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Capitolo 8 - Kill, Don't Kill

Quella sera si prepararono all'incarico che avrebbero svolto la notte. Appena il sole calò, si avvicinarono alla villa e si nascosero nei piccoli gazebi dei braccianti fuori dalla recinzione e tra le siepi.
-Ci sono molti soldati- constatò Aidan
-Quanti ne vedi?- chiese Andrew.
Il biondo si guardò intorno
-Fuori dal cancello ce ne sono cinque. Poi ce n'è due davanti al giardino, tre sul tetto e altri tre che girano intorno alla casa-
-Senza contare quelli all'interno- il corvino cominciò a pensare
-Come mai ci sono così tante guardie? Non è neanche un nobile-
-Forse sta immaginando che qualcuno voglia ucciderlo. Però è strano...- ritornò pensieroso -Deve essere qualcuno di davvero importante...chiunque sia, dobbiamo entrare-
-Come facciamo con tutte quelle guardie?-
-Anche se li distraessimo ci sarebbero sempre gli altri pronti a difendere quindi...- spalancò gli occhi -Ho un idea-

Corsero verso il centro della cittadina e si fermarono in un angolo.
-Vedi quelle due guardie?- le indicò Andrew -Quelle saranno le nostre prede- tolse la bandana dai capelli del biondo -Attira la loro attenzione. Vai!- gli diede un calcio di 'incitamento'.

Arrivò davanti alle guardie e per qualche secondo il suo cervello andò in tilt, facendogli dire parole sconnesse, fino a quando non gli venne in mente una distrazione
-A-aiutatemi!- disse fingendosi disperato -Un uomo ha preso mia sorella! Stavamo passeggiando quando questo è spuntato all'improvviso e mi ha colpito!- mostrò i segni sul collo che gli erano rimasti dalla sera prima 'giocando a nascondino'. -Fate qualcosa, vi prego!-Riuscì perfino a far uscire qualche lacrima e fu talmente credibile che i soldati lo seguirono senza fare domande
-Un gioco da ragazzi-
Li condusse nel vicolo dove si trovava precedentemente
-Dov'è la ragazza?- chiese uno di loro
-Qui dietro-
Neanche il tempo di girarsi che una delle due guardie era già a terra svenuto.
L'altro stava per reagire ma Aidan lo prese da dietro, gli mise una mano in bocca e lo colpì in testa con l'elsa della daga, facendo cadere anche quello a terra
-E ora?- chiese il biondo
-Cambiati-

Poco dopo i due si ritrovarono a camminare tranquillamente davanti alla villa. Avevano preso i cappotti rossi dei soldati e li avevano indossati, insieme ai cappelli.
-Fai quello che faccio io-
Arrivarono davanti ai soldati a guardia del cancello, che li fecero passare facilmente.
Poi andarono verso quelli davanti alla porta della villa
-Cambio della guardia- annunciò Andrew, sbattendo un piede a terra in segno di saluto.
I due soldati erano inizialmente confusi ma poi fecero anche loro il saluto e si scambiarono i posti.
Aspettarono che i soldati si allontanassero ed entrarono all'interno della villa
-Che ansia...- disse Aidan togliendosi il cappello e poggiando la schiena al muro
-Non è ancora finita. Dobbiamo cercare la stanza di quell'uomo-
Aidan annuì leggermente e rimise il cappello nero.

Durante il tragitto alcune guardie gli fecero domande ma dopo alcune scuse inventate da Andrew li lasciarono continuare. Avevano controllato quasi ogni stanza, ma niente. La camera da letto non si trovava.
-Andrew, come dovremmo ucciderlo?- chiese il biondo a bassa voce -Dobbiamo fare in modo che sembri un incidente, ma come?-
-Lo faremo in modo semplice: lo soffochiamo e poi lo buttiamo dalla finestra. Così sembrerà che abbia perso l'equilibrio. E mentre le guardie penseranno a lui, noi ce ne andremo-

Dopo un po' di ricognizione, finalmente trovarono la camera. Entrarono lentamente e si avvicinarono al letto.
Andrew fermò Aidan prima che si avvicinasse ulteriormente
-Che c'è?-
-C'è qualcosa che non va-
Si avvicinò al letto e levò le coperte.
Lì, sopra al materasso c'erano dei cuscini.
-No...- Andrew ebbe solo il tempo di sgranare gli occhi.
In un secondo tutta la stanza si riempì di soldati con i fucili pronti a sparare.
-Mettete le mani a vista!- gridò una delle guardie
-Buttate le armi!- disse un altro.
Lentamente i due indietreggiarono mentre i soldati avanzarono.
Aidan deglutì
-Abbiamo un loro ufficiale! Bene!-
-Possiamo ucciderlo subito?-
-Dobbiamo condannarlo alla forca, come da legge!-
-Che facciamo con l'altro?-
-È uno di loro-
-È pur sempre un pirata, catturiamoli entrambi!-
-Aidan- chiamò il corvino mentre i soldati si organizzavano tra di loro -Fai quello che ti dico-
Il biondo si girò verso l'altro
-Scappa via dalla finestra- abbassò la voce -C'è un albero appena esci, scendi tramite quello. Scappa il più lontano possibile-
-E tu che farai?-
-Questa è un trappola. Quell'uomo era d'accordo con le guardie. Nei loro piano c'ero solo io, perciò con un po' di fortuna non faranno attenzione a te-
-Non posso lasciarti da solo!-
-È un ordine. Osa disobbedire e morirai-
-Ma...-
-Ti raggiungo più tardi. Vai. Ora!-
Si lanciò all'attacco e lo stesso fecero gli altri. Aidan cercò di sfruttare l'occasione e uscì dalla finestra, come gli aveva ordinato il corvino. Essendo al secondo piano, si sarebbe spiaccicato al suolo se non ci fosse stato l'albero dove si aggrappò all'ultimo secondo. Saltò da un ramo all'altro, mentre sentiva spari e urla dall'interno.
Era uscito dalla villa, ma le guardie non avevano smesso di puntarlo. All'ultimo secondo riuscì a notare e schivare un proiettile diretto alla sua testa. Due guardie gli stavano alle calcagna.
Ma non avrebbe lasciato che il sacrificio di Andrew andasse vanificato. Ricominciò a correre, cercando la sua daga, ma nella foga non trovò la fodera.
Quando i soldati ricominciarono a sparare coi fucili, si nascose dietro ad una casa.
Non si era allontanato molto dalla villa.
Prese la daga tra le mani, tenendola come se potesse fulminarlo da un momento all'altro. Il suo battito aumentò. Guardò oltre il muro. Uno dei soldati si era lanciato alla carica contro di lui. Aidan schivò un affondo all'ultimo secondo, indietreggiando. Un altro attacco, un'altra schivata. Continuò così per altre tre volte, finché il biondo non finì con le spalle al muro. Il soldato si avvicinò velocemente. Ma qualcosa andò storto per lui. Aidan si difese alzando le braccia, incociandole davanti alla propria testa. E fu proprio quello che tradì il soldato. Il biondo teneva nel modo giusto la daga. La lama era veramente affilata. E il soldato non fece in tempo a tirarsi indietro. Perciò, oltre a proteggersi, Aidan passò la lama dal fianco sinistro alla spalla destra del suo quasi assassino. Il sangue sgorgò abbondantemente e quello cadde in avanti, sbattendo la fronte contro il muro. Aidan stette qualche secondo, cercando di capire cosa fosse successo. La
sua mente non aveva ancora elaborato, quando l'altro soldato attaccò. Si risvegliò in tempo da quello stato e si buttò lateralmente per terra.
-Uccidi o vieni ucciso-
Gli tornarono in mente queste parole, e mentre l'altro si dava alla carica, lanciò il coltello chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì vide la guardia con gli occhi sgranati, mentre l'elsa di un coltello gli spuntava dalla gola. Cadde all'indietro.
Aidan si rialzò lentamente
-No. Non posso averlo fatto veramente-
La tensione stava scomparendo e il biondo cominciò a elaborare l'accaduto.
Quasi non cominciò a piangere. Per la prima volta, si stava seriamente pentendo di essere diventato un pirata. Sentiva un vuoto nello stomaco e gli mancava l'aria.
-Due in una volta. Niente male come inizio- una mano scippò l'arma dal collo dell'uomo morto con uno scatto secco.
-Io ho...io ho...- Aidan faceva fatica a parlare
-Mettila in questo modo: l'hai fatto per difenderti- gli porse la daga -Hai seguito i miei ordini e ora siamo entrambi vivi. In più ho rubato dei soldi dalle loro tasche. In fin dei conti, è andata bene. Torniamo alla nave-
-Io...li ho uccisi...- disse ancora una volta.
Il corvino piegò la testa.
-Io non volevo...li ho uccisi!- disse infine gridando.
Andrew gli diede un pugno in testa
-Ci farai l'abitudine, prima o poi. Andiamo. Qui abbiamo finito-

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