Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CHRISTMAS AGAIN

Natale era arrivato di nuovo, ma questa volta non l'avrei passato con la famiglia di Blaine e con Blaine. 

Eh no, perché lui aveva altri piani, anzi, io avevo altri piani per lui. 

Durante la telefonata con Kurt pochi minuti prima di perdere alle Provinciali, si erano detti che si sarebbero visti a Natale, perché anche se non stavano più insieme, forse era il caso di chiarire un po' di cose e parlare faccia a faccia (o almeno così mi disse Blaine). Ma adesso che Natale era alle porte il mio migliore amico non era più molto convinto. Aveva cominciato a titubare sull'idea di passare del tempo da solo con Kurt, e anche sull'idea di vederlo di nuovo.

«E se poi faccio qualcosa di sbagliato? E se corro troppo? Non penso di riuscire a trattenermi dal baciarlo se lo vedo» mi aveva detto con ansia nella voce e camminando ansiosamente da una parte all'altra della sua camera.

Beh certo, era un rischio quello, ma non poteva privarsi di un'opportunità di riappacificarsi definitivamente con Kurt per paura di fare un passo falso.

«Non posso andare, non posso andare e non posso andare!» continuava a ripetere agitato e scuotendo la testa «Kurt se ne sarà già dimenticato, e non farà caso al fatto che non andrò. Io in compenso me ne starò qui con la mia bellissima Roxie, e passeremo la vigilia insieme come l'anno scorso. Credo che Quinn tornerà a casa per le vacanze, quindi magari...» iniziò a dire poi, prima che io lo bloccassi mettendogli una mano sul braccio.

«Va bene, Blainey, ora rilassati» gli avevo detto per tranquillizzarlo. 

Ma non andava bene nulla! 

Lui doveva andare a New York, e io avrei fatto di tutto per farlo partire.

E forse non ero l'unica.

Infatti pochi giorni prima di Natale ricevetti una chiamata dall'ultima persona che mi sarei aspettata.

«Ciao, Rachel! Che sorpresa!» dissi appena aprii la chiamata, senza nascondere lo stupore che mi aveva causato.

«Ehi, Roxie! So che ti potrà sembrare strano che io ti stia chiamando, ma ho in mente una cosa che devo assolutamente realizzare, e solo tu puoi aiutarmi» mi disse lei tutto d'un fiato.

Era sempre la solita Rachel!

«Ok» dissi io titubante «Dimmi!» aggiunsi poi curiosa.

Chissà cosa aveva da dirmi.

Che cosa voleva da me Rachel Berry?

«Io tornerò a Lima per Natale» iniziò lei, facendo una pausa subito dopo la frase.

Probabilmente si aspettava che dicessi qualcosa.

«Che bello! Come mai?» le chiesi allora io, fingendomi interessata.

Non so se fossi stata molto convincente, però lei mi rispose lo stesso.

«Sai, vengo a trovare i miei papà visto che non abbiamo passato il Ringraziamento insieme» spiegò.

«Certo, mi sembra giusto» le dissi io.

Che conversazione imbarazzante!

«Comunque, stavo pensando che visto che non sono riuscita a convincere Kurt a tornare con me, sarà qui tutto solo a New York. So che Burt vuole fargli una sorpresa, ma stavo pensando che potrebbe venire anche Blaine se non ha nulla di meglio da fare» disse poi, arrivando finalmente al punto della questione.

Ecco perché mi aveva chiamata!

Chi meglio di me poteva aiutarla a mettere in atto quel piano?!

«Ovvio che non ha di meglio da fare! Per la sera della vigilia di Natale Blaine sarà a New York, te lo assicuro!» le confermai allora io, felice che anche Rachel pensasse a Blaine e Kurt.

«So che avevano in programma di vedersi, ma che poi Blaine ha smesso di parlare della cosa e Kurt ha preferito non forzare la questione per paura di pressarlo» mi disse ancora Rachel leggermente dispiaciuta.

Ah! Quindi non era vero quello che pensava Blaine!

Non era vero che Kurt non aveva il piacere di vederlo e che aveva lasciato quindi cadere la questione!

«A me Blaine ha detto l'esatto opposto» dissi allora a Rachel cominciando a sentire odore di bruciato «Mi ha detto che era stato Kurt a non parlare più della cosa, e lui credeva che avesse cambiato idea quindi ha lasciato perdere» spiegai poi per chiarire meglio.

Per qualche secondo ci fu silenzio. Era chiaro che entrambe stavamo pensando alla situazione, e arrivammo alla stessa conclusione.

«È ovvio che entrambi vogliono vedersi ma non hanno il coraggio di dirselo. Dobbiamo intervenire!» disse infatti Rachel decisa.

E aveva ragione!

Dovevamo assolutamente intervenire!

«Facciamo così, sento Burt e gli chiedo che cosa pensa della nostra idea. Appena ho una risposta ti faccio sapere. In qualsiasi caso, Blaine sarà a New York a Natale, dovessi portarcelo a piedi io stessa» dissi con convinzione.

E l'avrei fatto davvero!

Volevo a tutti i costi la felicità di Blaine, e sapevo che vedere Kurt in un giorno speciale come il Natale sarebbe stato perfetto per lui. 

«Sapevo che mi avresti capita!» mi disse Rachel con aria complice.

Io sorrisi e poi chiusi la chiamata, felice di aver organizzato tutto quello con lei, per rendere felici i nostri più grandi amici.

~~~

Così il giorno dopo ero in officina da Burt Hummel, padre di Kurt, pronta a esporgli il piano mio e di Rachel, e quasi sicura che ci avrebbe appoggiate.

«Ciao, Roxie! Cosa ci fai qui?» mi chiese stupito appena mi vide entrare.

Io presi un respiro profondo e poi iniziai a parlare. 

«A me e Rachel è venuta un'idea...» iniziai dicendo.

Poi gli esposi il piano un po' titubante, data la sua espressione indecifrabile.

«Cosa ne pensi?» gli chiesi incrociando le dita perché fosse favorevole.

Sì, gli davo del tu, perché Burt è sempre stato un po' il papà di tutti noi del Glee Club. Essendo che è sposato con la madre di Finn, come mi sembra di aver già detto, è sempre stato considerato uno spirito guida per tutti noi, e sappiamo che quando abbiamo bisogno di un consiglio è sempre presente. Poi con Blaine è stato da subito molto molto gentile e accogliente. Lo stesso Blaine gli aveva detto di non avere un rapporto molto stretto con suo padre, e che un po' era invidioso di quello tra lui e Kurt. Così Burt aveva subito rimediato, prendendo Blaine sotto la sua ala come se fosse anche lui figlio suo. Un po' come aveva fatto con Finn appena aveva conosciuto Carol.

Comunque, per qualche minuto Burt continuò a guardarmi con un'espressione che non riuscivo a interpretare, poi gradualmente iniziò ad annuire con la testa e finalmente parlò.

«Mi sembra una grande idea» mi disse assumendo un'aria convinta «Credo che Kurt sarà felice di vederlo» aggiunse un po' pensieroso.

«Davvero?» chiesi io ancora un po' titubante.

Sì, volevo a tutti i costi mandare Blaine a New York per passare un po' di tempo con il ragazzo che amava, ma allo stesso tempo avevo paura di come l'avrebbe potuta prendere. Non sapevo se Kurt volesse davvero vedere Blaine (anche se dalle dichiarazioni di Rachel era abbastanza chiaro), e avevo paura che avrebbe potuto reagire male ferendo il mio migliore amico. L'ultima cosa che volevo era vedere Blaine ricadere in uno stato di depressione, anche perché avevo paura che questa volta non ne sarebbe uscito più.

«L'altro giorno Kurt mi ha chiamato scusandosi del fatto che non riesca a tornare a casa nemmeno per Natale. Quando gli ho chiesto se non avesse voglia di vedere Blaine mi ha risposto che voleva vederlo, ma non sarebbe stato importante quando, poteva aspettare ancora» iniziò a spiegarmi Burt «Ma io conosco i miei polli, Roxie, e Kurt non è molto bravo a mentire. L'ho capito dal suo tono di voce che moriva dalla voglia di vedere Blaine, e che gli sarebbe piaciuto passare con lui il Natale» concluse poi guardandomi con aria ovvia.

Io sorrisi, felice di sentirgli dire una cosa del genere. Ora ero un po' più tranquilla all'idea di mandare Blaine da solo a New York.

«Però non credo di avere posto in macchina. Ho deciso di regalare un albero di Natale a Kurt e Rachel per il loro loft, e ho paura che Blaine starebbe un po' strettino» disse scoppiando a ridere alla fine.

Mi misi a ridere anche io, e poi gli assicurai che avrei trovato un modo per far partire Blaine anche senza la sua macchina.

«Grazie, Burt, sono felice che tu abbia approvato la nostra idea» gli dissi poi guardandolo con gratitudine.

«Figurati. Farei di tutto per vedere mio figlio felice, e sai che tengo a Blaine come se fosse figlio mio» mi disse lui facendomi l'occhiolino.

Io annuii di nuovo e poi me ne andai, augurandogli un buon Natale e dicendogli di portare i miei auguri anche a Carol.

Ma uscita da lì non andai subito a casa. Se Blaine non poteva andare in macchina con Burt avrebbe dovuto prendere l'aereo, e prima prendevo i biglietti meglio era. Anche perché aveva paura che fossero già esauriti.  Invece ne presi due al volo, che mi costarono una fortuna, ma era per una buona causa.

Così il giorno dopo mi preparai a regalarli a Blaine. 

«Blaineyyyy!» gli dissi uscendo da casa mia e avvicinandomi felice.

Avevamo deciso di fare una passeggiata per Lima perché aveva nevicato e a noi sono sempre piaciute le decorazioni di Natale e la neve.

«Conosco quella faccia, hai qualcosa in mente» mi disse Blaine sospettoso, puntandomi il dito contro e guardandomi con gli occhi ridotti a fessura.

Io gli feci un sorriso tenero e poi lo presi sotto braccio iniziando a camminare.

Faceva freddo quel giorno, ma valeva la pena soffrire un po' per vedere Lima decorata a tema natalizio.

«Stavo pensando...» iniziai dopo qualche passo fatto in silenzio «...che il tuo regalo potrei dartelo adesso. Che ne dici?» continuai poi guardandolo sorridente.

Lui in risposta mi lanciò uno sguardo confuso.

«Perché dovresti?» mi chiese aggrottando le sopracciglia.

«Perché se lo accetti a Natale non sarai qui» spiegai io cercando di incuriosirlo.

Ci ero decisamente riuscita, perché Blaine spalancò gli occhi e mi guardò impaziente.

Allora decisi di accontentare la sua curiosità e tirai fuori dalla tasca i due biglietti che avevo comprato il giorno prima.

«Questi sono due biglietti, uno Lima-New York e l'altro New York-Lima» gli dissi guardandolo seria «Sono per te. Andrai a New York e passerai il Natale con Kurt» aggiunsi porgendoglieli con decisione.

Lui si fermò, mi guardò a bocca aperta e poi il panico prese possesso dei suoi occhi.

«Non posso accettarli. Non posso» disse scuotendo ripetutamente la testa.

«Non si rifiutano mai i regali, Blaine» gli feci notare io con rimprovero.

Ma lui continuava a scuotere la testa.

«Non posso andare a New York, Roxie! Lo sai perché!» esclamò allarmato.

Io sospirai.

Era cocciuto!

«Blainey, ho sentito Rachel ok? Mi ha detto che Kurt vuole vederti» gli dissi allora, sperando che questo bastasse a convincerlo. 

Ma non fu così.

«Sono stata da Burt per chiedergli se secondo lui fosse una buona idea. Mi ha detto le stesse cose che mi ha detto Rachel» dissi ancora leggermente scocciata.

Davvero non voleva credermi?!

«Non posso» disse di nuovo Blaine «E se Burt e Rachel si sono sbagliati? E se andando là peggioro solo la situazione? E se non mi fa entrare in casa?» cominciò a chiedermi poi entrando in panico.

«Blaine! Basta! Non succederà nulla di tutto questo! Passerai uno dei Natali più belli della tua vita, e tornerai al settimo cielo» lo rimproverai allora io seria.

«Devo pensarci» mi disse lui dopo una pausa di silenzio. 

Io sospirai.

Quel "Devo pensarci" non mi convinceva, ma era sicuramente meglio del no deciso che mi aveva detto fino a poco prima.

«Facciamo così. Io questi biglietti me li porto a casa, perché se li lascio a te c'è il rischio di trovarli nel primo cestino della spazzatura che troviamo. Hai tempo fino a domani sera per prendere una decisione. Se li vuoi devi solo bussare alla mia porta» gli dissi allora con più premurosità.

Blaine rimase in silenzio per qualche secondo, poi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio appoggiando la sua testa alla mia.

«Sei fantastica, Shug» mi sussurrò.

Io sorrisi, ma decisi che se volevo essere sicura che sarebbe passato da casa mia la sera dopo per prendersi quello che era suo, dovevo un minimo essere cattiva.

«Se non vieni a prenderti questi maledetti biglietti ti rapisco di notte, ti lego nel bagagliaio della mia macchina e ti porto dritto a New York» lo minacciai allora con voce ferma.

Blaine si staccò leggermente e mi guardò allarmato.

«Mi si è appena figurata in testa una scena decisamente hot, considerando che dormi in mutande e che ho appena detto che ti rapirei di notte legandoti» ammisi io pensierosa.

Wow!

Davvero davvero hot come immagine!

"Basta, Roxie! Hai un ragazzo e Blaine è il tuo migliore amico!" mi rimproverai all'istante, cercando di togliermi quell'immagine dalla testa.

Ma ormai era fatta.

Blaine mi guardò dapprima confuso e spaventato, poi non si trattenne e scoppiò a ridere stringendomi in un altro abbraccio e poi ricominciando a camminare.

«Hai la mano congelata!» esclamò a un certo punto, toccando la mano con cui lo tenevo sotto braccio.

Io mi limitai ad alzare le spalle e allora lui me la prese, e senza sciogliere l'incrocio tra le nostre braccia mise la mia mano nella sua tasca stringendola alla sua.

Gli sorrisi, e poi cominciammo a guardarci intorno perdendoci tra luminarie e Babbo Natale giganti, fiocchi di neve e bambini che cantavano melodie natalizie, rallegrando ancora di più l'atmosfera.

~~~

«Affacciati alla finestra»

La sera dopo ero al telefono con Mike, stavamo parlando da ormai una buona mezz'ora, e gli avevo appena chiesto se sarebbe tornato a casa per Natale. Lui aveva pronunciato quelle tre semplici parole, ma erano bastate a farmi battere il cuore all'impazzata.

Rimasi bloccata per qualche secondo, non avendo il coraggio di guardare fuori dalla finestra, poi presi l'iniziativa e alzandomi dal letto mi affacciai alla finestra della mia camera.

Lì giù, sul marciapiede davanti a casa mia, stretto nel suo cappotto color cammello (lo stesso che aveva quando eravamo andati al Drive-In) e con in volto il suo magnifico sorriso, c'era niente meno che il mio ragazzo, la cui luce negli occhi si poteva vedere anche da così lontano.

Feci un sorriso a trentadue denti e poi corsi giù per le scale, aprii la porta e gli saltai in braccio. 

Ero così felice di vederlo!

Era passato poco meno di un mese da quando era ripartito, e io già dal primo giorno senza di lui avevo iniziato a sentire la sua mancanza. Soprattutto la mancanza di quelle labbra che ora erano sulle mie e mi stavano baciando dolcemente tra un sorriso e l'altro. 

«Buon Natale» mi sussurrò Mike, lasciandomi una serie di baci sulla tempia, mentre io mi riempivo le narici del suo profumo.

Poi gli diedi un altro bacio, prima di portarlo in casa a fargli conoscere mia madre. O meglio, mia madre la conosceva già visto che eravamo stati insieme anche tre anni prima, ma non le avevo ancora detto che eravamo tornati insieme.

«Lui non è il ragazzo che ora va alla BAD?» mi chiese lei dopo averlo salutato e averlo fatto accomodare.

«Sì, è lui» confermai io sedendomi vicino a Mike e sentendo un suo braccio stringermi per la vita «A proposito, sai qualcosa di papà?» le chiesi poi un po' timorosa.

Il fatto che mio padre fosse l'insegnante di Mike un po' mi spaventava. Avevo paura di mettere in soggezione Mike invitandolo a casa quando c'era anche mio padre, e nonostante avessi voglia di passare un po' di tempo col mio papà, infondo infondo speravo che quel Natale non sarebbe venuto.

«Mi ha telefonato ieri dicendomi che sarebbe arrivato oggi, dovrebbe essere qui a momenti» mi rispose mia madre.

Poi vide la mia faccia e capì la situazione, cominciando a passare lo sguardo da me a Mike un po' preoccupata. 

«Nessun problema, ti ho detto che mi piace come professore» mi rassicurò Mike alzando le spalle con noncuranza.

Io sospirai.

«Sì, però non sa che sei il mio ragazzo» gli feci notare io arricciando il naso «E ho paura che se lo viene a scoprire per te non ci sarà una vita facile alla BAD» aggiunsi poi, puntando gli occhi su mia madre.

Anche lei non sembrava convinta di far sapere al suo ex-marito che il mio ragazzo era un suo studente.

E se non era convinta lei!

«Beh non importa, devo passare le feste con i miei parenti quindi non credo ci sia modo di vederci» ci disse allora Mike cercando di tranquillizzarci «Noi ci vediamo quando lui è impegnato» aggiunse poi nel mio orecchio, vedendo la mia espressione tendente all'arrabbiata.

Io mi rilassai un po' facendogli un sorriso e poi gli diedi un bacio sollevata. 

Mia madre ci stava giusto dicendo che forse era il caso che uscissimo o ci sarebbe stato il rischio di incontrare mio padre, quando il campanello suonò e ci si raggelò il sangue. 

Per un attimo io e mia madre ci guardammo allarmate, poi lei mi fece cenno di andare ad aprire.

Allora mi alzai, aprii la porta e mi si parò davanti agli occhi la figura del mio migliore amico che mi guardò confuso.

«Perché non sei vestita?! Devi portarmi in aeroporto!» esclamò scocciato.

Cavolo!

Era vero!

Blaine doveva partire per New York!

(Certo che alla fine aveva accettato i biglietti che gli avevo regalato!).

Stavo per iniziare a scusarmi, ma il motivo della mia distrazione si affacciò dalla porta del salotto e augurò al mio migliore amico un buon Natale.

«Ehi, Mike! Buon Natale!» esclamò Blaine con un sorriso «Non pensavo di vederti qui» aggiunse poi sorpreso.

Li lasciai a parlare sulla porta per salire a prendere stivali, sciarpa e cappotto e poi salimmo in macchina. Guidai fino all'aeroporto con Blaine seduto sul sedile del passeggero, Mike sui sedili posteriori e la radio a palla. Non ci perdemmo una canzone, e le cantammo tutte a squarciagola tra una risata e l'altra. Lo facemmo anche perché era evidente che Blaine fosse teso, e volevo tirarlo un po' su di morale, cercando anche magari di tranquillizzarlo.

Arrivati a destinazione gli lasciai un bacio sulla guancia, poi aprì la portiera e scese dalla macchina. 

«Ehi, ricordati che a casa hai una migliore amica, che vorrebbe tanto un regalo da New York» gli dissi dal finestrino, sorridendogli con fare ruffiano.

Lui fece un mezzo sorriso teso, e poco prima di entrare nell'aeroporto mi lanciò un ultimo sguardo preoccupato. Io gli feci l'occhiolino e poi rimisi in moto la macchina per tornare a casa. 

Quando arrivammo davanti a casa mia io e Mike, che nel frattempo si era seduto sul sedile del passeggero, scendemmo dalla macchina e gli diedi un ultimo bacio per salutarlo. Solo quando fu abbastanza lontano mi accorsi che parcheggiata due posti più avanti della mia c'era la macchina di mio padre. 

Infatti appena entrai in casa venni accolta dal sorriso del mio papà, e poi gli corsi incontro per abbracciarlo. 

Ero così felice di vederlo!

«La mia bambina! Come stai?» mi chiese dopo avermi stretta per bene.

«Bene!» risposi io sorridendo «E tu? Come va a New York?» gli chiesi curiosa.

Volevo sapere cosa pensava di Mike, ma non potevo chiederglielo direttamente, e avevo deciso anche di non nominare la BAD per il momento.

«Direi bene, è sempre la solita città. E la BAD è sempre la BAD, però quest'anno ho degli studenti straordinari! Ce ne sono tre o quattro poi, che sono davvero pazzeschi!» rispose lui veramente colpito.

Sapevo che avrebbe tirato fuori il suo lavoro senza bisogno di nominarlo, e mi aveva fatto piacere sentirgli dire quelle parole. Dentro di me sapevo che Mike era tra quei tre o quattro che aveva nominato, e quando posai gli occhi su mia madre mi accorsi che anche lei stava pensando la stessa cosa.

«E tu?» mi chiese poi mio padre «Ti ho vista con un ragazzo qui fuori, ma non mi sembrava Nick» aggiunse poi con fare sospettoso.

Oh no!

Oh no!

Oh no!

Davvero mi aveva vista?!

Davvero aveva visto Mike?!

E se l'aveva riconosciuto?!

Io e mia madre ci scambiammo un'occhiata spaventata, poi decisi di rispondere a mio padre.

«Io e Nick ci siamo lasciati quest'estate» gli dissi forzando un sorriso e arricciando il naso per fargli capire che non era un problema parlarne.

Non più per lo meno.

«Quindi hai un nuovo ragazzo?» mi chiese ancora mio padre.

Io annuii senza sapere cosa dire.

«Non era Blaine vero? Perché sembrava troppo alto per esserlo» disse lui un po' confuso. 

«No, non era Blaine» risposi io ridendo «Lo sai che è gay, papà» gli feci notare poi.

«Beh, non si sa mai, sto scoprendo un sacco di cose ultimamente» si difese lui alzando le spalle.

Io risi di nuovo, e sarei voluta andare avanti con il discorso "Blaine", ma non avevo nulla da dirgli e fui costretta a tornare al discorso "Nuovo ragazzo".

«È di qui questo ragazzo?» mi chiese mio padre, volenteroso di saperne di più.

«Sì, ma ora frequenta il primo anno di college» mi limitai a rispondere io.

Sapevo che voleva sapere il suo nome e molte altre cose su Mike, ma io non volevo correre troppo, e non me la sentivo di rivelargli il suo nome per il momento.

«Quindi è tornato per Natale apposta per te?» mi chiese ancora mio padre.

Diamine!

Ma perché tutte quelle domande?!

Non poteva farsi un po' di fatti suoi?!

Un attimo... quelli erano fatti suoi.

Sono sua figlia in fondo no?

Allora confermai la sua ipotesi continuando a sorridere, anche se dentro di me speravo che l'interrogatorio finisse presto.

Dov'era Blaine quando mi serviva?!

Ah già, l'avevo spedito a New York!

Complimenti, Roxie!

«Quindi potrebbe venire a cena da noi tipo la sera di Natale, che ne pensi?» propose allora mio padre, alzando le spalle come se fosse una cosa normale.

Io lanciai un altro sguardo allarmato a mia madre, e la vidi seduta rigida e con le labbra serrate e ridotte a una linea, tipico segno che era in ansia.

«Ha detto che i giorni di festa li passa con la sua famiglia, non si vedono da tanto» risposi io fingendomi dispiaciuta.

Ma mio padre non sembrava voler demordere.

«Beh, allora chiedigli quando può venire. Anche il 26 se vuole» propose ancora.

«Papà, stiamo insieme solo da un mese, io non credo che...» iniziai io, sperando di convincere il mio papà a lasciar perdere facendogli gli occhi dolci.

Quando ero piccola funzionavano sempre, per qualsiasi cosa. Erano l'unica cosa che lo addolciva un po'. Ma evidentemente i tempi erano cambiati.

«Tesoro mio, a maggior ragione è meglio che lo conosca ora. Così se non sarà di mio piacimento non ti risulterà troppo doloroso lasciarlo» mi disse lui con aria ovvia.

Come?!

Davvero credeva che se non gli fosse piaciuto Mike lo avrei lasciato?!

Pazzo!

«Ma, Arthur...» provò mia madre.

«Sto scherzando!» esclamò a quel punto mio padre scoppiando poi a ridere.

Io forzai una risata, e anche mia madre lo fece, ma la sua venne decisamente meglio.

«Però mi piacerebbe davvero conoscerlo. Così, giusto per sapere chi è che ha fatto perdere la testa a mia figlia» mi disse poi tornando serio ma con fare gentile.

Come potevo dirgli di no?

~~~

Così la sera dopo Natale Mike era alla mia porta, pronto a conoscere, anzi, a farsi riconoscere, da mio padre.

«Ehi» gli dissi per salutarlo, allungandomi a dargli un bacio.

«Sei in ansia?» mi chiese lui facendo uno di quei sorrisetti storti che tanto mi piacevano.

No! 

Perché sarei dovuta essere in ansia?!

Stavo solo per rovinare la carriera al mio ragazzo!

«Rilassati» mi sussurrò Mike «Andrà tutto bene» aggiunse lasciandomi un bacio in fronte.

Io mi calmai leggermente, ma mentre chiudevo la porta e lo portavo in soggiorno mi tornò il terrore. 

Chissà cosa avrebbe detto mio padre.

«Buonasera, Mrs. Johnston, Buon Natale!» esclamò Mike sorridendo a mia madre, che era appena uscita dalla cucina con un vassoio di tartine per l'aperitivo.

Mia madre lo salutò allegra e poi mi fece l'occhiolino, mentre entravamo in soggiorno dove si trovava mio padre.

«Papà, lui è Mike. Mike, mio padre» dissi io facendo le presentazioni. 

Quando gli occhi di mio padre e del mio ragazzo si incrociarono ci furono attimi di silenzio che mi sembrarono un'eternità. Negli occhi di mio padre potei tranquillamente leggere stupore, poi confusione, poi di nuovo stupore. Aveva sicuramente riconosciuto il suo alunno, e aveva anche già sicuramente deciso come bocciarlo al suo esame di fine sessione invernale.

«Buon Natale, Mr. Johnston» disse Mike sorridendo anche a lui e porgendogli la mano.

Per un attimo ebbi paura che mio padre non la accettasse, e guardai mia madre con il terrore negli occhi, pensando a cosa fare per salvare il mio ragazzo. Ma dopo qualche secondo mio padre allungò la mano e la strinse a quella di Mike con foga, augurandogli buon Natale. 

Io ricominciai a respirare, e sentii i muscoli sciogliersi.

«Roxanne, non mi avevi detto che il tuo ragazzo frequenta il college in cui lavoro» disse poi rivolgendosi a me con un briciolo di rimprovero nella voce. 

Io feci un sorrisetto colpevole e alzai le spalle con innocenza.

«Ci sediamo a tavola?!» chiese mia madre in quel momento per alleggerire un po' l'atmosfera.

Noi acconsentimmo, e prendemmo posto intorno al tavolo. Mio padre si sedette esattamente di fronte a Mike. 

«Ma voi non siete già stati insieme?» ci chiese poi, addentando la prima tartina.

«Sì, tre anni fa, ma non aveva funzionato un gran ché» dissi io lanciando uno sguardo a Mike.

«Già. Insomma, c'era chimica, ma forse era troppo presto per essere qualcosa di più che partner nel ballo» specificò Mike annuendo.

Mi piaceva quello che aveva appena detto, perché significava che credeva che quello fosse il momento giusto per stare insieme.

Altrimenti non si sarebbe fatto avanti, giusto?

«Avevamo in comune solo la passione per la danza allora» disse ancora Mike.

«E ora cos'altro avete in comune?» mi chiese mia madre con aria interrogativa.

Io le lanciai un'occhiataccia.

A che gioco stava giocando?!

Non bastava mio padre a fare domande?!

«Papà!» risposi io con aria ovvia e facendo ridere tutti. 

Era un buon segno che mio padre stesse ridendo, voleva dire che non c'era nulla che lo preoccupava.

Forse non aveva trovato nulla di male in Mike!

Anche perché, come era possibile?

Il mio Mike era semplicemente perfetto!

«È bello che tu abbia trovato qualcuno che condivide con te la tua passione per la danza» mi disse mio padre fiero.

Non potevo credere alle mie orecchie!

L'aveva detto davvero?!

Guardai prima mia madre e poi Mike incredula. La prima era sorpresa quanto me, il secondo invece si limitava a sorridere, come se per lui fosse normale quello che aveva appena detto mio padre.

«E sono contento che tu abbia trovato un ragazzo in gamba come lui. Se nella vita è bravo come nella danza non ho nulla da obiettare. Nessuno si merita di essere alla BAD più di lui» disse ancora mio padre, lasciandomi ancora più incredula. 

Diceva sul serio?!

Davvero aveva fatto così tanti complimenti al mio ragazzo dopo così poco che lo conosceva?!

Se lo avessi detto a Blaine sarebbe stato gelosissimo!

Lui ci aveva messo anni per farsi piacere da mio padre, che ancora oggi è un po' diffidente, spiegherò più avanti il perché.

«Chi sei tu?! E cosa ne hai fatto del mio papà?!» chiesi allora io, guardando mio padre come se fosse un alieno.

Lui, mia madre e Mike scoppiarono a ridere contagiando anche me.

«Ma non pensare che il fatto di essere il ragazzo di mia figlia ti dia dei privilegi alla BAD» disse allora mio padre, tornando serio e puntando il dito contro Mike.

«Questo è il mio papà!» esclamai io fiera e con aria divertita.

«Mi piace» mi sussurrò poco dopo mio padre, quando ci alzammo da tavola.

Io lo guardai incredula, poi gli sorrisi e lui mi fece l'occhiolino.

«Perché sorridi così?» mi chiese Mike quando mi sedetti accanto a lui sul divano.

«I miracoli di Natale esistono!» mi limitai a dirgli io ancora più sorridente, prima di avvicinarmi e lasciargli un bacio a fior di labbra.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro