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Capitolo 14 - Holiday

Aidan aveva fatto parte di missioni continuamente, perciò il capitano gli diede un giorno libero: avrebbe potuto fare quello che voleva, dormire, mangiare o...no basta, tutto qui. Dato il suo grado, non aveva ancora il permesso di andare da solo in città senza un superiore di qualunque grado insieme a lui. Ma non era una restrizione malvagia, anzi, era per il suo bene. Se un soldato lo avesse catturato, da solo non avrebbe potuto far nulla.
In fondo era lì da qualche settimana, non poteva prendere decisioni immediate di testa sua. E poi, erano in mare aperto. Gli era ugualmente impossibile.
Non potendo scendere dalla nave, si ritrovò a sospirare annoiato poggiato al parapetto.
Vide Vincent in lontananza che indicava e urlava e decise di andargli incontro.
-No lì no! Insomma...dovete metterlo...cioè sì mi avete capito! Più a destra. La mia destra! O forse è la vostra? No ora a sinistra. Ehi ciao Aidan. Mettetelo giù...perché lo state lasciando!?- stava letteralmente facendo impazzire la ciurma, facendogli trasportare delle casse a destra e a manca senza però dare definizioni dettagliate
-Che...che stai facendo?- chiese il biondo
-Oggi sono il responsabile allo scarico merci. Ma questi rozzi non vogliono capire! Devono metterli lì nella cosa dove si conservano le cose e poi la cassa rotonda al buio lontana dalla cassa quadrata e dalle cassette piccole ma non vogliono capire!-
Aidan guardò i pirati che lanciavano occhiate di risentimento a Vincent. In effetti, gli ordini di Vincent erano impossibili da capire, come lo stesso ufficiale d'altronde.
Ma Aidan aveva passato molti giorni insieme a lui, perciò lo capiva alla perfezione.
Sospirò e si avvicinò ai pirati
-Vuole che li mettete nella stiva, però i barili di rum e altre bevande devono stare all'ombra e non vicino al cibo e neanche accanto alle piccole casse contenenti oggetti di vario tipo- spiegò
-E io che ho detto!?-
I pirati diedero una pacca di ringraziamento al ragazzo e fecero come gli era stato detto.

~~~

-Vincent, cosa fai nei giorni liberi?-
-Mh? Cosa faccio? Mmmmh solitamente vado in città girando vari ristoranti oppure vado alle bancarelle dei vari giochi-
-Wow...va bene, grazie ugualmente-
Si allontanò dall'uomo, con un po' di delusione.

-Ehi, ragazzo!-
Aidan si girò
-I-io?-
-Sì tu!-
Uno dei pirati si avvicinò a lui
-Fammi un favore, porta queste a Lukas, nello studio accanto alla cabina del capitano-
Gli diede un cesto pieno di mele
-O...okay-
-Ah, buona fortuna-
Il pirata se ne andò di corsa lasciando Aidan confuso.
A quanto aveva capito col tempo, lo studio che intendeva il pirata era proprietà privata di Lukas, il suo studio personale nella quale era vietato entrare senza permesso. Lì dentro Lukas tracciava rotte e calcolava tempi, rifornimenti e strategie d'attacco.
Bussò alla porta ed entrò
-È permesso?-
Un coltello si infilzò sul muro appena accanto al biondo che trasalì.
-Chi è che mi disturba?-
In quel momento Lukas era trasandato, visibilmente irritato e bianco cadaverico.
Aidan entrò tremando
-E-ecco...ho qui del cibo-
Lukas lo guardò con gli occhi contornati da borse nere, segno che non dormiva da ore o forse giorni.
Il ragazzo posò il cesto sul tavolo accanto al navigatore e quello afferrò subito una mela, addentandola e tornando con lo sguardo sulla mappa.
Fece per uscire ma un grido, accompagnato da un pugno sbattuto sul tavolo, lo fece bloccare.
Lukas si lasciò andare sulla sedia e si mise le mani in faccia
-Perché!? Perché non ci riesco!?-
Aidan si avvicinò lentamente
-C'è...c'è qualcosa che non va?-
-TUTTO NON VA!-
Il biondo balzò all'indietro.
Lukas fece un respiro profondo, cercando di calmarsi.
-Non riesco a trovare una rotta sicura. Ogni rotta è circondata da navi nemiche. Non riusciremo a proseguire senza essere attaccati-
Aidan cercò a disagio qualcosa da dire.
-Beh...magari non ci riesci perché non hai dormito...forse se ti addormentassi per qualche ora...-
-Se mi addormentassi non avrei più tempo!-
-Okay...allora...- si avvicinò alla mappa, scrutandola
-E se passassimo di qui?- indicò un punto
-Non possiamo. Il vento non è a favore-
-Veramente in questo momento sta soffiando proprio da quella parte-
Il castano lo guardò come a cercare di capire se fosse serio
-Magari se avessi preso una boccata d'aria invece di stare qui l'avresti notato...- azzardò.
Lukas corse verso la porta aprendola di scatto, e rimase lì fermo per un po'.
-È vero...- sussurrò.
Poi sgranò gli occhi
-Questo vento continuerà così ancora per un po' perciò se continuassimo a navigare di pomeriggio ci accompagnerebbe fino alla prossima isola dove potremmo attaccare sul versante Nord e poi...- continuò coi suoi discorsi geografici prendendo un compasso e un righello e osservando la bussola -Ragazzo, che ore sono?-
Aidan prese il suo fedele orologio da taschino
-Le 10 e 45-
-Sì...possiamo farcela! Prendi una matita!-
-Subito!-
Fece come detto e in men che non si dica si ritrovò a seguire gli ordini di Lukas, arrivando perfino ad arrampicarsi fino in cima all'albero maestro, controllando possibili ostacoli.
-Ce l'ho fatta! Ce l'ho veramente fatta! Avverti il timoniere, questo pomeriggio si parte!-
-Sissignore!-
Aidan fece un segno di saluto e andò verso la porta
-Ah, posso chiederti una co-
Si bloccò vedendo l'ufficiale chinato sulla mappa, già dormiente.
Sorrise ed uscì dallo studio.
Appena chiuse la porta si ritrovò davanti a Shiriki, l'ufficiale dai capelli neri, che sembrò studiarlo a fondo.
-Che stavi facendo nello studio di Lukas?-
-Ehm...mi ha chiesto aiuto...- spiegò
-Lukas ha chiesto aiuto a te?- sottolineò l'ultima parola.
Aidan annuì. Shiriki continuò a guardarlo sospettoso.
Il biondo deglutì e lentamente cominciò ad allontanarsi
-Sappi una cosa- lo bloccò Shiriki -Io non mi fido di te. Né lo farò mai in futuro. Perciò guardati le spalle-
Aidan rimase pietrificato all'affermazione e annuì debolmente per poi andare via in fretta.

Quando fu abbastanza lontano riprese a respirare.
-Che stai facendo?-
Aidan saltò in aria
-A-Andrew?-
Il biondo sospirò.
Andrew lo guardò confuso e poi continuò a camminare
-Dove vai?-
-A dormire-
-Oh. Certo. Anche tu in ferie?-
-No no. Se avessi un giorno libero, non starei certo qui a parlare con te-
-Oh. Ovvio-
L'ufficiale ritornò a camminare sperando che nessun altro lo fermasse nuovamente nel suo viaggio verso il sonno.

Ancora una volta Aidan si trovò solo e annoiato, seduto sugli scalini della nave.
I pirati andavano e venivano, lavoravano, controllavano le cime e le corde e pulivano.
Mai come allora desiderò di lavorare.
Mentre pensava, vide Julien in lontananza.
L'uomo lo osservò per un paio di secondi con uno sguardo non proprio amichevole. Aidan spostò lo sguardo, a disagio. L'ufficiale fece un sorriso beffardo e ritornò a dare ordini.
Il biondo si alzò e andò verso il retro della nave, cercando di evitare il più possibile gli ufficiali.
Infatti, andò a sbattere contro Nathan.
-Scusami-
-Oh, Aidan- Nathan sorrise -Sei di fretta?-
-Non proprio...- guardò dietro di sé -Sto solo evitando guai-
Il rosso lo squadrò a fondo
-Julien?-
Aidan annuì.
-Ovviamente. Tieniti lontano da lui-
-Sì seguirò il consiglio- rise Aidan -Stare vicino agli ufficiali non farà bene alla mia salute-
Nathan fece una faccia offesa
-No no! Non intendevo te!- si corresse subito -Per ufficiali intendo Julien e Shiriki...e Andrew, dato che tutti e tre potrebbero uccidermi da un momento all'altro...e Lukas...e anche Vincent probabilmente...-
Nathan fece una risata alzando le sopracciglia e scuotendo leggermente la testa.
Aidan sorrise e guardò alle spalle dell'altro.
-Sta già tramontando?-
Il rosso si voltò
-Oh, già-
Il biondo guardò il suo orologio da taschino.
Nathan assottigliò gli occhi
-È nuovo? Non te l'ho mai visto-
-Huh? Ah, no. È un regalo di mia madre- glielo mostrò
-Wow. È molto bello-
-Tu dici? È un po' rovinato...-
-È argento? Sembra costoso- alzò un sopracciglio
-Ah! No no no, non è costoso! Per niente! È...è... un imitazione! Sì, proprio così! In realtà questo è ferro- rise nervosamente rimettendo l'orologio in tasca.
Nathan lo guardò stranito
-Si è fatto tardi! Devo fare... una cosa! Ciao!-
Indietreggiò lentamente per poi cominciare a correre e lasciare il rosso senza parole.

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