•Capitolo 11• Sola.
Pov. Katsuki.
Tutto.
Ecco cosa ho visto.
Ho visto tutto ciò che quei due hanno fatto. Certo non è che abbiano fatto cose peggiori, e cazzo, menomale, ma non posso fare a meno di essere arrabbiato. Perché lo sono poi? Cos'ha quella mocciosa che mi intriga tanto?
È una ragazzina come le altre.
Quel sorriso che porta sempre... Palesemente finto.
Ma nessuno lo ha ancora notato.
Mi appoggio al muro, aspettando che quei due si decidano ad uscire.
Passano diversi minuti senza che nessuno dei due si presenti sulla porta, quindi ormai al limite della mia già di per sè ridotta pazienza inizio a bussare insistentemente alla porta.
Poco dopo, finalmente il bicolore si decide a segnarmi della sua presenza.
Shouto: cosa vuoi Bakugo?
Sposto il peso sulla gamba sinistra e lo guardo intensamente.
Bakugo: l'obbligo è finito da un pezzo.
La mia voce è fredda, quasi tagliente.
Il bastardo sembra intuire benissimo che quel "l'obbligo è finito" sia un invito a prendere e andarsene, eppure non si muove.
Shouto: se vuoi che me ne vada lo farò, ma tra qualche minuto.
Inizio a perdere la mia, come già detto prima, limitata pazienza.
Bakugo: e perché cazzo dovrei aspettare i tuoi comodi?!
Lo spintono via entrando in camera, e notando solo in quel momento la castana addormentata sul divanetto della stanza.
Bakugo: che le hai dato, un sonnifero?!
Lui mi guarda male, schioccando poi la lingua sul palato.
Shouto: ma che razza di idee ti vengono in mente.
Dopo alcuni minuti passati a lanciarci frecciatine l'un l'altro decidiamo di lasciare riposare in pace la ragazza.
O meglio, approfitto della situazione per cacciare tutti di casa a calci in culo.
Letteralmente.
Sono tentato di dare il calcio in culo più forte al bastardo diviso a metà, ma stavolta Kirishima lo merita più di tutti.
Dopo aver cacciato tutti, torno nella camera dove Katara sta dormendo, intenzionato a farla andare via, se non fosse che qualcosa mi blocca.
Sono fermo sulla porta, ad osservarla. Se ne sta rannicchiata sul divano, stringendo al petto un cuscino, piangendo.
Sta cercando invano di fermare le lacrime, di soffocare i singhiozzi.
Il suo respiro è irregolare, il suo petto si alza e si abbassa velocemente.
Le gambe stanno tremando, talmente forte che non mi serve sfiorarla per capirlo.
La schiena è curvata verso l'esterno, i capelli sono scompigliati e sparsi sul suo viso.
Mi avvicino a lei, inginocchiandomi vicino al divano e spostandole una ciocca di capelli dal viso.
Fortuna che ho cacciato tutti prima...
Katsuki: ohi... Demente...
Lei in tutta risposta si copre il volto col cuscino.
Katara:.. n-non mi guardare..
La sua voce è spezzata in due dai singhiozzi che non minacciavano, nemmeno lontanamente di cessare.
Katsuki: non fare la difficile ora. Perché piangi?
Lei non risponde. Si limita a cercare di trattenersi.
Le strappo il cuscino dalle mani, facendola sedere diritta davanti a me.
Katsuki: brutta demente che non sei altro, non provare a prendermi per il culo! Ora spiegami per quale cazzo di motivo stai piangendo! È stato il bastardo diviso a metà?!
Lei scuote la testa, tenendo lo sguardo basso.
Katsuki: e allora cosa?! Cristo Katara, dimmi cos'hai!
Le asciugo una lacrima, sedendomi al suo fianco e facendola sedere sulle mie gambe.
Pensavo fosse più pesante in realtà.
Katsuki: allora?
Lei ancora non si decide a rispondermi, quindi le prendo il più dolcemente possibile il viso tra le mani e la costringo a guardarmi.
Katsuki: Katara dimmi subito cos'hai. Anzi forse l'ho capito. La tua vita non è talmente perfetta da farti sorridere sempre come vuoi farci credere. Ti è successo qualcosa in passato, qualcosa che ti tormenta ancora oggi. Di cosa hai paura Karara?
Lei si sforza di sorridere
Katara: n-non è davvero n-niente Katsuki.. s-sto be-
Katsuki: NON È VERO! SMETTILA! SMETTILA PORCA PUTTANA!
SMETTILA DI SORRIDERE SEMPRE! SMETTILA DI FAR CREDERE ALLA GENTE CHE VA TUTTO BENE, CHE TU STAI BENE! SMETTILA DI ESSERE COSÌ ALTRUISTA, SMETTILA DI METTERE SEMPRE LA FELICITÀ DEGLI ALTRI PRIMA DELLA TUA! KATARA CAZZO, SII EGOISTA ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA!
SII EGOISTA E DIMMI UNA BUONA VOLTA COSA TI TERRORIZZA A TAL PUNTO DA FARTI SPRECARE LE TUE PREZIOSE LACRIME! MI RIFIUTO DI CREDERE CHE LA NOTTE NON INZUPPI IL CUSCINO DI LACRIME, SPAVENTATA DA QUALCHE COSA CHE NON MERITA LA TUA CONSIDERAZIONE!
DEVI PIANTARLA DI FARE LA FORTE E AIUTARE SEMPRE TUTTI ANCHE A COSTO DELLA TUA FELICITÀ! SAI CHE TI DICO? VAFFANCULO. SE LASCI CHE QUELLA COSA DI MERDA TI FACCIA PIANGERE COSÌ NON VOGLIO NEMMENO SPRECARE FIATO!
Sono scoppiato. Non sono riuscito a resistere.
Ma lei non ha smesso di sorridere. Non ha smesso, ma qualcosa è cambiato. Non era il sorriso forzato che mi aveva fatto prima, no... Era.. un sorriso triste.
Katara:.. ho paura di restare ancora da Sola...
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Past Story.
Pov. Katara.
Sono passati alcuni mesi da quando Erick-san mi ha trovata.. da allora ho iniziato a vivere con lui e con la sua mamma, Asuka-san!
Asuka-san insegna perfino alla Yuuei!!
Mi ha raccontato tante volte di quella scuola, e so che è la migliore del Giappone!
Quando sarò grande, voglio studiare lì!
Magari anche la mia mamma ci ha studiato...
Scaccio questi pensieri dalla mia testolina e riprendo a camminare.
Ho comprato un regalo ad Asuka-san ed Erick-san! Volevo ringraziarli per avermi tenuto con loro..
Siccome però è ora di pranzo, meglio prendere una scorciatoia..
Svolto in un vicolo, non molto buio, diretta a casa.
Passano cinque minuti di tranquillo cammino, quando però inciampo e mi faccio cadere lo zainetto con i regali.
Faccio appena in tempo a rialzarmi, che una nube di fumo viola si è formata davanti a me e mi sta tendendo lo zainetto.
Afferro quest'ultimo indietreggiando spaventata.
???: Non preoccuparti Katara-Chan. Non ho intenzione di farti del male.
Sentendo quelle parole mi tranquillizzo un po'.
Katara:.. e cosa vuoi...?
???: Parlare un po', ti va?
Ci penso un po', prima di annuire.
La nube viola mi avvolge, e improvvisamente mi ritrovo su una spiaggia. Il sole sta tramontando sul mare, gli ultimi raggi di sole riflessi nell'acqua sono uno spettacolo mozzafiato.
???: Dimmi Katara-chan.. come mai eri tutta sola in quel vicolo? Non dovrebbero esserci il tuo papà e la tua mamma con te?
Abbasso un po'la testa.
???: Capisco... Le mie condoglianze.
Non so bene cosa voglia dire quella parola complicata, ma penso voglia dire che gli dispiace..
Katara:...ho guardato nell'abisso di un mattino senza Alba, senza avere un punto fisso... O qualcuno che ti salva...
Mi siedo un po' sulla sabbia e guardo il mare. Sento lo sguardo del tipo strano su di me ma non ci dò troppo peso.
Katara: mi manca la mia mamma.. mi aveva promesso che mi avrebbe guardato diventare un'eroina..
???: E il tuo papà?
Non voglio dire bugie..la mamma mi diceva sempre che le bugie sono una cosa brutta.
Katara: mi fa paura.. prima che Erick-san mi accogliesse lui voleva darmi via..
Sento una mano accarezzarmi la testa, scompigliandomi leggermente i capelli.
Restiamo in riva al mare ancora un po', quando alla fine mi riporta a casa.
Stranamente appare proprio davanti alla casa di Erick-san.
Beh meno strada per me no?
Katara: grazie!
Faccio per entrare in casa quando mi fermo e mi giro di nuovo verso il tipo strano
Katara: non mi hai ancora detto come ti chia... Oh.. è andato via... Pazienza...
Alzo le spalle, ed entro in casa, ignara di ciò che di lì a poco avrei scoperto.
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