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Capitolo 12 -In campo!

Cassiopea

Con un ottimo posto in tribuna, mi godo la partita, iniziata da un po', assieme alla mia amica Meredith.

I miei occhi non fanno altro che seguire i movimenti di Dom che, da fuoriclasse qual è, ha fatto già in modo di essere avanti di diversi punti rispetto agli avversari.

Merry, invece, non fa che cercare con lo sguardo Pablo, eccitandosi per ogni sua manovra degna di nota.

Per quanto mi riguarda, non sono mai stata una vera fan del football, ma se si tratta di vedere Dom giocare, è tutta un'altra storia.

Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Sono come... calamitata. Lui è decisamente in gamba, ha tifosi e fan che lo seguono da anni, e non so se riesco ad amare il suo football perché lo conosco da anni ed è il ragazzo per cui ho sempre avuto una cotta, ma posso dire che vederlo giocare è un'emozione senza pari.

Concentrato, determinato e appassionato, fa in modo che tutti i riflettori siano su di lui. E io, come facevo da adolescente, torno a sbavare per il quarterback dai capelli scuri e lo sguardo di ghiaccio.

«Tra poco finisce il primo tempo. Mi accompagni in bagno, appena i giocatori rientrano negli spogliatoi?» domanda Meredith, girando il suo cappellino con la visiera al contrario.

Ridacchio, guardando il modo in cui sposta il copricapo con la scritta RAMS cucita sopra. Sembra felice come una bambina. Una vera fan sfegatata.

«Ma certo!» Le sorrido un'ultima volta e poi torno con lo sguardo sul campo, godendomi gli ultimi minuti prima del fischio che segna la fine del primo tempo.

E i miei occhi si calamitano ancora su Dominque, che segna un touchdown che fa andare il pubblico in visibilio, un minuto prima del fischio dell'arbitro.

Mi unisco alla folla e Meredith con me. E quando guardo Dom togliersi il caschetto e abbracciare fiero i compagni di squadra, mi rendo conto che non esiste niente di più bello che vederlo felice.

***

La partita è terminata e, io e Merry, grazie a un pass speciale, attendiamo Dominique e Pablo, poco lontano dagli spogliatoi, davanti all'uscita secondaria.

Quando li vediamo uscire, Meredith corre incontro a Pablo, saltandogli in braccio.

Hanno iniziato una relazione da un po' e anche se entrambi si ostinano a parlare di "solo sesso" è visibile a tutti che sotto c'è molto di più.

Mentre guardo i piccioncini amoreggiare, Dom viene verso di me, ridendo e girandosi di spalle di tanto in tanto, a sbirciare il suo collega e la mia migliore amica.

«Ciao, genietto. Allora? Piaciuta la partita?» domanda con un sorriso da schiaffi.

«È stata favolosa e tu sei stato... incredibile.»

Lui annuisce, trattenendo una smorfia divertita.

«Ti ringrazio. Sono felice ti sia divertita.»

«Molto, sì. Soprattutto perché avevo Meredith vicino che sbraitava come una matta.»

Scoppia a ridere e scuote il capo.

«Sembra abbia proprio un grande entusiasmo per il football. O forse è la relazione con un certo giocatore ad averla resa così appassionata?»

«Beh, diciamo che già a distanza Pablo è stato il motivo che l'ha fatta appassionare a questo sport. E adesso che escono anche insieme... beh, quel ragazzo è di sicuro un ottimo incentivo!»

Fa un segno d'assenso col capo e quando i ragazzi ci raggiungono, dà una pacca sulla spalla al suo amico, bisbigliando velocemente qualcosa al suo orecchio.

«Ehm... Cassie, ti dispiace se riporto io Meredith a casa?» mi chiede Pablo, lanciando poi un'occhiata a Dom.

«Nessun problema. Io ho la mi auto, per cui...»

«E Dom è a piedi, visto che siamo venuti alla partita col mio bolide e non ho alcuna intenzione che venga con noi a fare il candelabro.»

«Grazie, amico, sei davvero gentile» dice Dom, fintamente risentito.

Capisco che cosa stanno cercando di fare, ma sono adulta e non posso certo rifiutarmi per far saltare il loro giochino.

«Nessun problema, lo riaccompagno io. Tanto abitiamo nello stesso condominio» dico, ignorando Merry che mi guarda con aria divertita.

«Grazie, Cassie.»

«Di nulla. Andiamo?» propongo e lui annuisce.

Salutiamo i nostri amici e ci incamminiamo verso il parcheggio ospiti dove ho la mia auto (anche se è nella zona VIP, grazie alla concessione di Dominique).

Spero che tutto questo non mi conduca nel bel mezzo di una situazione fuori luogo e imbarazzante, perché non saprei come uscirne.

E, soprattutto, dopo quanto stava per accadere alla festa di Halloween, non saprei come resistere ancora a Dominique Tracker.

***

Spengo l'auto e respiro, come se avessi trattenuto fiato per tutta la durata del viaggio.

Ho messo su della musica per ridurre ai minimi termini la conversazione tra me e Dom, ma non è servito a molto.

Lui si è messo a chiacchierare e tornare a parlare come facevamo un tempo, quando eravamo dei ragazzini e lui il migliore amico di mio fratello, è stato di una normalità disarmante.

Ed è proprio questa normalità che mi fa essere tesa, adesso, e respirare a fondo come fossi stata in apnea.

Cosa accadrà adesso?

Cosa succederà tra noi?

«Grazie del passaggio, genietto. Lo apprezzo molto, davvero.»

«Figurati, Dom.»

«Senti è ora e... pensavo... se ceniamo assieme? Una pizza da me, che ne dici?»

«Da te? Così, finalmente, conoscerò il tuo regno?» chiedo divertita.

«Già» conferma lui.

Resto qualche istante di troppo a pensarci su, finché, con coraggio, decido di buttarmi.

«Va bene. Vada per la pizza.»

«Grande!»

Dom mi elargisce un sorriso stupendo che mi fa sciogliere come neve al sole, così dico un "Andiamo" impacciatissimo che ci porta ad uscire dall'auto.

Camminiamo fino al suo edificio, finché il mio telefono squilla e mi mostra il nome di mio fratello Arthur.

«Ehi, ciao. Tutto bene?» chiedo, rispondendo.

Dom si ferma pochi passi davanti a me per lasciarmi privacy.

«Ho litigato con Rosa. Posso dormire da te, stanotte?» domanda, con tono arrabbiato.

Sarà una litigata fresca. Conosco mio fratello e, quando si tratta di banali litigi, dopo poco gli passa.

«Convivete solo da una settimana e già c'è stata la prima litigata che ti ha sbattuto fuori di casa?» gli chiedo, trattenendo una risatina.

«Me ne sono andato io. Sono nervoso e non mi va di vederla.»

«D'accordo, ok, io... Ti aspetto a casa.»

«Arrivo» dice, e chiude la telefonata.

«Tutto a posto?» chiede Dom, vedendomi sbuffare.

«Sì, solo... Niente pizza. Mi spiace ma Arthur sta venendo da qui. C'è stato un litigio con la sua ragazza e preferisce dormire da me, stanotte.»

«Oh» fa, e sembra un po' ferito. «Ok, noi... possiamo fare un'altra volta. Non c'è problema.»

«Ma certo, non mancheranno occasioni. Buona notte, Dom. E grazie ancora per i biglietti della partita.»

«Grazie a te per essere venuta. È stato bello saperti tra gli spalti.»

Sorrido e annuisco.

«Buona notte ancora.»

«Notte, Cassie.»

Mi allontano, mettendo distanza, e chiedendomi perché non mi ha salutata in maniera un po' più intima e amicale. Magari con un abbraccio o un bacio sulla guancia.

E mi chiedo perché, ad oggi, desidero disperatamente tutto questo, da lui. Anche se può sembrare banale e da ragazzini.

Desidero sentirlo vicino a me.

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