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4.

Capitolo quattro: Justin

Martin restò in silenzio e lo sguardo confuso
- già- dissi imbarazzata
- So che devi ritornare a casa ma, ti va di trascorrere una giornata insieme a me? Poi ti accompagnerò alla fermata- disse
- mio fratello sarà preoccupato e anche mia madre, forse. Sicuramente hanno scoperto che Justin non ha cantato ieri sera e perciò vorranno che ritornassi a casa senza storie-

-Chiamali, dì che vorresti visitare questa città-
- ti ricordo che io abito qui- ridacchiai
- beh, posso offrirti il pranzo?-
Ci stava provando per caso?
Beh, perché no? E poi avevo fame
- d'accordo ma alle cinque vado via- puntai il dito con un sorriso
- si si, aiutami che pesa- rise
- l'hai voluto tu, quindi lo porti tu all'hotel- morsi il labbro per non ridere
- ah ah, muovi il culo e prendi questo orso -
Presi l'orso e lo aiutai

***

Entrammo nella stanza ridendo
- hai visto quella coppia? Litigavano perché quella ragazza voleva uno simile al nostro - ridacchiai
- voglio quel peluche stronzo, questo fa cagare- imitò Martin a quella ragazza
- ma costa tanto- imitai il ragazzo
- ma se sei pieno di soldi brutto coglione-
Scoppiammo a ridere
- E' stato divertente, sembravano due bambini- disse Martin mettendo l'orso sul suo letto - pizza?- mi guardò
- pizza- annuii
Martin ordinò la pizza

Mi sdraiai sul letto
Aspettai Martin che finisse la telefonata e quando mise giù
- ho ordinato la margherita, d'accordo?- si sedette sul mio letto
- d'accordo- sorrisi
-tutto bene?- chiese
Lo guardai
- abbastanza, sono ancora scioccata da quella notizia- dissi riferendomi a Justin
-Vedo che vuoi tanto bene a Justin- disse abbassando lo sguardo
- bene? Bene è poco- mi alzai la schiena rimanendo seduta sul letto- per me è importante e anche se ti sembra ridicolo, è il mio migliore amico. Spesso mi chiedo come cavolo è possibile affezionarsi ad una persona che non conosco nemmeno e che non l'ho mai visto. E' solo che, mi capisce. Con quella voce che mi culla ogni notte quando mi sento triste. Quando vedo un suo nuovo video dove ride o dice qualcosa per poi finire con una risata o fare lo stupido, mi mette di buon umore ed è fantastico. Mi piace lottare come fa lui ogni giorno, posso sembrarti un po' troppo negativa ma ti posso giurare che quando lotto, lotto davvero.-
- perché eri triste?- chiese
- Non ho amici, ho un padre che mi odia da quando sono nata, non ho una vita felice e mi piace un ragazzo che però non ricambia. Quindi mando tutto a fanculo e ascolto la sua musica e lavoro-
-Lavori? Che lavoro fai?- chiese

- Lavoro in un bar, mio fratello lavora lì ed io gli do una mano- sorrisi
- vai a scuola?-
-si, sono stata bocciata per tre volte - risposi facendo una smorfia ridendo
-tre volte?- mi guarò allibito - perché?-
-Perché ero vittima del bullismo e al volte non andavo a scuola per evitarli- dissi distogliendo lo sguardo
Non parlò e lo guardai

- hey, adesso posso andare tranquilla a scuola, non sono più in pericolo-
- per quale motivo?-
- perché si sono trasferiti in un'altra scuola perché la preside li ha cacciati dalla scuola. li aveva trovati lì mentre stavano picchiando un ragazzino, e per quelli che sono state vittime del bullismo si presentarono davanti alla preside dicendo che quei bulli dovevano andarsene-

-immagino che ci sei andata anche tu- disse
- no, in realtà mentre loro erano dalla preside, io ero in classe da sola che studiavo- dissi - ma ora basta parlare di me, parliamo di te. Di dove sei?- ridacchiai

#Justin

Mi piaceva quella ragazza.
Credevo che fosse una ragazza lagnosa e prepotente, invece era divertente e anche forte.
Ma troppo curiosa.

- di dove sei?- chiese
Perché non ero preparato?
- Svezia- mentii
- che bello - mi sorrise - e dove di preciso? -
Ma perché ?
- ehm, è complicato spiegartelo -

- quanti anni hai?- chiese
-ventiquattro, tu quanti anni hai?-
-diciannove- rispose - hai fratelli? -
-si, ne ho due-
Non potevo mentirle sempre
Okay, speravo solamente che non chiedesse come si chiamavano
-come si chiamano?- sorrise
Ah.

-tu hai fratelli? - chiesi ignorando la sua domanda
Solcò le sue sopracciglia notando di non aver risposto la sua domanda
-si, ho un fratello, te l'ho detto già-
-Giusto, hai ragione- mi grattai il collo
Che fastidio, mi prudeva il collo
La maschera stava cominciando ad infastidirmi, mi prudeva da per tutto
-ti piace l'orso? - cambiai discorso
-si, quante volte devo dirtelo? - ridacchiò alzando gli occhi al cielo
Non sapevo cosa dirle.
Questa maschera mi stava dando troppo fastidio. Mi grattai il viso.
Merda
-tutto bene? -
Mi alzai ignorandola e andai subito in bagno chiudendo a chiave
Tolsi la maschera e vidi la mia faccia arrossata e mi prudeva tantissimo
Mi grattai il collo e il viso
Stavo impazzendo
Mi sciacquai il viso ma niente

-stai ancora male?- sentii Cloe bussando alla porta
Non risposi

#Flashback

-ascoltami Justin, non devi indossarla durante la notte mentre dormi e quando sei solo toglila e magari restare senza per ben tre ore o potrebbe irritare la pelle per un bel po'-
-Amico, stai tranquillo. Lo farò- ridacchiai guardando la maschera
-Non sto scherzando. Devi toglierla ed è obbligatorio- mi guardò seriamente

#FineFlashback

Peccato che non ero solo.
Cazzo.
Cosa mi inventerò?
Non potevo stare qui in bagno per tre ore o potrebbe insospettirsi o preoccuparsi.

Misi la mia testa sotto l'acqua ghiacciata e sciacquai anche il collo
Dopodiché dopo aver rinfrescato la mia pelle, mi asciugai e rimisi di nuovo la maschera
Uscii dal bagno

-ma cosa hai mangiato ieri?- chiese alzandosi
Cercavo aria
Non ne potevo più
Stavo impazzendo
-mi prometti di non urlare e non dirlo a nessuno?- la guardai serio e un po' spaventato
Solcò le sue sopracciglia
Ti prego, non tradirmi.
- che succede? -
-promettilo Cloe- sbottai
Stavo soffocando con questa maschera
- te lo prometto, mi stai spaventando- incrociò le sue braccia
-Ti ho mentito. Non mi chiamo Martin, non vengo dalla Svezia e non ho ventiquattro anni- sospirai - e mi conosci già-
-cosa? Perché hai mentito? - mi guardò scioccata
-perché volevo essere libero - dissi - e credo che non lo sarò più dopo averlo detto-
-libero da cosa?-
Mi odierà per aver detto delle bugie e lo dirà tutto il mondo, ma la pelle era mia e odiavo questo fastidio
-ti dirò la verità, ma intanto siediti- la feci sedere
Mi guardava confusa
Bene, stavo per dirle la verità.

Mi sedetti anch'io sul mio letto
-Ti chiedi perché ho la voce simile a quella di Justin Bieber, vero? La mia risata, i miei modi - sospirai
Annuì guardandomi
Tolsi lentamente la maschera
-perché io sono Justin- la guardai


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