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•Capitolo 8• Lettere

Pov Aizawa.

Dall'incontro col preside di qualche settimana fa non riesco a fare a meno di essere preoccupato.
Ho bisogno di sapere tutta la verità su ciò che è successo.

Anche se ammetto che avrei preferito saperlo prima, e da Sakura invece che da Nezu, non mi sembra il momento di lamentarmi.

L'unica cosa che posso fare è aspettare di arrivare a casa e finalmente leggere queste stramaledette lettere che lei mi ha lasciato...

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Flashback:

Pov. Narr.

Il Moro si sedette dal lato opposto della scrivania del preside, appoggiandosi poi allo schienale della sedia.

Aizawa: quindi? Di cosa dovrei essere messo al corrente?

Nezu lo guardò, incredibilmente serio.

Nezu: credo tu ti ricordi di Hagako Mikaru...

Il professore alzò un sopracciglio.

Aizawa: certo che me ne ricordo. Quel bastardo le andava dietro come un gatto corre dietro ai topi.

Il suo tono era duro e freddo. Era palese che il Signor Mikaru ad Eraser Head non piaceva per nulla.

Nezu: tua sorella ti avrebbe già tirato uno schiaffo a sentirti parlare così di suo marito..

Aizawa tirò un sospiro infastidito.

Aizawa: non me lo ricordi signor preside.

Ci fu qualche secondo di silenzio prima che lo strano orso ricominciasse a parlare.

Nezu: non voglio dilungarmici troppo.. ma sul fatto che Hagako fosse e sia ancora oggi un bastardo non posso che essere d'accordo.

Il trasandato professore, in quel momento, capì che le cose stavano per farsi molto, molto serie.

Aizawa: preside Nezu, dica ciò che deve dire.

Nezu: molto bene.. come sai Mikaru e Sakura si sono sposati..-

Il preside venne bruscamente interrotto dall'uomo dai lunghi capelli neri.

Aizawa: ignorando completamente la mia disapprovazione.

L'orso annuì.

Nezu: ignorando la tua disapprovazione. Alcuni mesi dopo però.. Sakura si è ammalata..

Caló il silenzio. Nezu si alzò dal divanetto sul quale si era seduto e si avvicinò ad un mobile. Aprì un cassetto e ne tirò fuori due grossi pacchi di lettere.
Nessuna di loro aveva un francobollo, segno che non erano destinate ad essere spedite.

Nezu: quando si è ammalata aspettava un bambino. Ha iniziato a scrivere queste lettere, ma inizialmente non ha mai voluto spedirle. Erano tutte per te.

Si avvicinò all'uomo e gli porse i due pacchetti, che l'ultimo afferrò solo dopo qualche secondo.

Nezu: il giorno prima di... venire a mancare mi ha fatto chiamare e mi ha raccontato tutto, chiedendomi di darti le lettere.

Aizawa aveva tenuto un'espressione fredda e distaccata per tutto il tempo.

Aizawa: c'è altro?

Nezu sospirò.

Nezu: no. Mi disse che tutte le risposte che avresti cercato sarebbero state nelle lettere.

Il professore strinse i due pacchetti fra le mani, si alzò lentamente dalla sedia, e con la stessa lentezza uscì dall'ufficio del Preside.

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Pov. Aizawa.

Appena entrai in casa mi chiusi senza troppa cura la porta alle spalle e mi andai a sedere sul divano nero del salone.
Appoggiai il secondo pacchetto di lettere sul tavolo di vetro e scartai delicatamente il primo.

È quasi come se avessi paura di ciò che potrei trovare scritto in quei fogli di carta ripiegati tanto accuratamente come lei era sempre solita fare.
Già.. Sakura detestava il caos e il disordine.

Ogni cosa aveva un posto e in quel posto doveva rimanere.

Lasciai che sulle mie labbra si formasse un piccolo sorriso.
Dopo aver preso quel pizzico di coraggio che mi mancava, appoggiai al mio fianco sul divano le lettere, tranne la prima, che cominciai a leggere.

Primo giorno:

Ohayo Onii-Chan!
Beh, dubito leggerai queste righe, ma un saluto è d'obbligo, non credi?
Sai.. mi manchi.
Mi manca sapere che sarai sempre qui a proteggermi, ma sono fiduciosa del fatto che un giorno ci rivedremo e mi abbraccerai forte forte! Lo facevi sempre no?
Oggi è venuto a visitarmi il medico.. non sto molto bene, ma non preoccuparti, sarà solo un raffreddore!
Inoltre il dottore ha annunciato anche un'altra cosa.. non so se ne sarai contento quanto lo sono io, ma tenertene all'oscuro non mi sembra giusto.
Ha detto.. che sto aspettando un bambino! Forse è anche per quello che non sono proprio in forma, ma di certo non è colpa di questa povera creaturina.
Chissà se un giorno vi conoscerete..

Osservai ancora qualche minuto la lettera. Gli occhi cominciavano a pizzicarmi..

Bah, non avrò messo bene il liquido..

Prendo la seconda lettera e la apro con ancora più delicatezza.

Secondo Giorno:

Buongiorno fratellone!
Non sono riuscita a dormire stanotte sai?
Continuo a pensare al piccino o alla piccina che c'è qui con me.. chissà se avrà qualcosa di te! Spero abbia i capelli. Mi sono sempre piaciuti.
Ho pensato anche a dei possibili nomi.. nel caso sia un maschio c'è la possibilità di chiamarlo Hikari, o Hasame! O perché no, magari anche Takumi!
Se invece fosse femmina Hanon mi piace molto, significa "suono Delle onde", oppure.. mh.. sono indecisa tra Mikaela e Shinon!
Tu che ne dici?
Ora purtroppo non posso scrivere molto, sta tornando il dottore.
Ma ti giuro che appena potrò ti aggiornerò su tutto!

Continuai a leggere le lettere finendo tutto il primo pacchetto.
Stavolta non badai ad essere delicato, nelle ultime lettere che ho letto, le sue condizioni stavano peggiorando.
Devo sapere cosa è successo poi.

Ventisettesimo Giorno:

Ciao Fratellone!
Volevo sapere come stavi.. io non sto molto bene ad essere sincera.. mi sento sempre molto debole e non ho quasi mai fame.. le uniche cose che mangio, le mangio per sfamare la piccola.. eh già! È una femminuccia!
Ormai lei è l'unica cosa che mi fa sorridere.
Hagako sta cambiando..
Elaine ed Edgard non lo lasciano avvicinare alla mia stanza per fortuna.
Sta diventando violento.. mi fa paura.
A volte desidero che tu sia qui con me.. anche a costo di farmi una strigliata per non averti ascoltato.
Amo mia figlia, nonostante sia anche sua, ed è proprio per questo che non ho intenzione di lasciarla sola con quello...
Ti prego.. se io non dovessi farcela.. mi prometti che te ne prenderai cura?
Lei non ha colpe.
Lei non sa nemmeno cosa voglia dire malvagità.
Lei ha solo bisogno di qualcuno al suo fianco che le voglia bene, ma ho paura che io non potrò farlo.. ogni giorno, secondo i medici, va sempre peggio. Nemmeno le medicine fanno più effetto ormai..
Ti prego Shota.. non lasciarla sola...

Stringo quel pezzo di carta fra le dita, stracciandolo.
Io non so nemmeno come si chiami.. eppure lei voleva che la proteggessi.
Ormai manca solo una lettera.
L'ultima ferita da chiudere.

Ventottesimo Giorno:

Fratello mio..
Ora ne sono proprio certa.. dopo il calo della scorsa notte non c'è.. possibilità che io resista. Ma non essere triste. Avrai la tua nipotina a farti compagnia.. sarà un po'come se io fossi lì con te.
A proposito.. come stai? Ho sentito in tv che il tasso dei crimini in questo periodo si è alzato.. però con te, e gli altri Hero a proteggerci so che non corriamo pericoli!
Scrivo principalmente però, per metterti al corrente di una decisione che ho preso.
Non voglio che mia figlia abbia nulla a che fare col mostro che suo padre è diventato.
Elaine mi ha detto che se avessi voluto avrei potuto dare il suo cognome alla piccola, per salvaguardarla. Ed è così che farò.
Sai ero davvero tentata di chiamarla Hanon ma alla fine ho scelto un altro nome.
Secondo me poi, Katara Minori suona molto meglio che Hanon Minori! Che te ne pare?
Mi raccomando fratellone.. ricordati la promessa.
Lei non merita tutto il male che questo mondo ha da offrire.
Proteggila anche per me.
Con affetto, Sakura (e la piccola che non vede l'ora di conoscere suo zio!)

Le mie mani avevano cominciato a tremare. I miei occhi rileggevano le ultime righe in cerca di qualche dettaglio che smentisse ciò che era stato scritto ma nulla.
Era tutto più reale di quanto avessi mai immaginato.

"Lei non ha colpa."

Ha ragione però.

Non è colpa sua.

Tuttavia ho bisogno di qualche giorno.. devo trovare.. il modo di gestire questa cosa..

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Past Story:

Pov. Katara.

Continuo a correre, nonostante senta dolore ai piedi.
L'asfalto freddo, è costellato di piccoli pezzi di vetro appartenenti a qualche bottiglia ormai vuota, prosciugata da qualche uomo probabilmente dello stesso bar che sto cercando di lasciarmi alle spalle.

Ho tanta paura.. sento i passi pesanti degli scarponi dell'uomo con cui stava parlando il mio papà inseguirmi.

Di norma sarei più veloce di lui, ma il dolore e i pezzi di vetro mi impediscono di andare più velocemente di quanto io non stia già andando.

Poco più avanti c'è un bivio.
Destra o sinistra?

Se mai dovessi capitare in un vicolo cieco sarei spacciata.. io in quel posto non ci voglio stare, mi fa paura..

Scelgo di affidarmi alla sorte.
Chiudo gli occhi, gonfi e rossi per il pianto, è una volta all'incrocio svolto a sinistra, andando a sbattere però contro qualcosa.

Non è un muro.

Quello sarebbe duro e freddo, quello contro cui invece sono sbattuta sembra un caldo giubbotto pieno di pelo.

???: Mh? Ehi piccolina, come mai sei da sola a quest'ora? E come mai sei conciata così? Dove sono la mamma e il papà?

La voce che mi raggiunge è dolce e calma.
Infonde sicurezza e calore a chiunque l'ascolti.

Apro lentamente gli occhi, trovandomi davanti ad un ragazzo molto giovane. Doveva avere vent'anni di sicuro..

Non riesco a parlare che sento qualcuno afferrarmi il polso e cercare di tirarmi lontano dal ragazzo.

Presa dal terrore puro mi aggrappo alla manica del giubbotto di lui e cominciò ad urlare disperata.

Katara: NO! NO TI PREGO! TI PREGO NON MI LASCIARE A LUI! PER FAVORE HO PAURA NON MI LASCIARE A LUI! NON MI LASCIARE TI PREGO!

Le mie urla sono strazianti.
Sento il ragazzo afferrarmi saldamente e tirarmi a lui, facendo in modo che la presa dell'uomo che mi stava inseguendo fino a poco prima sparisca.
Mi stringe forte al suo petto, accarezzandomi i capelli e sussurrandomi che andrà tutto bene.

Sento una strana sensazione ma non voglio allontanarmi da lui.
È un posto sicuro in cui stare..

???: Ehi piccolina.. tranquilla è andato via sei al sicuro ora.

Non mi allontano minimamente da lui.
Sto tremando, ho paura che mi lasci di nuovo da sola.

E quando stavo proprio pensando che mi avrebbe allontanata e se ne sarebbe andato, ha fatto l'esatto opposto.

Mi ha presa in braccio e mi ha coperta con una sciarpa.

???: Come ti chiami piccolina?

Alzo un po' la testa per guardarlo. Ha dei capelli biondi come il grano e degli occhi azzurri profondi quanto l'oceano.
Ha degli occhi bellissimi.

Katara:.. Katara... Mi chiamo Katara..

Lui mi fa un sorriso a quarantadue denti.

Erick: piacere Katara! Il mio nome è Erick. Ti va se per un po' vieni a stare da me? Non mi fido a lasciarti da sola.

Lo guarda leggermente rossa, e annuisco.

Erick: bene allora! Direzione: Casa! E casa vuol dire anche Ramen della mamma!

Fa un sorriso simile a quello di un bambino, facendomi scappare una risata.
È davvero gentile..
Con lui, mi sento davvero al sicuro.

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Nota Autrice:

SALVE! Niente vi lascio l'aspetto di Erick qui sotto perché... Si.

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