Capitolo 7 - Il fuoriclasse della NFL
Dominique
«Buongiorno, Campione.»
«Gabi. Buongiorno a te.»
Mi strofino gli occhi col pugno e mi allungo sul comodino per controllare l'orologio.
Bene. Sono in perfetto orario! Oggi mi aspetta un nuovo allenamento in vista della partita di domani contro i Miami Bears.
«Che ore sono?» domanda, carezzandomi il petto.
«Le sei. Posso restare a letto altri dieci minuti. Sono in tempo per fare una doccia, colazione e poi dritto agli allenamenti.»
«E non ce l'abbiamo qualche minuto per una sveltina?» domanda maliziosa, facendo scivolare il dito sotto le lenzuola, diretta nel mio punto più intimo.
Ridacchio, muovendo divertito il capo.
«Gabi, Gabi, non ti è bastata la maratona di stanotte? Sei davvero insaziabile.»
Mi guarda maliziosa e si morde il labbro inferiore.
«Tu non mi basti mai» dice con lascivia e io la bacio, affondando la lingua nella sua bocca peccaminosa.
«Cazzo! Mi farai far tardi agli allenamenti.»
Mi distacco, scosto le lenzuola e mi metto seduto.
«E non posso!» mi giustifico, rimettendo le mutande.
«Uff!» sbuffa, roteando gli occhi contro il soffitto.
Sorrido e le do un ultimo bacio prima di scappare in bagno.
Mi chiudo dentro e mi rimiro per brevi istanti allo specchio, prima di decidermi a entrare in doccia.
Da quando Cassie è rientrata nella mia vita non faccio altro che pensare a lei. Persino quando scopo penso a lei.
Fotto un'altra donna e c'è solo lei nella mia mente. E lo so, è da bastardi, ma non riesco a fare altrimenti. Anche se... Dio, lo so che una relazione tra noi sarebbe impossibile.
Arthur ammazzerebbe me e chiuderebbe a chiave sua sorella, se potesse. E, comunque, anche se non muovesse un dito per metterci i bastoni tra le ruote, sono sicuro che il rapporto con sua sorella non sarebbe lo stesso e io non voglio rovinarlo. Non sarò responsabile anche di questo.
Quindi, è meglio per tutti se me la levo dalla testa.
Già, ma come faccio? Come si fa?
Forse dovrei buttarmi su una relazione stabile, qualcosa che non ho mai voluto ma che, forse, adesso, sarebbe l'arma migliore per dimenticarmi di lei.
In fondo... Gabi mi piace, l'attrazione tra noi è tanta, il sesso grandioso. Mi ci trovo bene anche a parlare, quindi... chissà, potrebbe funzionare se le dessi un'occasione.
Già, ma io la voglio quest'occasione, per me stesso?
«Cazzo!» impreco allo specchio, sbuffando contro il mio riflesso e scrollando le spalle.
Non è certo questo il momento più adatto per pensarci. Devo prepararmi ed essere al cento per cento in vista degli allenamenti.
Non posso avere distrazioni perché non posso fallire.
Il football è l'unica cosa della mia vita che non ho mandato a puttane col mio comportamento.
E non comincerò certo adesso.
***
In campo, corro come il mister ci dice di fare, ma la mente è affollata da pensieri e immagini che mi fanno distrarre e non mi fanno essere concentrato.
A un tratto inciampo e rotolo nel terreno.
Il mister fischia mentre Pablo, al mio fianco, mi dà una mano ad alzarmi.
«Tutto a posto, amico?»
Annuisco, afferrando la sua mano e rimettendomi in piedi.
«Che cazzo fai, Tracker?!»
La voce del mister, alle mie spalle, mi colpisce come un pugno dritto in faccia, e in pochi istanti vengo afferrato dalle sue mani pesanti che mi trascinano fino alla panchina, fino al punto di spingermi per obbligarmi a sedere.
«Si può sapere che cazzo ti prende? Dove cazzo hai la testa?» ringhia rabbioso, mentre mi fissa con l'aria di chi, se potesse, mi staccherebbe la testa.
«Io... sono solo inciampato, capita a tutti.»
«Non a te, non a Dominique Tracker, non a The Exterminator, il fuoriclasse della National Football League.»
«Sì, ma...»
Alza un dito per zittirmi e va avanti, parlandomi sopra.
«Niente ma. Zitto e stammi a sentire. È la seconda volta che ti becco assente, durante un allenamento. Lo sai che qualsiasi problema va lasciato fuori dal campo, Dom.»
«Lo so, mister, lo so.»
«Beh, non sembrerebbe. Un errore come quello in campo e rischiamo di giocarci la partita.»
Annuisco in silenzio perché ha ragione e non posso dire nulla.
Non c'è niente che mi giustifichi e niente che io possa dire per rimediare. Devo solo agire. Tornare in campo e dimostrare al mister che sono quello di sempre e che domani, insieme ai miei compagni, farò il culo ai Bears.
«Bene. Spero che tu abbia capito. Non accetto errori, Tracker. Non da te. Da tutti ma non da te.»
Muovo di nuovo il capo in segno d'assenso, zitto, con lo sguardo puntato a terra.
«Torna in campo, forza.»
Faccio come dice e riprendo l'allenamento.
Do il massimo, concentratissimo sull'obiettivo. Consegnando tutto me stesso al campo e ai compagni, una volta terminato l'allenamento, rientro a testa bassa negli spogliatoi.
Pablo mi ferma.
«Ehi. Tutto ok, amico?»
«Sì» ansimo, aprendo con forza il mio armadietto e prendendo la bottiglina d'acqua che scolo in un sorso.
«Hai avuto una bella strigliata, eh?»
Annuisco, finendo di bere l'acqua e lanciando la bottiglia dritto nel cestino, facendo centro.
Mi siedo sulla panchina e Pablo fa lo stesso, mentre guardiamo i nostri compagni sfilare mezzi nudi per entrare nelle docce.
«Che cosa ti ha detto?»
Faccio spallucce e stritolo la maglia bagnata tra le mani.
«Si è incazzato perché sono inciampato. Ha detto che il fuoriclasse della NFL non può permetterselo. E poi ha notato che è la seconda volta che mi becca assente durante gli allenamenti. Gli ho detto che non ricapiterà più.»
«Stai così per Cassie?» chiede, con aria comprensiva.
Lo fisso per un istante e poi torno a guardare per terra.
«Non lo so, Pablo. Sì, forse in parte. È che mi sento incasinato per tutto il discorso di suo fratello e quanto è successo. So che se anche tornassimo semplicemente ad essere amici lei perderebbe Arthur e non mi voglio macchiare anche di questa colpa.»
Annuisce, come se capisse.
Mi batte una mano sulla spalla e poi si alza.
«È un bel bordello, amico. Ma... come ti ha detto il mister, i problemi...»
«Vanno lasciati fuori dal campo, lo so» finisco al suo posto e lo guardo per rivolgergli un tacito ringraziamento.
Pablo abbozza un sorriso e mi schiaffeggia bonariamente il viso prima di dileguarsi anche lui per fare la doccia.
Resto lì seduto, solo, con la mente affollata dai pensieri.
Arthur, Cassie, Gabi. Passato, presente e futuro.
Che devo fare con la mia vita? Quali sono le scelte che devo compiere?
Cazzo, soltanto io so quanto è difficile resistere, avendola a due passi da me, nel mio stesso condominio.
Ogni sera la tentazione di bussare alla sua porta è tanta, ma fino ad ora sono sempre riuscito a fermarmi.
E devo farla ancora.
Tenermi impegnato, distratto.
O forse rendere le cose serie con Gabriela per dimenticare una volta per tutte la sorellina del mio ex migliore amico.
Se Gabi fosse la mia donna non la ferirei, non la tradirei. Se le cose diventassero serie o ufficiali, non permetterei mai alla mia bocca di baciare un'altra né alle mie mani di toccare un altro corpo che non sia il suo.
Ho già tradito, in passato. Ho spezzato il cuore al mio migliore amico e non voglio più essere quella persona. Non voglio più ferire.
E se avere una fidanzata può aiutarmi a rimettere le cose a posto, per il bene di tutti... beh, forse è quello che farò.
E dimenticherò una volta e per sempre il mio genietto e la voglia matta che ho di sentire, dopo anni e anni, di nuovo il suo sapore.
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