In quarta elementare, tentai di scappare da scuola.
Mi rincorsero due o tre dei miei compagni, assieme alla maestra. Non andai lontana, finii dietro la biblioteca che condividevamo con le medie. Mi ripresero, mi misero in castigo e mi feci riportare a casa, fingendomi ammalata, perché avevo paura dei loro sguardi.
Quel giorno, i miei genitori mi sgridarono in modo forte. Talmente forte, che non ricordo nessuna parola per la troppa paura.
Quel giorno, venni messa di nuovo in punizione dalla mia famiglia.
Quel giorno, ero scappata per le ennesime botte. Perché un mio compagno aveva detto al cugino più piccolo di picchiarmi, perché era giusto. Perché stavo proteggendo le mie compagne da un bulletto, ma loro non mi hanno salvata. Perché quel bulletto, poi, mi stava lapidando.
E la maestra aveva visto solo la mia fuga. Aveva visto solo i miei errori.
Come sempre.