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Capitolo 1

«CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!»

Afferrando un bambino per il collo, un uomo vestito completamente di nero con una cicatrice a forma di croce sul capo ne puntava il suo coltello affilato alla gola, accarezzando con la gelida lama la sua pelle morbida e sudaticcia, sorridendo al contempo alla donna terrorizzata che si ergeva dinanzi sé e scoccando rapide occhiate, tentava di esaminarla da cima a fondo.

«Se non vuoi che il suo sangue dipinga queste pareti di rosso, dovrai fare una cosa per me, quindi spogliati e cerca di non perdere tempo bambolina» disse l'uomo emettendo un ghigno veramente inquietante.

«Mammina...» il piccolo continuava a piangere, incapace di trattenere le lacrime, mentre la lama premeva sulla cute.

Vedendo il figlio così disperato e temendo per la sua vita, la donna non poté fare a meno di asciugarsi il viso e sfoderare uno dei suoi migliori sorrisi «Va tutto bene Aiden, cerca solo di stare calmo, la mamma si sente molto accaldata in questo momento, quindi si toglierà alcune cose, ok?»

Non volendo che il pargolo agitasse ulteriormente il villain, la giovane dalla lunga e fluente chioma color albicocca tentò di assecondarlo, cominciando lentamente a togliersi i vestiti di dosso e mantenendo lo stesso sorriso rassicurante verso di lui.

Erano trascorse solo poche ore da quando gli invitati avevano lasciato la sua festa di compleanno, le decorazioni e avanzi di torta erano ancora perfettamente in mostra, mentre Mala di 6ix9ine inondava ogni angolo della stanza. Se non fosse stato per la presenza di un corpo di un uomo di 30 anni steso e immobile sul pavimento, nessuno avrebbe potuto sospettare nulla.

Vedendo un seno così prosperoso nascosto dietro il reggiseno in pizzo niveo, il villain non poté fare a meno di leccarsi i baffi e grattarsi i pantaloni, lì dove una strana protuberanza aveva cominciato a pulsare.

«Dannazione ragazza, guarda che tette!» esclamò l'uomo pregustandosi la scena «Visto che tuo marito non è nelle condizioni di prendere parte ad uno spettacolo del genere, sarò ben felice di sostituirlo»

Constatando come questa fosse un'opportunità per cercare di salvare la vita al piccolo, la donna nascose il proprio disgusto dietro i suoi splendidi occhi color smeraldo, iniziando a sbattere le ciglia con un sensuale sfarfallio nel disperato tentativo di sedurlo e fargli abbassare la guardia. Enfatizzando ancora una volta le dimensioni del suo seno, il cattivo fece cenno con le dita di raggiungerlo ed incapace di resistere ad un tale bellezza, lasciò andare il ragazzo, afferrando la donna e strappandole di dosso i rimanenti vestiti.

Sentendo la lussuria ormai prendere il sopravvento, egli si tolse a sua volta quello che gli impediva di godere appieno e davanti ai giovani occhi del piccolo sotto shock e incurante delle urla della madre che gli ordinavano di scappare il più lontano possibile, la penetrò con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

«Ahahahahah, questa figa è fottutamente fantastica»

Lasciandosi andare alla più sfrenata cupidigia, si dimenticò totalmente del bambino di quattro anni accovacciato sul terreno, incapace di staccare gli occhi da quell'orribile scenario o muoversi, rimanendovi strettamente ancorato.

«BOOM!!!»

La porta d'ingresso si spalancò improvvisamente mentre un manipolo di uomini dall'aspetto apparentemente strano irruppe nella stanza. Sentendo il trambusto alle sue spalle, il villain afferrò violentemente la donna e senza alcun senso del decoro, l'antepose davanti a sé come uno scudo di carne.

«Eroi del cazzo» mormorò il criminale, stringendo la mano attorno alla povera vittima «Vi conviene stare indietro! Ho un ostaggio»

Osservando che ciò corrispondeva al vero, gli Hero si arrestarono di colpo, esitando sulla prossima mossa da compiere

«Ahahahahah, siete delle fighette! E lo so che l'intera zona potrebbe essere circondata, quindi restate dove siete o le strapperò questa bella testolina» intimò loro il malvivente, continuando con nonchalance a succhiare lembi di pelle ed assaporare le sue lacrime «Mhmm...salate»

Ancora ansimante, il piccolo osservava l'horror che si stava consumando dinanzi ai suoi occhi, il villain che si divertiva come se fosse la cosa più normale al mondo e gli Hero immobili senza far nulla.

«Questo è il motivo per cui amo gli Hero!» affermò con un sorrisetto sinistro il criminale «I vostri assurdi protocolli e la voglia insensata di voler salvare tutti illesi vi rende completamente alla mia mercé. Ora, da bravi cagnolini quale siete, state a cuccia e continuate a godervi lo show, oltretutto è anche gratis»

Nonostante lo svolgersi di tali eventi, il piccolo spostava continuamente il suo sguardo avanti e indietro, tra il gruppo di Hero che aveva sempre ammirato, impotenti e incapaci di compromettere l'incolumità della donna e il criminale che continuava a svagarsi.
Quale mente malata poteva partorire idee del genere?

«Sta' calmo e non fare niente di cui potresti pentirti» proruppe uno degli Hero, ad occhio e croce potevano essere dei sidekicks, incaricati di svolgere regolarmente ronde per la città, probabilmente con lo stesso benestare del Pro Hero a cui appartenevano e allertati dalle urla degli abitanti, erano accorsi in loro aiuto sfondando la porta dell'abitazione. Ma allora perché non si decidevano a darsi una mossa? Erano ancora dei principianti? Non erano in grado di occuparsene?

«"Perché nessuno fa niente? Sono eroi, no? Perché non salvano la mamma dall'uomo cattivo?"» La sua mente era invasa dal caos più totale e da un turbinio continuo di domande senza risposta.

Qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa. Qualcuno avrebbe dovuto cambiare quello scenario. Era completamente paralizzato dalla paura e dall'orrore mentre osservava il terribile villain far crescere una punta di metallo dal suo braccio e perforare la spalla della madre.

«ARGHHHHHHHHH!!!»

«Fermati!» ringhiò un altro di quegli uomini, mentre l'altro aspirante eroe conosciuto come StormFront provvide a togliere il bambino da lì, caricandoselo sulle spalle e portandolo in un luogo sicuro lontano da quella barbaria, lasciando ai compagni l'arduo compito.

«Di più, di più, urla di più!» esclamò il villain infilzando la ragazza con un'altra escrescenza fiorita dal restante braccio, deridendo l'impotenza degli eroi «Siete così patetici, vi agghindate con le vostre ridicole e pompose tutine, crogiolandovi nell'adulazione e nell'ammirazione che dei poveri smidollati hanno per voi, ma la verità è che siete solo feccia, delle misere spalle, non siete in grado di salvare nessuno!»

Gli uomini si scambiarono sguardi fugaci, stringendo i pugni al suono di quelle parole.

«Torniamo a noi, bambolina» sussurrò il criminale sfiorandole l'orecchio e trapassandole il costato con un altro di quegli aggeggi infernali, facendole emettere un grido disumano «Togliendo il fatto che dirti di essere una passera da capogiro sarebbe così riduttivo, cosa pensi succederebbe se davanti a questi gentili signori ti piantassi uno spuntone direttamente lì sotto? Saresti ancora in grado di concedermi un'altra cavalcata?»

«Credo che tu ti sia divertito abbastanza»

Una voce calda ed autoritaria interruppe il momento costringendo tutti a voltarsi nella direzione opposta, lì, dove una figura alta e avvolta in ambiti logori aveva fatto il suo ingresso. Aveva il volto coperto ed un cappello simile ad uno da cowboy ne fasciava il capo.

Alla vista di quell'individuo, egli cambiò completamente espressione

«Salve boss» lo salutò il villain allentando la presa sulla donna, ma senza tuttavia lasciarla libera. Non avrebbe permesso nemmeno al suo superiore di interrompere anzitempo il proprio divertimento.

«Ti avevo detto di restare nelle vicinanze, non di prendere parte ai festeggiamenti e soprattutto, ti avevo espressamente raccomandato di stare calmo e di non attirare attenzioni indesiderate» continuò lui avanzando verso la sala, frapponendosi tra il gruppo di Hero e il proprio complice.

«Lo so capo. Il fatto è che ho visto questa gnocca e non ho potuto fare a meno di divertirmi un po', a modo mio ovviamente»

«Vedo» rispose l'uomo guardandosi intorno con aria disgustata, quasi nauseato dallo scempio perpetrato dal suo collega «Comunque, sono entrato in possesso di ciò di cui avevo bisogno, quindi direi che potresti calare il sipario su questo teatrino, non credi? Quando ti ci metti sai essere rivoltante» poi si rivolse agli Hero che lo scrutavano con fare interrogativo, chiedendosi da dove fosse uscito un individuo del genere. Sembrava esattamente l'opposto del suo complice.

«Chiedo venia per il mio compare, il fatto è che non ha ancora appreso cosa significhi controllarsi, specialmente se poi c'è di mezzo una bella donna. Il tempo stringe e quindi credo che possiate scusarci, ma andiamo piuttosto di fretta. Perciò Garr, ti conviene lasciare immediatamente quel giocattolo»

«Come desidera» replicò l'altro facendo una smorfia di disapprovazione, abbandonando la fanciulla che cadde sul terreno ormai priva di forze.

«Voi non andate da nessuna parte!» intervenne un altro degli Hero presenti, facendosi avanti e colmando di pochi metri la distanza dei criminali

«Mi permetto di dissentire» ribatté lo straniero e in poco tempo, qualsiasi fonte di luce venne assorbita, rendendo la stanza completamente oscurata e vanificando ogni tentativo di visibilità.

«Chiamate un'ambulanza!» tuonò uno degli eroi circa dieci minuti dopo il dissiparsi di tali tenebre, accorrendo verso il corpo esanime della donna nella speranza che le sue condizioni non fossero critiche. Dei cattivi, invece, non vi era alcuna traccia, volatilizzatisi all'istante come fossero nebbia.

Il piccolo, riuscendo ad eludere la sicurezza della polizia e degli Hero che avevano provveduto ad isolare l'area, ormai considerata scena del crimine, non poté che osservare impotente quella macabra e surreale situazione. Qualcosa dentro di lui si era incrinato e ora fissava il pavimento con occhi vuoti.

Poche ore dopo, sdraiato su una barella trasportata dai paramedici, riviveva incessantemente gli attimi in cui sua madre veniva torturata e abusata e le interviste ai media da parte degli Hero, di come avessero salvato la situazione e lui stesso. Come accade spesso in questi casi però, la verità era stata insabbiata, onde evitare ulteriormente il panico tra la popolazione.

«Cosa gli è accaduto?» chiese uno dei medici chiudendo lo sportello dell'ambulanza

«Non risponde, probabilmente è sotto shock» replicò l'altro sollevando le spalle, senza preoccuparsi se il ragazzo lo avesse sentito o meno

«Shhh!! Dillo più forte, potrebbe non aver sentito» ironizzò il primo, vista la propensione del collega ad essere poco discreto

«Ed infatti non ci sente, osserva» agitando la mano davanti agli spenti occhi del piccolo non ricevette in cambio alcuna risposta,e al pari di un automa, egli non sbatteva nemmeno le palpebre, né reagiva ad alcuno stimolo esterno. Sembrava quasi privo di vita.

«Povero piccolo, deve aver vissuto un'esperienza alquanto traumatica per versare in queste condizioni»

«Già» annuì l'uomo «Dalle poche informazioni che ho potuto recepire, sembra che un villain si sia introdotto in casa sua, abbia ucciso suo padre e violentato e torturato la madre»

L'uomo spalancò gli occhi esterrefatto «Cazzo, non c'è da stupirsi allora che stia così. Qualunque bambino della sua età potrebbe uscirne distrutto da quel genere di situazione. Fortuna che gli Hero fossero lì per risolverla.»

Nell'udire la parola "Hero" il corpo del piccolo ebbe un sussulto, cosa che passò inosservata.

«Pensi che questa cosa potrebbe influire pesantemente sulla sua crescita e renderlo che ne so, una specie di psicopatico?» chiese preoccupato

Il paramedico guardò il suo compagno confuso «Perché mai dovrebbe farlo?»

«Sai come funzionano questo genere di cose, il trauma e tutto il resto» continuò «E sai anche tu che alcuni dei più grandi villain o psicopatici sono diventati tali a causa del trauma subito da bambini. Non pensi che questo ragazzo possa intraprendere la stessa strada?»

«Questo dipenderà solo da lui e dalle scelte che egli deciderà di ponderare» replicò l'uomo riflettendoci su, nonostante le parole del collaboratore celassero una parvenza di verità

«Qual è il suo quirk? Non potrebbe diventare un villain senza uno forte, o almeno uno decente»

Il secondo paramedico scrollò le spalle «Sconosciuto, potrebbe non averlo ancora manifestato»

«Dici sul serio?»

«Già. Da quel che ho visto, c'erano molti palloncini con impresso il numero quattro nel salotto di casa sua»

«Aspetta!» lo interruppe l'uomo «Non starai dicendo quello che credo tu voglia dire»

«Molto probabilmente»

Sentendo ciò, l'uomo calò il suo sguardo prima sul ragazzo, ancora in quelle condizioni e poi sul suo collega «Quindi entrambi i suoi genitori sono morti il giorno del suo compleanno? Dimmi che è una cazzata»

Ma il medico scosse il capo

«Brutta storia»











Ed eccoci qui con il primo capitolo di questa storia dal sapore un po' forte. Chiedo venia per le scene e gli argomenti trattati, io stesso mi son sentito a disagio nel raccontare e non voluto scendere ancor di più nel dettaglio.

Comunque, si incomincia a capire qualcosa di più sui retroscena del personaggio e vi assicuro che i prossimi capitoli saranno sconvolgenti.
Come sempre non dimenticatevi di esprimere un feedback, ci tengo molto.

Detto questo, noi ci vediamo alla prossima.

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