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Parte Ottava

Pov Ruby

«Per quanto pensi che possiamo essere simili, siamo due persone completamente diverse, con diversi sentimenti e obiettivi» disse, non distogliendo il contatto visivo.

«Non ne dubito, ma è qui che ti sbagli» la corresse lui, avvicinandosi notevolmente a lei. Ora solo un palmo li divideva.

«Condividiamo anche quelli» sussurrò malizioso, a un soffio dalle sue labbra.

Ruby ebbe il tempo di assimilare le sue parole, e in un battito di ciglia si ritrovò intrappolata in una morsa d'acciaio.

Kai l'aveva afferrata con tale prontezza e velocità da farla girare e aderire la schiena contro il suo petto. Il suo braccio destro era ben saldo attorno alla sua gola, mentre l'altro le teneva stretto il braccio sinistro dietro la schiena.

Qualcosa di freddo e appuntito le toccò la pelle e solo allora si accorse che impugnasse qualcosa di appuntito, forse un coltellino.

Si riscosse e sorrise.

Eccola di nuovo, quella sensazione di fastidio, di irritabilità e intolleranza.

Come volevasi dimostrare, nessuno avrebbe potuto provare attrazione per un mostro come lei e probabilmente quel ragazzo era lì per ucciderla.

«Non vorrai uccidermi con un semplice coltellino» affermò, mentre con il braccio libero cercava di allentare la presa.

Il respiro del ragazzo si infrangeva contro la sua pelle e il calore del corpo di lui contro il suo le fece provare una strana sensazione.

Kai strinse con più forza la presa sul suo braccio sinistro facendola inarcare e trattenere il respiro.

«Ma no, zucchero. Mi servi viva per poter assorbire la tua magia» le sussurrò nell'orecchio destro, sfiorando con le labbra il suo lobo.

Dopo l'ennesimo strattone, Ruby si fermò, girando lentamente il volto verso il ragazzo trovando le sue labbra a un soffio dalle sue.

«Sei un Sifone, non è vero?» mormorò, incollando i suoi occhi viola in quegli azzurri di lui.

Kai sorrise.

«Indovinato. Ora sta buona e lasciami fare, altrimenti dovrò usare le cattive maniere» E contemporaneamente strinse con più forza il braccio attorno al suo collo, facendola sussultare.

«Ah, quindi queste secondo te, sarebbero le buone?» soffiò lei ma Kai non le rispose. Lo vide chiudere gli occhi e concentrarsi.

Ruby avvertì l'anello fremere con più veemenza e a quel punto seppe che quello era il momento esatto per rilasciare la sua energia nell'anello e lasciarlo agire.

Prese un bel respiro e concentrò la sua energia in un unico punto, lasciando che l'anello la assorbisse e in pochi secondi si udì un tonfo tremendo che mandò in frantumi la cristalliera.

L'anello aveva assorbito l'energia di Ruby e nel momento in cui aveva avvertito il tentativo di Kai di assorbirla, gli si era rivolta contro, scagliandolo con forza contro la cristalliera con un'enorme onda d'urto.

Ruby barcollò e per poco non perse l'equilibrio per via dei tacchi.

Il tonfo era stato così potente da aver spedito le schegge di vetro ovunque nella stanza. Il corpo di Kai giaceva riverso di lato contro l'immobile e a stento riuscì a muoversi, troppo stordito.

Ruby si massaggiò il collo e cercò di ricomporsi, mentre la tosse di Kai fu l'unico rumore nel completo silenzio.

Si avvicinò lentamente a lui, guardandolo con superiorità. Kai perdeva sangue dal labbro e dalla fronte, e ancora frastornato tentò di mettersi seduto.

«Come...come hai..?» Tossì nuovamente, pulendosi il sangue con il dorso della mano.

Ruby lo fissò intensamente, ponderando sul da farsi. Poi sorrise, un sorriso inquietante di chi aveva avuto un'idea malsana.

Si chinò sui talloni, attenta a non sbilanciarsi troppo per via dei cocci sotto le sue scarpe e lo fissò divertita.

«Tesoro, mi hai liberata da un sigillo molto potente creato appositamente per me dalla famiglia Parker. – inclinò il capo di lato, assumendo un'espressione angelica -Io due domande me le farei, non trovi?» E poi gli sorrise a trenta due denti, mentre Kai la fissava interdetto, indeciso sul da farsi.

«Sai, ultimamente ho sviluppato questo Hobby nell'uccidere chiunque provi a intralciarmi..» Iniziò gesticolando, come se stesse spiegando ad un bambino di prima elementare.

«Ma appena ti ho visto ho deciso di non farlo, anzi, mi è venuta una bellissima idea».

Kai indurì lo sguardo, stringendo con forza i pugni.

La cosa che sorprese Ruby fu la forza di volontà del ragazzo che, nonostante fosse ferito e stordito aveva intenzione di scagliarsi su di lei; glielo leggeva nello sguardo.

«Ah, ah!» fece il verso lei, sollevando subito la mano e in pochi secondi, Kai si ritrovò a soffocare e a tenersi la testa con una mano, come il ragazzo biondo della congrega.

«Wow! Sei un tipetto tosto, mostri gli artigli eh» lo prese in giro divertita, mentre Kai si accasciava di lato cercando invano, di fermarla.

La rossa sorrise. Gli occhi viola brillavano dall'eccitazione.

«Ho trovato. Visto che ti piace estrarre gli artigli...perché non me li mostri davvero?» Ridacchiò divertita.

Kai emise un gemito più lungo per via del dolore incessante così Ruby si sollevò, tenendo sempre la mano tesa cessando l'incanto.

Il ragazzo prese a respirare e a tossire, finché alle sue orecchie non giunse una strana formula sconosciuta che lo fece irrigidire. Sollevò la testa di scatto, fissandola ad occhi sgranati. Forse sapeva o forse no l'incantesimo ma a Ruby non interessava.

Gli piaceva, anche se aveva provato ad ucciderla e perché non vendicarsi su di lui con un bell'incantesimo di mutazione?

«Ostá san pétra,

gi os sárka e

neró san aíma.

katára ti zoí, allagí schímatos».

«Ossa come pietra,

terra come carne e

acqua come sangue.

Maledici la vita, muta la forma».

Non appena terminò l'incantesimo Kai boccheggiò.

In pochi secondi si ritrovò a rannicchiarsi su se stesso in preda al dolore, sotto lo sguardo cupo della ragazza. Emise un gemito più forte dei precedenti e la sua pelle iniziò a fumare.

«Non preoccuparti tesoro, passerà in fretta» mormorò, usando lo stesso tono di voce che si utilizza con i bambini dopo il bacio della buona notte.

In pochi secondi il corpo di Kai sparì sotto l'ammasso dei suoi vestiti.

Ruby allungò una mano scostando la giacca e la felpa e ciò che ne uscì fuori fu un dolce musetto dal nasino rosa.

Un bel gatto dal pelo lungo la fissava con le pupille dilatate e il respiro affannoso, segno che fosse spaventato.

Lo scoprì dai suoi vestiti e restò ferma lasciandogli il tempo di metabolizzare la cosa.

La pelliccia era favolosa: il marrone chiaro e quello scuro si alternavano a tratti, il pelo era lungo e solo nella parte bassa nel muso fin sotto il dorso era bianco. Gli occhi erano rimasti gli stessi, di un azzurro intenso ma con la pupilla felina.

Elettrizzata cercò di prenderlo in braccio ma Kai non sembrava dello stesso parere poiché le soffiò contro mostrandole i denti, per poi filandosela come un razzo sotto il divano.

Ruby si concesse una risata divertita.

Non solo era adorabile da umano ma da gatto lo era ancora di più. Sì, decisamente si sarebbe divertita con lui finché non sarebbe riuscita ad addomesticarlo.

°°°°

Pov Kai

Il suo piano era semplice e veloce, anche perché non aveva molto tempo a disposizione e voleva liberarsene in fretta. Per cui, durante il tragitto verso la vecchia casa dei Reyes aveva pianificato un velocissimo piano, ovvero: avvicinarsi con una semplice scusa alla ragazza e assorbirle l'energia.

Poteva essere anche la più forte del mondo ma una volta messe le mani sul suo potere si sarebbe indebolita e a quel punto, con estrema facilità l'avrebbe uccisa, così lui sarebbe stato il nuovo Leader della Congrega.

Se quello che sua sorella gli aveva rivelato era vero, allora la morte dei suoi fratelli e gli inutili tentativi che aveva svolto fin ora, si erano rivelati vani.

Serrò la mascella, frustrato.

O forse era più irritato.

Tanta fatica per poi ritrovarsi al punto di partenza.

Ma poco importava. Lui le aveva salvato la vita ed era certo che non lo avrebbe allontanato, almeno non prima di aver scoperto le sue intenzioni.

Entrò nella vecchia casa, e stranamente non era così tanto polverosa. Forse la ragazzina era già stata lì?

Probabilmente. Tutti prima o poi cercano di tornare nel luogo in cui appartengono.

Nel buio della casa riuscì a vederci ben poco perciò si aiutò facendo luce con una torcia. La magia che aveva assorbito era svanita e l'estrema urgenza di rubarla alla ragazzina si fece persistente.

Fece vagare la luce della torcia sulla mobilia e il suo sguardo fu catturato da un Grimorio posto in bella vista dentro una cristalliera, dalla copertina nera.

Osservandolo meglio capì che doveva essere molto vecchio data la vecchia fattura fatta a mano.

Come faceva quella ragazzina ad avere quel Grimorio? Tra l'altro non sembrava un Grimorio qualsiasi ma uno molto antico e quegli antichi conservavano un sacco di incantesimi sconosciuti o andati perduti.

Un sapere enorme.

Curioso fece per afferrarlo ma lo scatto della serratura lo fece desistere.

Non se ne preoccupò, poiché una volta fatta fuori la ragazzina se lo sarebbe preso per sé.

Si poggiò con il busto contro la cristalliera e restò a fissarla nel buio.

Dopo pochi minuti, vide la rossa mostrare un momento di debolezza: sotto la flebile luce della luna che filtrava dalle finestre, riuscì a vedergli una lacrima scivolarle sulla guancia.

In quel momento, il desiderio di afferrarla e assorbirle la magia gli inondò le membra e l'eccitazione nell'immaginare il suo volto contratto dalla disperazione gli fece prudere le mani.

Fece per scattare nel buio ma la ragazzina lo precedette perché si voltò di scatto nella sua direzione.

Confuso, restò al suo posto. Eppure, quando un Sifone non ha magia in corpo non era facile da individuare.

La fissò nel buio, ammirando la sua pelle lattea che brillava risaltata dalla luce della luna. Che fosse davvero così forte come gli hanno riferito?

improvvisamente si ritrovò a strizzare gli occhi per un istante a causa della luce improvvisa.

«Che cosa ci fai in casa mia?» La voce sospettosa della ragazza gli arrivò come uno schiaffo sul viso, quasi lo stesse rimproverando per aver commesso un crimine orribile.

Cercò di sembrare il più naturale e tranquillo possibile mentre le rivolgeva dei complimenti. Voleva che per una frazione di secondo abbassasse la guardia, gli bastava solo quello e l'avrebbe avuta in pugno.

Avanzò lentamente, come un ghepardo che aveva puntato la sua preda, silenzioso ma letale. La fissò negli occhi, quegli occhi dal colore così insolito e stranamente affascinante. Erano fuori dal comune e per questo gli piacevano, così come lei.

Era una bella ragazza non lo metteva in dubbio. Le ciglia da cerbiatta, il viso angelico, le labbra carnose risaltate dal rossetto rosso...lo attiravano.

Si soffermò sul movimento della lingua di lei che sensualmente aveva inumidito il labbro inferiore e improvvisamente, una strana voglia di afferrarla con la forza si impossessò di lui.

Voleva prenderla e assorbire i suoi poteri fino all'ultima goccia. Voleva vedere quel bel visino implorargli pietà, ma forse, per la parte che riguardava la sua uccisione poteva rivederla.

Dopo il loro inutile scambio di parole, il desiderio si impossessò di lui e con velocità riuscì a intrappolarla in una morsa d'acciaio, sfilandosi il coltellino che aveva precedentemente preso in prestito, e puntandoglielo alla gola.

In questo modo sarebbe stata buona e lui avrebbe agito con più semplicità. Di certo, non aveva immaginato che la sua pelle profumasse in quel modo...

E quando lei voltò leggermente il capo per fissarlo negli occhi, le loro labbra si sfiorarono di poco. Per un attimo la malsana idea di star commettendo un errore lo attraversò ma fu per pochi secondi. La strinse con più forza, facendole male.

Assolutamente no. Non avrebbe mai cambiato i suoi piani; lei gli serviva viva, ma solo per la sua magia, punto.

«Ah, quindi queste secondo te, sarebbero le buone?» continuò lei che nonostante la situazione, continuava ad avere quel tono di voce strafottente.

Questa volta non la degnò di risposta. Chiuse gli occhi e si concentrò, cercando di assorbirle tutta la magia.

Ma qualcosa non quadrò.

Per quanto si sforzasse, sembrava che la sua magia resistesse ai suoi tentativi, come se ci fosse un enorme forza a separarli. E poi successe tutto d'un tratto.

Una forte energia gli rimbalzò addosso spendendolo con forza contro la cristalliera. Sbatté la schiena e la testa contro l'immobile gettando milioni di schegge su tutto il pavimento.

Per il forte botto sentì la testa girargli. Fece fatica a rimettersi seduto e quando provò a fissarla gli parve di vedere tre ragazze al posto di una.

Strizzò gli occhi più volte, confuso.

Come aveva fatto? Come?!

«Come...come hai..?» Tossì nuovamente, pulendosi il sangue con il dorso della mano che sembrava non finisse mai, sporcandogli i vestiti.

Lei lo fissò con uno strano sguardo e per un secondo, gli parve di vedere se stesso riflesso ad uno specchio.

La cosa lo inquietò parecchio.

Lei si chinò, fissandolo diritto negli occhi.

«Tesoro, mi hai liberata da un sigillo molto potente creato appositamente per me dalla famiglia Parker. – fece innocentemente- Io due domande me le farei, non trovi?».

In quel momento non seppe cosa pensare, né cosa fare. L'unica soluzione al momento era quella di andarsene o la situazione si sarebbe messa male per lui.

«Sai, ultimamente ho sviluppato questo Hobby nell'uccidere chiunque provi a intralciarmi..» Continuò con fare annoiato, gesticolando.

«Ma appena ti ho visto ho deciso di non farlo, anzi, mi è venuta una bellissima idea».

Kai indurì lo sguardo, stringendo con forza i pugni.

Qualcosa gli suggeriva che non si sarebbe messa bene per lui. Doveva fare qualcosa.

I pugni iniziarono a prudergli e il folle desiderio di tramortirla prese possesso di lui. E chissà, magari dopo averla rapita gliel'avrebbe fatta pagare cara.

Fece per saltarle addosso ma lei con un riflesso velocissimo gli mandò in dolore la testa.

Il dolore era insopportabile, non riuscì a capire più nulla. Il respiro gli fu spezzato da una forza invisibile, come se qualcuno lo stesse soffocando.

Il cuore gli pompava con forza nel petto e con l'adrenalina a mille nel suo corpo, provò a fermarla ma fu tutto inutile.

Poi tutto tacque.

Ebbe il tempo di respirare quando sentì una strana litania riempire il silenzio nella stanza.

Che quella ragazzina lo stesse maledicendo?!

Sbarrò gli occhi, cercando subito una soluzione ma tutto si fece confuso e nuovamente un enorme dolore si impossessò di lui, ma molto più intenso, proveniente dalle viscere e dalle ossa stesse.

Gli sembrava di sentire le sue costole scricchiolare e schiacciarsi, di sentire il sangue fluire più lentamente e il cuore rallentare per pochi secondi.

I polmoni smisero di funzionare per pochi attimi. Si guardò le mani e si accorse che stavano fumando. Provò ad urlare ma dalla sua bocca non uscì nulla, e in men che non si dica qualcosa cambiò.

Tutto cessò.

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