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Capitolo venticinque: non sarai mai e poi mai sola
Arrivò la sera in cui cenammo insieme con Mia e Martin
Mia era del tutto sconvolta
Arrossiva di continuo
Si Mia, in carne ed ossa
- comunque quel caprone ha detto che non crede ad una sola parola, però ha ammesso che non mi ha visto lanciare la vernice-
-è davvero strano- dissi
- forse è qualcuno che va a scuola con te- disse Justin
- può darsi- alzò le spalle continuando a mangiare
- anche se è stato qualcuno che va a scuola con lei, non può cercare il colpevole da sola. Poi, deve controllare le mani per trovarlo- dissi
- è una buona idea- sorrise Mia - devo solo tenere occhi aperti-
Sentimmo la porta dell'ingresso aprirsi ed io e Martin ci guardammo sapendo chi era
- salve signora Aloisi - salutò Mia
-ciao Mia- disse con un tono distrutto entrando in cucina - Cloe possiamo parlare? -
Guardai mia madre freddamente
- non posso, sto mangiando-
Ci rimase male
-certo, va bene. Quando finisci vieni nel soggiorno, okay?-
Annuii
- Buon appetito allora- disse per poi andarsene
Ci fu silenzio
- hai litigato con tua mamma?- chiese Mia
- si- tossii - scusate- mi alzai dalla sedia e la raggiunsi
La vidi che si stava sedendo sul divano
-hai mangiato? - chiesi fredda
Si girò di scatto e scosse la testa
Sospirai e mi sedetti sull'altro divano
- cosa c'è? -
-hai finito di mangiare? -
- no, adesso parla- dissi
- riguardo quello che è successo con Karen- cominciò - pensavo che fossi gelosa dei suoi premi, i buoni voti e gli amici -
Scoppiai a ridere
- io non sono gelosa, magari perché è bella si ma se vogliamo parlare del suo carattere, non se ne parla- dissi
- non devi essere gelosa per la sua bellezza, sei molto più bella di lei - disse
- non ho bisogno dei complimenti per farmi sentire meglio, il danno è fatto. Sono venuta perché sai che non ho mentito e vorrei delle scuse da parte tua-
-hai ragione, sono stata una pessima madre per tutto questo tempo. Ma lei sembrava una ragazza a posto e socievole. Non capivo perché tu non volevi che lei rimanesse in casa nostra, ed io dovevo capirlo subito. Era troppo strano perché con le persone che entravano in casa nostra parlavi pacificamente-
- la odio per quello che mi ha fatto per tutti questi anni. Non sei stata una buona madre, è vero- sospirai - ed è per questo decido di andarmene-
Sgranò gli occhi
-e dove vorresti andare? -
-con Justin in tour, puoi urlare quanto vuoi, ma la decisione ormai è presa. Ho bisogno un po' di serenità e senza problemi. Mi dispiace che sei arrivata troppo tardi per capire-
Rimase in silenzio non sapendo cosa dire
Grande, per la prima volta non sapeva cosa dire
- è l'ultima sera che metterò piede in questa casa-
- ripeto, mi dispiace per essere stata una pessima madre e vorrei tanto rimediare. Non credevo che Karen fosse una di quelle ragazze violente, non avrebbe alcun senso prendersela con te- disse - tuo padre ha saputo di questo fatto dal padre di Karen e ha firmato il contratto-
Scossi la testa ridendo forzatamente
- non credere che sia tutto finito. Lui è stato un pessimo padre, non dirò quello che è successo tra noi, e credici o no, anche lui mi spinge ad andarmene da qui. Mi dispiace che Martin non vuole venire, ma non resterò qui-
- tuo padre? - mi guardò confusa - cosa ha fatto? -
- non voglio raccontarti tutto, ormai ho imparato a tenermi tutto dentro- dissi per poi alzarmi dal divano - sono fatta così-
-Cloe - si alzò anche lei - vorrei che tu sapessi quanto ti voglio bene e, nonostante tutto quello che ho fatto, spero che anche tu mi voglia ancora bene-
- se fosse stato così, non avresti dovuto dire quelle parole di fronte a Justin quella sera. Se non fosse stato per te, Justin non sarebbe scappato in quel modo e Karen non mi avrebbe fatto nulla. Comunque hai finito? Tutto qui?-
- come l'hai conosciuto Justin? - chiese
- non sono affari tuoi-
- Cloe, sono ancora tua madre- mi rimproverò
- mia madre mi avrebbe difesa e si sarebbe preoccupata di me e che sarebbe stata la prima a sapere tutto quello che facevo nella mia vita, ma tu eri impegnata a fare la madre a qualcun altro - urlai - mia madre? hai ancora il coraggio di dirlo?-
Rimase in silenzio
- sono stata una brava figlia ma voi siete stati dei pessimi genitori - sbottai
non rispose e me ne andai senza aspettare la sua risposta
Entrai in cucina e li vidi attaccati al muro
Tossii e si girarono di scatto
- vogliamo mangiare? - mi sedetti
Nessuno parlò e rimasero ancora in piedi
Stava parlando Martin ma lo fermai
- non voglio parlare, vi dispiace sedervi a tavola e basta? -
Fecero quello che dissi e mangiammo in silenzio
***
- guardatevi siete vecchi, non mi prenderete mai- disse Mia prendendo in giro ai ragazzi continuando a correre
- noi dovremmo essere più veloci di lei, perché ci sfugge sempre? - si lamentò Justin
- non parlare, siamo una vergogna e se qualcuno lo scopre è finita-
Risi
- state invecchiando. Arrangiati - disse Mia ridendo
- io non mi arrendo altrimenti non mi chiamo Martin Aloisi - riprese a rincorrerla
Justin si sedette accanto a me
-quella ragazzina è veloce-
Annuii ridendo
- sai, mi sento bene quando sto con te- dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla
Mosse il braccio mettendo dietro alle mie spalle e mi appoggiai sul petto
- mi piace molto questo giardino-
Rimasi a bocca aperta
- grazie- lo colpii sul petto
-sto scherzando- rise
-quindi è ufficiale, domani partiremo insieme -dissi
-si, non vedo l'ora- disse baciando la mia guancia
- finalmente sarà la prima volta che ti vedrò a esibirti da vicino- sorrisi
- sono nervoso-
- perché? - alzai lo sguardo
- perché ci sei tu- disse
- ohw, allora rimarrò qui così non sarai distratto per colpa mia-
- piuttosto a lasciarti qui, mangerei i tuoi tost bruciati con la merda- mi strinse
Ridacchiai
- vuoi dire che quello che cucino non ti è mai piaciuto? -
- alle volte si, ma quando si tratta di colazione- fece una faccia disgustata
Stavo per rispondergli ma Mia toccò la sua spalla e corse
- hey non vale- si alzò e ricominciò rincorrerla
Mi sentii osservata e girai a destra e a sinistra ma nulla.
Sentii qualcosa tipo uno scatto e un flash e finalmente vidi qualcuno dietro ai cespugli
Mi alzai
-c'è qualcuno? -
Un altro scatto
- hey, questa è proprietà privata- sbottai
Non disse nulla e si alzò scattando tantissime foto
Per poco non mi accecava con tutti quei flash
-hey, non puoi stare qui- venne Justin - vattene prima che chiami la polizia- spinse il paparazzo
- voglio solo farti delle domande- parlò il paparazzo
- io non ho voglia di risponderti, sparisci - disse Justin continuando a spingerlo
-Justin- tenni il suo braccio
- chi è la ragazza? Come vi conoscete? Che ci fai qui Justin? -
Il paparazzo continuò con le domande a raffica
- non sopporto che entrano nelle case degli altri, è mancanza di rispetto- disse Justin cercando di togliersi dalla mia presa
-entriamo in casa- guardai Martin preoccupata e spaventata
Avevo paura che Justin potesse fare qualcosa a quel paparazzo. L'ultima volta un paparazzo denunciò Justin per il fatto che aveva rotto la telecamera e avergli dato un pugno.
- Justin, ci penso io- venne Martin - vai dentro con loro- disse
Justin si arrese e andammo tutti dentro
Justin entrò nel soggiorno e sentii merda
Entrai anch'io
-che succede? -
- adesso capisci perché volevo stare lontano per un po'? - indicò la finestra
Solcai le mie sopracciglia e sbirciai dalla finestra
Era pieno di paparazzi
- wow- rimasi a bocca aperta - ma come hanno fatto?-
- semplice, hanno seguito Scooter- sbottò
- Justin, perché ti comporti così? Devi stare tranquillo -dissi
Era fuori di sé
- Cloe cos'è tutto quel trambusto?- scese mia madre
- paparazzi- dissi
- dobbiamo mandarli via - disse Justin - chiamiamo la polizia -
- stai calmo, perché ti arrabbi? -
- è semplice, si vergogna di te - disse mia madre
Mi girai sconvolta
Alla faccia della madre pentita
Sapevo che non sarebbe cambiata una virgola
- non hai niente da fare? - sbottai
- perché non la smette di dire cavolate? -
- si arrabbia per questo, non capisci?- ignorò justin
Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire
Stavolta ero confusa e arrabbiata
- se fosse stato così, non avrei insistito così tanto Cloe-
- lo so, Justin. Rimango in silenzio perché è mia madre e non posso dire quello che provo in questo momento.- dissi delusa
- non ti riconosco più, mi stai mancando di rispetto. Quando eri piccola eri una perla e adesso-
- perché non ci lasci in pace? Perché continui a farmi del male? - urlai con le lacrime agli occhi - non vedo l'ora di andarmene-
- tu non te ne andrai, rimarrai qui - disse
- vuoi farla soffrire?- entrò Martin - non ti basta quello che le hai fatto, vuoi anche disprezzarla?-
- no, è solamente una donna incoerente e crudele. Perché dovrebbe vergognarsi di me?- alzai un sopracciglio
- perché non sei al suo livello, non sei alla sua altezza- incrociò le braccia
- si sbaglia, forse al contrario- parlò Justin mettendo una mano sulla schiena
Lo guardai incredula e sorrisi timidamente
- lei non è ricca o famosa ma non sto cercando questo tipo di persona. Volevo una ragazza che mi facesse sentire bene e l'ho trovata e non mi vergogno affatto di lei.-
Lo abbracciai
- sai, ho cambiato idea- disse Martin e si girò verso di noi - c'è ancora un posto per me?-
- cosa? Che cosa avete in testa? Vostro padre non sarà d'accordo-
- ma non c'è, quindi non ci interessa- rispose
- è cosi? Volete lasciare questa casa? Vi avverto che nessuno dei voi due entrerà in questa casa mai più. Andrò a dirlo a vostro padre- disse e poi salii
- vuoi davvero venire con noi? - sorrisi
- si, non sopporto di rimanere solo- disse
- ah bene, quindi ve ne andate tutti- spuntò Mia triste - non vi vedrò mai più? Cloe dimmi che non te ne andrai -
Il mio cuore si spezzò in mille pezzi quando la vidi
- cosa dici? Certo che noi ci vedremo- andai da lei - verremo a trovarti- misi una mano sulla mia guancia
- si, dite tutti così- tolse la mia mano arrabbiata e guardò malissimo Justin - vuoi portarmi via i miei migliori amici. Credevo che tu fossi buono -
-Mia, ascoltami- provò a parlare Martin
- sta zitto, e tu lasciami, mi avevi promesso di non lasciarmi sola. - tolse la mia presa bruscamente -Voi grandi fate schifo - disse per poi andarsene
-Mia-
- ci penso io, voi pensate a loro- disse Justin riferendo ai paparazzi per poi raggiungerla
- Martin - abbracciai mio fratello e piansi
Lei poteva essere una bambina, ma lei era la mia piccola migliore amica, meglio definirla come una sorella, odiavo vederla in quel modo.
- non me ne ero accorto che c'era anche lei- disse tristemente Martin
Andammo a sederci
- lei è sempre sola, non ha genitori che le stanno accanto. È abituata con noi - continuò - ma prima o poi lei dovrà pur crescere e avere degli amici della sua età-
Annuii
-dobbiamo fare qualcosa, altrimenti questi non se ne andranno più- prese il telefono e chiamò la polizia
***
Per fortuna i paparazzi se ne andarono
-grazie agente, sono felice che avete risolto- dissi stringendo la mano
- si figuri- disse e uscì
- ci è voluto tanto eh- disse Martin
- adesso dobbiamo pensare a Mia, è distrutta - dissi
- non l'avevo mai vista così- sospirò - ho sbagliato dirlo davanti a lei-
- non sapevamo nessuno che Mia era lì ad ascoltarci- dissi - non è colpa tua
Dopo un po'
Justin spuntò con Mia in braccio
Mia stava dormendo e la sua testa era appoggiata sulla sua spalla
- la porto a letto- disse Martin prendendo Mia in braccio e salii
- come sta? - chiesi
- sta malissimo ma per calmarla ho detto che domani chiamerò i suoi genitori- disse
- per cosa?-
- se Martin potrà continuare il suo lavoro da babysitter portandola con sé mentre loro non saranno a casa- spiegò - e lei si è calmata un po'. Tutto il resto ho cercato di farla ridere e giocare e poi le ho raccontato una storia e si è addormentata-
- grazie- lo abbracciai - voglio bene a Mia, non voglio che lei soffra-
- è per questo motivo che ho detto questo a Mia. Ma più di questo piccola, non posso fare altro che aspettare domani per chiamarli. - ricambiò l'abbraccio
- hai già fatto tanto Justin, grazie- baciai la sua guancia
- riguardo a prima, non pensarci troppo perché non ha capito che lei ha una figlia speciale. Non sarai mai e poi mai sola -
NON È UN GRANCHÉ LO SO, MA LA PROSSIMA ANDRÀ MEGLIO
21 VOTI E CONTINUO
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