tre
《E poi?》
《E poi è venuto Niall a prendermi》
La mora sbuffa,prendendo posto accanto a me. 《Nemmeno un complimento sul tuo abbigliamento?》
Scuoto la testa,divertita. 《Nemmeno uno..Abbiamo semplicemente passato il pomeriggio a studiare. Cosa ti aspettavi?》ridacchio,mettendo in bella mostra sul mio banco il libro di chimica per quest'ora.
《Pessima domanda Bec》 dice maliziosamente.
Alzo gli occhi al cielo.
Insomma,sono dei corsi pomeridiani in cui si studia per ottenere dei voti più alti -non che mi siano utili. Lo faccio semplicemente per vedere Tomlinson un po' più del solito- e non per accontentare le fantasie perverse che frullano nella testa della mia migliore amica.
Caccio fuori anche una penna e una matita,e una volta preso tutto l'occorrente posiziono nuovamente la borsa al lato del banco.
Sospiro rumorosamente quando la figura di Meredith appare nel mio campo visivo,atteggiandosi in una gonna striminzita di jeans e in un top bianco stranamente più coperto dei precedenti.
Perlustra l'intera stanza con i suoi occhi scuri coperti da uno spesso strato di ombretto fucsia -seguita da una smorfia di disgusto quando intravede me e Savannah al nostro solito posto- prima di soffermarsi sulla figura di Harry,intento a parlare animatamente con il suo compagno di banco Zayn Malik.
Con fare provocante -a detta mia,riluttante- rivolge uno sguardo al riccio,troppo impegnato per accorgersi di lei. Raggiunge così a grandi falcate il banco di quest'ultimo,ondeggiando i capelli biondi un po' a destra e un po' a sinistra.
《È ridicola》 commento sottovoce,con una nota di disgusto.
Senza alcuna risposta,o meglio frecciatina,da parte della mia migliore amica nei confronti della bionda -alquanto strano per una come Savannah- stranita mi volto verso di lei,dapprima alle mie spalle.
《Sav?》 corrugo la fronte,trovandola a ficcanasare su qualcosa al di fuori del corridoio.
Seguo anch'io il punto dove il suo sguardo è completamente fisso,scorgendo Liam con la schiena contro gli armadietti e il suo iphone rosso in mano.
Alzo gli occhi al cielo,sbattendo una mano contro la sua fronte per svegliarla dal suo stato di trance. 《Lo stai consumando》 sbuffo.
《Ahia! Ma sei impazzita?》 con fare teatrale porta la mano destra sul punto colpito.
Solito di Savannah:l'esagerazione.
《Invece di mangiartelo con gli occhi perché non provi a parlare con lui?》 porto la mano destra a forma di pugno sotto il mento,sorreggendolo,concentrandomi sulla mora accanto a me.
《Si,sei impazzita》 storce il naso,facendomi ridere.
《Su,cos'hai da perdere? È solo una chiacchierata!》 sbotto,gesticolando con la mano libera.
《La mia dignità. Almeno quel poco che ne rimane》 borbotta.
Scuoto la testa. 《Ne hai molta più di Meredith,fidati》 rido,indicando con un cenno del capo la bionda a qualche banco più dietro del nostro.
《E poi per lui esiste solo quella bambola gonfiabile di Kessy》 sputa acidamente.
《Ma se non la sopporta! Glielo si legge negli occhi》 sollevo un sopracciglio.
《Dice quella che non riesce a finire una frase di senso compiuto davanti al suo professore di letteratura》 sbatte le palpebre ripetutamente,sapendo di aver vinto questo improvviso battibecco ironico.
《Oh ma piantala!》 sbuffo,urtando leggermente la sua spalla.
《Si parla del diavolo e spuntano le corna》 ridacchia,guardando davanti a sé.
Corrugo la fronte a quella sua affermazione,seguendo -ancora una volta- il punto in cui i suoi occhi stanno curiosando.
《Buongiorno ragazzi》
Il professore Tomlinson,in tutta la sua bellezza,fa il suo ingresso in classe regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
《So che non dovrei essere in classe con voi oggi,ma la professoressa Shepard è assente e quindi tocca a me sostituirla》 con un sorriso appena accennato prende posto sulla cattedra,lasciando la propria valigetta accanto a lui.
Un ampio sorriso si fa spazio sul mio viso all'idea di passare due ore,decisamente non programmate,insieme a lui.
《Avreste dovuto avere chimica,ma non è di mia competenza purtroppo》 ridacchia,passandosi una mano tra i capelli. 《Quindi faremo letteratura》
Un coro di disapprovazione si innalza nell'intera aula,mentre il mio sorriso -e il mio cuore- è completamente rivolto a lui.
《Faremo un gioco,nulla di pesante tranquilli》 sorride,ricevendo un vociare più attutito rispetto al precedente.
Si sporge leggermente in avanti e con i palmi della mano si dà una leggera spinta per saltare giù dalla cattedra e dirigersi alla lavagna.
《Adesso disegnero' una griglia》 afferra un pennarello nero dal recipiente attaccato a calamita sulla lavagna, disegnando alla meglio una griglia da dodici quadranti.
Corrugo leggermente la fronte,non capendo le sue intenzioni,quando il pennarello scivola via dalle sue mani e lo vedo chinarsi per afferrarlo,i miei occhi scattano velocemente sul suo sedere coperto da un pantalone grigio.
Insomma,non fatemene una colpa,chi è che non guarda il culo ai maschi? Soprattutto uno così bello e tondo come il suo?
Scuoto la testa,imbarazzata dai miei stessi pensieri,tornando a seguire la sua spiegazione.
《Chiamerò uno di voi a cui farò una domanda riguardanti gli autori studiati,o la letteratura francese che abbiamo recentemente studiato..》 spiega,gesticolando con il pennarello tra le dita. 《E tutto quello che vi chiederò dovrete semplicemente scriverlo all'interno di un quadrante a piacere》 si inumidisce le labbra prima di scrutare attentamente l'intera classe. 《Volontari?》 chiede infine.
Il cuore sembra voler esplodere da un momento all'altro mentre le mie gote,accaldate,sembrano andarsene a fuoco.
《Prof,vengo volentieri io》
Alzo gli occhi al cielo appena una voce da oca -che strozzerei volentieri- arriva alle mie orecchie.
《Signorina Montgomery,prego》
Tomlinson sorride,porgendo in direzione della bionda il pennarello nero.
Devo fare appello a tutto l'autocontrollo che ho in corpo per non alzarmi da questa sedia e tirarle i capelli uno ad uno.
Senza pudore -non che ne abbia mai avuto- sculetta ampiamente,e una volta raggiunto Tomlinson si gira una ciocca di capelli attorno al dito mettendo in mostra quelle labbra a culo di gallina coperte da un lip gloss appiccicoso.
《Allora Meredith,della letteratura francese conosciamo 'La Nausea',un capolavoro dell’esistenzialismo francese,nonché un romanzo filosofico nichilista..ricordi?》
La bionda annuisce,poco convinta.
《Bene..sai dirmi chi è l'autore e in che periodo è stato scritto?》
Meredith finge di pensarci su per un po' prima di rispondere.
《Mmh..Coco Chanel forse?》
Sbatto più volte le palpebre sperando disperatamente che sia tutto uno scherzo o,meglio ancora,un brutto sogno.
Anche Tomlinson sembra sconvolto;sgrana gli occhi,non credendo -come me- cosa le sue povere orecchie hanno dovuto subire.
L'intera classe,compreso Harry,scoppia in una fragorosa risata. Complici,degli insulti sulla stupidita' della bionda.
Sapevo concretamente quanto Meredith fosse stupida,insomma,una bella faccia e un cervello inesistente il suo.
Ma come puoi rispondere Coco Chanel ad una domanda sulla letteratura francese?
《'La nausea' è un romanzo di Jean-Paul Sartre, scritto nel 1932 e pubblicato nel 1938》 le parole lasciano veloci le mie labbra,costringendomi a portare entrambe le mani alla bocca per auto zittirmi.
I suoi occhi vitrei saettano sul mio viso,facendomi avvampare,e sembrano quasi illuminarsi al contatto visivo con i miei.
《Esatto,Becca》 accenna un sorriso.
Il mio cuore sembra perdere un battito,e devo mantenere la calma per evitare di corrergli incontro e saltargli addosso.
《Signorina Montgomery,può tornarsene a posto》
La bionda,in tutta risposta,mi lancia uno sguardo truce andandosi a sedere silenziosamente al suo posto.
Di certo le sue sculettate non mancano,ma molto più appagante è la sua espressione da bambina viziata. Quello che è lei alla fine.
《Allora Harris,vieni?》
Il mio cognome esce soavemente dalle sue labbra sottili,e quando alzo lo sguardo verso di lui incontro nuovamente i suoi occhi chiari intenti a scrutarmi attentamente da sotto le ciglia lunghe.
Deglutisco a vuoto, -e con il cuore che batte all'impazzata- finalmente decido di alzarmi e avviarmi alla grande tavola bianca.
《Becca?》 mi richiama,la voce roca.
Mi volto verso di lui e un brivido mi scuote leggermente il corpo.
《Il pennarello》 accenna un sorriso,sporgendo l'oggetto verso di me.
Borbotto qualcosa di incomprensibile persino alle mie orecchie,e impacciata mi appresto ad afferrare il pennarello colorato.
Sfioro la sua mano con le dita e automaticamente un brivido percorre la mia spina dorsale.
《Charles Bukowski.》
Alzo gli occhi verso di lui,dapprima sulle mie vans nere,e un sorriso ampio si fa spazio sul mio viso.
In qualche modo l'idea che possa averlo fatto per la breve conversazione avvenuta ieri a casa sua,mi rallegra. E,in cuor mio,spero vivamente sia così.
《Cosa lo induce a scrivere? Su cosa sono imperniate le sue storie?》
Deglutisco a vuoto e non per la domanda di cui,senz'altro so la risposta,bensì per lo sguardo indagatore che mi rivolge;
Sotto i suoi occhi attenti mi sento piccola,troppo poco,sotto ogni aspetto,per lui.
《Ciò che lo induce a scrivere,sicuramente è la rabbia verso la vita, l'amarezza perenne del giusto di fronte ai torti e all'insensibilità degli altri uomini..》 gesticolo animatamente con entrambe le mani. 《Le storie di Charles Bukowski sono impresse su un autobiografismo quasi ossessivo. Il sesso, l'alcol,lo squallore delle vite marginali, l'ipocrisia del "sogno americano" sono i temi sul quale vengono impresse infinite variazioni grazie a una scrittura estremamente feroce e corrosiva.》 mi inumidisco le labbra,infine,puntando gli occhi nei suoi.
Un guizzo nei suoi occhi chiari estremamente presi da me,ed ecco che la sua attenzione è rivolta totalmente alla sottoscritta.
La sensazione di essere soltanto io e lui si ripete,mentre il resto che ci circonda è solo un ricordo sfocato.
《Puoi scrivermi una sua frase a tuo piacere in uno dei quadranti?》 punta l'indice contro la lavagna bianca,senza smettere di guardarmi.
Sorrido istintivamente,portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi rivolgere lo sguardo totalmente alla griglia qui di fronte a me.
Mi mordo l'interno guancia indecisa su quale delle tante meravigliose frasi scegliere.
Sento il suo sguardo bruciare contro la mia schiena,mentre il vociare in sottofondo arriva ovattato alle mie orecchie.
Sollevo la mano in un quadrante anche fin troppo alto per la mia pessima altezza,facendo aderire la punta del colore sulla superficie ruvida.
Con difficoltà inizio a scrivere le prime parole sollevandomi sulle punte per poter scrivere ancora meglio:
Sento la maglia sollevarsi di poco sulla parte del fianco,e avvampo quando incontro il suo sguardo proprio in quel punto. Distolgo lo sguardo dalla sua figura tornando a guardare davanti a me.
《Lascia che ti aiuti》
Non faccio in tempo a rimurginarci sopra che la sua mano tocca il mio fianco per poi sfilare il pennarello dal palmo della mia mano.
《Dimmi pure cosa volevi scrivere》 sorride,puntando la punta nera sulla lavagna.
Alzo il mento nella sua direzione maledicendomi subito dopo.
Il suo petto è quasi aderito contro la mia schiena mentre tiene il braccio proteso accanto alla mia testa.
Deglutisco sentendo la gola improvvisamente divenuta secca,e il rumore dei miei battiti rimbomba nelle mie orecchie,come se la stanza fosse colma di quel rumore.
Il suo profumo,dolce ma non eccessivamente,mischiato al tabacco solletica le mie narici.
Punto debolmente lo sguardo sul quadrante dove la sua mano adesso è vicina,intravedendo un tatuaggio all'altezza del polso mai notato prima;una corda che forma un nodo da marinaio.
《Che c'è Harris,il gatto ti ha forse mangiato la lingua?》 schiamazza il riccio alle mie spalle.
Savannah ribatte qualcosa a me di incomprensibile,e quando gli occhi di Louis si incastrano perfettamente nei miei -con fronte corrucciata- il mio cuore riprende a battere senza sosta.
《Styles,dopo tocca a te》 lo richiama Tomlinson in tono severo.
Harry,di tutta risposta,borbotta qualche insulto sottovoce insieme al moro accanto a lui.
Quando gli occhi dell'uomo sono finalmente su di me,con tutta la forza che ho in corpo riesco ad allontanarmi dal suo corpo improvvisamente divenuto caldo.
Tossisco,affiancandolo. 《Capita a tutti, soprattutto ai giovani, di pensare di avere il mondo in pugno, e a volte è anche vero. Ma nell'attimo stesso in cui uno è convinto che tutto vada per il meglio, ci sono leggi statistiche che lavorano alle sue spalle, pronte a fregarlo.》 con voce tremante,concludo,abbassando lo sguardo sulle mie mani sudate.
Sento il pennarello sfregare contro la superficie,chiaro segno che il professore Tomlinson stia scrivendo,e una volta finito torno a guardarlo.
《Come mai questa decisione?》 si lecca le labbra,davvero interessato ad una mia possibile risposta.
La sua domanda mi sorprende,prendendomi totalmente in contropiede. Poi,ricordo una vecchia discussione con Niall e al ricordo automaticamente sorrido.
《Tutti vorremmo avere la situazione sottocontrollo,sapere come andrà a finire una determinata cosa,avere tutto e tutti in pugno. Credo sia normale in fin dei conti..》 ridacchio,con fare quasi ovvio. 《Ma la bellezza sta proprio nell'imprevedibile,nell'ignoto dietro l'angolo. Tutto ha un sapore diverso quando le cose sembrano scivolarti dalle dita,quando credi di avere tutto sottocontrollo e finisci per trovarti qualcosa a cui non avresti mai pensato.. E magari arrivare, persino,a non poterne più fare a meno》 respiro a pieno,mordendomi il labbro inferiore. 《Insomma,il monotono è così noioso,è.. Monotono. Bukowski sapeva di cos'era fatta la rabbia,sapeva come riversarla in qualcos'altro,seppure in modo sbagliato. Sapeva già dalla partenza a cosa andava incontro..Ma non se ne curava,semplicemente Viveva a pieno.》 rilascio un sospiro,esausta per il discorso immensamente veloce e lungo.
Il sorriso di Louis si allarga ampiamente mentre il suono di un applauso si propaga per l'intera stanza. Il suo. E sta applaudendo me.
Sorrido,sorrido e ancora sorrido.
E il cuore esplode dentro di me in una marea di sentimenti sbagliati ma terribilmente giusti per quell'uomo dagli occhi chiari.
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