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Capitolo diciotto: l'espulsione

Giorno dopo

15:40

Justin stava nel suo albergo, ovviamente quello diverso dato che quello di prima c'erano ancora i suoi fan, mentre io stavo a casa a sentire le lamentele di quella donna.
- Sei sempre la solita- sbottò mia madre
- cosa vuoi? Non mi interessa né di Karen e né di sua madre- dissi

-ti rendi conto che rischiamo di perdere il contratto? Tuo padre quando lo saprà si arrabbierà - disse
-contratto? - solcai le mie sopracciglia
- il padre di Karen e tuo padre lavoreranno insieme, quale parte non hai capito? -
-solo perché loro due lavorano insieme non significa che Karen ed io diventeremo amiche. Non ci sopportiamo, ci odiamo- la guardai - non voglio essere una lecca culo-
-Cloe Aloisi non usare quel termine quando parli con me, è già tanto quello che hai fatto quella sera davanti al tuo amico. Esigo il rispetto-
-rispetto? - restai a bocca aperta - ti ho sempre rispettata, ti ho sempre accontentata ogni cosa, questo non è rispetto? Tu e papà non mi portate rispetto- urlai - ogni volta che dico qualcosa che non è positivo su Karen mi attaccate e dite che lei è la figlia perfetta che tutti vorrebbero, ma non è cosi. La vera Karen è quando io e lei siamo da sole o a scuola o qualsiasi posto. Io sono stanca di sentire che non sono la figlia perfetta-
Mi ritrovai con le lacrime agli occhi
Mia madre era sconvolta dalla mia reazione
-lei non è quella che pensano tutti, non è perfetta come credete- continuai - lei mi ha fatto del male in passato mamma. Non te l'ho raccontato prima perché in quel momento avevo paura che mi facesse del male di nuovo. La preside insisteva di voler sapere chi era il colpevole ma ero talmente spaventata che avevo mentito, avevo paura di lei e dei suoi amici. Una madre crede ai suoi figli, una madre non gira di spalle quando una figlia chiede il suo aiuto-
Salii in camera mia

#Karen

-Karen, non pensi di esagerare?-
-mamma mia, Nicolas fatti gli affari tuoi- dissi annoiata
- solo questo? Ma non è banale?- chiese confuso guardando il muro
-si, sono stanca e di voi non mi fido. Devo sempre fare tutto io- alzai gli occ4hi al cielo
Finii e buttai la bomboletta
Adesso piccola troietta, ti caccerai in un brutto guaio.
Sorrisi soddisfatta del mio lavoro
- ragazzi sta arrivando qualcuno, andiamo via- corse verso di noi Alexandra

Scappammo dal giardino della scuola e subito dopo un ragazzo venne sopra di me
-attenzione coglione, hai idea quanto cazzo è costato per queste unghie magnifiche? - controllai le mie unghie
- sei tu che sei venuta addosso a me-
Conobbi la sua voce e alzai il suo sguardo
-Martin-

#Justin

Karen mi sorrise
-Martin- usò quella voce da oca
Aveva ragione Cloe, la voce di quella ragazza dava su i nervi
-puoi toglierti?- sbuffai
-Martin che ti succede? Cosa ho fatto? - si avvicinò
- io non - mi fermai guardando la mano di Karen - cos'è quello?-
-che cosa?- mi guardò confusa
Presi la sua mano sporca di vernice nero e bianco
-questo-
Tolse la sua mano dalla mia presa e mi guardò come se fosse spaventata.
-niente, devo andare dolcezza, a dopo-
Con questo, se ne andò con i suoi amici

Che diamine stava succedendo?
Andai verso dove erano usciti di corsa quei tre
Era la scuola di Cloe e quello che stavo vedendo ero scioccato
Dovevo avvertirla
Dovevo fare qualcosa

#Cloe

- perché la mamma mi odia?- piansi
-non ti odia, sai come è fatta la mamma. È fatta così- mi consolò Martin
-voglio morire, mi tratta malissimo e per fortuna papà è sempre a lavorare perché lui è peggio- singhiozzai - sono triste Martin- dissi guardandolo
-io ci sarò sempre sorellina. Io ti credo perché ho visto tutto e so cosa hai passato. Ti prometto che ti porterò via, con i miei soldi comprerò una casa tutta per noi- disse - non chiederò soldi a loro, perché loro sarebbero capaci di ricordarmelo anni e anni. Per questo sto lavorando, per noi-
-sul serio?-
- ovvio- mi sorrise dolcemente - sarai felice con me sorellina- mi accarezzò una guancia
-sono sempre felice quando sei qui con me- gli diedi un bacio sulla sua guancia
- ti sei divertita ieri?-
Martin sapeva della festa di ieri sera ma non era venuto, perciò era rimasto a lavorare. Immaginavo di chi era la colpa. L'unica cosa che non sapeva era tutto quel casino che si era creato in quella casa e con Justin.
-non tanto, mi annoiavo- dissi
-e da un bel po' che non vai in palestra- disse - dopo delle feste perché non vai? Ti piaceva quel posto-
Lo guardai confusa
-è vero, ma non ho avuto tempo- dissi
Si guardò l'orologio
- oggi devo badare a Mia, ti va di venire? - mi chiese
Annuii e ci alzammo dal letto per poi darci un abbraccio
- grazie Martin- chiusi gli occhi
Mi diede un bacio sulla mia spalla

Scendemmo e qualcuno ci fermò
E chi poteva essere altrimenti?
-dove stai andando Cloe?- il suo tono era abbastanza fredda e arrabbiata
Mi girai e guardai mia madre annoiata
-Sto andando con Martin- dissi
-tu non vai da nessuna parte- disse
La guardai confusa
- mamma, tranquilla è con me. Stiamo andando da Mia, mi aiuterà con le pulizie e con Mia- disse mio fratello
-No, sei in punizione. Hanno chiamato dalla scuola, ti sei cacciata in un brutto guaio Cloe Aloisi-
-Cosa? Cosa ho fatto? -
-Hai usato delle bombolette per poi disegnare sul muro della scuola, come ti sei permessa? Non fare la finta tonta Cloe, so bene che sei stata tu-
-ma io non so disegnare mamma- la guardai scioccata -non farei mai ad una cosa del genere-
-vedremo. Adesso muoviti, andiamo a scuola- disse prendendo le chiavi della macchina
Io e Martin ci guardammo
-mamma, se lei dice che non è stata lei, non è stata lei. Perché vuoi darle sempre la colpa?- sbottò Martin
- Martin starne fuori- disse per poi prendermi per un braccio
Uscimmo fuori
-lasciami- tolsi dalla sua presa - so camminare-
Salimmo in macchina e da lontano vidi Justin che correva verso di noi
Ci mancava anche lui.
Perfetto.
-salve signora- salutò Justin
-tesoro, è successo qualcosa? - chiese
-vorrei parlare con sua figlia, è importante- disse per poi guardandomi
-mi dispiace Martin, ma ci stiamo dirigendo verso la scuola. Sarà per la prossima volta- disse
-posso venire? - chiese
Mia madre rimase due secondi in silenzio
- va bene, sali- disse
Ma solo con gli estranei era gentile?
Justin salì in macchina
Sentivo che mi stava fissando ma rimasi indifferente.

Arrivammo
-non ti muovere- ordinò mia madre e scese dalla macchina
La vidi entrare e di colpo Justin si mise davanti scavalcando il sedile
-ma sei impazzito? Che cosa vuoi?-
-devo parlarti-
Mi girai dall'altra parte
Non volevo guardarlo
-Cloe ascoltami, devi sapere una cosa importante- disse
-vuoi lasciarmi in pace? - sbottai per poi scendere dalla macchina e chiuderla
Lui fece lo stesso e si mise di fronte a me tenendo le mie braccia
-Devi ascoltarmi Cloe- mi guardò negli occhi
-Cloe vieni- uscì mia madre
Andai verso mia madre ignorando Justin
- no, Cloe aspetta- mi prese per un braccio - Karen, è stata Karen scrivere quelle cose al muro-
- e tu come lo sai?- lo guardai
-ho visto la sua mano che era sporca di vernice nero e bianco e scappava con i suoi amici-
-che gran figlia di puttana. La uccido-
- Cloe- urlò mia madre impaziente
- entro con te - disse
Annuii

Entrammo dentro per poi uscendo in giardino
Li c'era la segretaria, il bidello e la vecchia antipatica vice preside.
- puoi spiegarmi questo? - parlò la vecchia puntando il muro
Guardai il muro e rimasi a bocca aperta

Questa scuola fa schifo, anche quelli che lavorano come insegnanti, bidelli e studenti.

-Cloe Aloisi

-brutta puttana -
Me la pagherà
-Cloe- mi rimproverò
-non sono stata io, no. Non lo farei mai- scossi la testa
-c'è il tuo nome qui- disse la segretaria
-lo so, vogliono incastrarmi. Giuro, non sono stata io-
- è vero, non è stata lei- disse Justin
- e allora chi è stato? - mi guardò la vice preside
-tanto non mi credete- scossi la testa
Anche loro pensavano che Karen era una ragazza dolce e simpatica
-se non parli, rischi l'espulsione Aloisi-

- è stata Karen, scusate ma non conosco il suo cognome purtroppo- disse Justin

-Martin, non ti permetto di incolpare Karen, lei non c'entra nulla con questo. Quella ragazza è così buona- parlò mia madre
Cocciuta
-però punti il dito su di me facilmente, cara madre io sono tua figlia- la guardai delusa
-l'ho vista io con i suoi amici, signora Aloisi. Mi creda -
Rimase in silenzio
- facciamo così- intervenne la vice preside - chiamiamo Karen -
-si, si è una buona idea-
Justin mise la sua mano sulla mia spalla

-d'accordo- si girò verso la segretaria- Augusta chiami la madre di Karen Green e dille di venire con sua figlia. Riguardo a voi due aspettate qui fuori. Signora Aloisi venga con me nel mio ufficio-

10 minuti dopo

Ero fuori seduta con Justin sulle scale
Sentivo il mio cuore che batteva all'impazzata
Non volevo essere espulsa dalla scuola.
-stai tranquilla, andrà tutto bene-
-ti prego, stai in silenzio- dissi massaggiandomi la tempia
Stette in silenzio
Chiusi gli occhi e immaginai Karen vedendola soffrire con i miei pugni come lei aveva fatto con me.
-giuro che se ti prendo non sai quello che ti aspetta- sussurrai
Sembravo una posseduta ma non mi interessava, ne avevo abbastanza di lei.
-con la violenza non si risolve- lo sentii
Lo guardai
-ma bravo, difendila- mi alzai
-non la sto difendendo, sto solo dicendo che non devi ragionare in questo modo e potresti peggiorare la cosa- disse

- bla bla, non hai niente da fare? Tipo andartene in tour?- sbottai
-in tour ci andrò, ma con te- disse calmo e si alzò anche lui
-tu sei fuori, non voglio venire. Sto bene a casa mia, sto bene qui-
-si vede- rise sotto i baffi
-vuoi un altro schiaffo per caso?-
- ma bene, chi si rivede- sentii la sua insopportabile voce
Mi girai
-che hai combinato Aloisi? - rise
Stavo per attaccarla quando Justin si mise in mezzo per poi bloccarmi
-spostati- cercai di toglierlo ma niente

- grazie tesoro, sei un amore- accarezzò il suo braccio per poi rientrando
Questo mi fece imbestialire
-lasciami-
- vuoi ancora peggiorare questa situazione Cloe? Sei davvero così stupida, ti credevo intelligente- mi rimproverò
-ed io ti credevo buono e che stava dalla parte dei buoni. La difendi, non dici niente, non fai niente, parli con lei come se fosse una tua amica di sempre. Dillo che ti piace Justin nonostante ci sono prove che quella è malefica-
- se lei mi sta vicino non è colpa mia, quante volte devi ripetere questa cazzata - urlò
Rimasi in silenzio
- questo non è per difenderla, cazzo perché non stai zitta e pensaci due volte prima di parlare. A me non piace mettilo in quella cazzo di testa che ti ritrovi-
Mi sentivo malissimo
Non per le parole di Justin ma stavo litigando con lui.
Non era la prima volta ma questa volta anch'io stavo sbagliando, lui era venuto per difendermi e dirmi chi è stato ed io lo stavo trattando malissimo e mi aveva difeso di fronte a mia madre
Il fatto che quella stronza riusciva a cavarsela, riusciva anche a farmi imbestialire.
Justin era sempre qui, con me.
Ma quella parola che aveva osato chiamarmi in quel modo, il mio orgoglio me lo impediva
Mi impediva di abbracciarlo e lasciar tutto alle spalle
Ma ero troppo orgogliosa per chiedergli scusa.
Decisi di rimanere in silenzio e ad aspettare che questa giornata finisse.

Stavamo da ben mezz'ora qui fuori.
Ma che stava succedendo lì dentro?
Immaginavo che li avrà incantati con la sua solita voce da brava ragazza e con le finte lacrime e che dicesse che non è stata colpa sua e bla bla.
Misi una mano dietro al mio collo sentendo dolore
-stai bene? - chiese
-si- risposi
-vieni, ti faccio un massaggio-
-no, sto bene-dissi
Sospirò e si mise seduto dietro e cominciò a massaggiarmi il collo
Era così rilassante
Quelle mani erano sante
-va meglio? - chiese continuando a massaggiarmi
-si, sei un bravo massaggiatore- morsi il labbro sentendomi più rilassata
-troppo stress? -
Feci un piccolo sorriso
Sapevo che stava scherzando
Un attimo, ero in mezzo alle sue gambe, mi stava massaggiando e in più la mia schiena era appoggiata sul suo petto.
Dovrei arrabbiarmi ma quelle mani, dio mio erano magiche.

Finì il massaggio

No, un altro po' mi stavo rilassando

Sentii le sue braccia infilarsi sotto le mie e mi abbracciò da dietro.
Un brivido percosse la mia schiena.
Poggiò la sua testa sulla mia spalla
Lasciai andare la mia rabbia verso di lui e mi rilassai
-mi dispiace- dissi accarezzando la sua mano
Mi girai verso di lui e lui alzò la sua testa guardandomi negli occhi
Mi sorrise dolcemente
- pace?-
Era un bambino con quegli occhioni dolci
Annuii
-perdonami per ieri-
Annuii di nuovo
Mi diede un bacio casto vicino sulle labbra

HOLAAA
CHE NE DITE?

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