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Capitolo ventitré: lei non verrà

- mi dispiace tantissimo quello che le è successo, le do la mia parola che mia figlia non si avvicinerà a lei- disse il padre di Karen e si girò verso la figlia - beh, non hai niente da dire? -
- io non dico un bel niente- sbottò guardandomi male
- Karen- urlò a sua figlia rimproverandola
Sussultò guardando suo padre e poi me
- d'accordo, mi dispiace- incrociò le braccia - per non averti uccisa - finì
Il padre colpì la guancia di Karen
Sgranai gli occhi
Rimanemmo allibiti il gesto del padre
- io e te faremo conti a casa-
Anche se le meritava quello schiaffo, ma sapevo che quando tornerà a casa andrà malissimo.
- preside- tremai
Lo sguardo cadde su di me
- mi dica- disse
- vorrei che la signorina Green rimanesse a scuola, va bene la punizione. Non potrebbe chiudere un occhio? -
Erano scioccati, per fino i ragazzi e Karen
Guardai la preside
- la prego, so che è regolamento ma credo che abbia imparato la lezione, no?-
Karen mi guardava un po' sconvolta ma cercava di apparire dura
- signorina Aloisi, è sicura?- chiese
- sicurissima-
- che stai facendo? Finalmente lei ha quello che si merita e tu rovini tutto?- parlò mio fratello
- le do una possibilità, ma vorrei che Karen la smettesse di seguirmi e che non si avvicinasse a me.- la guardai
- che dire, è troppo gentile da parte sua signorina- mi sorrise il padre
- Karen?-
Rimanemmo in silenzio
- d'accordo- abbassò lo sguardo
Sorrisi
- perfetto, adesso possiamo andare? - chiesi gentilmente alla preside
- certo tesoro, puoi andare- sorrise dolcemente
- grazie signorina- disse il signor Green
La madre della vipera diede una spallata a sua figlia
- grazie- si schiarì la sua voce
Adesso Karen si sentiva una merda
Il padre era troppo aggressivo e non volevo che mi odiasse ancora di più e vendicarsi
Mia madre era muta come un pesce
- figurati - Sospirai
Andammo via
- perché l'hai fatto? - chiese Martin
- il padre è aggressivo e non voglio che si vendica di nuovo o mi odia ancora di più, quindi ho pensato di farla rimanere. -
- dovevi rimanere in silenzio -
- esatto, non siamo venuti qui soltanto per difenderti ma anche per sbatterla fuori e che si merita una bella lezione- disse Justin
- apprezzo che vogliate difendermi, ma so quello che faccio. E poi, non volevo che il padre perdesse la testa, forse l'avrà preso da lui o lei, come aveva detto Justin prima, avrà problemi a gestire la rabbia. Ma nonostante tutto odio la violenza, specialmente un uomo colpisce una donna o sua figlia e ne so qualcosa-
Anche mio padre quando io avevo sedici anni, mi picchiava ma solo quando era ubriaco e stavamo soli a casa. Adesso era calmo e mi sgridava senza alzare mani e poi, non veniva più a casa a causa del lavoro. Martin e mia madre non sapevano niente, mio padre
Scacciai i brutti ricordi e guardai i ragazzi
Mi guardarono sorridendo
- siamo orgogliosi di te- disse Justin
- non è vero, lì dentro volevate uccidermi- ridacchiai
- in effetti-
- andiamo a casa? Voglio stare al letto-
- andiamo a casa - dissero in coro ridendo

***

Aprii la mia porta della stanza e tolsi finalmente le mie scarpe
Era mezzogiorno e avevo un po' di fame
- tua madre non ha detto una parola- ridacchiò e si sdraiò accanto a me
- già, sicuramente quando tornerà a casa mi riempirà tantissime domande su di te -
Guardai Justin che fissava il suo telefono
-Justin- misi la mia testa sul suo petto
Si girò verso di me confuso e posò il suo telefono sul comodino
- dimmi- intrecciò la mia mano che stava sul suo petto e con l'altra accarezzò i miei capelli
- a cosa pensi? - chiesi
- stavo pensando di fare una chiamata a Scooter-
- quindi hai deciso di riprendere definitivamente il tour? - chiesi
Annuì
- okay, quando hai intenzione di ritornare? - chiesi
- non lo so, so solo che sei triste e non voglio che tu lo sia-
- non sono triste, verrò con te-
- wow, allora dicevi sul serio che vorresti venire in tour con me- ridacchiò
- l'hai chiesto tantissime volte, stavolta sono decisa. Se tu mi vuoi ancora- arrossii
-certo che voglio- sorrise - oggi pomeriggio uscirò allo scoperto, mano nella mano con la mia bambina -
-vacci piano bello, non sono una bambina-
Ridacchiò
-pedofilo- dissi ridendo
-hai detto di non essere una bambina e ti sento dire pedofilo. Come ragioni? -
- mi hai chiamata bambina -
Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa ridendo
-comunque non è tanto pericoloso? Sei praticamente ricercato da tutto il mondo, e i tuoi fans in giro ti salteranno sopra. Magari un'altra volta, quando sei con le tue guardia del corpo- dissi pensando al disastro che potrebbe succedere.

- metto la maschera allora-
- allora si- diedi un bacio sulla sua guancia
- voglio mangiare i tacos- mise la sua mano sulla sua pancia - ti piacciono? - chiese
- no-
- è buono- mi guardò a bocca aperta - l'hai mai assaggiato? -
- si, odio il cibo messicano - risposi
Mi guardava come se fossi pazza
- beh, andremo da un'altra parte allora-
- guarda che puoi mangiarlo, aspetterò che tu finisca di mangiare -dissi
- pensi davvero che mangerei tranquillo ?- alzò un sopracciglio - devi mangiare e bere insieme a me. Ci sono, andiamo a mangiare il pesce? Sushi? Ti piace il sushi? -
Scoppiai a ridere
- che c'è? Che ho detto? -

Bussarono alla porta
- hey, posso entrare? Non state scopando vero?- urlò Martin
Sgranai gli occhi e smisi di ridere
-Martin- urlai
- si, puoi entrare- rise Justin
Entrò e lanciai un cuscino prendendolo in pieno

- che bel modo di far entrare tuo fratello - disse tirando il cuscino - comunque sono qui per dirvi che sto andando da Mia. Volete qualcosa? - chiese
- no, stiamo uscendo- rispose Justin
- vi avverto, non so quando rientro a casa. I suoi genitori partono verso in Germania e non solo, forse dormirò a casa sua.- disse
- perché la lasciano sola? Non ha parenti?- chiese Justin
-purtroppo i suoi parenti abitano molto lontano -
- e i genitori non parlano con loro da anni- dissi
- wow, allora venite con noi a mangiare fuori- disse Justin alzandosi
-punizione- disse mio fratello
- che ha combinato stavolta? - ridacchiai
- ha buttato la vernice al signor Jackson e in più ha rotto il vaso di sua madre-
- oh mio Dio, stavolta se l'è presa con Jackson -dissi - ci sarà un motivo. La conosco molto bene, quando combina guai qualcuno le ha fatto qualcosa-
- lo so ma i genitori non sono d'accordo e le hanno messo in punizione. Perciò sarà per un'altra volta ragazzi, non voglio guai con il lavoro- disse
- andiamo, non lo sapranno i genitori-
- Justin ha ragione e poi, sapremo cosa ha fatto il signor Jackson- dissi
- d'accordo- sbuffò
- indosso la maschera e torno- disse Justin uscendo dalla stanza

Martin si avvicinò
-come stai?- chiese
- bene- lo guardai confusa
- ci credo- mi sorrise
- non cominciare- lo avvertii
- cazzo, Justin Bieber in casa nostra, è incredibile ma dove lo hai trovato? - ridacchiò
- stavo dirigendo all'arena con il bus e Justin era due sedili dietro,poi si sedette un signore che ci provava con me e dopo aver visto che era l'ultima fermata, mentre scendevo Justin per sbaglio mi aveva spinta e mi faceva male alla caviglia. Si è scusato, mi ha aiutato e mi ha fatto compagnia, poi ha visto che non arrivava il bus e ha voluto accompagnarmi all'hotel-
Non potevo certo dire che quel signore ci aveva sparato.
-beh, è stato gentile-
Annuii
- sono pronto- entrò

***

Mangiammo le ciambelle e come bevanda il frullato
- mi domando perché i miei genitori mi odiano. Non mi credono che non sono stata io - disse Mia
- e il vaso?-
Mia guardò Martin
- si, sono stata io ma al signor Jackson non ho fatto nulla-
- puoi dirmi cosa è successo? - chiesi
- è questo il punto Cloe, non so cosa è successo. Qualcuno mi ha teso una trappola-
- hai nemici Mia?- chiese Martin
- no, forse, non lo so- sbuffò
- che vuoi dire che non lo sai?-

Fece spallucce e abbassò lo sguardo
- hey, ti puoi fidare di noi- dissi
- non ho amici, gli unici amici che ho siete voi e i miei compagni mi odiano-
- forse perché li tratti come bersagli? -
- Martin- diedi un calcio alla sua gamba guardandolo male
Fece una smorfia di dolore
- sai una cosa? L'unico rimedio per sapere cosa è successo è andare da quel signore- disse Justin
- non esiste, non ci vado da quel vecchio psicopatico-
- Mia, devi farlo-
- facciamo così, ti propongo un affare- disse Justin guardandola
Mia era interessata e anche noi
-un affare? -
- ti comprerò qualsiasi giocattolo che vorrai, ma prima andrai dal signor Jackson- disse
- davvero? - guardò a bocca aperta Mia
-no- disse Martin - amico sul serio? Lei deve assolutamente andarci senza comprare una bambola o un giocattolo qualsiasi - si girò verso Mia - e poi devi scoprire chi è stato, no?-

- ha ragione Martin- dissi - devi farlo per te stessa-
- ci andrò solo se Martin mi comprerà una bambola e una casetta delle bambole- indicò Justin
- no- dicemmo in coro io e Martin
- che problemi avete? - ridacchiò Justin - non ho problemi a comprarla e lo sapete. Andata? - alzò un sopracciglio

- andata, grazie Martin sei il migliore- andò ad abbracciare Justin

***

Mia e Martin erano diretti verso casa del signor Jackson mentre io e Justin stavamo camminando tranquillamente
Justin ed io non parlammo nemmeno una parola
- sbaglio o sei troppo silenziosa e arrabbiata? -
- hai fatto male a dire quelle cose a Mia-
- andiamo, è una bambina e comunque sono riuscito a convincerla- disse mettendo il suo braccio alle mie spalle
- così da grande diventerà viziata e se non le darai qualcosa lei si arrabbierà e non farà niente di niente -
- non diventerà viziata, e non è il tipo - disse
- infatti ti ha cercato un'altra cosa, la casetta delle bambole. Io le voglio un mondo di bene, è forte e intelligente, non voglio che diventa così -
- ma lei non è una bambina qualunque, è tosta e ha un carattere molto forte. Cosa c'è di male se le compro un giocattolo? -
- se compri un giocattolo senza negoziare, niente. Il fatto è come le hai detto Justin, deve cavarsela da sola- dissi

- d'accordo - sbuffò - adesso smettiamo di parlare di questo e parliamo del fatto se quello che ha detto Mia è tutto vero. Le credi?- chiese
- lei non mente, non con me e con Martin. Combina guai ma conosco quando mente, invece i genitori, per me, non conoscono abbastanza bene Mia dato che sono sempre in viaggio e non capiscono quando mente oppure dice la verità, come mia madre ad esempio-
- hey, l'altalena laggiù- mi prese la mano e corremmo verso l'altalena
Ridacchiai
Sembrava un pazzo
Si sedette
-spingi, andiamo spingi - disse sorridendo come un bambino
-cosa? - risi
- spingi- urlò ridendo
Spinsi Justin e diceva cose senza senso
-andiamo piccola, mio fratello spinge più forte di te- disse
- sei pesante- risi - non è facile spingerti -
- come? Fai il pugilato e non riesci a spingermi? -
Mi sedetti anch'io e guardai Justin divertirsi
- a volte mi chiedo se sei un bambino travestito da grande-
- travestito si, bambino no- si fermò - vuoi che ti spinga?-
- no, mi lanceresti molto lontano- ridacchiai
- esagerata-

Sentii un dolore alla schiena
-forse è meglio ritornare a casa, sto cominciando a risentire il dolore- dissi toccando la schiena
Lui pian piano il suo sorriso spari
- come fai ad essere tanto buona con le persone cattive che ti fanno del male?-
- non lo so- abbassai lo sguardo - al dire il vero non ne ho idea, forse merita una chance -
- tu sai difenderti, perché la lasci fare? -
- odio la violenza, in realtà mio fratello mi ha obbligato e infatti non ci sono andata- dissi - adesso andiamo, ho mal di schiena- mi alzai

***

- forza piccola, tra poco arriverà Scooter - disse Justin urlando
Justin aveva chiamato Scooter e stava venendo proprio qui, in casa mia.
Ero talmente confusa e impaurita
Ero in bagno che mi preparavo e lui non faceva altro che mettermi di fretta e urlare
Nonostante avevo detto di si, ero ancora indecisa.
Uscii dal bagno e lo vidi pulito e pronto
- beh? Quanto ci vuole? -
- Justin la puoi smettere? Mi sto preparando- dissi nervosa
- cosa devi fare ancora? - chiese
- mi sto truccando- dissi
- cosa?- alzò un sopracciglio - da quando ti trucchi? - chiese
- si, mi trucco solo quando è un giorno speciale-
- un giorno speciale? - rise - guarda che è solamente un giorno qualsiasi, non stai incontrando Barack Obama-
- non hai da fare?- sbottai

- si, rompere i coglioni alla mia ragazza- mi abbracciò da dietro ridendo
- ci stai riuscendo- dissi mettendo il fard e l'ombretto
- sono bravo anche a questo- mi fece il solletico
Presi le sue mani e lo fermai
Cominciò a baciarmi sul collo
- Justin devo prepararmi -
- hai tempo- disse continuando a baciarmi
- mi urli dicendo di muovermi e adesso ho tempo? - feci una piccola risata
- volevo stare un po' con te, visto che tuo fratello non c'è e Scooter deve ancora arrivare- mi guardò dallo specchio - abbiamo una casa libera - sussurrò
-giù le mani, che intenzione hai?- ridacchiai
- passare una giornata con te da soli, ma questo è possibile e abbiamo mezz'ora di tempo-
- si? E cosa vuoi fare? - chiesi
- vediamo, io, tu, letto e senza vestiti- morse il lobo
Lo spinsi ridendo
- sei un pervertito- scossi la testa e arrossii
- se cerchi di provocarmi con quelle gambe, non devi incolpare me ma a te stessa- rise

Mi sentivo confusa, come se lui volesse di più.
Lui sarà abituato in una relazione facendo anche sesso ma io no.
Speravo di poterlo fare con una persona che mi amasse.
Justin ed io non eravamo innamorati del tutto.
Ma sentivo qualcosa di più ogni volta che stavo con lui.
Non sono mai stata innamorata, a parte Justin prima di incontrarlo ma solo parlando musicalmente
Avevo letteralmente paura, perché ero vergine e immaginavo che Justin volesse una ragazza molto esperta del sesso
-che faccia, andiamo stavo scherzando- rise di nuovo
Mi guardai allo specchio e mi accorsi che ero seria.
- non voglio farlo, voglio stare un po' con te- continuò
Non risposi
Il suo sorriso sparì
- che c'è? -
- niente, ho mal di testa- mentii
- vuoi che ti dia qualcosa per calmarlo? - chiese premuroso
-no, vorrei dormire un altro po' - mi sentivo stanca
-stai bene? - chiese preoccupato
- si, tranquillo-
- allora vai a dormire, ti chiamerò io - disse prendendo la mia mano e mi fece sedere sul letto
- d'accordo - mi sdraiai e chiusi gli occhi
Si sdraiò accanto a me e mille pensieri cominciarono a tormentarmi
Non sarò mai pronta, mai.
E perderlo sarebbe doloroso

***

#Martin

Entrai in cucina e posai le buste della spesa, vidi Justin parlare al telefono
- va bene, ci vediamo tra poco- disse staccando il telefono e si girò verso di me
- quando viene? -chiesi
- sta per arrivare, vuole solo comprare qualcosa per Cloe- sorrise
- che pensiero gentile, glielo hai tu?-
Solcò le sue sopracciglia
- no, lui è fatto così- ridacchiò
- mmh, d'accordo amico. Aiutami a sistemare prima che lo veda mia sorella - sorrisi
- tua sorella ha la mania di pulire e ordinare? - rise
- si, fin da bambina- sistemai le cose
- prima era strana, cosa le prende? -
Lo guardai confuso
- in che senso? -
- si, insomma da quando ha saputo che Scooter viene qui è rimasta indifferente e quando è uscita dal bagno sono riuscito a farla ridere ma poi le ho detto che vorrei passare un po' con lei ed era silenziosa-
- beh, avrà pensato che questo è il vostro ultimo giorno che vi vedrete- dissi
- no, amico lei sa benissimo che può venire. Le ho chiesto di venire e lei ha detto si-
Alzai lo sguardo su di lui serio
- cosa? Vuole andarsene? - urlai
Justin si fermò a guardarmi senza dire una parola e annuì
- no Justin, lei non verrà. Scordatelo-
- se non l'hai notato tua sorella non è felice stare qui- alzò la voce
- ci ho messo quasi due anni a raccogliere soldi per portarla via, non devi preoccupare per questo. Lei si trasferirà con me-
- non capisco quello che stai dicendo Martin, tua sorella vuole venire per stare con me, se è un problema per te parlarne con Cloe-
- vuoi seriamente portarmela via? -
- no, la porto solo per farla allontanare un po' da questo posto, renderla felice. So che siete uniti e se vuoi venire non ho problemi-
Rimasi in silenzio
- pensaci amico, Cloe ha bisogno di rilassarsi e stare al sicuro- continuò
- vuoi dire che non so proteggerla? -
- no, voglio dire che tua madre ci ha quasi divisi e difende una nemica di Cloe. So che non sono affari miei tra lei e vostra madre, ma odio vedere la mia ragazza soffrire. E comunque ti sbagli, voglio una relazione seria, specialmente con lei- disse serio - tua sorella vuole che tu venga con noi e tutto quello che ciò desidera Cloe, farò di tutto per accontentarla.-

- okay, ci penserò- uscii

#Justin

Venti minuti dopo
Martin era fuori
Andai da lui
- io non verrò - disse tutto d'un tratto
- anche Cloe? -
- no, le verrà con te. Hai ragione, lei soffre ogni giorno con mia madre e anche con Karen- sospirò - ho avuto due lavori per raccogliere abbastanza soldi per avere una nuova casa, nuovi mobili e una macchina. -
- perché non hai chiesto i soldi da tua madre? - chiesi
- perché lei non spende soldi per noi, pagano solo le bollette e la spesa. -
- vorrei tanto che tu venissi Martin, tua sorella sarà felice starti accanto- dissi
- non lo so, è complicato- mi guardò
- lo risolviamo insieme, devi solo dire accetto -

Non rispose
Mi arrivò un messaggio
Era Scooter
- vado a svegliarla, Scooter a momenti sarà qui- dissi

20 VOTI E CONTINUO
♥♥♥

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