so se mi sentii, infatti continuò a camminare come se nulla fosse, e non si voltò più.
Ma il giorno dopo, con l'aiuto di Sam, ero riuscita a convincere anche gli altri ragazzi che dovevano scusarsi. Le promettemmo che non avremmo più detto nulla su sua madre se non cose belle (che non erano difficili da dire considerando la bella persona che era) e la invitammo alle prove di quel pomeriggio. Per nostra gioia si presentò, e canto con noi "Chasing Pavements" con la sua meravigliosa voce da angelo.
Oh, mi sono dimenticata di dire che sia lei che Unique vennero colpite da una granita dai giocatori di football guidati da Kitty.
Ora si che facevano davvero parte del Glee Club ed erano state ufficializzate nella famiglia delle Nuove Direzioni!
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